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Autore: kwrites    08/09/2014    3 recensioni
Ashton aveva tutte le risposte alle domande di Bridgette, ma doveva rimanere in silenzio per il suo bene.
[ATTENZIONE: La storia non è mia, io la traduco solamente.]
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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16 || Amore fraterno

 
Svenire aveva scacciato ogni pensiero dalla mia testa. Ma fu come se stessi dormendo e continuassi a sognare di Michael che appariva e scompariva, e di Luke che sveniva sulla sedia e spariva senza lasciare l’impronta di essere stato lì. Erano morti. Quella consapevolezza mi aveva finalmente colpito, e l’aveva fatto come un farebbe un sedicenne spericolato alla guida di una macchina.
Dopo che mi fui svegliata, mi ritrovai con la testa sulle ginocchia di Ashton, mentre lui giocava con i miei capelli. Fissava la TV, i suoi occhiali da sole non erano ancora sul suo viso. Girai leggermente la testa per vedere Calum seduto sul divano, a giocare a FIFA da solo.
Le dita di Ashton mi sfiorarono piano il viso. Puntai lo sguardo nei suoi occhi verdi – cambiavano un sacco, da nocciola a verde – e vidi che lui aveva distolto i suoi occhi da me. Stava guardando Calum. « Hey, Cal. »
« Come ti senti? » chiese Calum, notando che mi ero svegliata. Posò il controller e mi raggiunse, sedendosi per terra, controllandomi la testa e gli occhi.
« Cosa sei, » risi leggermente. « Un dottore? »
« Potrei esserlo, » ridacchiò. Guardò Ashton. « Sì, sta bene. Credo fosse solo l’aver realizzato il tutto e si è presa un bello spavento. »
« Dove sono gli altri? » chiesi, alzandomi. La testa non mi faceva male. Non mi sentivo presa dal panico o nient’altro, ma mi sentivo ancora strana a stare vicino a Luke e Michael per ora.
« Michael ha detto solo che se ne andava, e Luke è di sopra nella sua stanza, » disse Calum. « Non può veramente andarsene, quindi... »
« Io non- » iniziò a dire Ashton, ma poi si fermò. Lo trovai un po’ strano che Ashton parlasse con così tanta facilità, perché non l’aveva mai fatto prima.
Ashton guardò me e poi Calum intensamente, come se stesse cercando di trasportare il suo messaggio fisicamente. Calum annuì con comprensione e sospirò. « Ashton non crede che dovresti andare a cercarli. Pensa che la cosa migliore da fare sia stare qualche giorno a casa tua.»
« Ma io non voglio. » mi lamentai.
La bocca di Ashton formò una linea sottile e chiuse gli occhi. Poi guardo di nuovo Calum, sembrando più frustrato del solito. Calum sospirò sonoramente stavolta. « Dice che dovresti fidarti di lui e fare come ti ha detto. Non vuole usare i suoi poteri su di te, ma lo farà se sarà necessario. »
Mugolai, alzando gli occhi al cielo. « Bene. »
Detto questo, mi alzai dal divano e raggiunsi la porta, sbattendola forte prima di andarmene. Solo perché Ashton era un anno e qualcosa più grande e poteva farmi fare quello che valeva, non lo faceva trovare nel giusto. Sapevo che avevo praticamente dato di matto con Luke e Michael, ma non voleva dire che non mi mancassero. Forse parlare con loro di quella cosa mi avrebbe fatto sentire meglio. Forse avevo già superato tutto, comunque. Ma non l’avremmo mai saputo.
Passai i giorni seguenti chiusa nella mia stanza, giocando con la chiave della mia nuova casa. Non sapevo se Ashton avesse veramente parlato ai miei genitori della casa, dato che mia madre non mi aveva ancora chiesto niente a proposito, ma non me importava molto al momento. Ignorai tutte le chiamate e i messaggi di Ashton e Calum perché mi stavo comportando veramente da ragazzina, ma non riuscivo a fare altrimenti. Quando Calum, il lunedì seguente, venne a chiedermi se ero pronta per andare a scuola, gli dissi che non sarei venuta. Continuò a chiedermi cosa ci fosse che non andasse, ma non glielo dissi, lui scese le scale e disse a mia madre che stavo male. Quando Ashton cominciò a lanciare i sassolini alla mia finestra, guardai giù solo per essere sicura che fosse lui, poi me ne ritornai sul letto, senza lasciarlo salire.
Arrivai ad un punto in cui mi mancavano Calum e Ashton, ma anche Luke e Michael. Volevo poter parlare con qualcuno. Avevo anche provato a chiamare Michael come facevo di solito, ma non funzionò. Finalmente, Jeremy entrò in camera mia dopo aver bussato sonoramente e nemmeno essersi disturbato a chiedere di poter entrare. Fu strano, perché ero veramente felice di vederlo.
« Okay, qual è il tuo problema? » mi domandò, dopo aver chiuso la porta e aver incrociato le braccia al petto, guardandomi mentre ero stesa sul letto. « Hai rotto con uno dei tuoi ragazzi o qualcosa del genere? »
« Non uscivo con tutti loro, » lo informai. « Non uscivo con nessuno di loro. »
« È uguale. Che è successo? » continuò.
« Ti interessa davvero? » chiesi.
Lui sospirò. « Be’, odio ammetterlo, ma sei mia sorella, quindi sì, mi importa. Più o meno. »
Sorrisi un po’ per la sua risposta. Ma il mio sorriso sparì non appena realizzai di non potergli dire niente. « Non è nulla. »
« Non me lo dirai? »
« Non posso. » dissi. Mi ritrovai a sorridere, ripetendo quello che i ragazzi mi avevano detto tante volte. « Non è il mio segreto. »
Jeremy sospiro, grattandosi la nuca. « Uhm, problemi con i ragazzi? »
« Più o meno, » sospira. « Ha a che fare con loro. »
« Avete litigato? »
« È il più il fatto di essermi comportata come una ragazzina scontrosa. »
Lui ridacchiò e annuì. « So come ci si sente. Credo di farlo un sacco con te. »
Inclinai la testa di lato, aggrottando le sopracciglia. « Perché? Vieni a sederti. » toccai lo spazio accanto a me.
Jeremy sospirò e si avvicinò a fatica, sedendosi sulle coperte del mio letto. Prese un cuscino e se lo mise dietro la schiena per poi tornare a fissare la porta. « Non lo so. Non siamo mai andati.... così d’accordo. Quindi mi sento come se dovessi sempre comportarmi in questo modo. Proprio come tu vuoi continuare ad essere cattiva con i tuoi amici. »
« Non sono cattiva con loro. » mi corressi, ma mi sentii ancora insicura di me stessa.
Lui alzò gli occhi al cielo e poi mi guardò. « Davvero? »
Sospirai e mi fissai le ginocchia. « Okay, forse sono cattiva con loro. »
« Dovresti parlarci, » mi disse. « Voglio dire, io te ne ho addirittura parlato. Penso che tu possa fare qualsiasi cosa. »
Un sorriso si allargò lentamente sul mio viso quando guardai mio fratello. « Significa che d’ora in poi cominceremo ad andare d’accordo? »
Lui sospirò e fece un sorrisetto. « Forse. Forse no, » si alzò dal mio letto e raggiunse la porta. « Chiamali, comunque. » disse prima di uscire dalla mia stanza.

 
Oh santo cielo perdonatemi il ritardo. È passata quasi una settimana e sono una persona davvero orribile e non ho scusanti, davvero.
Semplicemente, ho avuto tantissime cose da fare e tradurre questa storia è passato un po' in secondo piano, spero mi perdonerete, anche se il capitolo è abbastanza corto e che non meritava poi così tanta attesa. Fino all'inizio della scuola li posterò come sempre un giorno sì e un giorno no, poi forse i tempi potrebbero allungarsi un po'.
Mh, allora, praticamente qui Jeremy e Bridgette ritrovano un po' del loro affetto e, ovviamente, dato che Bridgette è impazzita ora si ritrova da sola ad ignorare gli unici amici che ha.. fantastico.
Detto questo, grazie mille a mammifero, Ilovepizzand5sos, Letizia25 e Tenerifesea_ che hanno recensito lo scorso capitolo :3
A mercoledì! (lo prometto u.u)
Marianne

 
   
 
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