Eccomi di nuovo
:)
Dovrei
aggiornare altre storie, ma non ho ancora scritto nulla, quindi… Sappiate che
questo è il penultimo capitolo :)
Conto di
chiuderla entro la settimana, comunque!
Grazie mille a
tutti i lettori che mi hanno supportato nonostante le mie assenze >_<
Buona lettura :)
XIV
“Professor
Piton, io…”
Harry
era rimasto sconvolto dai ricordi, forse più di tutti. Sentiva il bisogno di
parlare, di dire quanto gli dispiacesse, di giustificarsi. La sua testimonianza
aveva condannato il professor Piton al Bacio del Dissennatore, e l’aveva
praticamente privato di buona parte della sua vita.
E
lui era innocente, alla fine.
Severus
non fece nemmeno finta di ascoltare. Guardava Lily negli occhi, che stavano
diventando gonfi di lacrime.
“Che
vuoi dire?” chiese, la voce insolitamente ferma. Si stava sforzando per non
crollare, non ancora una volta, anche
se il volto di Severus così vicino…
“Ascoltami
bene.” rispose lui, ignorando il nuovo tentativo da parte di Harry di scusarsi.
Non poteva vederli, fisso com’era su Lily, ma Ginny lo stava osservando
preoccupata a Hermione aveva socchiuso gli occhi; solo Ron sembrava spaesato
“Io non ho alcun ricordo di Lily Evans, o Lily Potter. Io non sapevo che l’Ombra fosse lei, e l’unica cosa che ho provato
capendolo è sollievo. Finalmente un pezzo del puzzle era andato a posto e
finalmente so che la mia presunta innocenza non era solo presunta; che non
erano solo fantasie di un uomo che non voleva essere malvagio; che ero dalla
parte del bene, dopotutto.”
Lily
deglutì, lanciando una breve occhiata ai genitori e agli zii dietro le spalle
di Severus, ma l’uomo non si sarebbe fatto fermare da una bazzecola come i
parenti presenti. Era essenziale che
Lily capisse, che sapesse che lui non amava altri che lei.
“Non
mi sono riscoperto innamorato di lei o cose simili. Non ho provato niente di
quel genere, rivedendo i ricordi. E’ stato strano – stranissimo – vedermi in
quel modo, ma sono sicuro che ha fatto più effetto a me che a te. Non ero io – non ero io, Lily. Lo sono stato, ma non
lo ricordo, e di certo non lo sono ora.”
Lily
capì dove Severus volesse andare a parare. Non riuscì più a trattenere le
lacrime, ma a quel punto non capiva nemmeno lei se fossero lacrime di sollievo
o altro. Si buttò fra le braccia dell’uomo e strinse, piangendo sul suo petto.
Severus
ricambiò l’abbraccio e appoggiò il viso sui suoi capelli, sollevato. Il peggio
era passato, o sarebbe passato a breve. Era sicuro che Lily avrebbe capito.
A
quel punto in Harry si stava facendo spazio il sospetto, e la sua smania di
scusarsi venne sostituita da altro, una sorta di istinto omicida. Non aveva
parole per quello che sentiva, perché una parte di lui aveva subodorato la
verità non detta, mentre l’altra cestinava automaticamente ogni sospetto, dato
che non poteva credere – non voleva
credere – che la sua piccola Lily avesse a che fare con… Con…
“Beh.”
intervenne Ginny, avanzando di un passo e prendendo il marito sottobraccio “A
quanto pare, era solo un malinteso, giusto Lily?”
Intimamente,
era sia sollevata che angosciata. Sua figlia aveva sofferto per nulla, e di
certo si era visto che Severus teneva molto a lei. Ma l’idea che Lily stesse
con Severus… Certo, si era scoperto che era innocente, dopotutto. Ma, per
Merlino, era vecchio!
Avrebbe
dovuto lavorare a lungo con se stessa per accettare la cosa, per non parlare di
ciò che avrebbe dovuto dire a Harry.
“Ora
capisco.” intervenne Hermione, ignorando l’espressione di disgusto che si era
dipinta sul volto di Ron, una volta capito il tutto “In effetti, mi ero chiesta
cosa fosse quell’ombra ai margini del ricordo che aveva usato per produrre il
Patronus, ma soprattutto perché Lily risplendesse in quel modo.”
“Cosa?”
Severus
si era girato con il volto verso Hermione, colpito da quell’affermazione. Lily
aveva smesso di singhiozzare e si era asciugata il viso con il dorso della
mano, tirando su con il naso e guardando anche lei la zia, perché non aveva
capito di cosa stesse parlando.
Hermione
sospirò.
“Un
Patronus è un ricordo felice.” iniziò a spiegare, pazientemente “Se si tocca un
Patronus, si vede il ricordo base con cui è stato prodotto. Io l’ho fatto, e ci
ho pensato a lungo in questi giorni… Perché il suo ricordo felice non sembrava
avere senso. Innanzitutto non era un ricordo: era lo stesso istante, ciò che
aveva visto di fronte a sé nel momento in cui l’ha lanciato. E Lily Luna
risplendeva in modo particolare. Ai margini, lontano e sfuocata, c’era
un’oscurità più densa della notte, a forma di ragazza, o almeno così sembrava.
Ho analizzato quel ricordo più volte e non ero riuscita a venirne a capo… Fino
ad oggi.”
“Oh.
Io… Capisco.” disse Severus.
Ora
che il momento era passato, si rese conto di aver detto cose oltremodo
imbarazzanti davanti alla famiglia di Lily, che erano facilmente fraintendibili
– o, per meglio dire, comprensibili;
cosa che tutti avevano fatto, a quanto pareva –, e, come se non bastasse, si
ricordò di essersi chinato a ricambiare l’abbraccio della ragazza, di nuovo non
curante della reazione dei suoi parenti.
“Professor
Piton.” intervenne Harry, sibilando leggermente “La prego, mi dica che non è come penso.”
Ci
volle tutto l’autocontrollo di Severus perché non arrossisse.
“Mi
spiace, papà. E’ colpa mia.” intervenne Lily, ormai serena, prendendo le difese
del suo compagno e avanzando, interponendosi fra loro.
“Harry,
caro, penso che dovremmo andare un attimo di là e…”
“Tu sapevi!”
“No!
Cioè, l’ho scoperto tre giorni fa…”
“Lo
sapevi e non mi hai detto nulla!”
“Smettila,
papà! La mamma non sapeva tutto!”
“Ah!
E sentiamo, che tutto dovrei sapere
ora, io?!”
Hermione,
preoccupata, cercò di intromettersi in quella che stava per degenerare in una
potenziale discussione con bacchette alla mano.
“Harry,
dovresti calmarti un attimo e…”
“Non dirmi cosa devo fare, Hermione! E’ mia
figlia!”
“Una
figlia che è ben più che maggiorenne!”
Severus
non sapeva né che dire né che fare, così fece vagare lo sguardo e incontrò
l’espressione disgustata di Ron, che si era tenuto fuori dalla discussione,
forse incapace di reagire ancora del tutto alla situazione.
“Finché
vivrai sotto questo tetto, vedrai bene di seguire le mie regole, maggiorenne o meno!”
“Bene!”
urlò ancora Lily, proprio mentre Ginny cercava di strattonare il marito verso
la cucina, continuando a dire “Harry, ti prego!”. Lily afferrò la mano di
Severus, che, stupito, non capì le intenzioni della ragazza finché non fu
troppo tardi “Vorrà dire che non dovrò più vivere sotto il tuo stesso tetto!”
E
si Smaterializzò, portando con sé un costernato Severus Piton.
***
“Non
ti dispiace se resto da te a dormire, vero?”
“Penso
che dovresti chiarire con i tuoi.”
Lily
gli lasciò la mano, sospirando, e si avvicinò al divano, per lasciarcisi cadere
sopra pesantemente.
“Domani.
Lascia sbollire papà un po’. Domani andrà meglio, vedrai.”
“Non
voglio che rovini i tuoi rapporti con i tuoi per colpa mia, Lily.”
Severus
si era seduto accanto a lei, e le aveva scostato i capelli dalla fronte.
La
ragazza sorrise, e si mise a sedere con un colpo di reni. Il suo viso, ora, era
vicinissimo a quello dell’uomo.
“Severus?”
“Sì?”
“Ti
amo.”
Un
piacevole calore si irradiò per tutto il corpo di Severus, fino a condensarsi
nel cuore.
Era
la prima volta che lei lo diceva, e forse la prima volta in assoluto che lui se
lo sentiva dire.
“Ti
amo anch’io.” rispose, commosso.
Lily
gli diede un lieve bacio a fior di labbra.
“Domani
torno a casa e parlo con papà, promesso.”
“Bene.”
“Ma
stanotte posso dormire da te, vero?”
Severus
ridacchiò, e strinse Lily in un abbraccio.