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Autore: _Fire    08/09/2014    9 recensioni
«Sono incredibilmente serio. Ho finalmente trovato il ragazzo che cerco da ben ottocento lunghi anni. Non ho mai amato nessuno come te. E' come se la mia vita fosse davvero diventata tale quando ti ho visto per la prima volta alla mia festa. Sono annegato nei tuo occhi blu come il mare. Da allora non sono mai più riuscito a tornare a galla, sommerso dall'amore che provo per te.»
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9: First sacrifice.
 
-da questo punto, i capitoli saranno ambientati dopo Città del Fuoco Celeste. Qui, siamo un mese dopo l’epilogo.-  enjoy!
 
Magnus si svegliò in un letto rivestito da coperte color acquamarina, troppo grande per una sola persona. Si girò di lato, convinto di trovare la figura di Alec, ma non fu così.
Tutto ciò che vide fu un bigliettino appoggiato sul cuscino. Magnus lo aprì e lesse quello che Alec gli aveva scritto, con la sua calligrafia semplice e ordinata.

Ciao Magnus.
Ti scrivo questo biglietto mentre dormi, perché devo andare presto all’Istituto per sistemare delle faccende e non voglio svegliarti. Ora devo proprio andare, ma voglio solo dirti che non immagini quanto io sia felice di stare qui con te. Ti amo da morire. Sei il mio per sempre, anche se io non potrò essere il tuo.
Con amore,
Alec.


Magnus sorrise commosso nel leggere quelle parole. Ripiegò il pezzetto di carta e si alzò.
Lo stregone era finalmente tornato nel suo appartamento. Nonostante le sue modeste dimensioni, il loft sembrava un castello rispetto alla piccola cella dove Sebastian lo aveva tenuto prigioniero. Magnus decise di rimodernare un po’ l’ambiente, così, con uno schiocco delle dita, nel salone comparve un tavolino di mogano e vetro, davanti a un divano di velluto blu e una poltrona color crema; nella cucina comparve un tavolo di cristallo, con quattro sedie di legno con un cuscino giallo canarino; nella camera da letto comparve un letto matrimoniale a baldacchino, con lenzuola viola, un comò di legno e un armadio, sempre di legno, riverniciato di arancione, con delle decorazione ad intaglio. Magnus sorrise soddisfatto e si accomodò sul nuovo letto, constatando la morbidezza del materasso.
«Ad Alec piacerà» pensò, e il suo cuore si riempì di gioia.
Il solo pensiero del Cacciatore gli procurava questa sensazione.
Subito dopo però, venne investito da una profonda angoscia. Ripensò ai giorni di prigionia, ai giorni lontano da Alec, con il costante pensiero che potesse essere morto. A quel punto non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stato quando lo avrebbe perso per davvero. Ripensò a Tessa, che piangeva tra le sue braccia a Parigi, come aveva fatto durante quel periodo. E ora, si rese conto, stava amando come aveva fatto lei, ma lui non voleva soffrire per un senso di perdita come aveva fatto Tessa. In più Alec era uno Shadowhunter, il parabatai di Jace Herondale, e Magnus non poteva negare di stare in ansia ogni volta che quei due andavano a caccia insieme: Alec si sarebbe fatto ammazzare per Jace. Ma non sarebbe servito a niente, perché poi ci avrebbe pensato Magnus a far fuori il biondo.
Il tempo non era a loro favore, per niente. Ma non poteva farne una colpa ad Alec, perché la sua mortalità non era colpa sua. Invece lui aveva un’eternità davanti a se’.
Ma ne valeva la pena?
Tutti hanno paura della morte, anche se una parte di lui desiderava, in quanto unico luogo che non aveva ancora visitato, ma in quel momento, gli faceva molto più paura l’idea di una vita senza Alec. Sempre che quella senza di lui potesse essere vita. Si alzò velocemente dal letto, in modo da non poterci ripensare.
Prese da uno scaffale il Libro Bianco, pronto ad usarlo per lo scopo per cui lo aveva voluto.
Diventare mortale.
«Ora potrai essere il mio per sempre, Alec.»

 
§
 
Magnus era steso sul suo letto, ma non dormiva, nonostante fosse esausto. L’incantesimo si era rivelato più complesso del previsto e gli aveva consumato tutta la magia e tutta la forza. Aveva indosso solo una canottiera nera con glitter sulle cuciture e un pantaloncino. Le lunghe gambe penzolavano fuori dal letto.
Sentì qualcuno che le urtava. Alec, sicuramente, che cercava di fare attenzione, ma alla fine più ci pensava, più combinava pasticci. Proprio come quella volta che al loro secondo appuntamento aveva rovesciato il suo cocktail sulla sua maglietta e sul tappeto.* Forse aveva paura di disturbarlo mentre “dormiva”. Magnus decise di godersi il resto della scena, e continuò a tenere gli occhi chiusi.
Alec sì chinò su di lui e gli lasciò un bacio leggero sulle labbra, sfiorandole. Magnus sentì il suo profumo ormai così familiare e non riuscì a lasciarlo andare.
Come sempre.
Sollevò le braccia e le allacciò dietro il collo di Alec, riavvicinando così le loro labbra e coinvolgendole in un bacio più passionale.
Sentì Alec sorridere contro la sua bocca.
«Così sei sveglio.» disse Alec quando si furono staccati, sedendosi accanto a lui. «Ho temuto che non mi avresti aspettato, dato che ho tardato.»
«Tu tardi sempre.» rispose Magnus con un tono di voce che voleva essere severo, ma che uscì terribilmente sdolcinato. «E poi, ti aspetterei per l’eternità, se fosse necessario.» aggiunse, mentre il blu degli occhi di Alec si illuminava e il suo volto si apriva in un sorriso.
«Divertente che tu lo dica, dato che sei immortale.» rispose lui, nella voce piena d’amore una punta di malinconia.
Alec aveva accettato l’idea che Magnus sarebbe vissuto per sempre, ma non poteva negare che la cosa lo angosciasse alquanto; si ritrovava spesso a pensare al fatto che quando lui non ci sarebbe stato più Magnus avrebbe potuto amare qualcun altro…molti qualcun altro, nel corso dei secoli. Ma ad un certo punto si accorgeva che non gli importava più –non più di tanto-. Non dopo aver rischiato di perderlo.
Lo stregone lo guardò male, ma nella sua espressione Alec intuì che c’era qualcosa che gli nascondeva.
«Divertente che tu lo dica» disse, facendogli il verso. «Perché non sono più immortale.»
Magnus si godette l’espressione che Alec assunse più tardi, e la reazione che quella sua rivelazione provocò.
«Mi stai prendendo in giro.» riuscì a sussurrare Alec con un filo di voce, incredulo.
Nessuno aveva mai fatto una cosa di questo tipo per lui. Era abituato a non essere la priorità di nessuno, e già si sentiva fortunato ad aver trovato qualcuno che lo amasse per ciò che era. Non era lui quello bravo nelle relazioni, nei discorsi, erano Isabelle e Jace. Lui era il ragazzo timido che arrossiva solo se qualcuno lo guardava per più di due secondi.
Scosse la testa. Era abituato alle prese in giro di Magnus.
Una volta gli aveva detto che il caffè che stava bevendo era avvelenato e che l’aveva preparato per una cliente. Lui l’aveva sputato immediatamente, sul tavolo e sul Presidente Miao, guadagnandosi dei graffi sulla gamba.
Ma stavolta l’espressione beffarda che coinvolgeva il viso di Magnus quando gli faceva degli scherzi non c’era.
Era incredibilmente serio.
«Sono incredibilmente serio.» disse lo stregone come se gli avesse letto nel pensiero. «Ho finalmente trovato il ragazzo che cerco da ben ottocento lunghi anni.» iniziò. «Non ho mai amato nessuno come te. E’ come se la mia vita fosse davvero diventata tale quando ti ho visto per la prima volta alla mia festa. Sono annegato nei tuo occhi blu come il mare. Da allora non sono mai più riuscito a tornare a galla, sommerso dall’amore che provo per te. Non mi importa di morire. Preferisco morire domani avendoti al mio fianco che continuare a vivere senza di te. Non avrebbe senso. Sei tu la mia vita ora.»
«I-Io?» balbettò Alec, sentendo i suoi occhi che si riempirono istintivamente di lacrime, e più cercava di trattenerle, più quelle si ostinavano ad uscire, solcandogli le guance colorate di rosso.
«Sì, tu, stupido Nephilim.» rispose Magnus, asciugandogli le lacrime con il pollice smaltato di glitter. «Sei bellissimo. Non piangere.»
«Magnus…» Alec cercava di parlare nonostante avesse la voce rotta dal pianto «Grazie. Per quello che può contare… io non smetterò mai di amarti. Di perdere il fiato quando mi guardi, di scegliere te, di baciarti, di tenerti per mano… Ti prometto che ti amerò fino a respirerò.» terminò con un ultimo singhiozzo.
Magnus gli accarezzò i capelli, un’espressione di dolcezza dipinta sul volto.
«Non guardarmi come se fossi un cucciolo.» protestò Alec, che aveva smesso di piangere, ma aveva gli occhi ancora rossi e gonfi.
«Ma se lo sei.» rispose l’altro sorridendo.
Alec sorrise a sua volta e si mise a cavalcioni su di lui.
«Aku cinta kamu.» fu tutto quello che disse.
«Sei dannatamente adorabile. E sexy. Sei criptonite per me, soprattutto se ti metti a ripetere le mie frasi.» disse Magnus, prima di ribaltare le loro posizioni, ma, per mancanza di equilibrio, fece solo cadere Alec giù dal letto. Magnus gettò la testa all’indietro e rise, nonostante Alec lo stesse guardando malissimo, rialzandosi da terra.
Poi lo sguardo di Alec si spostò sul comodino di Magnus. Lo stregone non ebbe tempo di aprire la bocca che Alec stava già parlando.
«Come le hai avute?» chiese, indicando una pila di fogliettini accuratamente ripiegati.
«Le ho trovate in camera tua. E le ho prese. Ma non ho avuto il tempo di leggerle. Ero occupato a diventare mortale per te.» disse Magnus, tentando di giocarsi la carta del senso di colpa.
Alec sospirò. «Va bene, va bene.»
«Dimmi cosa sono.»
«Sono delle lettere che ho scritto quando non stavamo più insieme. Ne scrivevo una alla settimana. Quindi sono quattro.»
«Che cosa dolce.»
Alec era rosso per l’imbarazzo. «Devi proprio leggerle?»
«Sì.» rispose deciso Magnus. «Anche perché tu leggerai questo.» e così dicendo, lo stregone aprì un cassetto e porse ad Alec un taccuino, dove aveva scritto alcuni episodi “salienti” della sua vita.
«Grazie. Non sai quanto significhi per me.»
Magnus intrecciò le dita con quelle pallide del Cacciatore.
«Tu mi hai dato tutto te stesso. E’ giusto che ora io ti dia un po’ di me.»
«Hai fatto molto più di questo.»
Magnus prese il viso di Alec tra le mani e lo baciò.
Il ragazzo posò il taccuino vicino alle sue lettere e si stese sul letto con lo stregone.
Stavolta Magnus riuscì a stare sopra di lui, appoggiandosi sui gomiti per non pesargli troppo.
Le labbra di Alec riconobbero immediatamente il calore di quelle di Magnus e la sua lingua oltrepassò i denti, incrociandosi con quella del Nephilim.
Magnus iniziò a baciargli la mascella e il collo. Poi gli sfilò la maglietta e Alec fece lo stesso con la sua. Le loro mani finirono sui bottoni dei pantaloni l’uno dell’altro e scivolarono sotto le coperte.
«Ti voglio, Alexander Lightwood.» disse Magnus. Gli piaceva il suo nome per intero, pensò, prima di tornare a baciarlo.
«Sono tuo, Magnus Bane.» sussurrò lui in risposta contro le sue labbra. «Per sempre.»
 
§
 
Alec era appoggiato sul petto di Magnus, che si alzava e abbassava lentamente. Lo stregone gli passava dolcemente le mani tra i capelli. Alec, che stava sorridendo, d’improvviso sbiancò. Sentì il rumore della porta d’ingresso che si apriva.
«Magnus…» disse.
«Non aspettavo nessuno.» rispose l'altro, per niente allarmato.
«Ecco perché dovresti mettere una serratura!» gridò Alec esasperato. «Non potrebbe andare peggio.»
Ma il Cacciatore si rese ben presto conto che non bisognava mai sfidare il destino.
«Magnus! Siamo Isabelle e Jace! Volevamo sapere se Alec era qui…dovrebbe venire un momento per…»
Sua sorella smise di parlare non appena spalancata la porta della camera da letto, gettò la testa all’indietro e cominciò a ridere.
Magnus coperto fino alla vita, con le braccia dietro la testa che sorrideva divertito mentre Alec, con solo i boxer addosso cercava di recuperare i suoi vestiti sparsi per la camera.
Gli zigomi di Alec si colorarono di tutte le sfumature possibili di rosso, mentre la sorella avanzava, con Jace alle spalle che rideva di gusto.
«Allora…» iniziò Izzy.
«Alec, poi ero io quello che a Edom aveva l’aria compiaciuta? Non ci credo che lo facevi già prima di me!» continuò Jace.
Magnus ridacchiò.
Alec che sembrava aver perso la capacità di parlare, si riprese.
«Andate via.» disse senza mezzi termini. «FUORI. Arrivo tra un minuto.»
«O un po’ di più…» scherzò Isabelle facendogli l’occhiolino.
Li sentì sghignazzare anche fuori dall’appartamento.
Alec si sedette sul letto. Magnus gli massaggiò le spalle dicendo:
«Non è andata male.»
Il Cacciatore gli rivolse un’occhiata scettica, anche se l’angolo destro della sua bocca si sollevò in un sorriso: era questo l’effetto che Magnus aveva su di lui.
«Perché vengono a cercarti qui?» chise lo stregone, continuando ad abbracciarlo da dietro, con la testa poggiata nell'incavo della sua spalla.
«Be’, i miei genitori sono ancora a Idris e io sarei il “capo” dell’Istituto»
«Eccitante» scherzò lo stregone.
«Devo andare.» disse il ragazzo, mentre si infilava le logore scarpe da ginnastica.
Magnus fece una faccia triste.
«Non credere che mi faccia piacere.» disse Alec in risposta. «Non muoio dalla voglia di camminare con quei due fino all’Istituto e trascorrerci il pomeriggio, ma dovrò pur tornare a casa.»
«E se fosse questa la tua casa?»
Gli occhi azzurri di Alec si spalancarono per la sorpresa.
«Dici…trasferirmi da te?»
«Sì. Voglio trascorrere ogni minuto di ogni giorno con te.»
«Sarebbe…magico.»
«Era terribile. Terribile.»
Alec scoppiò a ridere.
«Comunque sì.»
Magnus sorrise accarezzandogli i capelli scuri, gli girò il viso è gli stampò un bacio sulle labbra.
Lo stringeva sempre più forte.
«Vorrei restare qui con te.» disse Alec tra i baci. «Ma devo davvero andare.»
I due si staccarono a malincuore.
«Domani porterò qui la mia roba.»
«Vieni presto.»
«Starò via solo per il pomeriggio!»
«Vorrei averti qui adesso, ma sono disposto ad aspettare tutta la sera e un’intera notte.»
«Ti amo.»
«Ti amo anch’io, amore.»
Alec, con le guance del solito colorito, gli rivolse un sorriso e uscì dalla casa.
Lo stregone intanto si sistemò sul letto e cominciò a leggere le lettere che il suo fidanzato gli aveva scritto.

Caro Magnus…
 
*episodio narrato nelle Cronache di Magnus Bane
Nota d’autrice:
Ciao a tutti! Per l’Angelo, questo capitolo è uno dei più lunghi che abbia mai scritto, 2239 parole! Ci ho messo un secolo per finirlo (accompagnata dalle canzoni di Adam Lambert a palla) e per convincermi che non era una completa schifezza. Spero di non avervi annoiate troppo. Magnus è mortale, non so perché questa scelta, ma ho deciso così. Dal prossimo capitolo inizierà la convivenza *o* Ah, volete che scriva le lettere di Alec? Vi piacerebbe che fossero nella fanfiction o a parte? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D
Ringrazio tutti quelli che leggono la storia <3
Ringrazio Marty060201, Arya Herondale, Thegirlwasonfire, _black_rose_, stella13, vampiretta98, lulu_chan, A_lot_of_fandoms, Ari Youngstairs e LittleHarmony13, che mi lasciano sempre delle recensioni meravigliose e io non le ringrazierò mai abbastanza <3 <3 anche perchè abbiamo raggiunto le 50 recensioni*o* grazie, grazie, grazie. <3
A presto,
_F i r e_
PS. Sabato ho visto Colpa delle Stelle ç_ç capitemi. 
PPS. Ricordo la mia pagina facebook :)  

 
   
 
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