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Autore: HZLNL_1D    08/09/2014    10 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New beginnings.


Una Domenica piovosa e forse il giorno peggiore di quella settimana per Haley.
Per le strade, stranamente, soffiava un vento forte e la pioggia cadeva incessantemente. Mai, da quando si trovava lì, Haley aveva visto un tempo così cupo e freddo. Ma sembrava aver avuto un tempismo perfetto. La pioggia, le nuvole grigie e il vento freddo creavano un’atmosfera cupa e malinconica, che di solito avrebbe rilassato Haley ma che adesso rispecchiava solamente il suo umore che andava peggiorando sempre di più. 
Calum guidava il veicolo sui cui si trovavano anche lei e Janelle, diretti all’aeroporto. La settimana era passata tra uscite, risate e momenti di gioia. Nemmeno un attimo sprecato. E adesso, quando la grande entrata della struttura entrò nella loro visuale, il dolore allo stomaco di Haley aumentò. Più che dolore, era un fastidio. Quel fastidio che provi quando hai una specie di malinconia. Quando ti viene da piangere, ma non piangi.
La testa le martellava incessantemente, il fastidio allo stomaco  e gli occhi lucidi in attesa di poter liberare quelle lacrime aumentavano il disagio di Haley, mentre pensava che non appena Janelle sarebbe salita su quell’aereo sarebbe tornata quella fastidiosa solitudine, le distanze avrebbero ripreso il sopravvento, la scuola sarebbe cominciata così come le ansie, le mancanze e le notti insonne.
La portiera dell’auto sbatté e Haley si accorse solo in quel momento che la macchina fosse ferma nel parcheggio e che Calum e Janelle fossero appena usciti dal veicolo, in attesa che lei li raggiungesse.
Scosse la testa e cercò di mettere su un’espressione rilassata. Scese dall’auto e affiancò l’amica, rivolgendole metà sorriso.
Janelle ricambiò, poggiandole un braccio sulle spalle stringendola a se. Nessuna delle due non disse nulla, sapendo che quei gesti contassero più di una parola. 
Calum affiancò Janelle dopo averle preso la valigia ed essersi assicurato di aver chiuso bene l’Opel Adam. 
Il ragazzo prese la mano libera della bionda, facendo incrociare le loro dita, mentre Janelle teneva ancora stretta a se Haley e insieme entrarono all’aeroporto.

La forte voce metallica risuonò per l’intero spazio occupato da gente che andava avanti e indietro con grandi carichi di valigie, per lo più persone d’affari vestiti in giacca e cravatta, lasciando il primo annuncio del volo 260 che sarebbe decollato tra trenta minuti nel gate 34, quello su cui Janelle sarebbe dovuta salire.
Io intanto vado a consegnare le valigie Jane. Disse Calum, rompendo il silenzio. Janelle annuì prima di lasciare un bacio sulle labbra al ragazzo e lasciarlo andare.
Siete davvero perfetti insieme, Jane. disse Haley, una volta che il moro fu lontano da loro. Janelle le sorrise e la strinse in un abbraccio che Haley ricambiò. 
Mi mancherai, da morire. sussurrò Janelle, senza interrompere il contatto.
Non voglio che tu vada, sarà più difficile di prima adesso che ci siamo viste. la voce di Haley tremò e la gola le fece male per le lacrime che stava trattenendo. Al pensiero che presto non avrebbe più potuto abbracciarla, né uscire con lei provò un’odiosa sensazione di vuoto. Senza i loro scherzi, le loro uscite, le loro risate le giornate sarebbero stato più vuote. Una lacrima le rigò il viso, incapace di trattenerla. Rimasero abbracciate, senza dire una parola e con il silenzio rotto dai loro singhiozzi.
Ti voglio bene Hal, stai attenta. Janelle si asciugò il viso, per poi prendere il viso dell’amica tra le mani e asciugarle le guance. Nonostante fosse rimasta con lei due intere settimane, non era riuscita a capire bene la situazione di Haley e Ashton. Non ne aveva fatto parola per tutta la settimana, dopo che Calum gli aveva riferito che non si sarebbero più visti, ma comunque sapeva che Haley era turbata. E aveva il dubbio che la sua migliore amica fosse turbata proprio dall’assenza del biondo. Ma Haley le aveva assicurato più volte e lei aveva finto di crederle. Aveva già molte cose a cui pensare e non avrebbe voluto farle capire che forse, dentro di lei stava nascendo qualcosa nei confronti di quel ragazzo. Forse curiosità o qualcosa del genere, ma era sicura che qualsiasi cosa fosse l’avrebbe portata ancora ad avere dei confronti con lui e Janelle non sapeva se preoccuparsi o meno di questo.
Ti voglio bene anche io. Adesso andiamo, Cal ci sta aspettando. Haley fece un mezzo sorriso, come a chiederle scusa per non essere riuscita ad essere più forte. Odiava mostrarsi debole di fronte agli altri, ma non con Janelle. Solo che non avrebbe voluto crollare così davanti a lei, sapendo che lei ci sarebbe stata male.
Janelle le sorrise rassicurandola, facendole capire di non preoccuparsi. Si conoscevano abbastanza bene da capirsi con uno sguardo, nonostante si fossero viste per la prima volta solo due settimane fa. 
Insieme si avvicinarono al moro, che non aspettandosi il loro arrivo, cercò di asciugarsi qualche lacrima che aveva lasciato andare. 
Janelle non disse niente, né ci scherzò su. Lo abbracciò solamente, legando forte le sue braccia al collo del ragazzo che prontamente legò le braccia intorno alla vita esile della ragazza, stringendola a sé. 
Ancora una volta, la voce metallica lasciò l’ultimo avviso riguardante il volo e capirono che il momento era arrivato. 
Io aspetto qui, Cal tu vai con lei. sorrise Haley, dopo aver deciso di lasciarli soli negli ultimi minuti. Il legame tra i due si era rafforzato molto e sapeva quanto anche Calum soffrisse della partenza di Janelle. Sorrise ad entrambi, per poi stringere in un veloce abbraccio l’amica e lasciarli soli.

Vieni, questo lo porto io. Calum prese il borsone di Jane, per poi far intrecciare le loro mani e incamminarsi verso il piccolo corridoio che presto avrebbe dato il via alla loro distanza. 
Sono felice di averti conosciuto e sono ancora più felice nel sapere di lasciare la mia migliore amica in buone mani. Quando si fermarono davanti alle porte grigie del lungo corridoio, Janelle intrecciò entrambe le loro mani. 
Anche io sono felice di averti conosciuta, davvero molto. E questa settimana sono stato bene con te. Calum avvicinò il suo viso a quello della ragazza, poggiando la sua fronte su quella di lei.
Cal, saresti disposto ad aspettarmi? gli soffiò sulle labbra lei, timorosa della risposta. Non era certa che Calum volesse avere una relazione con lei, soprattutto se a distanza.
Per sempre. la risposta del ragazzo sorprese Janelle, che si morse il labbro per non lasciare andare ancora le lacrime.
Non occorre che sia per sempre, ma solo un po’. Ci rivedremo presto. 
Lo so, ma io ti aspetterei anche per sempre se ce ne fosse bisogno. Tu… mi piaci davvero, Janelle. una lacrima rigò il viso del moro, che non aspettò un minuto di più per far incontrare le loro labbra. Calum spostò una mano sul fianco di lei e l’altra sul viso, mentre lei avvolgeva le sue braccia intorno al collo del ragazzo così che fossero più vicini. Non fu un bacio da addio, ma un bacio pieno di passione e affetto. Un bacio sentito, vero. 
Si staccarono, entrambi ansimanti e con le lacrime agli occhi. 
Sbrigati a tornare, piccola. le sussurrò Calum, la sua fronte ancora poggiata su quella di lei e le loro labbra a poca distanza. 
Lo farò. Prenditi cura di Haley e di te stesso, fino a quando non sarò tornata. sussurrò lei in risposta, prendendo poi l’iniziativa e far incontrare per l’ultima volta le loro labbra in un bacio più lento. 
Una hostess li informò gentilmente che presto le porte sarebbero state chiuse, così Janelle annuì e dopo aver presto la sua valigia, sorrise a Calum e andò. 
Solo quando Janelle non fu più nella sua visuale, Calum sospirò e decise di raggiungere Haley. 

Il viaggio proseguì in assoluto silenzio, eccetto qualche frase di Calum nel tentativo di tirar su di morale Haley. La pioggia sembrava essersi calmata, ma il vento continuava a soffiare forte creando un po’ di difficoltà a gran parte dei cittadini.
L’auto si fermò nel piccolo vialetto di Haley e la ragazza notò con tristezza che la Range Rover di Josh non fosse lì e che quindi fosse già andato alla stazione.
Sperava fosse ancora a casa al suo ritorno, così da non dover affrontare il resto del pomeriggio e l’intera serata sola nella sua tristezza. 
Sicura di non voler venire a stare un po’ da me? le chiese Calum con tono premuroso.
Tranquillo Calum, sto bene. Haley forzò un sorriso, mentre poggiava la schiena contro lo sportello così da poter parlare meglio con il ragazzo.
Non occorre che tu mi menta. Hal, arrenditi. Ormai ti conosco, so quando qualcosa non va. Calum poggiò una mano sulla gamba di Haley, che abbassò il viso per non incontrare lo sguardo del moro.
Haley, non devi preoccuparti di questo. Non so perché tu abbia problemi a fidarti, ma di me puoi. Okay? Non farei niente che potrebbe farti stare male, sono qui per te. Calum le sorrise, dopo averle fatto alzare il viso.
Grazie, Cal. Haley lo abbracciò. Preferisco andare a fare una doccia e guardare qualcosa alla tv, starò bene. Tranquillo.
Okay, se hai bisogno chiamami. 
Haley annuì e dopo aver ringraziato ancora una volta il moro, scese dall’auto.

Aprì la porta e il silenzio che regnava nella casa l’avvolse, facendo sì che il suo umore peggiorasse. 
In quelle due settimane si era abituata ad avere sempre intorno Janelle, e talvolta anche Calum, mentre adesso avrebbe dovuto di nuovo abituarsi alle giustificate assenze di Josh e alla casa spesso vuota.
Entrò in cucina e cercò alla cieca l’interruttore per dare un po’ di luce alla stanza completamente buia. Quando riuscì a trovarlo, potè finalmente avere una visuale dell’intera stanza accuratamente ordinata. Trovava davvero insolito il fatto che un uomo fosse così tanto maniaco dell’ordine come Josh, eppure lo adorava. Nemmeno a lei piaceva avere le cose in disordine, la rendeva nervosa. Anche se per ironia della sorte, la sua vita era la cosa più incasinata di tutto ciò che la riguardava e nonostante lei cercasse di mettere le cose al suo posto, i problemi si accumulavano sempre di più facendo si che la sua vita diventasse più disordinata di un’adolescente.
Posò la giacca di jeans sulla sedia, avvicinandosi al frigo bianco che affiancava la lavastoviglie. Vide un post-it attaccato su esso e lo prese.

“Ei Haley, avrei voluto esserci per il tuo ritorno ma mi hanno anticipato il turno. Tornerò domani mattina presto. Ti ho lasciato un po’ di soldi così per cena puoi prendere una pizza o qualsiasi cosa tu voglia. 
Ci vediamo domani, stai attenta. Chiudi tutte le porte. Se vuoi chiama Abby, così non starai sola.
Josh” 



Lasciò andare un sospiro, non molto felice di dover stare sola tutto questo tempo con i suoi pensieri che aspettavano il momento più inadeguato per spiazzarla.
Sapeva che nel esatto momento in cui si sarebbe fermata a riflettere, tutto ciò che era riuscita a non pensare nell’ultima settimana grazie alla compagnia di Janelle, avrebbe annebbiato la sua mente portandola a pensare al casino in cui si trovava.
Accartocciò il piccolo foglio di carta giallo buttandolo nel cestino, prendendo poi la giacca dal tavolo e salire in camera sua di corsa.
Quello di cui aveva bisogno era una doccia rilassante, così da poter rimandare quanto più possibile il pensiero dei suoi problemi.


Sai quanto odio sentirti sbuffare o vederti con quella faccia da zombie Ashton si piazzò davanti a Calum, intento a fissare il cellulare ogni venti secondi nella speranza di trovare un messaggio da parte della sua ragazza. Quindi, adesso vai a farti una doccia, ti sistemi e tra poco usciamo. 
Non mi va di uscire, Ash. sbuffò ancora  Calum, mettendosi seduto sul letto da una piazza e mezza.
Calum, piantala. A quanto pare… tieni davvero a questa ragazza e lei tiene a te… la voce di Ashton cambiò tono, diventando più calma e comprensiva. Quindi non devi temere nulla. Andrà bene, la rivedrai e starete insieme. Sono sicuro che non vorrebbe vederti così per colpa sua, non credi?
Questo era uno di quei rari momenti in cui Ashton metteva da parte il suo essere cinico, stronzo e pericoloso per aiutare il suo migliore amico, nel tentativo di farlo stare meglio.
Mi chiedo come tu faccia ad essere così stronzo ma allo stesso tempo saggio. Grazie, Ash. Calum rise leggermente, sollevato dalle parole dell’amico.
Quindi sei con me questa sera?
Dove si va? Calum sorrise raggiante, facendo sorridere il biondo.
Black Roses, ho un piccolo lavoro da concludere e poi avremo tutto la serata a nostra disposizione. il biondo cercò di non dare peso alla prima parte, sperando che Calum non si mettesse a fargli la solita ramanzina su quanto fossero pericolosi i suoi lavori. 
Ashton, diamine! Heaster o Jack? chiese Calum, alludendo a quale dei due uomini per cui lavorava gli avesse assegnato del lavoro.
Heaster. rispose secco Ashton, sperando che l’amico capisse di non aggiungere altro. Sarebbe stato solo fiato sprecato, quei lavori gli servivano e avrebbe continuato a farli fino a quando la situazione in casa non sarebbe cambiata e aveva parecchi dubbi che le cose sarebbero potute cambiare tra due giorni, mesi o anni.
Nello stesso momento in cui il moro assunse un espressione contrariata, pronto a farneticare inutilmente sui pericoli che Ashton correva, il biondo continuò a parlare. Calum, risparmia il fiato sai benissimo che è inutile anche provarci. Piuttosto… Bennet, come sta? Ashton approfittò del fatto di cambiare discorso, ponendo la domanda che l’aveva perseguitato per l’intera settimana.
Aveva visto quelle due ragazze insieme in poche situazioni ma furono sufficienti per fargli capire che il legame che le legava era davvero forte e diverso, come quello tra lui e Calum. Quindi supponeva che non fosse felice dal momento che la bionda fosse partita e aveva un’insensata curiosità nel sapere come stesse la ragazza.
Haley? Calum era sorpreso di ciò che aveva udito. Insomma, sapeva che avrebbe provato a sviare il discorso ma non si aspettava che lo avrebbe portato su quella ragazza. Ashton annuì così Calum, nonostante non riuscisse a capire perché quell’interesse, gli rispose.
Era molto giù. Janelle è la sua migliore amica, probabilmente l’unica che la conosce davvero ed è normale che sia triste.
Chiamala. E dille che passi a prenderla, viene con noi questa sera. ordinò Ashton, senza soffermarsi a pensarci molto.
Cosa? Io pensavo che..
Cal per una cazzo di volta non fare domande. Chiamala, adesso.
Una settimana prima Ashton aveva affermato di volerla fuori dai piedi, o meglio ancora dalla sua vita prima che ci entrasse del tutto. Mentre adesso si era offerto di farle passare la serata con loro. Calum era a conoscenza che il suo migliore amico fosse una persona complicata, ma da quando c’era di mezzo Haley niente aveva più un senso. Era certo che presto, le cose si sarebbero complicate, anche se non sapeva bene se in meglio o in peggio.
Quando incontrò lo sguardo serio di Ashton capì che avrebbe dovuto davvero chiamarla e così fece, dopo aver preso titubante il cellulare e composto il numero della ragazza. 


Haley si recò giusto in tempo nella sua camera, con ancora il corpo avvolto in un accappatoio bianco e i lunghi capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle e lungo la schiena, per sentire il cellulare cominciare a suonare.
Trovando strano che si trattasse di Janelle, dal momento che le sarebbero volute cinque ore di volo per tornare a casa, si avvicinò velocemente al mobile su cui era poggiato l’aggeggio facendo attenzione a non scivolare. 
Il nome di Calum illuminava lo schermo dell’iPhone, facendole chiedere come mai la stava cercando dal momento che si fossero visti appena mezz’ora fa. 
Cal? 
Ei, piccola il tono dolce del moro le rispose dall’altro capo del telefono facendola sorridere. 
E’ successo qualcosa? 
No, io..uhm… ero a casa e stavo pensando di venirti a prendere per passare una serata divertente, cosa ne dici? 
In realtà sono appena uscita dalla doccia e pensavo di stare sotto le coperte, non so se uscire sia una buona idea rispose Haley, mentre si mordeva il labbro indecisa su cosa fare. L’idea di stare sola in casa tutta la sera non l’allettava ma il suo umore non era nemmeno dei migliori per permetterle di passare una serata spensierata. Aspettò qualche minuto, udendo solo silenzio dall’altro capo del telefono, fino a quando sentì il borbottio di qualcuno e poi di nuovo la voce di Calum.
Ho deciso io per te. Andiamo in un locale, quindi vedi cosa mettere. Niente di troppo provocante, non sono in vena di allontanare continuamente ragazzi dalla mia migliore amica questa sera. scherzò Calum e prima che Haley potesse ribattere le diede le ultime informazioni Tra un’oretta passo a prenderti, fatti trovare pronta. A dopo piccola. 
La conversazione finì lì, dal momento che Calum chiuse la chiamata senza darle il tempo di ribattere o dire se era d’accordo, quindi non le toccava altro se non prepararsi per la serata. Sospirò, lanciando delicatamente l’iPhone sulle coperte. 
Pensò che in fin dei conti, una serata con il suo migliore amico non l’avrebbe danneggiata. 

Non avrebbe voluto passare gran parte della serata a sistemarsi il vestito o a sentirsi troppo scoperta, così dopo qualche minuti di smarrimento, Haley optò per un paio di Jeans chiari a gamba stretta e un top oversize nero semitrasparente con le maniche corte. Mise dei stivaletti neri alti fino alla caviglia con l’allacciatura davanti e tacco undici, che trovava assolutamente comodi e sapeva che non avrebbe avuto problemi per il resto della sera. 
Lasciò i capelli nella loro forma naturale, cercando poi di fare un trucco carino. 
Pochi minuto dopo aver finito il trucco, sentì suonare alla porta. 
Prese la sua giacca di pelle nera e scese di corsa al piano di sotto.

Una volta aperta la porta di casa, le si presentò davanti un Calum sorridente. 
Aveva una semplice maglietta bianca con lo scollo a V, coperta da una giacca di pelle nera e un paio di skinny jeans neri ad avvolgergli le gambe. 
Avevo detto niente di provocante. scherzò Calum, lasciandole un bacio sulla guancia.
Piantala scemo, nessuno mi noterà. Puoi stare tranquillo. fece Haley, scuotendo la testa. Nonostante il sorriso sul suo volto, Calum aveva capito che la ragazza stesse parlando seriamente. Era una bella ragazza, ma lei sembrava non volerci credere e si sottovalutava sempre in tutto. Aspettò che Haley  chiudesse la porta di casa e dopo di che salirono sull’auto.
Quando fu a riparo dal vento sull’Opel, Haley allacciò la cintura di sicurezza. Cal salì a bordo, avviò il motore e sfregò le mani.
Pronta per divertirti?
Credo di si. Haley annuì e Calum accese la radio, non così forte da non poter parlare, ma si accorse che il ragazzo era concentrato su altro. Tutto bene Cal? 
Calum annuì distrattamente, sperando che una volta arrivati al locale e avrebbero raggiunto Ashton, lei non avrebbe dato di matto.

Quando arrivarono all’entrata della discoteca, Haley rimase scioccata nel vedere la lunga fila di persone che aspettavano di entrare. Al solo pensiero di dover aspettare per un tempo troppo lungo per potersi riparare dal vento, si maledì mentalmente per aver lasciato che Calum la convincesse. Anche se alla fine era stata più una cosa decisa solo dal moro e questo continuava a risultare ancora strano ad Haley.
Tranquilla, non dobbiamo fare la fila anche noi. La mano calda di Calum prese la sua, incitandola a seguirlo. Superarono la grande fila di ragazzi stufi di aspettare, fermandosi davanti ad un uomo abbastanza alto e piazzato, che rivolgeva sguardi severi a chiunque si lamentasse o cercasse di passare senza rispettare la fila.
Brad! Calum sorrise al buttafuori, che appena lo vide ricambiò amichevolmente il saluto e permise ad entrambi i ragazzi di passare. 
Credo che tutte quelle persone stessero imprecando contro di noi. mormorò Haley, stringendosi forte al braccio dell’amico per non perdersi tra la folla che occupava l’entrata affollata del locale.
Calum rise, continuando a trascinarla tra la folla fino a quando non riuscirono ad arrivare ad uno dei tanti tavoli liberi. 
Subito Haley sentì il forte cambiamento di temperatura dentro il locale e l’odore di alcool e fumo che impregnava l’intero spazio.
Vieni spesso qui? chiese Haley, guardandosi curiosa intorno. Era il primo locale in cui andava da quando si era trasferita da Josh.
Capita spesso. rispose semplicemente Calum Andiamo, quello è il nostro posto. 
Il loro tavolo si trovava in un angolo della discoteca illuminato da una luce soffusa rossa, una posizione più appartata e tranquilla dove la musica arrivava più ovattata e si aveva piena visuale dell‘intera pista da ballo. 
Il piccolo spazio era occupato da un divanetto in velluto rosso e una poltroncina dello stesso colore. Nel mezzo era situato in piccolo tavolino in vetro, con sopra un portacenere. 
Calum si accomodò comodamente sul divanetto, invitandola a fare lo stesso.
Nonostante non fosse abituata a frequentare locali del genere, il posto le piaceva. La musica mischiata alle molteplici voci delle persone presenti non davano fastidio e l’odore non era sgradevole. 
Ti piace? le chiese Calum, sorridendole.
Niente male. fece spallucce, guardandosi in giro.
Parlarono del locale e da quanto tempo Calum frequentasse il posto. Ad un tratto Haley vide il ragazzo guardare freneticamente in giro, come se stesse cercando qualcuno.
Cal, cerchi qualcuno? Calum non fece in tempo a rispondere alla domanda della ragazza che qualcuno irruppe nel loro piccolo e tranquillo spazio.
Cazzo, è sempre così difficile trovare un cazzo di parcheggio in questo posto! Quella voce e quel modo di imprecare, Haley sapeva bene potessero appartenere solo ad una persona e quasi non voleva crederci. 
Calum osservò cauto la ragazza, che teneva gli occhi sgranati fissi nel pavimento come se avesse paura di alzare lo sguardo. 
Ashton si trattenne dal ridere, nonostante di comico non ci fosse niente. Ma l’effetto che aveva su quella ragazza gli piaceva. 
Finalmente Haley si decise ad alzare lo sguardo, posandolo sulla figura che torreggiava su di lei. Ashton rimase fermo, aspettando che lei realizzare di averlo di nuovo davanti dopo il loro ultimo movimentato incontro. Capì che probabilmente aveva bisogno di tempo perché per lui era la stesa cosa. Nonostante cercasse di far credere che non gli toccasse per niente, averla lì davanti con quel paio di jeans stretti che le fasciavano perfettamente le gambe magre, il top nero che lasciava leggermente intravedere la pelle che copriva e quella giacca di pelle nera, lo portò ad avere pensieri lussuriosi in quel momento poco adeguato. Ma quel outfit  le dava quell’aria da cattiva ragazza che non era e il suo essere così innocente e inconsapevole della sua bellezza la rendeva ancora più attraente agli occhi del biondo. 

Haley cercò di riprendersi, mentre lo sguardo di Ashton vagava lungo il suo corpo facendola sentire a disagio e completamente scoperta, come ogni volta che la fissava. Avrebbe voluto alzarsi e andare ovunque pur di essere fuori dalla sua visuale, ma anche dopo essersi alzata rimase ferma a lasciar vagare il suo sguardo sul corpo del biondo. 
Indossava una camicia a quadri blu aperta, che lasciava vedere la canotta bianca che fasciava il suo torace senza dubbio tonico. Le gambe erano perfettamente fasciate da uno dei suoi soliti skinny jeans neri, uguali a quelli che indossava Calum, e al posto delle sue solite vans nere ai piedi c’erano dei scarponcini neri stringati.
Ciao, Bennet. la voce del biondo calda e maledettamente roca, la portò ad alzare lo sguardo. Ashton si passò una mano tra i capelli portando all’indietro alcuni ricci che gli cadevano sugli occhi. A quel punto Haley notò che non aveva una di quelle bandane a tenerli in su, ma che cadevano liberi sulla fronte del ragazzo. Dopo aver pensato a quanto bene stesse così, si maledì per aver immaginato quanto potesse essere rilassante far scorrere le dita tra quei ricci biondo cenere.
Ashton sogghignò quando vide lo sguardo della ragazza soffermarsi più del dovuto su di lui.
Calum! Haley si girò di scatto verso il moro, che osservava la scena in silenzio ma nello stesso tempo preoccupato. 
Haley, posso spiegarti!
Magari un’altra volta, perché adesso me ne vado! sbottò Haley, girandosi poi per dirigersi il più lontano possibile da quei due. Riuscì a malapena ad allontanarsi dalla loro postazione, quando una forte presa la fermò per il polso facendola girare bruscamente.
Haley non puoi andartene, è buio e casa tua è lontana da qui! Calum cercò di farla ragionare, preoccupato che potesse davvero andarsene.
Perché non mi hai detto che ci sarebbe stato anche lui? gli chiese Haley, cercando di calmarsi.
Perché non saresti venuta! urlò esasperato Calum. 
E mi sembra anche giusto. Cal, sai come stanno le cose.. E.. no, in realtà neanche io so come stanno le cose. Ma non credo che a lui faccia piacere vedermi qui dopo che gli ho rifilato quello schiaffo, okay?! 
Haley è stato lui a dirmi di chiamarti. È stato lui a dirmi di portarti qui, con noi. disse Calum lasciando senza parole la ragazza.
L’unica cosa che si aspettava era che proprio Ashton dicesse a Calum di portarla con loro. Soprattutto dopo quello che era successo quella sera.
Calum approfittò del momento di  smarrimento di Haley e la prese per mano, avvicinandola a se.
Torniamo di là e divertiamoci, okay? Non devi per forza stare vicino a lui se non ti va. Haley annuì e si lasciò portare da Calum. 

Ashton era comodamente seduto sulla poltrona rossa, mentre portava tra le labbra una sigaretta. Vide Calum tornare indietro con la ragazza e aspettò che si mettessero seduti.
Prendiamo qualcosa da bere? il biondo spezzò il silenzio, spostando lo sguardo dalle mani incrociate dei due agli occhi scuri del moro.
Vado io. Cosa volete? chiese questa volta Calum, alzandosi. Haley lo guardò con gli occhi ridotti e due fessure e le labbra serrate, sperando che Calum stesse scherzando e che non avesse realmente intenzione di lasciarla sola con Ashton.
A me prendi il solito. Ashton sorrise al moro, buttando ciò che ne era rimasto della sigaretta.
Tu Haley vuoi qualcosa? Calum si chinò, in modo da farsi sentire dalla ragazza.
Quando Haley capì che avrebbe davvero dovuto aspettare lì da sola con Ashton e per di più stare tutta la serata in sua compagnia, decise che avrebbe avuto bisogno di una mano. Non era abituata a bere, ma lo sguardo insistente del biondo le fece capire che era uno di quei momenti in cui per superarlo hai decisamente bisogno di aiuto. Un Cuba Libre.
C-cosa, Haley? Sicura che tu.. 
Avanti Cal, la ragazza ha detto ciò che vuole. Problema suo.la voce arrogante di Ashton diede alla testa ad Haley, facendole sentire quel formicolio nella mano che l’aveva spinta a schiaffeggiarlo nel loro ultimo spiacevole incontro. Sospirò e cercando di ignorare il commento del biondo, si rivolse a Calum.
Si, Cal. Tranquillo. gli sorrise e Calum annuì, ancora non molto sicuro del fatto che Haley fosse abituata a bere. 
Ashton continuò a fissare con nonchalance la ragazza, importandogli poco e niente se la infastidiva. Averla di fronte a lui adesso, dopo quello schiaffo, era come una sfida. Non sapeva esattamente di che sfida si trattasse, sapeva solo che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di starle vicino e importunarla. Ne sentiva disperatamente il bisogno.
Haley, dal canto suo, non voleva incrociare lo sguardo del ragazzo, pur sapendo che da quando era tornata indietro con Calum lo sguardo di Ashton vagava liberamente su di lei. Non lo aveva visto, ma poteva benissimo sentire ogni centimetro della sua pelle bruciare sotto il suo sguardo. Quando Calum scomparve tra la pista piena di gente che ballava, puntò lo sguardo sul tavolino in vetro di fronte a lei pur di non alzare lo sguardo. Non sapeva come reagire, né cosa pensare del fatto che era stato Ashton a dire a Calum di portarla lì . 
L’unica ragione, pur stupida, che le veniva in mente era che magari voleva fargliela pagare per quella sera.
Cosa c’è? Non sei più la ragazza coraggiosa dell’altra sera?! la voce del biondo spezzò il silenzio. Il suo tono sarcastico fece ribollire il sangue nelle vene ad Haley, ma si impose di non rispondere. Non poteva dargliela vinta. Fai così tanto la ragazza innocente, vero Bennet? Ma non sono più così sicuro che tu lo sia.
Haley alzò lo sguardo esaudendo così, anche se inconsapevolmente, il desiderio di Ashton che finalmente potè fissare le sue iridi verdi in quelle azzurre della ragazza. Erano proprio come li ricordava: di una azzurro intenso e con delle sfumature di blu verso l’esterno. 
Sei così… fastidioso. le parole uscirono involontariamente dalle labbra della ragazza, che cercava di rimanere impassibile alla vista di quei pozzi verdi che la fissavano.
Cosa, vuoi schiaffeggiarmi ancora? ghignò Ashton, poggiando i gomiti sulle gambe e sporgendosi in avanti.
Senti, non era mia intenzione okay? Solo che tu sei così stronzo e io.. Ti ho colpito, ma mi dispiace. Certo, se fossi stato meno stronzo non l’avrei fatto ma tu sei così… le parole uscirono freneticamente dalla bocca di Haley, che non si era resa conto di aver cominciato a farneticare fino a quando il biondo la fermò, completando la frase per lei.
Stronzo. Ho capito. ghignò ancora, tirando l’angolo destro del labbro in su e assumendo quello sguardo che Haley non sapeva bene se trovare irritante o attraente. Ma sai cosa, Bennet? Delle tue scuse non me ne faccio nulla. Ashton tornò con la schiena contro il comodo schienale della poltrona e per fortuna di Haley, Calum tornò al tavolo con i drink. Se non fosse arrivato il moro, non sapeva che direzione avrebbe preso quella conversazione e certamente non era interessata a scoprirlo. 
Questi sono i vostri Calum poggiò due bicchieri sul tavolino, uno contenente il liquido trasparente per Ashton, mentre l’altro conteneva dei cubetti di ghiaccio e del rum bianco e della cola. E questo è per me. sospirò Calum, sedendosi vicino ad Haley. Quando non ottenne risposta da nessuno dei due, spostò prima lo sguardo sul volto di Ashton nel quale c’era impresso un ghigno, poi guardò Haley che guardava accigliata il biondo.
Uhm… tutto bene? 
Una meraviglia. risposero all’unisono Ashton e Haley, distogliendo entrambi lo sguardo uno dall’altro.
Grazie, Calum. Haley sorrise gentilmente al moro, prendendo il bicchiere di vetro contenente quello strano liquido che lei non aveva mai provato fino ad allora. Non sapeva nemmeno se le sarebbe piaciuto il gusto, ma quelle poche volte che era andata in discoteca con Andrew lui lo prendeva sempre e sembrava piacergli. 
Avvicinò il bicchiere alle labbra e bevve un sorso di quel liquido marrone, sotto lo sguardo attento di entrambi i ragazzi. Sapeva per certo che entrambi penassero che fosse la prima volta che beveva, ma non voleva dar loro soddisfazione. Ingoiò quel liquido, il sapore del rum risaltava di più rispetto a quello della cola, facendole sentire un bruciore alla gola. Ma non era male come aveva pensato, le piaceva. 
Allontanò il bicchiere dalle labbra e rivolse uno sguardo di sfida ad Ashton, sorridendogli falsamente. Calum rise silenziosamente, divertito dal finto coraggio della ragazza. Ashton scosse la testa e spostò lo sguardo alla pista da ballo, mentre beveva la sua vodka. 
Hai già fatto… beh, quello che dovevi fare? chiese Calum, attirando l’attenzione dell’amico. Haley fece finta di non ascoltare la loro conversazione, ma quello che stava facendo era l’opposto di ignorarli. 
No, veramente sto cercando proprio il ragazzo a cui devo darla. Non riesco a vederlo tra tutte quelle persone però. rispose Ashton, continuando ad osservare attentamente la folla. Credo che sarà meglio avvicinarmi, torno presto.
Ashton si alzò, dopo aver bevuto anche l’ultima goccia del suo drink, sparendo poi tra i corpi sudati che ballavano. 

Tutto bene, Hal? Calum posò il suo bicchiere sul tavolo in vetro, voltandosi verso Haley. Cos’era prima quello scambiarsi frecciatine tra te e Ashton?
Cosa deve fare? chiese Haley, ignorando completamente la domanda del moro. Alla fine non sapeva nemmeno lei cosa potesse rispondergli. 
Uhm, ha del lavoro da sbrigare.. Credo. rispose vago. 
Che tipo di lavoro?
Senti Haley, io non voglio mentirti quindi non farmi domande su Ashton. Non credo sarebbe felice e davvero, non voglio mettere nei casini te e nemmeno me. Quindi passiamo una serata tranquilla, okay?
Haley annuì, cercando inutilmente di non perdere di vista Ashton tra la folla. Inutile dire che la curiosità la stava mangiando dentro, ma doveva trattenersi. Non voleva litigare ancora con Calum e comunque alla fine non aveva nessun motivo di preoccuparsi di ciò che faceva il biondo.
Finì il suo drink e dopo quello, sia lei che Calum ne ordinarono un altro ancora, che poi diventarono due, poi tre, poi quattro fino a ritrovarsi a ridere senza un motivo ben preciso su quel divanetto di velluto rosso. Calum era abituato a bere, quindi era quasi lucido mentre Haley sembrava essere completamente brilla. Calum rise vedendo in che situazione si trovasse, in fondo non c’era nulla di male, Haley si stava solo godendo la serata. L’avrebbe tenuta d’occhio lui.

Haley sentì esageratamente caldo, probabilmente dovuto alla quantità di alcol ingerito. Si tolse la giacca di pelle, poggiandola sul divanetto e rimanendo con il top a maniche corte. In quel momento tornò il biondo, che osservava divertito la situazione. 
Ci avete dato dentro eh? il suo tono divertito non passò inosservato a Calum, che fece spallucce rivolgendo lo sguardo al suo amico. 
A quanto pare si sta divertendo. Ashton?
Si?
Insomma… non ti da fastidio che lei sia qui? Voleva porgli questa domanda da quando il biondo gli aveva ordinato di invitarla, ma solo adesso era riuscito a chiederglielo. E dal momento che Haley sembrava non essere minimante interessata a loro due, pensò che fosse il momento ideale. 
Ti ho detto io di portarla, Cal. rispose semplicemente Ashton, passandosi una mano tra i ricci.
Si, lo so ma… Calum cercò di spiegare cosa intendesse, ma Haley si alzò dal divano traballante piazzandosi davanti a lui e impedendogli di continuare la conversazione con Ashton.
Vieni a ballare con me. gli ordinò Haley, sorridendo a trentadue denti e dandogli la conferma che fosse più che brilla.
No Hal, non ballo. E non dovresti neanche tu in queste condizioni. rise Calum, prendendola per mano e cercando di portarla nuovamente seduta.
Se non ci vieni, vado sola. Haley fece spallucce, togliendo poi la mano di Calum dalla sua e scendendo in pista. 
Calum rimase allibito, mentre Ashton si godeva la scena divertito. Era la prima volta che vedeva la ragazza spensierata, senza controllo e non gli dispiaceva. Sembrava un’altra persona. Se solo non l’avesse guardata negli occhi prima che scendesse in pista, avrebbe potuto pensare che fosse anche felice. Invece era solo sotto l’effetto dell’alcol. 

Ashton continuò a guardare attentamente Haley, che camminava ondeggiando inconsapevolmente i fianchi mentre cercava di inserirsi tra l’ammasso di corpi sudati e in movimento. Era sorpreso dal fatto che Haley non sapesse di essere attraente, perché dannazione lo era e non riusciva a pensare ad altro se non quello ogni volta che la guardava. 
Ashton si morse il labbro, mentre guardava Haley muovere i fianchi a destra e a sinistra sulle note della musica house che il Dj aveva scelto. Non riuscì a staccarle gli occhi di dosso quando gettò la testa all’indietro e alzò le braccia in alto, continuando a muovere i fianchi, probabilmente troppo ubriaca per riuscire a capire cosa stesse facendo. La maglietta si sollevò, scoprendole parte della schiena e dello stomaco e in quel momento Ashton si ritrovò a pensare a quanto potesse essere liscia quella pelle rosea e come si sarebbe sentito nel farlo. Ashton si morse il labbro inferiore tra i denti, onde evitare che esprimesse i suoi pensieri ad alta voce. 
Continuò ad osservare in silenzio la ragazza, ma quando un ragazzo le si avvicinò posandole le mani sui fianchi la magia sembrò spezzarsi. Haley era troppo incosciente per capire cosa stesse facendo, quando quel ragazzo la fece voltare e scontrare i loro bacini.
Cal, credo che sia meglio portarla a casa adesso. ringhiò il biondo, facendogli guardare la scena.
Maledizione, non avrei dovuto lasciarla bere così tanto! si rimproverò Calum, ma Ashton non riuscì sentirlo dal momento che era già arrivato alla pista, spingendo e sgomitando in modo da arrivare ai due. 
Si avvicinò minaccioso al ragazzo che ghignava ubriaco mentre lasciava viscidi baci sul collo della ragazza. 
Lasciala stare. Ashton scandì bene ogni parola, così da far percepire meglio al ragazzo la situazione. Il ragazzo dai capelli corvini lasciò i fianchi di Haley, indietreggiando notevolmente spaventato dalla figura minacciosa del biondo.
Scusa amico io non sapevo che fosse qui con te, insomma… cercò di giustificarsi borbottando qualcosa, mentre Ashton portò un braccio intorno alla vita di Haley per avvicinarla maggiormente a sé.
Sparisci, stronzo.sbottò Ashton, per poi girarsi e portare con se Haley.
Ehi, stavo ballando! Lasciami! Haley sbiascicò appena quelle parole, mentre si muoveva nel tentativo di liberarsi dalla presa ferrea del biondo.
Sta ferma maledizione! urlò Ashton, strattonandola appena. Haley sembrò non sentirlo nemmeno e continuò a dimenarsi, così Ashton con un veloce gesto la prese in braccio tenendo un braccio sotto le sue gambe e uno dietro la schiena.
Haley lanciò un piccolo urlo, cominciando poi a ridere.
Cazzo amico, è decisamente ubriaca. affermò Ashton, una volta arrivato di fronte a Calum.
Presero le loro cose e quelle di Haley e uscirono dal locale. Ashton portò Haley in braccio fino alla macchina del moro, sdraiandola poi sui sedili posteriori dell’auto. 
Ci vediamo a casa sua, vi raggiungo con la Harley. 

Sicuro che non ci sia l’agente Bennet? Ashton prese nuovamente la ragazza in braccio, che si era addormentata durante il viaggio in auto. 
Haley mi ha detto che ha il turno di notte. Vuoi che… la porti io? Calum prese la borsa della ragazza, cercando di trovare le chiavi.
Ashton pensò che avrebbe potuto scaricarla al moro e tornarsene a casa, ma il respiro caldo della ragazza sul suo collo e le mani esili poggiate sul petto, gli fecero stringere la presa. Non sapeva perché, ma avrebbe voluto tenerla così per un tempo decisamente più lungo.
No, tranquillo. Apri la porta.
Calum aprì la porta e aprì la luce, così da far entrare Ashton. 
La sua stanza è la seconda porta sulla sinistra. istruì Calum. Ashton annuì e dopo aver sistemato meglio la ragazza, salì cautamente le scale entrando poi nella porta che Calum gli aveva indicato.
Fece sdraiare la ragazza sul materasso, che mormorò qualche parola incomprensibile. 
Ashton mia madre ha chiamato e devo rientrare urgentemente.. È un problema per te se vado? Calum fece irruzione nella stanza, posando la borsa della ragazza sul mobile bianco.
No, vai me ne occupo io. rispose deciso.
Sei sicuro? Insomma se non vuoi posso..
Cal vai, non è la prima volta che aiutò qualcuno con una sbronza. Puoi stare tranquillo, non la importunerò in queste condizioni. rise Ashton, facendo segno all’amico di andare.

Erano ormai una ventina di minuti che Haley dormiva pesantemente, ma Ashton non era ancora andato via. Aveva preso parecchie sbronze e sapeva come sarebbe andato a finire. Probabilmente si sarebbe svegliata da lì a qualche minuto e avrebbe passato il resto della notte in bagno e lasciarle affrontare la sua prima sbronza da sola non gli sembrava giusto.
Era più o meno da quando Calum aveva lasciato la casa, che si era seduto ad osservare la ragazza dormire. Aveva un espressione rilassato sul volto e gli angoli delle labbra rosee e piene erano piegati in su. Non rammentava di averla mai vista così da sveglia. Si alzò, girovagando silenziosamente per la stanza. La situazione era davvero assurda. Non sarebbe dovuto essere lì, con lei. Non avrebbe dovuto fare certi pensieri su di lei, ma soprattutto non poteva provare quella sensazione di tranquillità nel guardarla. Era sbagliato. 
Si avvicinò alla scrivania sulla quale c’era un portatile, delle pile di libri e vari cd. 
Curiosò tra i cd, curioso di sapere che genere di musica ascoltasse e si sorprese nel vedere alcuni cd delle sue band preferite. Posò il cd dei Nirvana, quando un piccolo quaderno azzurro catturò la sua attenzione. Sapeva bene che non erano affari suoi e che non avrebbe dovuto aprirlo, ma non sentì alcun rimorso neanche quando si fermò alla decima pagina del diario. 
Varie pagine erano interamente dedicate ad un ragazzo di nome Andrew, in altre parlava della sua famiglia e di quanto gli mancasse. In quel momento si chiese dove fossero e perché lei fosse qui con l’agente Bennet. Erano domande che non gli erano mai passate per la mente, fino in quel momento. Sfogliò ancora distrattamente le pagine, fino a quando vide il suo nome scritto su una di esse.
Cominciò a leggere e rimase stupito dalla quantità di pagine in cui aveva scritto di lui. Ormai era troppo curioso per fermarsi, così cominciò a leggere interessato le pagine in cui parlava di lui. Il suo interesse andò affievolendosi non appena cominciò a leggere cosa diceva. Nelle prime pagine ammetteva di avere paura, di trovarlo pericoloso. In altre raccontava dei loro primi scontri e della paura che aveva provato, quando poi arrivò alle ultime pagine non fece in tempo a leggere ciò che c’era scritto perché sentì un mormorio e subito posò il diario al suo posto, avvicinandosi alla ragazza che aveva cominciato a muoversi.

Haley aprì lentamente gli occhi, la testa le girava leggermente e in bocca sentiva un sapore amaro. Si tirò lentamente a sedere, riuscendo pian piano a capire di trovarsi nella sua stanza. Prima ancora che potesse chiedersi come fosse arrivata lì, notò una figura accanto al suo letto.
Ashton!? 




 




[Spazio autrice]
 
Buonsalve ♥
Comincio dicendo che questo è un altro capitolo di passaggio, ma che a me fa parecchio schifo. Spero non sia lo stesso per voi. Me lo fate sapere magari, accetto anche critiche perché sono consapevole di aver scritto una schifezza. 
Mi scuso per eventuali errori, ma ho solo dato una veloce occhiata e probabilmente ci sarà qualche stupido errore.
Ok, sono davvero molto dispiaciuta nel lasciarvi questo schifo ma davvero non sono dell’umore giusto per fare di meglio, quindi perdonatemi.
Spero di farmi perdonare con il prossimo capitolo. ♥
Adesso vado. 
Baci,
Giada
  
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