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Autore: Monchele98    08/09/2014    3 recensioni
Jessica Sparkle. Un nome ma tanti problemi. Una vita come la sua non viene raccontata neanche nei libri. Diciassette anni, mandata da una famiglia affidataria a un'altra fin da piccola. Madre ricoverata per una malattia senza cura, padre ignoto. L'unica ancora a cui riesce ancora aggrapparsi è la danza.
Ma la danza può davvero salvarla da una vita come la sua più di quanto non faccia il suo nuovo fratellastro?
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza
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La poltrona è scomoda come sempre. Trobbo bassa e larga abituata per ospitare il corpo di persone sopra i quarantanni o anziani. Un tavolino abbastanza alto ma stretto mi separa dalla poltrona in cui è seduta mia madre. Diverse persone ci passano accanto per prendere posto all'interno della grande sala o semplicemente perché non si ricordano più che posto sia questo.

Le infermiere sono molto gentili e permettono le visite a qualsiasi orario. Sono sempre disponibili verso i pazienti della clinica e hanno una pazienza che invidio molto. Io avrei lasciato questo lavoro alla prima crisi da panico.

"Sai ieri ho incontrato i signori Tomlinson." dico rivolta a mia madre.

Lei continua a guardarsi intorno. Coglie i particolari di ogni altro paziente presente nella stanza e lo osserva come se non riuscisse a capire cosa stia facendo.

"Sono davvero gentili. Ma lo sono tutti all'inizio, no?"

Lo sguardo di mia madre indugia più del dovuto su un'infermiera. La squadra da capo a piedi nella sua uniforme e nota come sorride cordiale al signor Duglas dopo avergli dato le pasticche.

"Solo più tardi scatta qualcosa in loro e all'improvviso non sei più quella che cercavano e ti riportano in istituto. Quante volte ti ho ripetuto questa filastrocca, eh mamma?" sorrido leggermente guardandola. Tante, ecco quante volte gliel'ho ripetuta in vita mia.

Mia madre posa lo sguardo su di me e aggrotta la fronte.

"Sai hanno già un figlio. Volevano anche una bambina ma la signora Tomlinson ha affrontato un operazione alcuni anni fa e non può più avere bambini."

Stavolta mi guarda da capo a piedi, scutando ogni particolare del mio esile corpo.

"Ti starai chiedendo perché dovrebbero adottare una ragazza grande come me. Il signor Tomlinson mi ha confessato che il lavoro li trattiene molto e non hanno molto tempo per allattare bambini o risolvere le crisi ormonali di un'adolescente. Così tra le varie cartelle dell'istituto hanno puntato il dito sulla mia. Che tempismo, eh?" annuisco al solo pensiero.

Noto come mia madre piega leggermente la testa mentre osserva come siedo dulla poltrona. Ho una gamba piegata sotto di me mentre l'altra ondeggia sul pavimento.

"Domattina verranno a prendermi. Spero solo sia la volta buona. Sono stufa di stare in quel posto. Compiuta la maggiore età voglio andare via da li, sai vivere per conto mio. Ma non è tanto facile se non ho una casa ne i soldi per comprarla. I Tomlinson sono una soluzione opinabile, spero solo riescano a sopportarmi per qualche anno così da poter raccimolare qualcosina."

Lo sguardo di mia madre torna nel mio. La fronte ancora aggrottata e gli occhi curiosi non sono una sopresa per me ormai.

"Scusami. Ma...tu chi sei?" chiede.

Non sono sorpresa che me l'abbia chiesto. La stessa domanda mi viene rivolta ogni qual volta vengo a farle visita. Penso di essere abituata ormai, anche se spero in una sorta di miglioramento. Ma non c'è.

"Sono Jess mamma. Sono tua figlia."

Si guarda nuovamente intorno e diventa sempre più confusa.

"Cosa ci facciamo qui?" mi chiede piano.

"Siamo qui per te."

"Per me?" mi guarda confusa.

Mi limito ad annuire. Si sta chiedendo il perché e già posso immaginare che abbia dimenticato il mio discorso iniziale.

Sospiro continuando a guardare la confusione nei suoi occhi. Glielo avrei detto, glielo dico sempre, anche se pochi minuti dopo lo scorda.

"Hai l' alzheimer, mamma."

Inizialmente mi sembra scolvolta, come se non immaginasse neanche che potesse avere una cosa simile. Si guarda intorno per l'ennesima volta finché il suo sguardo non viene catturato dalla luce filtrante dalla finestra e finalmente, poco a poco, si rilassa. Si riesce a vedere ogni piccolo granello di polvere fluttuante in quel bagliore luminoso. E' sempre stata incantata dalla luce e dal modo in cui sorride osservandola capisco che ha già dimenticato tutto, penfino che io sia ancora li con lei.

  
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