Film > Le 5 Leggende
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Autore: AngelsOnMyHeart    08/09/2014    2 recensioni
[FANFICTION IN REVISIONE DAL 15/11/2015]
[Capitoli revisionati: 11/15]
Gli anni sono trascorsi dalla vittoria dei Guardiani e la conseguente sconfitta di Pitch, l'Uomo Nero.
Dieci anni, ad essere precisi.
Tutte le attività delle Leggende sono tornate alla normalità e di quei difficili giorni, non è rimasto altro che un lontano ricordo.
Ma non tutto è esattamente tornato come prima, poiché, da quella notte, una luce sul Globo ha smesso di brillare.
Scarlett è una studentessa di diciotto anni, una semplice ragazza la cui vita non ha nulla che possa ritenersi degno di nota ma che cela nel proprio petto un peso oscuro, il quale sta lentamente trascinando la sua mente nell'oblio.
Incubi.
Da che la ragazza riesca a ricordare, la sua mente è sempre stata tempestata da neri, asfissianti ed orribili incubi e non è mai stata in grado di capire il motivo per cui questi infestassero il suo sonno. Sapeva solamente che erano sempre presenti e che, qualunque cosa facesse, sarebbero tornati notte dopo notte.
Ma il tempo inizia a stringere e, con questo, molte verità verranno a galla, portandosi dietro altre domande le cui risposte non sempre saranno un sollievo per l'anima.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIII

Il canto del cigno.





Scarlett vagava pensierosa per la fabbrica di giocattoli, osservando ogni tanto di sfuggita il lavoro degli Yeti.
Se non fosse stata tanto avventata, sarebbe comunque andata in quel modo?
Phil era al suo seguito, North gli aveva affidato il compito di tenerla d'occhio e, questa volta, non avrebbe fallito al proprio dovere.
Era incredibile quanto uno Yeti potesse essere una creatura tanto orgogliosa e potente, quanto dolce e sincera.
La ragazza ancora si dispiaceva di avergli mentito ma, in quel momento, i suoi pensieri non potevano essere altro che per i Guardiani e, le doleva doverlo ammettere, per Pitch.
Quell'idea assurda, si era intrufolata nella sua mente mutando in ossessione.
Pitch poteva cambiare? Sembrava difficile crederlo ma...allora perché?
Perché non era stato in grado di ucciderla, nonostante tutto? Che non fosse la creatura crudele che tutti credevano?
La ragazza sospirò.
:-Cosa posso fare?-. Si chiese con un lieve sussurro.

 
* * * *



:-Vi stavo aspettando!-. Tuonò Pitch, dall'alto del suo muro di tenebre, pronto ad inghiottire ogni cosa attorno a lui, rivolto ai Guardiani.
Lo avevano trovato. Non che la cosa fosse stata difficile in realtà.
Un forte vento soffiava in quella piccola città nel Kansas, coperta da nere nuvole che coprivano, minacciose, il cielo notturno, privando quella notte dalle stelle.
:-Non vi vedo in gran forma!-. Rise. Ma la sua non fu una risata di gusto,sembrava più la risata di chi non ha nulla da perdere, amara e priva di alcuna soddisfazione.
:-Potrei essere in grado di battere te anche senza aiuto di gambe!-. Gli rimandò North, estraendo le sue spade ed agitandole al cielo.
:-E ad occhi chiusi!-. Aggiunse Calmoniglio, boomerang alla mano, assumendo la sua solita posizione d'attacco.
:-Sì, mi ricordo bene che non riuscite ad arrendervi all'evidenza!-.
Il Re degli Incubi prese un respiro profondo, allargando le braccia :-Lasciate che vi dimostri come stanno adesso le cose!-.
Una serie di tre ruggiti provenne dal fitto manto nero dal quale fuoriuscirono tre teste canine, ma tutte collegate ad un solo corpo. Era un Cerbero, alto almeno tre piani, dagli immancabili occhi rossi come carboni ardenti che caratterizzavano gli incubi.
:-Proklyatiye!!-. Esclamò North nella sua lingua madre.

 
* * * *



Si erano spostati nello studio di North.
Adesso Scarlett osservava, sotto l'occhio vigile di Phil, i fantastici oggetti in legno, creati dal Guardiano delle Meraviglie, animati da chissà quale meccanismo o magia.
Cosa ne sarebbe stato del mondo se simili meraviglie non fossero più esistite? In cosa avrebbero creduto dei bambini privi di infanzia?
L'esistenza dei Guardiani non era evidente agli occhi del mondo, ma ogni bambini, e anche qualche adulto, sapeva che loro c'erano. Lo credevano con tutto il loro cuore, ricco di sogni e privo di paure.
Ma adesso...
“Se solo potessi fermarlo!”
Un tonfo nella stanza, annunciò l'entrata di un altro Yeti il quale, gesticolando, fece capire ad entrambi di dover uscire da lì dentro.
I due non persero tempo ed uscirono, affacciandosi sul Globo, sempre più nero ma questo Scarlett lo immaginava.
Non era per quello che erano stati chiamati con tanta urgenza.
Da un foro, alto nel soffitto a volta, la luna era apparsa, splendendo in tutta la sua magnificenza, illuminando tutto con la sua candida luce.
In quella luce, che per molti poteva risultare fredda, Scarlett percepì un piacevole tepore, una sensazione sconosciuta ma allo stesso tempo più vecchia del mondo.
La ragazza ancora non comprendeva perché gli Yeti si fossero tanto allarmati, finché il fascio di luce non si restrinse, divenendo un piccolo raggio che andò, schizzando da una parete all'altra, alla ricerca di qualcosa. Qualcosa che trovò appena sfiorò Scarlett, fermandosi su di lei.
Rimase immobile, non sapendo esattamente cosa fare e come comportarsi in quella situazione. Stette quasi per chiedere aiuto a Phil, quando una voce amichevole e paterna proruppe nella sua testa.
“Vai!” disse, senza aggiungere altro.
Ed allora tutto fu chiaro come il sole o, per meglio dire, come il chiaro di luna!
Restare lì non serviva a nulla.
:-Phil!- chiamò lo Yeti la ragazza, nella sua voce si percepiva la scarica di adrenalina -Devi portarmi da loro-.

 
* * * *



L'attacco del Cerbero era stato un vero e proprio imprevisto.
Sì. Avevano immaginato che la sua potenza fosse aumentata, ed anche di parecchio, ma questo andava oltre ogni loro previsione!
Un potere tale da riuscire a creare una simile creatura dal nulla, di quelle dimensioni per giunta, e riuscire a mantenerne il controllo.
In molte case le luci erano accese, i bambini alle finestre assistevano all'assedio delle ombre nella loro città, terrorizzati.
I genitori, per chi ne aveva, tentarono di placare l'ondata di paura che aveva colpito i loro piccoli, pensando che fosse dovuta al forte vento. Non erano insoliti dei tornado in quella zona, dopotutto. Certo non potevano immaginare che i loro piccoli fossero concentrati non sul vento, ma su quelle nere creature che infestavano le strade, invisibili a degli occhi adulti.
I Guardiani nel frattempo avevano circondato il Cerbero: Dentolina, Sandman e Frost si occupavano di tenere occupate le tre teste, mentre Calmoniglio e North lo attaccavano lateralmente.
Era un osso duro, dovevano ammetterlo, ma stava cominciando a dare segni di cedimento.
Non mancava molto.
:-Prendi questo!-. Gridò Calmoniglio, sferrando il colpo di grazia sulla creatura.
Il cane crollò a terra in un tonfo, per poi sparire lentamente e tornare nell'oscurità da dove proveniva.

 
* * * *



Phil tornò immediatamente nello studio di North, dirigendosi verso la grossa dispensa che conteneva i globi di neve incantati, quelli che Santa Clause usava una notte all'anno per spostarsi velocemente, da una parte all'altra del pianeta, con la sua Slitta.
Individuate quelle che potevano fare al caso loro, ne caricò una portata enorme tra le sue braccia pelose per poi fare ritorno da Scarlett.
Quando giunse dalla ragazza alcune gli scivolarono a terra, mandando il povero Yeti nel panico.
:-Tranquillo!- disse lei cercando di calmarlo -Vedi? Sono tutte intere. Andrà tutto bene!-.
Quindi si chinò sulle sfere, osservandone una per una, volgendo di tanto in tanto un'occhiata al Globo.
:-Non sono mai stata brava in geografia!-. Si lamentò.
:-Vediamo...vediamo. Quello, dovrebbe essere il Colorado?-. Chiese mentre prendeva una sfera tra le mani. La osservò, vi era scritto “Salina (Kansas)” dentro.
Ancora quella sensazione di sicurezza, aveva trovato la sfera giusta!
:-E' questa!- esclamò entusiasta -Non so come faccio a saperlo ma è questa!-.
Rise guardando la sfera tra le sue mani, poi lo Yeti e infine nuovamente la sfera, fissandola per alcuni secondi, in silenzio.
:-E adesso che devo fare?-.
Lo Yeti si portò una zampa al muso, svilito.

* * * *

Pitch vide la sua creatura d'ombra svanire ma questo non abbassò minimamente il suo entusiasmo, anzi, stava quasi cominciando a divertirsi.
:-Bene bene! Avete vinto il primo round, i miei complimenti!-. Applaudì i Guardiani.
Dentolina cadde a terra perdendo qualche piuma, le sue ali non riuscivano più a sostenerla, era troppo debole :-Cosa possiamo fare?-.
North le si avvicinò, afferrandola dolcemente per le spalle ed aiutandola ad alzarsi.
:-Siete pronti per il secondo?-. Continuò Pitch.
:-Ho un piano!-. Disse Jack, un attimo prima che un nuovo ruggito spezzasse il rombo del vento, talmente forte che dovette aspettare alcuni attimi prima di continuare la frase -Non è proprio sicuro ma è un piano!-.
 

* * * *



Come apparvero alla periferia della piccola città di Salina, la tempesta, che si stava svolgendo in quel posto, colpì entrambi con una forza tale che Scarlett dovette sorreggersi al pelo di Phil per non capitombolare a terra.
La ragazza prese un respiro profondo, quel salto, attraverso il vortice che li aveva portati lì, l'aveva scombussolata causandole un forte capogiro.
:-Sto quasi rimpiangendo il mio primo viaggio sulla Slitta!-. Commentò tenendosi le tempie.
Con non poca fatica si rimise in piedi, avvolgendosi il più possibile nella pesante mantella rossa che gli elfi le avevano confezionato assieme al vestito, e cominciò ad avanzare, sfidando la forza del vento, tenendo stretta tra le mani la lunga sciarpa che le veniva continuamente strattonata da quelle ondate di aria gelida.
:-Dove saranno?-. Chiese la ragazza allo Yeti, urlando per sovrastare gli ululati del vento.
Un violento ruggito, che riuscì quasi a rendere silenzioso tutto il resto, proveniente dal centro della città, le giunse come risposta.
La ragazza cercò con lo sguardo, tentando di capire cosa avesse emesso quell'enorme frastuono. Di sfuggita, riuscì a scorgere in lontananza una grossa massa nera che si spostava tra i palazzi. Stava sicuramente dando la caccia ai Guardiani.
Scarlett e Phil tentarono di andare incontro a quella creatura ma un bambino, sbucato fuori da un vicolo lì vicino, gli attraversò la strada, bloccandosi non appena vide quella curiosa coppia.
“Cosa ci fa un bambino in giro a quest'ora e con un tempo simile?” si chiese mentre il piccolo li fissava, immobile.
Aveva indosso un pigiama azzurro e aveva una coperta, a ripararlo da freddo, i piedi scalzi.
La ragazza stette per avvicinarsi quando lui scattò, correndole incontro ed abbracciandola :-Ti prego aiutami!- la implorò piangendo -Mi stanno inseguendo! Ho paura!-.
Alla ragazza si strinse il cuore, riconoscendo nelle sue parole il terrore che l'aveva divorata per anni.
E quindi era quello il futuro in cui ogni bambino avrebbe creduto?
Si chinò su di lui, prendendogli le spalle :-Come ti chiami?-.
Il bambino tirò su con il naso un paio di volte prima di rispondere :-Joel-.
:-Bene, Joel. Non devi avere alcun timore. Vedi lo Yeti, qui al mio fianco?- il piccolo annuì, fissando incredulo la creatura -Lui si chiama Phil ed io sono Scarlett. Siamo qui per aiutare te e tutti gli altri bambini-.
:-Farai andare via l'Uomo Nero?-. Chiese Joel asciugando gli occhi umidi.
:-Tu sai dove si trova?-. Chiese lei, stringendo, forse un po' troppo, la presa sulle sue spalle.
Il piccolo annuì ancora ed infine si volse verso il cielo, indicando una nera nube che si innalzava dal terreno, verso il centro della città.
E lo vide. Sulla cima di quel monte, nutrito da incubi e terrori, stava Pitch.
Scarlett si alzò, lasciando Joel, camminando lentamente verso quella nera nube :-Ti ho trovato-.
:-Signorina...-. La chiamò il bambino ma lei non aveva tempo, doveva andare!
:-Phil si prenderà cura di te!-. Disse senza nemmeno voltarsi.
Lo Yeti tentò di fermarla ma gli fu inutile, era già corsa via, alla volta di un viaggio assurdo e con poche possibilità di ritorno.

 
* * * *



Il Cerbero aveva dato loro del filo da torcere, vero, ma non era nulla al confronto dell'enorme Drago che si trovavano alle calcagna.
North, con Dentolina sulle spalle, e Calmoniglio si trovavano nei pressi della periferia occidentale di Salina, intenti a distrarre il possente rettile dagli altri due Guardiani.
Jack Frost infatti si trovava nel centro città e, sfruttando il vento, aveva raggiunto l'altezza dalla quale Pitch muoveva i fili della battaglia.
:-Combatti lealmente vigliacco!-. Urlò, lanciandosi in un attacco che il Re degli Incubi deviò con un semplice gesto del braccio, scatenando un'onda nera che per poco non investi il Guardiano.
:-Cosa credi di fare Frost? Hai deciso di abbandonare i tuoi amici e cercare la gloria tentando di sconfiggermi da solo?- gli chiese -Oppure, hai finalmente deciso di unirti a me?-.
Allungò i suoi lunghi artigli verso il ragazzo, invitandolo con un gesto della mano :-La mia offerta è ancora valida-.
Jack fissò il palmo di quella mano incolore in alcuni istanti di silenzio.
:-Non avrai più nulla da perdere al mio fianco-. Continuò, cercando di plagiarlo.
Il Guardiano si avvicinò al Re degli Incubi :-Hai ragione, non avrei nulla da perdere in un mondo in cui nessuno può contrastarmi- le sue dita stavano quasi per sfiorare quelle del suo nemico, pochi centimetri ancora e l' accordo, che avrebbe posto per sempre la fine dei Guardiani, sarebbe stati sigillato -Ma non è quello il mondo in cui ho deciso di vivere!-.
Ritrasse la mano, lasciando che l'uomo stringesse nella sua solo una piccola manciata di neve.
:-Ma cosa?-. Si chiese Pitch mentre questa volta era qualcun altro a prendersi gioco di lui.
:-Io non sono come te Pitch!- gli disse Frost -Certo, molto spesso sbaglio e forse dovrei prestare più attenzione ai miei doveri. Ma sono stato scelto per un motivo, e quel motivo è proteggere i bambini dai mostri che, come te, vogliono distruggere le loro speranze ed i loro sogni!-.
:-Ma c'è una cosa che mi chiedo- continuò -Come fai a sopportare la colpa delle tue azioni?-.
L'Uomo Nero strinse nuovamente il pugno, lasciando che la neve si sciogliesse, strinse talmente forte che i suoi artigli gli lacerarono la pelle.
:-Tu....COSA NE PUOI SAPERE TU?- tuonò il Re degli Incubi, completamente fuori controllo.
:-Proteggerli? Se solo voi, branco di incapaci, aveste svolto il vostro compito, forse lei...- ma le parole gli morirono in gola, incapaci di essere pronunciate -...lei..-.
Ad essere onesti, Frost non capì esattamente a cosa stesse facendo riferimento Pitch ma non era quello il suo interesse al momento. Era riuscito nel suo intento.
Ora toccava a Sandman fare il resto del lavoro.

 
* * * *



Le mancava poco, non era stato facile raggiungere il centro, in quella notte in cui vento e tenebre la facevano da padroni, ma ormai era quasi fatta.
Il nero muro era ora dinanzi a lei ma, come sarebbe giunta in cima?
La ragazza si guardò intorno frettolosamente. Lì vicino vi era solo una cattedrale, il cui campanile svettava in alto, proprio a fianco della nube. Se avesse raggiunto la sua cima, forse...
Un ruggito alle sue spalle, lo stesso che prima aveva sovrastato l'ululato del vento, interruppe lo scorrere dei suoi pensieri, facendola trasalire.
“E' più vicino di prima!”
Si volse lentamente, sperando che i suoi occhi non andassero ad incontrare ciò che si aspettava ma le sue preghiere non vennero ascoltate.
Il Drago era lì, a circa duecento metri da dove si trovava lei e la stava fissando come un piatto prelibato.
:-Scarlett!-. La chiamò Dentolina.
Si trovava proprio dietro all'enorme Incubo, accompagnata da North. E gli altri Guardiani? Che il Drago li avesse..?
:-Ti piace cacciarti nei guai eh?-. Le chiese Calmoniglio, dalla schiena della creatura che, percepita la presenza del Pooka, cominciò a dimenarsi. Ruggendo e facendo fuoriuscire dalle sue fauci un fuoco nero dalle sfumature blu.
Scarlett stava per andare loro incontro ma il Drago, oramai fuori controllo, aveva cominciato a correre nella sua direzione, facendo tremare il terreno ad ogni balzo.
:-Scappa!-.
Non se lo fece ripetere due volte! Si voltò di scatto, dirigendosi alla Cattedrale, e corse a perdifiato verso il bianco edificio.
Sentiva il fiato caldo della creatura sul suo collo ma, ormai, era giunta al grosso portone, sul quale era appesa una targhetta dorata con incise le parole “Cattedrale del Sacro Cuore”. Si aggrappò alla pesante maniglia di ottone e spinse con tutte le sue forze.
Il Drago si era fermato, prendendo un respiro profondo.
"Clack!" Era aperta!
Spinse il portone e si lasciò scivolare all'interno dell'edificio, giusto in tempo per evitare il ruggito infuocato della creatura.
Rimase distesa sul pavimento alcuni secondi, prima di tornare in piedi, respirando a pieni polmoni quell'aria intrisa dall'incenso.
“Sono sfuggita ad un Drago!” pensò.
:-Sono sfuggita ad un Drago!-. Ripeté, stavolta ad alta voce, scoppiando a ridere in una risata isterica e carica di adrenalina.
Quando finì di scaricare tutta la tensione, si alzò e corse attraverso la navata, giungendo ad una porticina, al lato dell'altare, che dava su una stretta scalinata a chiocciola che saliva su, fino al campanile.
:-Forse il Drago non era poi così male-. Commentò non appena vide tutti quei gradini.
Non si perse d'animo e, nonostante le gambe le dolessero come non mai, cominciò a salirli, inciampando più volte nei suoi stessi piedi.
Giunta in cima incontrò una porta metallica, per sua fortuna aperta. Le attraversò un brivido al pensiero di dover fare, nuovamente, tutte le scale per andare a cercare la chiave.
Una volta fuori, sul campanile, il vento tornò ad investirla, sollevandole la sciarpa e gonfiandole la mantellina.
La nube era proprio vicino a lei ma non era ancora abbastanza in alto. Non lo avrebbe mai raggiunto in tempo così!
:-Pensa Scarlett! Pensa!-. Si ordinò, battendo il palmo della mano contro la sua fronte. Era così vicina, non poteva fallire proprio in quel momento.
:-Maledizione!-. Imprecò, sferrando un colpo contro la coltre nera che aveva di fronte. Scoprendo, con estremo stupore, che la sua mano non vi passava attraverso, anzi, poteva afferrarla.
Provò anche con l'altra mano, stesso risultato. La forza di Pitch era ormai tale che i suoi incubi erano diventati “reali”.
“E se...” un'altra strana idea le balenò in testa.
Facendosi forza con le braccia ed il busto si arrampicò, issandosi sulla ringhiera del campanile.
Un solo passo falso, un minimo errore, e ad attenderla ci sarebbe stata una caduta libera, di un centinaio di metri, verso l'asfalto.
Tenendosi ancora con le braccia, immerse nella nube nera, staccò i piedi dalla ringhiera, lasciando pendere il proprio corpo nel vuoto.
“Ok, fin qui tutto bene”
Fece forza sulle gambe, incontrando un appoggio anche per loro.
“Bene! Ora comincia la vera e propria scalata” Pensò, cominciando a salire sulla nube “Se dopo questa non mi aumentano il voto a ginnastica, uccido qualcuno!”

 
* * * *



:-Dobbiamo distrarlo!- aveva detto Jack- Solo così potremo fare breccia nella sua difesa e colpirlo, quando meno se lo aspetta!-.
Sebbene il piano non fosse dei migliori, era rimasto la loro ultima spiaggia.
Erano alla resa dei conti.
Sandman si trovava alle spalle di Pitch, una ventina di metri al di sotto di lui, arco e freccia alla mano.
Avrebbe solo dovuto scoccarla, nulla più, e tutto sarebbe finito.
Questa volta, sperava, per sempre.

 
* * * *



:-Cosa c'è Pitch? Mh?- chiese Frost, tentando di irritarlo ancora -Il grande e potente Uomo Nero comincia a provare rimorso. E' così?-.
:-Fa silenzio!-. Gli ordinò Pitch, digrignando i denti.
:-Pensi di essere tanto furbo Frost? Credi che non mi sia accorto a che gioco stai giocando?-.
Il Guardiano si fermò a mezz'aria “No, ti prego no..”
:-Dov'è il tuo amichetto?-. Li aveva scoperti.
:-Non so di cosa stai parlando-. Gli rispose Jack, tradendo un'espressione preoccupata.
:-Come immaginavo- rise Pitch -Ma tanto non ho fretta, quando avrò finito con te, mi occuperò anche di lui-.
Le tenebre cominciarono ad avvolgere il loro creature, avvolgendolo in un nero scudo.
Il Guardiano fu sul punto di battere in ritirata ma...
“Non posso fuggire così!”
Quell'attimo di ripensamento fu la sua condanna. Un tentacolo si prolungò dallo scudo di Pitch, imprigionandogli la mano che impugnava il bastone, stringendogliela al punto tale che dovette lasciarne la presa, facendolo precipitare nel vuoto.
Non aveva più un'arma, non aveva più difese.
:-Preparati a sparire per sempre, Jack Frost!-. Urlò il Re degli Incubi preparando l'attacco che avrebbe annullato l'esistenza di quell'irritante spirito dell'inverno.
:-Pitch!-.
Ma l'attacco non venne mai sferrato.
:-Pitch!-.
“Non è possibile!”
L'Uomo Nero si volse, lo scudo che lo avvolgeva si dissolse.
Quasi non la riconobbe mentre gli correva incontro: i capelli scossi dal vento, avvolta in quella mantella rossa.
:-Scarlett! Che diamine ci fai lì?-. Le urlò Frost.
Ma la ragazza non lo sentì nemmeno, continuando a correre, imperterrita, verso Pitch.
L'Uomo rimase a guardarla, l'ombra di un sorriso incredulo andò a formarsi sulle sue labbra.
Ma avvenne tutto così in fretta.
Era così vera, così vicina. Ancora un passo e avrebbe potuto sfiorare le sue mani.
:-Tu sei...-. Ma, c'è sempre il “ma” in queste situazioni, non riuscì a terminare la frase.
Scarlett si immobilizzò di colpo, sbarrando i grandi occhi che cominciarono ad inumidirsi.
Si portò una mano al cuore, incontrando con la punta delle dita una superficie liscia ed appuntita.
Tentò di prendere un respiro ma una fitta di dolore la costrinse a trattenerlo.
Abbassò lo sguardo, realizzando ciò che ormai era ovvio: la punta dorata della freccia, che le aveva trapassato il petto, spuntava dalla superficie strappata della mantellina.
Guardò alle proprie spalle, incrociando lo sguardo con l'artefice di quell'atto.
Sandman stringeva ancora, tra le sue piccole mani, l'arco che aveva scoccato quella freccia; il suo volto distorto in un'espressione di dolore.
:-Perché?-. Domandò al Guardiano, in un singhiozzo, cominciando a barcollare. Un passo incerto dopo l'altro :-Ero così vicina-. Sussurrò con rimpianto un attimo prima di cadere, sorretta prontamente da Pitch.
:-No...no-. Disse lui mentre lasciava che la ragazza si sdraiasse sulle sue ginocchia, sorreggendo la sua testa con una mano e usando l'altra per toglierle la sciarpa che andò a pigiare sulla ferita, nella vana speranza di fermare l'emorragia. Della freccia non vi era più traccia ormai, era tornata ad essere della sostanza di cui era fatta: polvere.
Scarlett sorrise all'uomo, mentre le lacrime la rigavano il volto sempre più bianco :-Oh! Ora sei preoccupato per me?-. Chiese lei scherzando ed un poco stupita.
Ancora. Era ad un passo dalla fine, proprio come la volta precedente, ed ancora aveva la forza per scherzare.
Pitch lasciò andare la sciarpa e le prese la mano, stringendola, stava diventando fredda.
:-Sei viva-. Riuscì solamente a dire mentre qualcosa gli stringeva alla gola, facendogli bruciare gli occhi.
:-Beh..ancora per poco-. Scherzò lei, la voce sempre più debole.
La fine che aveva tanto temuto era giunta finalmente ma, al contrario di quello che si aspettava, non aveva rimpianti. Tra lei e sua madre non vi era più alcun muro di silenzio e verità non dette, aveva riacquistato i ricordi perduti ed era ritornata se stessa. Ma soprattutto, non aveva più paura.
Certo, forse avrebbe preferito vivere una vita lunga e piena, ma anche quello che aveva ottenuto le sembrò sufficiente.
Rimpianse solo di non essere stata in grado di svolgere il compito per il quale era giunta fin lassù.
Allungò la sua mano verso il volto di Pitch, andandogli ad accarezzare la guancia, inumidita da qualche lacrima. Eccola! Era quella la prova che cercava, il motivo che l'aveva spinta ad arrivare lì e ad affrontare vento, oscurità e Draghi inferociti!
Ma ormai non aveva più forze.
:-Tu puoi cambiare-. Gli sussurrò un attimo prima di chiudere gli occhi.
Alla fine ce l'aveva fatta.
Tutti i Guardiani furono partecipi di quella straziante scena. Persino North, Calmoniglio e Dentolina, giunti fin lì con l'aiuto della Slitta una volta riusciti a sconfiggere il Drago.
Sandman tentò di avvicinarsi al corpo della giovane ma Pitch, scagliandogli contro un solo e potente colpo, lo allontanò.
:-Non la toccate!- urlò per poi stringere a se la ragazza, più forte che poté, versando tutte le amare lacrime tra i lunghi capelli di lei.
Quella freccia, era destinata a lui ma...non era stato lui a scoccarla.
Volse ai Guardiani uno sguardo che tradiva mille emozioni e parole :-E' solo colpa vostra!-.Urlò.
Le tenebre cominciarono a vorticargli attorno, in un vortice che risucchiò entrambi, facendoli svanire nel nulla.
Non rimase traccia, ne di Scarlett, ne dell'Uomo Nero.
Il vento cessò di soffiare e le nubi si dissiparono, svelando un cielo che stava andando ad annunciare una rosea alba.
La sciarpa nera della ragazza volò via tra i palazzi, sospesa nella gelida aria invernale, sparendo nel chiarore dei primi raggi del sole.
La guerra era finita.
   
 
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