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Autore: scriverepervivere    08/09/2014    10 recensioni
Ci sono Ross e Laura: stessa classe.
Lui è meravigliosamente imbranato, senza modelli da incarnare, senza maschere.
Lei è diversa, una sognatrice.
Il loro cuore è poco addestrato, bravissimo a sbagliare.
E cosi Laura casca tra le braccia di Louis, e Ross si lascia sedurre da Emily.
Una partita a ping-pong sentimentale.
E un amore solo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo
 


E’ il ventotto giugno, un altro ventotto giugno.
Un anno esatto.
Giulia è tornata da qualche mese, è diventata una bravissima giornalista.
Io e Ross siamo ancora qui, ancora insieme.
Se il tempo corre, noi puntiamo i piedi.
Sono le sette di mattina.
Raggiungo la cucina e trovo Ross che mi aspetta.
“Buongiorno” e sorrido.
“Giorno anche a te” mi rispode.
Mi siedo al tavolo e un dubbio mi ritorna in mente.
“Ancora non ho capito come hai fatto a prendere il mio diploma”
E lui sbuffa e ride.
“Ancora, Laura? Te l’avrò detto cento volte”
“E lo voglio sentire per la centunesima”
E riprende a raccontare.

Flashback
Ross’s POV.
Scendo dalla macchina e mi dirigo verso l’aula magna.
I diplomi li tiene tutti in mano Malari e li distribuisce.
Qualcuno ha portato tartine al salmone, pizzette e spumante. La fine o l’inizio?
Vado da Malari.
“Professore, sto in partenza e le volevo chiedere se era possibile prendere il diploma senza aspettare tutta la cerimonia”
“Certo, Lynch, certo”
Cerca il mio nome dentro a quel mucchio di carta e mi dà il mio diploma.
Allora gli chiedo anche quello di Laura.
“Non è voluta venire” gli spiego.
“Non se l’è sentita?” fa con il tono soddisfatto.
“Semplicemente non gliene fregava nulla …” gli rispondo.
“Comunque mi ha lasciato una delega” e gli faccio leggere un pezzo di carta che Laura mi ha firmato.
Ma lui dice che non si può fare.
“Deve venire Laura in persona a ritirarlo”
Allora io me lo guardo. E mi fa schifo. E non mi va più di far finta di niente.
“Dove lo deve venire a ritirare il diploma? Nei suoi pantaloni, professor Malari?”
Lui sbianca e zitto mi dà il diploma.
Mi giro per andarmene ma mi fermo.
“Malari?”
“Si?”
Alzo il dito medio.
“Vada a fare in culo!”
E corro in macchina soddisfatto di me stesso.
Fine.

Rido e saluto Ross con un bacio.
La lezione comincia alle otto e mezza, ma per arrivare all’università ci vogliono tre quarti d’ora.
Vado all’Anagnina e prendo la metro per Piazza di Spagna, questa volta non lascio a nessuno il sedile, ognuno ha diritto a un posto in questo mondo.
Mi metto le cuffie.
Negramaro, Una Storia Semplice.
Solo ieri era un gioco, dicevi riguardasse me … allora come spieghi il fuoco, che brucia case e brucia te ….
Ho visto andare tutto in fiamme, la nostra storia e quel che c’è … e tu lì ferma sulle gambe, continui a chiedermi … 
continui a chiedermi perché! … Questa non è una storia semplice! (…)


I ricordi si mischiano e, anche se non se lo merita, lancio un pensiero a Louis.
Ai ricordi non puoi arrenderti.
Scendo appena arrivata a destinazione, tolgo le cuffie e uscendo dalla metro ritrovo Piazza di Spagna sotto ai miei occhi.
Quanto mi è mancato questo posto.
Mi faccio tutto Via del Corso fino a Piazza del Popolo, per fare colazione a uno dei bar in centro.

Oggi Ross ha l’esame di Anatomia.
I miei compagni del corso sono già lì, davanti al bar, pronti per il caffè. Oggi è il mio turno, tocca a me offrire.
Pago alla cassa e ci mettiamo al bancone.
Un ragazzo sgomita e mi passa avanti.
“Ehi, che modi!” gli urlo.
“Un cappuccino!” chiede il ragazzo maleducato.
La conosco quella voce, l’ho odiata tante volte.
Mi giro dall’altra parte.

“Laura!!”
E il sangue mi si gela.
Mi giro piano.
“Louis!”
Gli faccio un sorriso falso.
“Sai, all’inizio non ero sicuro che eri tu … sarà il vestito … il taglio di capelli”
Già i miei capelli … li ho fatti crescere di più, e arricciare un altro po’, mettendo più riflessi chiari.
A Ross piace scioglierli ….
Ho una mini gonna di jeans e una giacca nera corta, un po’ aderente e delle scarpe col tacco.
Louis mi guarda dalla testa ai piedi.
“Sei cambiata”
Il bruco è diventato una farfalla, aveva bisogno che le mostrassero le ali.
Louis mi parla della sua università.
E penso che Legge è proprio la facoltà per lui, ci sa fare con le parole, le sa manipolare bene.
E facciamo finta che non sia successo niente, che quel primo bacio a piazza di Trevi non esistesse, del secondo al Colosseo Quadrato, del terzo, del quarto, del quinto …

Facciamo finta, in realtà i ricordi dormono dentro di noi. Preferiamo non svegliarli: i ricordi sono come i bambini, bisogna fare piano ….
Quando si svegliano è difficile farli riaddormentare.
Shh, meglio far piano.
Poi il suo sorriso e la sua domanda.
“Stai con qualcuno adesso?”
Guardo i suoi occhi color pece.
“Si, tu?”
“Ho avuto una storia, ma è finita da poco”

Già, le sue storie finiscono sempre da poco …
“Però stavamo bene insieme. Eh?” chiede.
E io faccio una smorfia.
“Non ricordo nemmeno perché è finita” ripete.
Io si, ce l’ho vivo in mente.
“Sono stato proprio uno stupido a lasciarti andare via …”
“Già, sei tato proprio uno stupido”

La lezione inizia tra mezz’ora, se voglio arrivare lì devo incamminarmi.
“Adesso devo andare” gli dico.
Scrive il suo numero di telefono su un tovagliolo del bar.
“Se ti va, mi chiami … ti dimostrerò che non sono più quel cretino che hai conosciuto”
Annuisco ed esco dal bar.
Prendo il numero e lo faccio in mille pezzettini.
“Non voltarti, non voltarti” ripeto tra me e me.
Perché vivere è come scalare le montagne: non devi guardarti alle spalle, altrimenti rischi le vertigini.
Devi andare avanti, avanti, avanti … senza rimpiangere quello che ti sei lasciata dietro, perché, se è rimasto dietro, significa che non voleva accompagnarti nel tuo viaggio.

Finisce la lezione e mi ritrovo un volto familiare davanti a me.
“Ross, com’è andata?” e lo abbraccio.
“28! Il massimo” e mi fa girare.
“Allora sono servite le ripetizioni che ti ho dato” scherzo a bassa voce.
“Sono state molto utili, però stasera avrò bisogno di un ripasso …. Non mi è chiaro il cuore …” dice ammiccando mentre usciamo per dirigerci a Via del Corso.
“Allora stasera te lo rispiego” e gli faccio l’occhiolino.
E mi tiene stretta per la vita soffocandomi un bacio sotto questa Roma che ci guarda e ci sorride.
“Ti amo!”
E mi aggrappo ancor di più alla roccia e mi do slancio, per non guardarmi indietro, per continuare la scalata.
Voglio arrivare in cima, Ross.
Sei tu il mio sentiero, la mia strada da seguire.
“Anch’io” risponde subito e sorride.
E ci ritroviamo davanti agli occhi il Colosseo.
“Ma perché me lo dici solo ora?” mi chiede.
Non lo so, Ross.
 

Il mio cuore, ogni tanto, si ammala: è la malattia dei ricordi.
E solo tu puoi aiutarmi a guarire.
E’ una terapia lunga e difficile … Si cura vivendo.
 
 
* * *



L’ho scritta per te questa storia, Milla.
Perché quando tu avrai i tuoi diciotto anni, io avrò già dimenticato i miei e non potrò aiutarti a viverli.
Perché il mio cuore avrà già rallentato e ti guarderò distante: soffrirai di un amore che ti sembrerà troppo giovane per piangerci, ti dirò “Dai, Milla … sono sciocchezze” , come se non avessi pianto anch’io per un amore simile.
Ti guarderò sorridere senza un motivo, quando avrai fatto l’amore per la prima volta e penserai di poterti mettere il mondo in tasca, perché è piccolo in confronto  quello che hai dentro.
E io avrò già dimenticato cosa significa sorridere senza un motivo.
“Perché ridi?” te lo chiederò perché essere grande è un po’ come tornare bambini: si chiedono sempre i “perché” .
Tu, invece, non te ne chiederai tanti, amerai e basta, cosi, senza un perché.
Non sarò onesta, perché è difficile essere onesti con i propri ricordi.
Però sono stata previdente: ho rinchiuso quei ricordi nella carta, nei margini di un foglio, quando erano ancora vivi, lucidi d’inchiostro.
Cosi potrai leggere di una sorella più vicina a te e non ti sentirai tanto sola.
E’ per te questa storia, Milla.
Forse, all’inizio, non ti piacerà.
Forse ti sembrerà assurda e non vorrai crederle: come si possono vivere cosi tante emozioni in poco tempo?
Lo scoprirai, Milla, lo scoprirai.
E scoprirai che, a diciotto anni, in cuore scatta e corre più veloce dei minuti.
Bussa, bussa, bussa … e tu non guarderai allo spioncino per dargli il permesso di entrare, lo farà e basta.
Ogni volta chiederai al tuo cuore “Che vuoi?” ; la risposta sarà sempre la stessa “Un po’ d’amore”.
E qualche volta, lo caccerai dal petto, gli darai dello stupido, gli dirai di andarlo a cercare da qualche altra parte.
Ma, il più delle volte, lo farai accomodare e gli darai quel che ha bisogno.
E anche quando qualcuno te lo farà a pezzi, e ti sembreranno troppo piccoli per essere rimessi insieme, basterà un nuovo incontro per guarire.
Perché, a diciotto anni, la carne cicatrizza subito.
E capirai che il tempo, questo tempo che corre, ci cronometra la vita, che ci dà il ritmo, non è poi cosi veloce …
Superalo, Milla!
Taglia il traguardo prima di lui!
E io ti guarderò vincere e sarò fiera te.
E forse anche di me.
E ora te la faccio io una domanda:

Milla ma … le stelle quante sono?

 
Fine.
 
 



Novanta miglia, fuori Chicago …
Non riesco a smettere di guidare, non so perché.
Così tante domande …
Ho bisogno di una risposta.
Due anni dopo, e sei ancora nella mia mente.
Cos’è successo ad Amelia Earhart?
Chi tiene le stelle, incollate al cielo?
L’amore vero è una volta nella vita?
E il capitano del Titanic pianse?
 
Un giorno lo sapremo,
se l’amore può muovere una montagna.
Un giorno lo sapremo,
perché il cielo è blu.
Un giorno lo sapremo,
perchè non ero fatto per te.
 
Qualcuno conosce la strada per Atlantide?
O cosa dice il vento, quando lei piange?
Sto accelerando verso il poso in cui ti ho conosciuta.
Per la novantasettesima volta …
Stanotte!


Un giorno lo sapremo,
se l’amore può muovere una montagna.
Un giorno lo sapremo,
perché il cielo è blu.
Un giorno lo sapremo,
perché non ero fatto per te.
 
Un giorno lo sapremo,
perché Sansone amava Dalila.
Un giorno andrò,
a ballare sulla luna.
Un giorno lo saprai,
che ero giusto per te!
 
Ho comprato il biglietto per la fine dell’arcobaleno…
Ho guardato le stelle, schiantarsi nel mare.
Se potessi fare a Dio solo una domanda:
Perché non sei qui con me?
Stanotte!
 
Un giorno lo sapremo,
se l’amore può spostare una montagna.
Un giorno lo sapremo,
perché il cielo è blu.
Un giorno lo sapremo,
perché non ero fatto per te!
Un giorno lo sapremo,
perché Sansone amava Dalila.
Un giorno andrò,
a ballare sulla luna.
 
Un giorno lo saprai,
che ero quello giusto per te!
 

 
 


Spazio Autrice!

*piange* Che tristezza!
Bhe...la storia è finita!
Spero vi sia piaciuta fin dal primo capitolo.
Grazie a tutti coloro che hanno recensito e seguito la mia storia.
A chi l'ha messa tra le preferite/seguite/ricordate.
A chi mi metterà tra gli autori preferiti.
A chi ha letto la mia storia in silenzio.
A chi si è incazzato in qualche tratto.
A chi ha letto non solo la storia con gli occhi, ma con il cuore.
E adesso so che siete curiosi di sapere la canzone finale ....*rullo di tamburi*
Someday We'll Know!
Grazie a tutti, ci vediamo molto presto con un'altra storia!!
Intanto, lasciate una recensione? 

Tank u!
Mary <3

 
 
 
 
 
   
 
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