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Autore: Ammie    08/09/2014    5 recensioni
Rebecca, una diciassettenne che vive da sola, ha paura di essere ferita dalle persone e perciò si isola dal resto del mondo. Non fa amicizia con nessuno, non vuole rischiare di essere abbandonata di nuovo.
All'improvviso però, arriva qualcuno che entra impetuosamente nella sua vita.
E che forse sarà in grado di farle cambiare idea.
La vita di due adolescenti fatta di amore, lacrime, risate e dolore raccontata con un pizzico d'ironia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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LA SCOMMESSA.
 
Capitolo tredici: Apriamo le danze! I
 
 
 
“Smettetela. Subito.”
Annalisa sospira per l’ottantesima volta. “Neanche per sogno! Stai benissimo con questo vestito!”
“Non è da me…” replico insicura. Mi guardo allo specchio: un lungo abito rosso fuoco aderisce perfettamente alle mie curve, a tal punto da far sbavare qualsiasi essere dotato di -ehm, collega?- nel raggio di due kilometri. “La scollatura è davvero troppo pronunciata!”
“Frangetta, è un crimine tenere nascosto quel seno. Al tuo ragazzo verrà un infarto quando ti vedrà.” dice una certa biondina. Stella, un’amica di Gregorio venuta qui per farmi da costumista, mi strizza l’occhio. “Quando poi scoprirà quel che c’è sotto il vestito, si-”
Mi giro verso di lei, mezza scandalizzata. “Non è un vero appuntamento!”
“Certo, Frangetta. Allora hai addosso un tanga perché è molto comodo. Certo.” ripete, deridendomi.
“E basta chiamarmi Frangetta!”
“Calma.” ci blocca Annalisa. Per fortuna. “Rebecca, il vestito ti sta d’incanto, davvero. Sei bellissima.” Sorride dolcemente, tranquillizzandomi all’istante con quella boccuccia a forma di cuore.
“Ha ragione.” Continua Stella, appoggiandola. “E poi, se le cose dovessero andare male, con questo vestito troverai un rimpiazzo in dieci secondi.”
Con queste due diventerò scema. “Ma che dici!”
“Facciamo trenta. Col carattere che hai…”
Prima che avessi il tempo di rispondere, Annalisa mi costringe a sedermi sul letto. “I capelli sono a posto. Ora pensiamo al trucco, ma senza rimbeccarci.” Ci rimprovera, proprio come farebbe una mamma. Per vari minuti rimango zitta ad ascoltarle parlare di cipria, eyeliner, mascara, rossetto… Appena ho l’occasione lancio uno sguardo allo specchio, ansiosa ma comunque eccitata di vedere il risultato finale.
 
“Quindi stasera è la volta buona?”
Rido. “Non esco con lei solo per portarmela a letto, Greg. So che la cosa può sembrare nuova per te.”
“Ti prego! Scommetto che ci pensi quasi sempre.” Ride anche lui prima di passarmi la camicia. “E perché tutta questa eleganza?”
La indosso, chiudendo i bottoni con mani leggermente tremanti. “Ognuno ha il suo modo di corteggiare.” Affermo con un’alzata di spalle. “E poi devo farle capire che m’interessa veramente, non come faceva il suo ex.”
“Daniele?”
“Lo conosci?”
Si siede di nuovo sul bordo del letto, mandando un messaggio a chissà chi. “Ho saputo chi era solo dopo la loro rottura.”
Mi metto la cravatta, ma questo non impedisce alla mia curiosità di riposare tranquilla e beata. “Che vuoi dire?”
“C’era una festa, eravamo tutti invitati. Dopo un po’ sono andato al bagno con una ragazza per, ehm, divertirmi con lei e per sbaglio ho sentito la tua fanciulla sbraitare contro quel tipo. A quanto pare si era fatto Alice e Rebecca l’ha scoperto.” Ripone il telefono, mentre mi toglie la cravatta con veemenza per sostituirla con una rossa. “Gli ha urlato di tutto e poi ha borbottato qualcosa sul fatto che non avrebbe dovuto fidarsi… Se n‘è andata solo dopo avergli dato un calcio sui gioielli di famiglia.”
Mi sistemo meglio la cravatta, riflettendo su quanto ora fosse tutto un po’ più chiaro. La faccenda del non voler rischiare, Aaron Hoch-Qualcosa e il suo carattere ostile erano solo un muro. Ha sofferto molto e ha troppa paura che accada di nuovo. Solo una cosa non mi era chiara… “Uhm, sai niente della sua famiglia?”
“No, lo siento.”
“Mmh… Va bene, sono pronto.” Sospiro. Forse quelle cose avrei dovuto chiederle direttamente a Dulcinea, ma probabilmente non mi avrebbe detto niente prima di milioni di anni. Almeno ora so come comportarmi: vuole una persona che non la faccia soffrire, una persona su cui si può contare. E quella persona voglio essere io.
“È arrivato il momento di vedere com’è vestita.” Si sfrega le mani. “Non vedo l’ora.”
Rido di gusto. Per quanto Greg sia un pervertito, è il primo amico che ho avuto da… Beh, praticamente da sempre. “Maiale!”
“Non sono l’unico!” sorride, prima di bussare alla porta di Becca.
Viene ad aprire Annalisa, che sorride calorosamente a Greg. Aggrotto la fronte: meglio tenerli d’occhio. Subito dopo entrano a casa mia. Cioè, a casa di mia nonna. Dopo un po’ di secondi li segue a ruota una biondina. Stella, se non ricordo male. Non sapendo che fare entro a casa di Becca, e dopo un sonoro “Arrivo subito!” mi siedo sul divano e attendo. Attendo la ragazza più bella e testarda della città, quella che mi fa battere il cuore ogni volta che nell’aria c’è odore di caffè. Porto le mani sui capelli… Pensando a come sarà fantastica la serata. Pensando a quanti baci ci siamo scambiati. Pensando a quanto intensamente e spaventosamente io mi stia innamorando di lei.
“Che eleganza, Narciso.”
Appena sento la sua voce mi giro, trovandomi improvvisamente col fiato corto. “Dio…” mi avvicino, mentre gli occhi non smettono di fissarla ammaliati. “Sei bellissima, Becca.” Sussurro poi nel suo orecchio, sorridendo di gusto per il rossore appena comparso. Poi, sorprendendomi, alza il viso e mi da’ un bacio a fior di labbra, mentre il mio corpo reagisce di conseguenza.
“Mmh… Emozionata?”
“…Sì…” ammette. “Sei molto bello… Davvero.”
Un altro sorriso e un nuovo sussulto al cuore. “Avevi qualche dubbio?”
Come risposta alza gli occhi al cielo. “E ti pareva…”
Rido ancora, non tanto per ciò che ha detto, quanto invece per ciò che provo. Sono felice quando lei si diverte, quando ride e fa le sue battutine. La osservo, rendendomi conto di quanto il vestito la fasci alla perfezione e renda le sue curve molto più appetibili. “Stasera procurerai un infarto a qualcuno…”
“Avevi qualche dubbio?” sorride malefica, prima di mordermi il lobo dell’orecchio… E farmi schizzare il cuore fuori dal petto. “Andiamo?”
 
La serata procede inaspettatamente bene, senza litigi, incomprensioni o ambulanze. Il ristorante è meraviglioso, proprio come il cibo. Come lei. “Sai, è un vero piacere vederti mangiare così di gusto.” Sorrido.
“Perché sono una ragazza e per mantenere la linea dovrei mangiare solo una foglia d’insalata?”
Annuisco, mentre porto in bocca dell’ottimo filetto. “Te l’avevo detto che sei unica?”
“Non credo… Ma grazie del complimento.”
“Ehi, dov’è finito il tuo lato sadico che si diverte a torturarmi?”
Beve dell’altro vino bianco, lasciando sul bicchiere lievi tracce di rossetto. “È andato a farsi benedire quando ho assaggiato l’antipasto.”
Non appena il cameriere porta via i secondi, le prendo la mano e la stringo forte, il tutto mentre la guardo negli occhi. Questa luce fioca la rende ancora più bella: le labbra sembrano ancora più invitanti del normale. “Allora…” mormoro avvicinandomi. “Hai avuto un bell’otto in matematica grazie a me.”
“Uhm, sì…” mi guarda un po’ sospettosa.
“Non pensi sia arrivato il momento di ringraziarmi come si deve? E non sto parlando di sesso, non dovrà accadere per forza questa sera, se non lo vorremo.” Meglio mettere le cose in chiaro. Non l’ho portata fuori per quello.
Le guance arrossiscono velocemente. “Allora…” ha il fiato corto. “Che cosa vuoi?”
“Che biancheria indossi? Voglio che me la descrivi per filo e per segno.” Sorrido.
Inizia a sussurrare, notevolmente sorpresa per ciò che detto. “Bastardo, è imbarazzante!”
A questo punto non posso evitare di ridere. La guardo negli occhi, le scompiglio la frangetta e dopo essermi sporto sul tavolo per un fugace bacio, riprendo a parlare a bassa voce. “Dai, Dulcinea. Aiuta le fantasie di questo giovane uomo…”
“Non ce la faccio!” dice, arrossendo ancora di più. “Aless-” la blocco, baciandola. Tuttavia, dopo un iniziale fremito di eccitazione nel sentire le sue labbra languide e sensuali muoversi contro le mie, mi fermo di colpo. Vado a pagare il conto, senza dire una parola. Con il cuore che batte all’impazzata. Con il suo sapore sulle mie labbra e il suo profumo attorno a me. Con lei nella mia mente. Vado a pagare il conto consapevole di essere follemente innamorato. Torno al tavolo, trovandola evidentemente eccitata per quel bacio.
“Andiamo.” Le porgo la mano.
Dopo un attimo d’incertezza la prende e mi segue fuori, verso la macchina. Il parcheggio è praticamente deserto, quindi delle effusioni ci stanno benissimo. È appoggiata contro la macchina e mi bacia con ardore e passione, mentre le mie mani si fanno strada verso il suo fondoschiena. È abbastanza buio, quindi posso permettermi di palparla, pizzicarla, e accarezzarla senza pietà, facendola fremere e bagnare velocemente. Sarei rimasto in quella posizione per secoli se solo delle goccioline non ci avessero avvisato dell’imminente temporale. Entriamo in macchina giusto in tempo per non bagnarci. E… Dopo esserci scambiati uno sguardo carico di fame -chiamiamola così- riprendiamo a baciarci, con tuoni e pioggia scrosciante di sottofondo. Fa davvero troppo caldo, nonostante fuori piova a dirotto. Mi tolgo la cravatta e la butto chissà dove nei sedili posteriori, mentre il nostro bacio non da’ cenno di voler terminare.
“Mmmn…” mugugna nel bacio, mentre porta le mani tra i miei capelli. Mi bacia con trasporto, passione, fame. Mi bacia con tutto l’ardore presente in corpo, e ringrazio i cieli che ne abbia molto.
A un certo punto ci stacchiamo, forse per riprendere fiato, forse per guardarci negli occhi e leggere l’altro. Io la guardo perché la amo. Sposto la mia attenzione sul collo, lungo e fatto apposta per la mia bocca. Lascio una scia di baci roventi e inizio a toccarle il seno, mentre lei emette gemiti e qualche frase sconnessa. “Allora, Becca…” le lecco il lobo dell’orecchio, sorridendo quando la sento fremere di puro piacere. “Cos’hai lì sotto? Culottes?” Mi abbasso e lentamente prendo a leccarle la pelle appena sopra la scollatura del vestito. Al suo segno di diniego penso che potrei venire da un momento all’altro. Deglutisco. “Non… Non hai niente… Sotto?”
“Tanga…” risponde con voce affannosa, per poi sorridere. “Sorpreso?” dice, mentre appoggia la mano sul mio super collega, improvvisamente intrepida. Inizia a lasciare tanti piccoli baci sulla mia bocca, poi sulla guancia e infine sul collo, continuando a massaggiare il rilievo dei pantaloni.
“Mmh…” biascico, con il cuore che batte all’impazzata. La sento sospirare beata quando poi abbasso la lampo del vestito, rivelando il suo seno morbido e prendendolo tra le mani. L’unica fonte di luce è il lampione ad alcuni metri di distanza dalla macchina o qualche fulmine del temporale… Che mi permettono di vedere il reggiseno rigorosamente rosso. “Mi farai impazzire…” mormoro, prima di riprendere il bacio e continuare a toccarla. Passano alcuni minuti di baci focosi, ma poi siamo costretti a fare una pausa d’ossigeno. Vederla in questo stato, affannata ed eccitata, è davvero troppo per me. È davvero troppo per un ragazzo che s’innamora per la prima volta.
“Aless-” geme. “Cosa…?”
La sto toccando nel suo centro, ed è davvero eccitante. “Apri meglio le gambe.” Le ordino. Sorrido mentre obbedisce e subito sposto i nostri sedili più indietro possibile, in modo da avere più spazio a disposizione. Riprendo subito la mia tortura mentre lei, con mani tremanti, mi sbottona la camicia, aprendola e toccandomi il petto. Ma ben presto mi accorgo di volere di più. “Ascoltami, Becca…” sussurro al suo orecchio, mordendolo l’attimo dopo. “Poggia i piedi qui…” indico, e mi ritrovo anch’io con le mani quasi tremanti, perché non avrei mai pensato di avere questo potere su di lei. “Brava…” continuo a sussurrare tra i suoi respiri ansanti e i tuoni. Lentamente, ma comunque senza timore, con entrambe le mani afferro il tanga e lo tiro giù, fino ai suoi piedi, fino a sfilarlo e averla calda e pronta per me. Appoggia la testa sul sedile e finalmente libera un sospiro di pura passione mentre il mio dito entra in lei. Entro ed esco, con estenuante lentezza, volta a strapparle gemiti e mormorii di estasi. Vederla così, persa nel piacere, mi fa innamorare ancora di più di lei.
“Alessaaandro… Asp-aspetta…” dice a un certo punto, facendomi bloccare di colpo… Ma facendomi vedere le stelle subito dopo.

 
 
 
Eccomi.
Allora, questo è il capitolo che avevo scritto e che mi è stato rubato.
Ho deciso di pubblicarlo perché in fondo voi siete la mia forza e meritate di leggere ciò che avevo preparato per voi. Per favore, ditemi se vale la pena di continuare la storia… Io vorrei, ma ho alcuni ripensamenti. Allo stesso tempo, comunque, non voglio deludervi.
Sono super indecisa, se non lo avevate capito.
Rispondete, grazie.
Un bacio.
  
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