Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: weretogether    08/09/2014    5 recensioni
''-io mi sono innamorato di te Amy.- disse tutto d'un fiato.
-non importa, ormai è troppo tardi.-
-stai mentendo.-
La mia schiena era contro la parete fredda della camera d'albergo.
-sono solo un'amica, Justin.- dissi mentre sentivo le lacrime bruciarmi sul volto.''
E' passato un anno da quando Amy e Justin si sono detti addio, ma è arrivata l'ora di tornare a casa, anche se per qualche settimana.
Ma cosa succederà se, al ritorno di Amy, le cose non saranno più come le ricordava? Cosa succederà se si ritroverà a vivere in una realtà a cui però sente di non appartenere più?
E Justin? Cosa farà quando quella che un tempo considerava la sua migliore amica tornerà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 15.
''stay with me.''

Tantissimi brividi mi percorsero la schiena, mentre un esercito di farfalle mi si scatenava nello stomaco.
Era la sensazione migliore che avessi mai provato.
Avevo un po’ di timore nel lasciare andare le sue labbra che sapevano di fragola e, quando questo successe, ricordai che quello che avevamo appena fatto era sbagliato.
Subito mi spostai, lasciandolo con le mani ancora appoggiate al muro, e sentii le lacrime riaffiorare.
-dove vai?- chiese Justin mentre mi avvicinavo a grandi passi alla porta.
Non risposi alla domanda e andai via, senza voltarmi.
Avevo baciato il fidanzato di mia sorella e avevo bisogno di andare fuori a schiarirmi le idee.
Scesi le scale a due a due, mentre le lacrime mi annebbiavano la vista.
Cosa ho fatto?
Appena fui fuori dall’albergo il freddo pungente mi colpì ogni parte del corpo, ma non ci feci molto caso.
Non riuscivo a smettere di piangere mentre ricordavo di me e Justin in quella camera. Mentre non riuscivo a sentirmi minimamente in colpa per essermi comportata davvero male.
Cercai di non singhiozzare, ma in quel momento sembrava una cosa impossibile.
Sentivo le gambe cedere, così mi lasciai andare sulla neve gelida.
-Amy, che stai facendo?- sentii alle mie spalle, ma non mi girai per vedere chi fosse. Sapevo già di chi si trattasse.
-va via, per favore.- dissi a bassa voce mentre il mascara già rovinato mi rigava le guance.
Justin si avvicinò sempre più e, tirandomi su, mi strinse forte a sé.
-Ams, va tutto bene.- mi baciò i capelli, mentre sentivo una sensazione di assoluta sicurezza invadermi.
Sapevo che lui era l’unico che riusciva a farmi sentire così, ma sapevo anche che lui era l’unico a non poterlo fare.
Scossi ripetutamente la testa, consapevole che tra me e lui non poteva esserci niente.
Nonostante i miei rifiuti, mi trascinò fino in camera e mi fece sedere sul letto, mentre prendeva una coperta con cui avvolgermi.
Al contrario di quanto pensassi, non era minimamente arrabbiato per quel mio comportamento.
-che ti prende, Amy?- mi chiese tranquillo, sedendosi accanto a me e facendomi appoggiare la testa contro la sua spalla.
-sto peggio di prima.- ammisi, mentre mi rendevo sempre più conto che io e Justin non saremmo mai potuti stare insieme.
-perché?- chiese allarmato. –ho detto qualcosa che non va?-
-hai detto di amarmi, Justin.-
-è la verità.- disse baciandomi la fronte.
Mi scostai da lui, seppur desiderassi quelle sue attenzioni da tutta la vita.
-questo fa male, anzi no, fa malissimo.- la mia voce era quasi un sussurro, mentre le lacrime riprendevano a scendere.
-giuro che non ti capisco.- si prese la testa fra le mani. –ti ho detto che ti amo e sei fuggita via. credevo che mi amassi anche tu.-
-sei il fidanzato di mia sorella, Justin.- dissi alzandomi dal letto. –non possiamo stare insieme.- gli diedi le spalle, incapace anche solo di guardarlo mentre gli parlavo. –sapere che non mi amavi mi faceva stare male, ma sapere che mi ami e che non possiamo stare insieme è terribile.-
-Amy..- lo interruppi.
-come farò a guardare mia sorella negli occhi facendo finta di niente? come farò a tornare al college?-
-non tornarci.-
Mi girai a osservalo –dici davvero?-
-resta con me.-
-io..- sospirai mentre l’unica cosa che volevo davvero fare era prendere il primo volo per il New Jersey e non rivederlo mai più.
Forse, se avessi voluto, avrei anche potuto dimenticarmi di lui. Forse, se mi ci fossi messa d’impegno, sarei potuta andare avanti, senza guardarmi indietro.
Per quanto quell’idea fosse assurda, in quel momento mi sembrò l’unica soluzione.
-noi due possiamo stare insieme. devi solo promettermi che non scapperai anche questa volta.- si alzò e mi venne vicino. Così vicino che i nostri nasi si toccavano.
-io ti amo Amy, ti amo davvero.- era la terza volta che me lo ripeteva in meno di un’ora e pensai che se lo avesse detto un’altra volta ci avrei creduto veramente.
Gli lasciai un bacio all’angolo della bocca, mentre sapevo che non potevo promettergli niente.
Per quanto volessi restare, per quanto lui fosse l’unica cosa bella che avevo mai avuto, per quanto tutto questo sembrasse così reale, per quanto noi sembrassimo così reali, sapevo che non potevo promettergli una cosa del genere.
Non potevo fargli una promessa che non ero sicura di saper mantenere, perché lui era la persona più importante per me e io non volevo tradire la sua fiducia.
-ora devo andare.- dissi divincolandomi dalla sua presa, recuperano la borsa dal letto e dirigendomi verso la hall.
Prima di incontrare Josh andai in bagno, per togliermi il trucco colato sulle guance.
Quando guardai il mio riflesso nello specchio avevo gli occhi arrossati e un’espressione indecifrabile in volto.
Non avevo voglia di uscire, ma sapevo che stare un po’ lontana da Justin mi avrebbe fatto bene.
 
-posso prendere un pezzetto della tua pizza?- chiese Josh.
Annuii col capo mentre guardavo oltre la sua spalla.
Non m’importava veramente della pizza e, ad essere sincera, non avevo nemmeno fame.
Per tutta la serata non avevo fatto altro che annuire e rispondere a monosillabi. Ero totalmente assente e credo che Josh se ne fosse accorto. Mi sentivo terribilmente in colpa per come mi stavo comportando, ma la scena di quel pomeriggio mi si ripeteva infinite volte in mente e io non riuscivo a non pensare a come avrei affrontato i giorni a seguire, a come sarei tornata al college, a come avrei lasciato Justin, una seconda volta.
-Amy, stai bene?-
-umh?- portai lo sguardo su di lui. –scusa, sono un po’ distratta oggi.-
-l’avevo notato.- scherzò. –sono serio, stai bene? se vuoi possiamo tornare in albergo, non è un problema per me.-
-si, sto benissimo.- accennai un sorriso. –restiamo, è bello qui.- mi guardai attorno.
Eravamo in un ristorante che distava un’ora dall’albergo. All’interno c’erano pochi tavoli che, quella sera, erano occupati. I camerieri erano tutti sorridenti, come se la sera di Natale non preferissero stare altrove.
In sottofondo c’era della musica classica e di tanto in tanto qualche coppia, tra una portata e l’altra, si alzava e si dirigeva in una zona vuota dove si poteva ballare.
Proprio in quel momento due anziani si tenevano stretti, muovendo piccoli passi sulle note di un lento di cui mi sfuggiva il nome. Chissà, magari quella era la loro canzone sin da quando erano giovani.
-è un ristorante che c’è da poco. non è molto grande, ma è caldo e accogliente e mi ricorda una pizzeria a Wilmington in cui andavo sempre quando ero piccolo.-
-oh, vivevi a Wilmington?-
-prima che la gestione dell’albergo passasse ai miei genitori.- fece una pausa.- ho vissuto la fino all’età di otto anni. poi mio nonno, per problemi di salute, non è più riuscito a gestire tutto, quindi ha lasciato l’albergo in mano a mio padre.-
-avevate una casa vostra?-
Annuì. –ce l’abbiamo ancora.-
-non ti manca stare la?-
-un po’ si. devo anche ammettere che delle volte vorrei tornarci, anche solo per qualche giorno.-
-perché non ci vai?-
-tra lo studio e l’albergo non ho mai un attimo libero. passo tutto il semestre a studiare e quando non studio i miei mi vogliono qui a lavorare.-
-ah.- gli feci intendere d’aver capito. –ti piace lavorare qui?-
-è divertente..- lasciò la frase a mezz’aria, facendomi intuire che avrebbe voluto aggiungere qualcosa.
-ma?- chiesi.
-ma non è quello che vorrei fare.-
-cosa vorresti fare?- chiesi di rimando
-sto studiando per diventare un avvocato. mi piacerebbe lavorare a Wilmington e vivere nella mia vecchia casa.- un sorriso gli fece incurvare le labbra.
Sorrisi anche io, capendo che quello era il suo sogno di una vita e, per la prima volta dopo tanto, mi chiesi quale fosse il mio di sogno.
La prima cosa che immaginai fummo io e Justin e rabbrividii all’istante.
-ti va di ballare?- chiese dopo alcuni minuti.
Rivolsi uno sguardo alla pista, sempre che potesse essere chiamata così, e annuii.
Ci alzammo e ci dirigemmo verso quell’angolo di locale.
Josh fece un passo avanti e mi avvicinò a sé, poi iniziammo a ballare.
-te la cavi bene.- mi sussurrò all’orecchio.
Sorrisi. –quand’ero piccola ballavo.-
-una ballerina di danza classica?- chiese allontanandosi di poco e guardandomi negli occhi, inarcando un sopracciglio, divertito.
Annuii un po’ imbarazzata. Era un periodo della mia vita che non tiravo fuori da tempo. Forse perché quella non era la mia vera passione, o forse perché mi ero sempre sentita in imbarazzo a parlare di cose in cui non ero molto brava.
-i miei, qualche anno fa, hanno anche insistito perché prendessi qualche lezione di ballo, pensavano che potesse essere utile.-
-e lo è stata?-
Ridacchiai. –spero di si.-
Lui rise e sentii una vaga felicità riaffiorare, mentre capii che i ricordi di quel pomeriggio potevano aspettare.
 
-sei fantastica.- Josh rise più forte, mentre improvvisavo alcune piroette sulla neve.
Stavo per cadere, quando mi venne più vicino e mi tenne saldamente.
Scossi la testa e risi anche io. -i tuoi complimenti non mi conquisteranno.- scherzai.
-non voglio mica conquistarti io.- sorrise. –voglio solo farti sparire la tristezza che hai negli occhi.-
Cercai di non tornare seria e finsi una risata, come se la sua ultima frase non mi avesse scosso nemmeno un po’.
Non provai nemmeno a negare ciò che aveva detto e continuai a parlare.
-allora, come si chiama la tua ragazza?- chiesi sfacciatamente per poi pentirmene subito.
-umh?-
Arrossii, imbarazzata per la domanda troppo intima che gli avevo fatto.
-quale è il nome della tua fidanzata?- richiesi, ironica, non potendo più tirarmi indietro.
-come fai a sapere che ho una fidanzata?- chiese grattandosi la testa.
-il modo in cui parli, il modo in cui mi fai i complimenti, il modo in cui mi guardi, il modo in cui ti avvicini a me.- sorrisi fiera d’aver capito qualcosa di lui che non mi aveva detto. –ho solo provato ad indovinare.- gli feci l’occhiolino.
Si allontanò leggermente. –Michelle.- mi rivolese un sorriso triste.
-perché hai quest’aria?- chiesi mentre infilavo le mani nelle tasche del cappotto e affondavo il viso contro la mia sciarpa.
-vorrei che fosse qui.- fece spallucce.
Gli rivolsi uno sguardo confuso e subito si affrettò ad aggiungere –è del Canada e i suoi l’hanno voluta a casa per le vacanze.-
-va a Princeton?-
Lui annuì e io sentii una stretta allo stomaco, ripensando a me, Justin e agli stati che di li a poco ci avrebbero separato di nuovo.
-è tutto okay?- disse notando il mio sguardo perso nel vuoto.
-si.- annuii energicamente. –che ore sono?-
-l’una.-
-possiamo tornare in albergo? sono un po’ stanca.-
Lui mi sorrise e, mettendomi una mano sul fianco, mi avvicinò maggiormente a lui.
 
Rientrai piano in camera, sperando di non svegliare Justin, nel caso in cui stesse dormendo, ma, al mio ingresso, notai che nel mio letto c’era Travis.
-ehi Ams.- disse con la voce impastata dal sonno, quando chiusi la porta.
-perché sei qui?- chiesi mentre mi sfilavo le scarpe dai piedi e mettevo il cappotto dentro la valigia aperta.
-Justin dorme in camera con Grace, per stanotte.- sentii le mani che iniziarono a tremare. –ma non dire niente a mamma e papà. fra qualche ora comunque faremo cambio.- disse.
-oh.- avevo la voce spezzata dal pianto, così mi risultò impossibile aggiungere dell’altro e, dopo essermi cambiata, tornai in camera e mi misi sotto le coperte.
-è tutto okay?- quella era la centesima volta che qualcuno mi chiedeva se stessi bene e l’unica cosa che volevo fare era rispondere che no, non stavo bene. Volevo dire che mi sentivo malissimo, che avevo tradito la fiducia di mia sorella e che avrei solo voluto che in quel letto, con me, ci fosse Justin e che avrei voluto abbracciarlo e non lasciarlo andare più, ma non dissi niente e annuii, incapace di aprir bocca.
Affondai il mio viso contro il petto di Travis e cercai di prendere sonno, ma non ci riuscii, così aspettai che Justin tornasse.
Erano circa le cinque del mattino quando Travis si alzò dal letto e, poco dopo, la porta della camera si aprì, rivelando un Justin mezzo assonnato e con i capelli spettinati.
Indossava una maglia a maniche lunghe grigia e dei pantaloni larghi neri.
Entrambi non dissero niente e io finsi di essermi appena svegliata quando Justin si lasciò cadere a peso morto sul letto e si mise sotto le coperte.
-perché sei andata con lui?- chiese Justin, nella sua voce si poteva percepire la rabbia.
-potrei farti la stessa domanda.-
-ero troppo incazzato per vederti tornare dall’appuntamento che avevi con Josh.-
-non era un appuntamento e questa non è una buona scusa!- esclamai infastidita che avesse passato la notte con mia sorella e non con me.
-e invece si che lo è.- mi avvicinò a sé e io cercai di divincolarmi, ma non ci riuscii.
Le sue mani erano attorno alla mia vita e la mia schiena era premuta contro il suo petto.
Le farfalle si scatenavano nel mio stomaco e l’invidia che poco prima provavo nei confronti di mia sorella ora era del tutto svanita.
-sapevi che mi dava fastidio, eppure ci sei andata.- pronunciò a bassa voce. –ma non credere che questo mi terrà lontana da te.- affondò il suo viso nei miei capelli. –e non puoi dire che questo non era un appuntamento, di sicuro lui crede che siete da un passo dal mettervi insieme e..-
Scoppiai a ridere piano, interrompendolo.
-è fidanzato, Justin.- risi di più.
-oh, davvero?- la calma nel suo tono di voce.
Ridacchiò anche lui, mentre mi spostava i capelli e mi lasciava una scia di baci sul collo.
-avrei comunque voluto che fossi con me e non con lui.-
-potrei dire la stessa cosa di te e mia sorella. chissà cosa..- un groppo mi si formò in gola quando realmente capii ciò che stavo per dire.
D’un tratto mi irrigidii, mentre sembrava che il calore del corpo di Justin non bastasse più.
Fece in modo che mi girassi e tracciò i contorni del mio viso poco visibili al chiarore della luna.
-le mie labbra hanno bisogno solo delle tue.-
Stavo per ribadire quando sentii le sue labbra poggiarsi delicatamente sulle mie, per poi coinvolgerle in uno di quei baci che ti fanno quasi dimenticare tutto ciò che ti circonda.
Una sensazione di calma e spensieratezza mi invase e tutta la preoccupazione che avevo accumulato durante il giorno precedente  sembrava non essere esistita.
Era questo ciò che lui riusciva a fare. Riusciva a farmi star bene, anche quando sembrava che tutto andasse male.
Sorrisi sulle sue labbra e scossi la testa, mentre non riuscivo a togliermi quell’espressione che mi incorniciava il volto.
Quando Justin si staccò da me, gli passai una mano fra i capelli, mentre non riuscivo a non essere felice tra le sue braccia.
-sei bellissima.- disse e io mi sentii terribilmente in imbarazzo, mentre le mie gote si dipingevano d’un rosso acceso che, per mia fortuna, il buio riusciva a mascherare.
-oggi staremo insieme tutto il tempo.- continuò, senza aspettare che anche io gli dicessi qualcosa di carino.
Anche se avrei voluto, comunque, non sarei riuscita a dirgli che lui era bellissimo.
-perché?- chiesi inarcando un sopracciglio, mentre mi immaginavo accoccolata sul suo petto, a guardare dalla finestra, mentre fuori nevicava.
-gli altri hanno lezione di sci.-
-ma anche noi..-
Scosse la testa. –ora non più.- mi fece l’occhiolino e io risi, affondando poi la faccia contro il suo petto.
-ti amo, Amy.- e in quel momento mi sembrò che nulla fosse impossibile e che io e lui fossimo fatti per stare insieme.
Mentre l’eco di quelle parole mi faceva battere forte il cuore, ripensai a tutte le volte in cui mi ero addormentata, fingendo che Justin mi stesse accarezzando i capelli, fingendo che mi amasse.
Le mani mi tremavano, quando mi resi conto che tutto ciò di cui avevo sempre avuto bisogno era proprio accanto a me e non mi sembrò inopportuno credere che stare con lui non fosse sbagliato.

 
**
Sono pessima, lo so. 
Credevo che con le vacanze estive potessi portarmi avanti con la storia ed invece è stato tutto il contrario.
Il capitolo 14 l'ho postato due mesi e sei giorni fa e io non so come scusarmi per avervi fatto attendere così tanto per questo capitolo, che tra l'altro è orribile.
Non ho scuse, se non quella che, davvero, non sapevo come continuare. 
Il bacio tra Amy e Justin è stato un po' inaspettato anche per me, perché avevo programmato di far succedere qualche altra cosa prima che quei due si baciassero, ma non ho resistito e vi ho volute regalare quel momento tra i due. 
Il problema, quindi, è stato che dovevo capire cosa realmente volevo che succedesse a questo punto e sto cercando in tutti i modi di non risultare banale e scontata.
So che questa spiegazione, se vogliamo chiamarla così, non è abbastanza e mi dispiace davvero tanto.
Volevo comunque ringraziarvi per le splendide 13 recensioni che mi avete lasciato al capitolo precedente.
Vi ringrazio davvero di cuore e mi dispiace ancora di più, perché voi siete fantastiche e mi lasciate recensioni bellissime e io vi faccio aspettare così tanto per dei capitoli che fanno pena. 
Spero comunque che non abbiate abbandonato la storia e vorrei davvero leggere tante vostre recensioni, perché mi fa davvero tantissimo piacere sapere cosa ne pensate.
Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile, ora ho le idee abbastanza chiare e ne ho anche molte.
Spero solo che seguiate ancora la storia.
Ripeto, siete fantastiche e grazie ancora.

(scusate per eventuali errori nel testo. l'ho letto e riletto ma può essere che qualcuno mi sia sfuggito.)
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: weretogether