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Autore: B_Regal    08/09/2014    4 recensioni
[Raccolta di One Shot indipendenti]
Dall'ultimo capitolo:
Ormai è quasi certa che sia un effetto di quel posto, non poter essere sereni.
Non che la sensazione le sia nuova, ma gli eventi di quella giornata sono stati duri persino per una come lei e ora ne sente il peso tutto insieme, come un grosso macigno sul petto che le mozza il respiro.
E’ lì fuori già da un po’ quando avverte una presenza dietro di lei e per un momento si irrigidisce, ma poi una mano calda le sfiora la guancia e quel tocco lo riconoscerebbe ovunque.
E non sa bene come succede, ma un istante dopo sta singhiozzando contro il suo petto.

SPOILER 5x12!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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L’ispirazione per questa Shot mi è venuta al mare, ma non ero per niente sicura di volerla scrivere. Ho fatto un po’ fatica ad immaginare Regina e Robin, per la prima volta, al di fuori di Storybrooke e in un contesto decisamente diverso da quello a cui siamo abituati.
Non so cosa sia uscito fuori e non so quanto siano IC i personaggi. Probabilmente Robin appare un po’ più giocherellone di quello che è – o è stato -, ma a me piace immaginarlo così, soprattutto considerata l’inflessibilità della sua partner (Quella donna si deve sciogliere un po’, è l’unico che può riuscire nell’impressa senza essere incenerito è lui!XD)
E Regina, per quanto mi sforzi di renderla il più fluff possibile, beh… non è Regina se non è un po’ acidella! Tanto sa come farsi amare, comunque! :D
E poi.. se non shippo Charming ci sarà un motivo.. troppo dolce disgusta..  XD (I will always find you.. bla bla bla.. cioè, scherziaaamo?! U.U).. il pepe invece.. insaporisce! =P
Beh, premesso ciò vi lascio alla lettura.

Questo è quello che la mia testolina ha partorito in una domenica d’agosto spaparanzata su un lettino in riva al mare agitato! ;)
Baci, soprattutto a chi mi ha lasciato quelle meravigliose recensioni dei capitoli precedenti! *-*
 
 

Ocean

 
Un espressione dubbiosa era dipinta sul volto di Regina, che con lo sguardo passava in rassegna la costa lunga e maestosa che le si estendeva davanti "Non sono sicura che sia una buona idea.." esclamò arricciando le labbra alla vista dell’oceano agitato a pochi passi da loro.
"Dai, non avrai paura di un pó di onde?" Robin fece qualche passo in avanti stringendo la manina del figlio, che già fremeva all'idea di avvicinarsi all'acqua.
"Allora, premettendo che io non ho paura di niente.." cominciò lei, portandosi entrambe le mani ai fianchi, vagamente risentita "Dico solo che é pericoloso, noi siamo abituati ai laghi della foresta incantata ma qui è diverso, e so di che parlo visto che ho portato Henry al mare diverse volte, non si scherza con l’oceano!"
L’uomo continuò ad esplorare il posto con lo sguardo, l’aria tranquilla e lo gli occhi rivolti all’orizzonte "Non sarà tanto diverso dai ruscelli impetuosi di Sherwood!" Concluse, per nulla toccato dagli avvertimenti della compagna. Afferrò il polso di Regina con la mano libera e la trascinò lungo la spiaggia semideserta, fingendo di non fare caso all'espressione contrariata di lei, e si fermó a pochi passi dalla riva, lasciando finalmente la mano di un impaziente Roland che si sfiló le scarpe in pochi secondi prima di correre a immergere i piedi nell'acqua fredda.
"Roland, aspetta tuo padre!" Gli urló dietro Regina mentre stendeva sulla sabbia bianca un grosso telo lilla che aveva previdentemente portato da casa.
Robin corrugò la fronte "Aspetta me e tuo padre.." La corresse, con un ghigno divertito, già completamente nudo a parte il costume.
Regina scosse la testa mentre si sfilava via il vestito, per nulla intenzionata a fare un altro passo in avanti "Non credo proprio, io resto qui a godermi lo spettacolo!" sentenziò con decisione.
Robin piegò la testa, contrariato “Non erano questi i patti!”
"I patti erano che avremmo passato una giornata al mare, non ho mai detto che ci sarei entrata, nel mare!" Spiegò tranquillamente mentre si slacciava i sandali e li riponeva al sicuro dietro la borsa. Da quando Robin aveva imparato a portare l’auto – Regina ogni tanto malediceva di aver voluto insegnargli – non faceva che proporre continuamente gite fuori porta, sostenendo che da uomo abituato a spostarsi e a viaggiare qual’era non poteva non approfittare della comodità di quel nuovo mondo di poter percorrere lunghe distanze in poco tempo e senza fatica. Regina provava sempre a dissuaderlo, a lei l’idea di lasciare Storybrooke, che nonostante i pericoli le sembrava comunque più sicura di ciò che c’era nel resto del mondo, non entusiasmava poi tanto, ma stavolta Roland aveva esultato così tanto all’idea di andare al mare che lei non aveva avuto il coraggio di dire di no.
"Non dirmi che non sai nuotare.." Robin la scrutò con sguardo attento cercando di capire il motivo per cui fosse così riluttante all’ idea di entrare in acqua. Era abituato a doverla pregare, soprattutto se si trattava di coinvolgerla in qualsiasi pranzo o festino organizzassero Mary Margaret o Belle, ma solitamente quando erano solo loro tre aveva meno difficoltà a convincerla.
"So nuotare da quando avevo otto anni.." Rispose lei con un espressione quasi offesa, mentre per un istante tornava con la mente ai pomeriggi estivi con suo padre, nel lago vicino casa. E a quelli con Daniel, dopo. L'ultimo bagno della sua vita l'aveva fatto proprio con lui, così tanto tempo fa da averne solo ricordi sbiaditi.
"E allora qual'è il problema? Vieni!" Robin la riportò alla realtà, una mano già tesa verso di lei.
Regina lanciò a quella mano un’ occhiata poco convinta. Poi volse lo sguardo alle persone attorno a lei, che completamente assorte nelle proprie attività sembravano non averla nemmeno notata. Ma lei si sentiva comunque inquieta. Non era abituata a sentirsi una persona normale. Nella foresta incantata era la Regina, nella sua città il Sindaco e invece su quella spiaggia era solo una donna come tante. Eppure qualcosa dentro di lei non le permetteva di comportarsi come tale, sentiva il solito bisogno di mantenere il proprio contegno e la propria compostezza  "No Robin, non metterò piede in quella bolgia.." Sentenziò. E convinta di aver finalmente pronunciato le sue ultime parole, lo superó di qualche passo infilandosi gli occhiali da sole, rivolgendo lo sguardo attento a Roland che giocava sulla riva.
Robin la raggiunse, fermandosi proprio alle sue spalle con entrambe le mani sui fianchi "Regina?"
"Si?"
"La mia non era una richiesta.." la avvertì, pazientemente.
Regina incrociò le braccia e inclinò un po’ la testa, fissandolo "Ah no?"
Lui scosse la testa, mentre si portava davanti a lei. Ormai conosceva abbastanza Regina da sapere quando davvero non voleva fare una cosa, o quando metteva su la maschera da donna dura e inflessibile che era stata fino a poco tempo prima. Quello gli sembrava decisamente il secondo caso. E ormai da tempo aveva deciso che quella maschera doveva cadere una volta per tutte  "Ho fatto dei programmi per la giornata e non permetterò a nessuno di rovinarli.."
Regina non era preparata a difendersi e non riuscì a fare niente quando si sentì sollevare di peso dall'uomo, che senza troppe difficoltá se la lasció scivolare su una spalla mantenendola saldamente per le ginocchia. Nel giro di pochi secondi si ritrovò a testa in giù, completamente prigioniera e impossibilitata a fare alcun movimento, o quantomeno nessuno che la sollevasse dal rischio di farsi seriamente male. O di far male a lui.
"Robin!" Urlò iniziando ad assestare pugni sulla sua schiena, dopo aver inutilmente tentato di non perdere gli occhiali lungo il tragitto "mettimi giù immediatamente! Non osare fare quello che stai per fare.. Robin... Robin lasciami andare!"
Lui sembrava non recepire una parola, sapeva che con molte probabilità avrebbe pagato caro quella follia, ma ciò non gli avrebbe impedito di divertirsi un po’.  La trasportò fino alla riva sotto lo sguardo divertito di Roland che saltellava ridendo attorno ai due e per un attimo perse la presa, sconfitto dai tentativi di ribellione di lei.
Regina tentó di scappare ma lui fu più veloce, la bloccó per i fianchi e la sollevó di nuovo, fermamente intenzionato ad averla vinta.
"Se non mi lasci giuro che ti arrostisco!" Lo minacciò, posizionando saldamente l’unica mano che era in grado di muovere sulla natica dell’ uomo.
"Non lo faresti mai.." Rispose tranquillamente lui continuando a tenerla tra le braccia come se stesse trasportando un sacco di patate. Resistette ai pugni che gli arrivavano sulla schiena, schivò un calcio che minacció di arrivargli dritto sul naso e quando finalmente sentì l'acqua bagnargli i polpastrelli mise giù malamente la sua preda, lasciandola cadere in mare con un tonfo sordo.
Regina impiegó qualche minuto per alzarsi, il tempo di riprendersi dall'impatto con l'acqua gelida e di gettare uno sguardo infuriato all'uomo accanto a lei, avrebbe voluto urlargli contro ma non ci riuscì, troppo preoccupata a cercare di mantenersi in equilibrio in quel groviglio di onde.
Era pronta a tornare al suo angolino sicuro di sabbia quando un onda più grossa delle altre la investì in pieno, perse l'equilibrio e per qualche secondo anche la cognizione dello spazio. L'acqua la sommerse e lei si sentì fluttuare in mezzo al niente.
Poi due mani forti le afferrarono i fianchi e la riportarono in superficie. Emerse con il viso ancora contratto, avvilita e con una mano a mantenere il pezzo di sopra del suo costume nero, senza ancora sapere bene se si fosse spaventata di più per l'idea di morire affogata o di rimanere nuda in pubblico.
"Robin ti ammazzo!" Balbettó cercando di spostarsi i capelli bagnati che si erano incollati sul viso. Cercó di andare verso di lui ma la corrente li aveva giá portati più a largo di quanto pensasse, a stento riusciva a toccare il fondale e nuotare verso di lui sembrava più difficile del previsto.
Robin la osservava divertito, completamente a suo agio in quel groviglio di onde e per nulla spaventato dalla reazione di lei, seppur consapevole di averla fatta davvero grossa. Forse non sarebbe stato incenerito ma un paio di notti sul divano probabilmente non gliele toglieva nessuno. Tese un braccio verso di lei, in evidente segno di pace "dai, ti aiuto!"
Regina peró piuttosto che prendergli la mano si scostó accigliata, pronta a una nuova veloce fuga che fu peró presto stroncata da un' onda che la travolse, di nuovo. Imprecò, odiava sentirsi così imbranata.
Riemerse tossicchiando leggermente e cercando l'equilibrio, lanció uno sguardo di fuoco quando vide Robin poco distante ridere di gusto, ma il buon senso le disse comunque di raggiungerlo, sarebbe stato di certo più sicuro di un nuovo tentativo di tornare sulla spiaggia.
"Hai capito finalmente.." Fu il commento di lui mentre le afferrava l'avambraccio, aiutandola ad avvicinarsi.
"Tutto questo non è per niente decoroso.." Borbottó lei, senza peró riuscire a nascondere un sorriso nel momento in cui fu costretta ad aggrapparglisi al collo.
Robin scrollò le spalle "Sono un uomo delle foreste, non so cosa sia il decoro.." Le posó un bacio sulla spalla nuda e le spostò dietro le orecchie i capelli che le coprivano un occhio "anche se l'istinto mi dice che voi milady in questo momento siate tutto fuorchè decorosa.."
"L'istinto, eh?"
"Papà, papà posso venire?" La vocina di Robin si fece sentire dalla riva. Fino a quel momento il bambino si era goduto il divertente spettacolino messo su dal padre, ma ora era tornato impaziente di tuffarsi completamente in acqua.
"È troppo agitato per lui.." constatò preoccupata Regina, mentre osservava il piccolo togliersi in fretta la magliettina verde e lasciarla cadere abbandonata sulla sabbia.
"Ho immerso Roland nei ruscelli ancora prima che imparasse a camminare.." Fu la risposta tranquilla di Robin, mentre faceva segno al bambino di raggiungerli. Roland si lanciò correndo in mare e fece solo un paio di bracciate maldestre prima di ritrovarsi tra le braccia sicure del padre.
Il bambino allungó una mano sul viso di Regina e rise "Ti è piaciuto lo scherzo?"
"Molto Roland, davvero molto!" Fu la risposta ironica della donna, allo stesso tempo peró sollevata nel constatare che le onde sembravano star diminuendo d'intensità. E che forse stare in acqua non era così male. C'era stato un tempo in cui nuotare era stata una delle cose che le piaceva di più, e l'estate che aveva trascorso con Daniel era stata ricca di picnic in riva al lago, con i suoi genitori fuori da lontani parenti paterni e quel clima meraviglioso che aveva permesso loro bagni in quantità.
Poi le cose erano cambiate e dopo il matrimonio le uniche acque in cui aveva potuto immergere il proprio corpo erano state quelle della grossa vasca da bagno d’avorio.
Aveva finito per dimenticare quella sensazione di libertà e freschezza, di quando l’acqua ti avvolge e ti svuota la testa da ogni pensiero. Chiuse un secondo gli occhi immergendo tutto il viso sotto l’acqua e assaporandone il tocco delicato, nonostante l’incessante movimento provocato dalla corrente.
Quando riemerse Robin la stava osservando con aria di vittoria “Non mi dire che alla fine ti piace..”
Lei arricciò le labbra “Cosa dovrebbe piacermi?  Aver completamente rovinato una messa in piega appena fatta, e buttato all’aria i soldi del parrucchiere?”
“Sei bellissima anche con i capelli in quel modo..”
“Grazie, ma..” Poi il sorriso riconoscente che aveva si trasformò in una smorfia “Aspetta, in quel modo come?” Indagò spostandosi una ciocca bagnata dal naso.
“Il quel modo un po’ buffo..” e iniziò a ridere, mentre Roland gli nuotava attorno “Scusa ma sai, sono abituato a vederti sempre impeccabile e.. quei capelli, la tua espressione sconvolta.. sei irresistibile, davvero!”
Regina ridusse gli occhi a due fessure, come faceva sempre quando era arrabbiata – o quando fingeva di esserlo “Roland, credo che tuo padre si meriti una lezione..”
“si affoghiamolo!” Il bambino si arrampicò sulle spalle del padre fino a posare entrambe le mani sui suoi capelli e cercando goffamente di spingerlo in basso. Regina prese a fare lo stesso premendo con forza sulle grosse spalle dell’uomo, che sembrava però resistere senza problemi all’attacco.
“Roland, ma che fai, mi tradisci?” Robin si finse offeso mentre prendeva le mani di Regina facendole scivolare via dal suo corpo, i movimenti rallentati dalla pressione che il figlio esercitava sulla sua testa.
Alla fine ebbe comunque la meglio lui, era decisamente più grosso di Regina e non ebbe troppe difficoltà a staccarla da lui, girarla e stringerla da dietro in una morsa che era a metà tra un abbraccio e un tentativo di cattura. La mossa però si rivelò controproducente, non riusciva a resistere avendola così vicina e alla fine le posò un bacio sul collo bagnato.
“Non crederai di cavartela così, vero?” Sbottò Regina, ma senza fare nulla per liberarsi da quella stretta “Prima il danno, poi la beffa.. per farti perdonare devi come minimo portarmi fuori a cena!”
“Ti ci porto, a casa dei Charming!” Sorrise beffardo, contro una spalla di lei.
“Provaci e ti ci faccio ospitare, a casa dei Charming..” ribattè Regina con tono acido – forse troppo – “dopo che ti avrò cacciato dalla nostra!”
Robin soffocò un ghigno divertito “Sei la solita esagerata!”
“Non sei il primo che me lo dice!”
“Regina, sono bravo?”  Roland aveva cominciato a nuotare attorno a loro, muovendo freneticamente le braccia davanti a lui, la bocca serrata come suo padre gli aveva sempre detto di tenere.
“Sei perfetto, proprio un pesciolino!” Lo incoraggiò la donna guardandolo intenerita e lasciandosi completamente distrarre dalla performance.
Il bambino tentò di aumentare la velocità andando verso di loro “No, sono uno squalo!”
“Ah, scusa squalo!” si corresse, divertita “Senti potresti mangiare questo signore qui dietro?”
“Me? Perché me? Mangia lei, è più buona! Ultimamente ha anche messo su qualche chiletto che..”
“Ehi!!” Regina lo interruppe e si mosse nell’ acqua, per girarsi e gli diede un buffetto sul viso “Adesso stai esagerando Locksley!”
Intanto Roland si era avventato sul padre per mordergli, neanche troppo delicatamente, un braccio “Mangio te!!!!”
Robin alzò le braccia per provare a difendersi “Traditore!” Mugugnò mentre afferrava la vita sottile di Roland e se lo caricava su una spalla. Quel gesto però fu sapientemente sfruttato da Regina che, approfittando dell’attimo di distrazione, si allontanò con un paio di bracciate, con il preciso intento di tornare sulla terraferma.
“Roland, hai visto? L’hai fatta scappare!” Esclamò Robin quando si accorse di non averla più accanto.
Il bambino spalancò gli occhi, allarmato “Prendila papà, prendila!”
“Troppo tardi!” Regina era già per metà fuori dall’acqua quando si voltò verso i due con una linguaccia “Addio!”
“Non è finita qui, sai?” La voce di Robin giunse ben chiara nonostante la distanza che ormai li separava.
“Si, si, certo!” Il sindaco raggiunse l’asciugamano che aveva lasciato sulla sabbia ridendo tra sé e sé, afferrò un telo pulito e se lo sistemò addosso, asciugandosi come meglio poteva. Poi si sedette, lo sguardo rivolto verso il mare, a osservare Robin che senza alcuno sforzo lanciava Roland in aria, e il bambino che si lasciava sfuggire un gridolino entusiasta prima di finire sott’acqua.
 
Robin camminò sulla sabbia bagnata, suo figlio stretto tra le braccia, abbastanza riluttante all’idea di abbandonare il mare, e raggiunse Regina che  li aspettava appena dove l’acqua non arrivava. La donna avvolse il bambino nel grosso asciugamano che teneva in mano e iniziò a strofinarglielo sulla pelle, indifferente alle lamentele.  Crescere Henry l’aveva temprata a ogni genere di capriccio.
“Dai Roland, inizia a fare troppo freddo per stare in acqua..” Provò a spiegargli mentre gli frizionava i folti capelli ricci. Per quanto fosse estate piena erano pur sempre nel Maine e lì le temperature non erano mai troppo alte.
“Puoi giocare sulla sabbia!” Gli propose Robin, mettendolo cautamente a terra. Roland come previsto provò subito a correre via ma lui lo tenne prontamente per un braccio mentre Regina finiva di asciugarlo con cura “Puoi smetterla di dimenarti così?”
“Ecco, ho finito!” Regina allontanò l’asciugamano e Roland scattò via verso un punto non precisato della riva,  attirato da una conchiglia per metà sotterrata nella sabbia scura.
“Se il mare gli fa questo effetto non so se ce lo riporteremo..” Osservò Robin, lo sguardo ancora rivolto al figlio mentre si passava una mano tra i capelli bagnati.
Regina sorrise “Magari è solo la prima volta..” Alzò un sopracciglio quando un paio di gocce d’acqua la raggiunsero e si voltò a guardare il compagno “Non bagnarmi!” Lo avvertì, accigliata, passandogli l’asciugamano che aveva usato per Roland.
Robin le rispose con una smorfia, poi le prese il volto tra le mani e la baciò. Le accarezzò le braccia e scese fino al busto mentre le loro bocche continuavano a sfiorarsi e Regina sembrava gradire, così quando si staccarono sorrise, l’espressione malandrina “scusa, ti ho bagnata?”
Lei rimase in silenzio, avrebbe voluto rispondere a tono ma non sapeva in che modo. Robin era probabilmente l’unica persona al mondo che riusciva a lasciarla senza parole. E non solo metaforicamente.
“Pensi di essere simpatico?” Sbottò alla fine, non riuscendo a trovare nulla di meglio per controbattere.
“Sono certo di risultare simpatico a tutti quelli che con te non hanno mai avuto l’ultima parola!” Rispose lui che, tanto per cambiare, aveva intercettato al volo i pensieri della donna.
Lei gli lanciò uno sguardo omicida mentre raggiungevano il telo lasciato sulla sabbia, mano nella mano “Te l’hanno mai detto che sei un po’ troppo sicuro di te? Questa storia del ladro buono a lungo andare ti ha dato alla testa..”
Robin sorrise,  sedendosi e invitando la compagna a fare lo stesso. Lasciò che si accomodasse tra le sue gambe e fece aderire i loro copri, appoggiando il mento sulla sua spalla “Ho conquistato la donna più bella del reame, come potrei non esserlo?”
Regina nascose un sorriso compiaciuto e scosse la testa “Non ti credo più, mi hai detto che sono ingrassata!”
“Non ho detto che sei ingrassata, solo che hai messo qualche chiletto!”
“Che è la stessa cosa..” commentò piatta.
“Non è vero, la mia non era una critica, mi piaci così, prima eri un po’ troppo deperita, ugualmente bellissima e sexy ma, ora sei ancora meglio. Qualche chiletto non è male se si è un acciughina!”
Lei sorrise di nuovo, credeva a quelle parole e non si sentiva offesa, ma non poteva resistere dal dover dare la sua solita risposta a tono “E’ quello che è succede quando ti trovi a sfamare due persone con l’appetito di sei!”
C’era stato un periodo, più o meno da quando Henry aveva lasciato casa, in cui aveva perso l’entusiasmo di mettersi ai fornelli, del resto a che scopo se non c’era nessuno ad apprezzare ciò che cucinava? 
Si era ritrovata spesso a saltare i pasti e senza rendersene conto, troppo presa dai numerosi problemi e le continue preoccupazioni, era dimagrita a vista d’occhio. Poi Robin e Roland si erano trasferiti da lei e si erano rivelati dal primo momento due buongustai, per la gioia della donna che aveva ripreso il suo posto in cucina ed effettivamente anche un po’ di peso.
“A proposito di questo, che ci cucini stasera?”
La donna scrollò le spalle con fare innocente “Nulla, hai detto che andiamo dai Charming!”
“No, rettifico. Abbiamo tirato fuori il discorso sulla tua cucina e sai che io amo la tua cucina. E per quanto penso che Snow sia una donna piena di qualità, beh le sue zuppe non sono proprio il massimo!”
La gomitata sul fianco gli arrivò prima che potesse avere modo di schivare il colpo “Chi è una donna piena di qualità, scusa?”
L’uomo rise mentre si stendeva sul’asciugamano e trascinava giù anche lei “Non dirmi che sei ancora gelosa della tua figliastra!”
Regina si mosse per mettersi a pancia in giù, il viso pochi centimetri sopra quello di lui, lo sguardo quasi omicida  che le veniva ancora benissimo “E tu non dirmi che sei così sciocco da elogiare Biancaneve davanti alla Regina Cattiva!”
Robin rimase qualche istante ammaliato da quegli occhi – quello sguardo profondo l’aveva sempre colpito - aprì i palmi delle mani e chiuse gli occhi “Mi dichiaro colpevole Vostra Maestà, fate di me ciò che volete!”
La donna fece un breve cenno di assenso con il capo, poi annullò la distanza tra i loro visi catturandogli le labbra in una morsa famelica. Robin rispose con la stessa passione, passandole una mano tra i capelli ancora umidi, e quando si staccarono si ritrovò quasi senza fiato “Io e voi ci intendiamo alla grande, Maestà!” esclamò in un sussurro, un attimo prima di far toccare di nuovo le loro labbra.
Il rumore di qualcosa che schizzava li interruppe, Roland si era messo a rincorrere un gabbiano sulla riva, inciampando e finendo dritto in acqua con un tonfo sordo.
“Tesoro, ti sei fatto male?” Il bambino scosse la testa rialzandosi e riprendendo la sua rincorsa, mentre lei lo fissava arricciando le labbra “Adesso è di nuovo bagnato!”
Robin roteò gli occhi al pensiero di quel terremoto che appariva più instancabile del solito “Si, ma stavolta tu lo prendi e io lo asciugo. Trasportarti fino in acqua prima è stato più stancante di quanto pensassi.. sai, con tutta la tua ciccia.. ho la schiena a pezzi!”
Regina scosse la testa ma la risata che le uscì spontanea cancellò ogni tentativo di controbattere, almeno stavolta. Infondo anche quando la prendeva in giro, Robin riusciva sempre a farla sentire unica e speciale.
Gli schioccò un bacio sonoro sull’angolo della bocca, poi appoggiò la testa sul suo petto e tornò a guardare l’oceano e il bambino che vi sguazzava dentro.
  
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