Titolo:
Namaatatakai Ame to Zaraitsuita Jounetsu
Personaggi: Aoi,
Uruha
Pairing:
Aoiha
Traduzione
della canzone: Namaatatakai
Ame to Zaraitsuita Jounetsu
Rating:
Arancione
Avvertimenti:
Slash / Tematiche forti / Non per stomaci delicati
生暖かい雨とざらいついた情熱
Yuu non riusciva a dimenticare il soggetto di quella fotografia
rovinata – quell'unico tesoro che gli era rimasto da quando le loro
strade si separarono definitivamente. Per quanto duramente provasse a
rimuoversi dalla testa quell'immagine dai contorni fin troppo nitidi
e perfetti, ecco che la ferita al proprio cuore tornava a farsi
sentire più dolorosa che mai, così come i ricordi taglienti che
ancora lo facevano sanguinare giorno e notte, senza dargli pace. La
piccola stanzetta in cui era rinchiuso puzzava di muffa e di marcio.
Non si sarebbe mai perdonato ciò che aveva fatto. Si raggomitolò su
se stesso in un angolino della piccola stanzetta, mettendosi a
canticchiare una canzone triste, nostalgica, che gli portava alle
mente quei bei giorni in cui l'amore gli permetteva di vivere, allo
stesso modo in cui la gravità gli teneva saldamente i piedi ancorati
al suolo duro e polveroso. Era solamente una questione di tempo, poi
tutto sarebbe svanito senza lasciar traccia. L'amore, il dolore, i
ricordi, il sangue e i dolci baci... i tramonti che tingevano il
cielo di rosso, la pioggia che bagnava l'asfalto, i colori caldi e
sgargianti delle foglie morte... tutto. Senza eccezione. Anche lui
sarebbe sparito, cancellandosi da quel mondo una volta per tutte.
Chissà, magari sarebbe riuscito a rivederlo... a rivedere lui,
che tanto aveva amato fino all'ultimo. Ricordava fin troppo bene il
suo incarnato livido, il suo corpo bagnato dalla pioggia fredda, i
suoi polsi aperti, le sue labbra dal colorito violaceo e il momento
in cui la luce aveva abbandonato per sempre i suoi occhi di un caldo
e scuro color caramello, terrorizzati come quelli di un cerbiatto
davanti ai fanali di un'auto.
Silenziosamente, Yuu si mise a piangere, poggiando la fronte sulle
ginocchia unite e piegate. Pianse amaramente, fino a che l'aria non
venne a mancargli. Recuperò quanto fiato possibile e riprese a
singhiozzare, lasciando che i suoi lamenti si spandessero nell'aria
intorno come tanti piccoli insetti velenosi e letali. Sapeva che
sarebbe morto affogando nella sua stessa sofferenza in quel buco
maleodorante e buio. Dopotutto se lo meritava.
Era autunno inoltrato, e un cupo cielo grigio caratterizzava quella
giornata particolarmente fredda e ventosa. Presto sarebbe piovuto, di
questo si poteva essere certi. Yuu e Kouyou passeggiavano fianco a
fianco, sfiorandosi di tanto in tanto la spalla. Il moro sapeva che
il compagno gli stava nascondendo qualcosa, qualcosa che avrebbe
solamente fatto del male ad entrambi; finalmente quest'ultimo s'era
deciso a confessargli tutto, ma prima voleva assicurarsi che non
fosse udito da nessun altro che da lui. Andarono al parco pubblico,
mettendosi sotto un albero che creava un certo rifugio dalle prime
goccioline di pioggia, nonostante gran parte delle foglie fossero già
cadute a creare un tappeto dai colori caldi sull'erbetta verde.
Kouyou si mise dinnanzi a Yuu e gli prese le mani, guardandolo dritto
negli occhi e mordendosi timidamente il carnoso labbro inferiore che
tanto caratterizzava quel suo volto angelico e dolcissimo. Quando
faceva così il moro sapeva che c'era qualcosa che non andava.
Avrebbe dovuto mantenere la calma assoluta qualsiasi cosa gli avesse
detto, anche se non ne era tanto sicuro. Già immaginava le parole,
quindi cominciò a prepararsi al peggio, sentendosi lo stomaco
ribollire dall'ansia e dalla rabbia.
«È solo... è solo... che non voglio tenerti neanche un segreto.
Voglio che tu capisca e, solo una volta, che tu chiuda gli occhi alle
mie disperate menzogne, e che tu mi stringa.»
Le labbra di Yuu tremarono e le pupille si contrassero violentemente.
Lo sapeva. Lo sapeva che Kouyou lo stava tradendo. L'aveva visto quel
giorno con un altro ragazzo, aveva visto come si tenevano per mano,
come si sorridevano l'un l'altro. Li aveva visti baciarsi.
Aveva visto quelle labbra, quelle labbra che gli appartenevano,
posarsi su quelle di un altro e premere su quella bocca che, se solo
avesse potuto, avrebbe tumefatto con dei pugni ben piazzati. Ma
ovviamente non aveva fatto nulla di tutto ciò. Non l'aveva fatto
perché amava troppo il suo piccolo Kou, teneva davvero troppo a lui
per fargli del male. Come da lui chiesto, lo strinse forte a sé,
sentendo il suo corpo scosso da dai leggermi fremiti. Lo sentì
piangere contro la propria spalla, mentre ancora lo stringeva con
tutta la forza che aveva in corpo. Lo cullò con tutta la tenerezza
che riusciva ancora a provare nei suoi confronti, infilando le dita
nei suoi capelli fini e chiari, anche se dentro di sé stava venendo
consumato dalla gelosia.
Passarono un paio di giorni. Come sempre, si diedero appuntamento nel
loro posto speciale – nel parco in cui il loro amore aveva avuto
inizio e in cui sarebbe presto andato incontro alla sua fine. Yuu lo
stava già aspettando, in piedi in uno degli angolini più sperduti
di quella verde distesa umida. Pioveva, e già cominciava a perdere
ogni speranza. Infradiciato fino alle ossa, cominciò ad allontanarsi
con le mani affondate in tasca; quella destra toccò qualcosa di
freddo e duro, dannatamente rilassante e rassicurante. Le gambe gli
tremavano a causa del nervosismo accumulato, ma cercò di non farci
troppo caso. Non poteva tirarsi indietro, non ora. Chissà perché
Kouyou tardava tanto... qualcosa gli diceva che era meglio andarsene
prima di incontrarlo. Eppure, non poteva non vederlo. Doveva farlo,
almeno per un'ultima volta.
Maledicendosi, corse indietro fino a ritornare nel parco, fino a che
non ebbe più fiato nei polmoni. La pioggia lo colpiva ancora senza
sosta, facendolo ghiacciare. Non gli ci volle molto prima di tornare
nel posto in cui lo stava aspettando. Ed eccolo lì in piedi sotto
l'enorme albero, il loro albero. Kou sorrise timidamente;
sembrava così perso e intimorito che per qualche istante la pioggia
sembrò cessare del tutto. Yuu era così felice di vederlo... ma gli
bastò avvicinarglisi un poco per far sì che il proprio cuore perse
un battito. Cos'era quella macchia quasi violacea perfettamente
visibile sul collo niveo della sua unica ragione di vita? Cos'era
quel morso che gli marchiava il labbro inferiore, roseo e
tremendamente invitante? E quell'espressione impaurita e imbarazzata?
«Probabilmente non mi perdonerai, vero?»
La sua voce terribilmente sensuale e bassa fu come una coltellata in
pieno petto per Yuu. Una fitta lo fece indietreggiare, nelle sue vene
la rabbia ribolliva furiosamente. Senza dir nulla, affondò i pungi
in tasca e si allontanò in fretta, tenendo il volto alzato verso il
cielo e lasciando che la pioggia tergesse le lacrime che stillavano
copiosamente dai suoi occhi scuri come l'ossidiana. La camicia era
appiccicata al suo corpo, e dentro si sentiva consumare lentamente ma
inevitabilmente. Una voce familiare lo invitò a voltarsi, ma non ce
la fece. Continuò a camminare per la strada deserta, sentendo il
proprio calpestio perdersi nell'asfalto duro e bagnato, mescolandosi
con la dolce voce proveniente dalle proprie spalle.
Ad un tratto, delle braccia gli si strinsero intorno al busto. Si
fermò, rimanendo immobile per qualche attimo che parve infinito. Le
sue braccia gentili, la sua presa delicata, il suo profumo delicato
mescolato a quello forte della pioggia... si voltò, incontrando i
suoi occhi scuri. Lo abbracciò a sua volta, rimanendo ad ascoltare
il valzer dell'asfalto e della pioggia. Gli sorrise con tutta la
sincerità possibile, avvicinandosi a lui finché le sue labbra non
si scontrarono con le sue. Lo baciò dapprima con tutto l'amore di
cui era capace, ma poi la gelosia prese ancora il sopravvento. Con
una mano gli afferrò il mento, tirandolo prepotentemente verso di
sé; scrutò i suoi occhi sgranati dal terrore farsi sempre più
acquosi. Con l'altra mano, impugnò saldamente l'oggetto che avrebbe
posto fine alle sofferenze di entrambi.
Con sua grande sorpresa, la lama affilata affondò fin troppo
facilmente nella carne morbida del suo ventre. La spinse fino in
fondo, fino a che il manico non toccò il suo corpo. Sentì il sangue
gocciolare sull'asfalto, ma forse erano solo delle altre gocce di
pioggia... ormai non riusciva neanche a distinguere l'uno dall'altra.
Un rantolo roco salì dalle labbra di Kou, infrangendosi sulla bocca
di Yuu, ancora premuta contro la sua. Quando il moro si staccò da
lui, gli fece scorrere una mano dietro i lombi e lo fece sdraiare sul
terreno, estraendo il coltello dal suo corpo. Il sangue rimasto sulla
lama scivolò via con estrema facilità. I peccati odoravano di
ruggine, ma per fortuna venivano lavati via facilmente sotto la
pioggia.
«Darlyn... ho perso tutta la gelosia che provavo nei tuoi
confronti...»
La lama gli aprì il polso destro. Yuu non immaginava neanche che un
corpo umano, minuto e grazioso come quello di Kouyou, potesse
contenere tanto sangue. E non riusciva a credere che quest'ultimo
fosse così rosso, denso e caldo. Rosso come la passione.
Denso come l'amore. Caldo come i loro corpi che si muovevano insieme
tra le coltri vaporose del letto, intrecciandosi e incastrandosi alla
perfezione l'uno contro l'altro.
«Ora sono l'unico che hai nel cuore?»
La tenera passione traboccava dalle sue braccia esangui, riversandosi
senza sosta sull'asfalto. Yuu sentì delle sirene avvicinarsi –
neanche nei loro ultimi istanti erano riusciti a trovare una certa
intimità che avvolgesse unicamente loro due. Gli occhi di Kou
rimasero aperti anche nel suo ultimo istante; prima che il suo corpo
diventasse privo di vita e terribilmente freddo, alzò una mano verso
il moro, carezzandogli una guancia con la punta delle dita,
sporcandolo di sangue. Volendolo confortare in quel momento
transitorio, Yuu cominciò a canticchiare con dolcezza la loro
canzone, fino a che non vide la luce spegnersi nei suoi occhi puntati
nei propri. Le lacrime scorrevano a rigargli le guance senza che
neanche se ne accorgesse – il dolore era troppo intenso perché
potesse ferirlo. Tenendogli la testa sulle gambe, si abbassò a
baciargli la fronte incredibilmente pallida. I capelli bagnati gli
incoronavano il viso smorto e ceruleo, facendolo sembrare bellissimo
anche in quell'occasione. Chissà dove si trovava ora... sicuramente
tanto, troppo lontano da Yuu che solo in quel momento si rese conto
d'aver perso colui che ancora non riusciva a smettere d'amare.
Delle persone si avvicinarono ad entrambi. Caricarono Kou su una
barella nell'istante in cui ammanettarono il moro, tenendogli una
pistola puntata alla nuca e il viso premuto contro il suolo. Le sue
labbra e le sue narici erano immerse nella pioggia tiepida mescolata
al sangue brillante e sporco di quello che sarebbe stato per
sempre il suo compagno. Il suo amore. Venendo strattonato, si alzò
sulle proprie gambe giusto in tempo per vedere Kouyou che veniva
caricato a bordo dell'ambulanza: in quell'attimo, la sua espressione
sembrò più rilassata e tranquilla che mai. Yuu sorrise commosso,
sentendo il sangue rattrappirglisi sulla guancia.
«La prossima volta che ci incontreremo, se piove ti presto il mio
ombrello.»
Holà!
Finalmente, come promesso, sono riuscita anche a scrivere la Aoiha
che tanto aspettavate! E non mi sono risparmiata per quanto angst e
cose varie... ve la siete cercata! Questa fic la dedico specialmente
alla mia cara AnnaH, visto
che Namaatatakai è una delle sue canzoni preferite! ♥
In
ogni caso, spero abbiate apprezzato anche questa terza song-fic della
raccolta! Come già avevo detto, gli aggiornamenti non saranno
tanto
frequenti e, soprattutto, non saranno regolari, quindi mi scuso in
anticipo se andrò a rilento. Ho tante belle cose (?) in serbo
per
voi! Non saprei che altro aggiungere perché non ho molto da
dire...
spero davvero vi sia piaciuta! In caso contrario, siete pregati di
uccidermi nel più lento e doloroso dei modi possibili!
L'interpretazione dell'ultima frase della fic sta a voi, comunque! So
che è bastarda, ma ho già le mie teorie!
Recensioni,
commenti e consigli sono sempre ben accetti, non siate timidi! Mi fa
piacere poter conoscere i vostri pareri. Chissà a chi toccherà
nella prossima song-fic... bah, vedremo quando l'ispirazione si
deciderà a farsi sentire ancora!
Alla
prossima!