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Autore: valy88    27/09/2008    5 recensioni
“Pioverà”.
“Non lo farà” rispose una voce, alzando leggermente il volto verso l’alto.
“Da quanto sei diventato metereologo?”
“Non ti ricordi? Mi sono diplomato in meteorologia il tuo stesso giorno”.
“Sei insopportabile quando fai così” rispose lei stizzita.
“E tu una seccatura”.

ShikaTema
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai ore che stavano perlustrando i confini del villaggio di Khonoa; l’oscurità era calata già da qualche minuto, quel giorno era stato fin troppo nuvoloso, e le nuvole in cielo minacciavano pioggia da praticamente tutto il giorno

Desclaimers: i personaggi citati non appartengono a me, ma ai legittimi proprietari.

 

Note: allora finalmente ce l’ho fatta anche io, ho scritto la mia prima fan fiction su questa coppia che adoro. Non è stato facile, soprattutto scrivere dal punto di vista di Temari, è un personaggio abbastanza complicato. Ma se sono qui, a pubblicare questa storia lo si deve anche a Flavia (alias Shatzy su EFP) detta anche gigia XD. È grazie a lei, che è riuscita a convincermi, che ho scritto questa cosa (Flà mi riferisco alla storia ovviamente). L’idea era partita che la dovevamo scrivere insieme, ma poi, casualmente, mi ha “abbandonato”.

Il titolo significa “Questione di scelte”, mi direte voi se è coerente con tutta la storia oppure ho proprio sbagliato tutto XD.

Un ringraziamento particolare va a lei, perché mi ha aiutato molto, mi ha dato consigli e persino corretto la storia. Per cui grazie (_ _).

 

Vi auguro una buona lettura ^____________^

 

 

 

Matter of Choises

 

Dedicata a Flavia

perché È la gigia.

 

 

 

Erano ormai ore che stavano perlustrando i confini del villaggio di Konoha; l’oscurità era calata già da qualche minuto, quel giorno era stato fin troppo nuvoloso, e le nuvole, in cielo, minacciavano pioggia da tutto il dì.

“Pioverà”.

“Non lo farà” rispose una voce, alzando leggermente il volto verso l’alto.

“Da quanto sei diventato metereologo?”

“Non ti ricordi? Mi sono diplomato in meteorologia il tuo stesso giorno”.

“Sei insopportabile quando fai così” rispose lei stizzita.

“E tu una seccatura”.

Si zittirono entrambi, quella missione era iniziata male e stava concludendosi ancora peggio.

“Dovremmo fermarci per la notte, non è prudente continuare a camminare, c’è troppo buio e se veramente ci sono questi banditi in giro, potremmo rischiare”.

“Ma Shikamaru, mancheranno sì e no un paio d’ore, se ci sforziamo riusciremo ad arrivare”.

Temari, sono molto stanco, non ho voglia neanche di discutere, perciò fermiamoci qui” disse il ragazzo, fermandosi all’istante.

“Certo” rispose lei risentita “tu sei sempre stanco, passi tre quarti della tua vita a dire che sei stanco e il restante a non voler discutere, così facendo non risolverai mai i tuoi problemi!”

“Non ho voglia di litigare” disse lui sbuffando e sdraiandosi sul sacco a pelo che aveva aperto precedentemente.

“Noi abbiamo già litigato”.

 

<< Credi che per me sia facile? >>

<< Sei tu che vuoi rendere tutto più complicato. >>

<< Non è vero Shikamaru, ci sono cose che non posso lasciare. >>

<< Cose o persone Tem? No perché c’è differenza. >>

<< Kankuro e Gaara hanno bisogno…>>

<< Sono abbastanza grandi per badare a loro stessi, non hanno bisogno della loro sorella, per la miseria Temari, tuo fratello è il Kazekage! >>

<< Sono la mia famiglia! >>

Il ragazzo a quell’affermazione non replicò, sì era vero, loro erano la sua famiglia, però l’avrebbero presa così male se Temari fosse venuta a stare a Konoha, con lui? In fondo stavano insieme, era più che legittimo che lei venisse a stare al villaggio della foglia,  ma Temari non voleva staccarsi dai suoi fratelli.

Shikamaru estrasse il pacchetto di sigarette dal taschino del suo giubbotto da chuunin, ne prese una e se la mise in bocca.

<< Io non so più che fare per convincerti, perciò sei libera di tornare a Suna quando vuoi, anche adesso >> concluse lui accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata, sapeva che Temari non tollerava questo suo vizio, poco gli importava in questo momento, era nervoso e il fumo lo rilassava.

<< Non mi fare questo >> riprese la ragazza.

<< Questo cosa? >> chiese lui cercando di dimostrarsi il più disinteressato possibile.

<< Lo sai! Non mi costringere a scegliere fra te e loro >> rispose lei avvicinandosi al ragazzo, sfilandogli delicatamente la sigaretta dalle labbra e gettandola a terra.

<< Non ti sto imponendo di scegliere >> continuò lui abbassando improvvisamente il tono della sua voce << lo hai già fatto >> concluse sorpassandola e dirigendosi verso il palazzo dell’Hokage.

Temari rimase lì, immobile, lo sguardo fisso sulla schiena di lui, che si andava allontanando sempre di più.

Stava andando tutto bene, fino a qualche mese fa. Il problema più grosso era riuscire a far smettere di fumare Shikamaru.

Ricordava ancora quando tutto era cominciato, si trovavano al chiosco di ramen, stavano pranzando, avevano appena terminato la riunione settimanale per l’organizzazione dell’annuale esame di selezione dei chuunin, ed erano lì che chiacchieravano delle solite cose, di come, due giorni prima, Temari aveva scoperto Kankuro girovagare per il palazzo con in braccio la sua marionetta e di come Gaara cercasse in tutti i modi di scappare ai suoi doveri di Kazekage, e Shikamaru ascoltava mentre consumava il suo pasto e poi quella frase

 

<< Vieni a vivere con me >>

<< Come? >> chiese Temari, mentre sollevava lo sguardo verso il ragazzo

<< Non farmelo ripetere, hai capito benissimo >>

<< Perché? Perché ora? >>

<< Che domanda è? Non potresti semplicemente rispondere? >>

<< Shikamaru non so…>>

<< Lascia stare Tem, fai finta che non ti abbia chiesto niente >> aveva concluso lui, e la discussione era morta lì, avevano ripreso a pranzare in silenzio, consapevoli che, quella frase, aveva cambiato tutto.

 

 

Fino a quel momento non ne avevano più riparlato, ma Temari sentiva la necessità di riprendere l’argomento, non voleva infatti che Shikamaru pensasse che per lei i suoi fratelli fossero più importanti di lui”.

 Voleva chiarire, odiava litigare con lui, era snervante, e il fatto che si trovassero in quella ridicola missione non aiutava di certo. Volse lo sguardo verso Shikamaru, si era sdraiato per terra e aveva gli occhi chiusi. Vide che aveva anche accesso un piccolo fuoco per non congelare durante la notte. Stese anche lei il sacco a pelo per terra, se Shikamaru aveva deciso di rimanere lì, nessuno sarebbe stato capace di smuoverlo di un solo centimetro.

Le dava le spalle, era arrabbiato con lei, d’altronde ne aveva tutto il diritto, le aveva proposto di andare a vivere con lui e lei aveva rifiutato l’offerta. Forse lui non riusciva a capire le motivazioni che l’avevano portata a scegliere in questo modo. Lei, Kankuro e Gaara, si erano ritrovati da poco, non erano mai stata la famigliola felice che pranza e cena insieme. Lei non era mai stata bambina, era cresciuta subito dopo che la loro madre era morta, aveva dovuto badare a loro da sempre, e adesso lasciarli…non sapeva se sarebbe stata una buona idea lasciarli per andare a Konoha, c’era voluto del tempo per tornare a stabilire un equilibrio come se fossero una famiglia normale, credeva che una volta andata via tutto ciò che avevano costruito si sarebbe sfaldato come un castello di sabbia travolto da un’onda.

Dall’altra parte c’era Shikamaru si voltò verso di lui, sentiva il suo respiro lento.

Era l’unico che, per la prima volta nella sua vita, l’aveva fatta sentire veramente felice, nonostante i suoi piagnistei, i suoi mille seccatura al giorno. Shikamaru aveva il potere di toglierle il fiato in un sol gesto. C’erano volte che diventava davvero insopportabile con tutti i suoi lamenti e i suoi sbuffi, ma poi c’erano quei momenti, quelli per cui vale la pena sentire tutte le chiacchiere che vociferavano per Konoha, quei momenti che ogni volta che li ricordava arrossiva come un’adolescente nonostante quel periodo l’avesse ormai superato da qualche anno. Quei momenti per i quali avrebbe anche potuto lasciare da soli i suoi fratelli…

                                                                                                         

<< Non loro >> disse d’un tratto Temari rompendo il silenzio che si era istaurato già da qualche minuto.

Shikamaru si voltò lentamente verso di lei, adesso erano uno di fronte all’altra nonostante fossero sdraiati.

<< Come scusa? >>

<< Hai capito, non farmelo ripetere cry-baby >> rispose lei rivivendo una specie di dejavù.

<< Mi stai dicendo che…>>

<< Ti sto dicendo che se mai io dovessi scegliere tra te e i miei fratelli non sceglierei loro, hai ragione, sono abbastanza grandi per potersela cavare da soli, se dovessi rinunciarci riuscirei a superarla, ma se dovessi perdere te…beh non credo che riuscirei a rialzarmi così facilmente >> e mentre diceva questo un lieve rossore le si era espanso per tutto il viso.

<< È colpa del fuoco quel rossore sul tuo volto? >> cercò di sdrammatizzare la situazione il chuunin di Konoha

<< Certo cosa credi? >> gli rispose cercando di assumere un tono più che convincente

Shikamaru sorrise, eccola là la sua Temari, quella che nega perfino ciò che è chiaro come il sole. Colei che si lamenta del caldo persino a Konoha, che vuole avere sempre l’ultima parola. La sua seccatura insomma.

<< Ehi, mendekouze, vieni qui >> la prese delicatamente per una mano e la fece rotolare verso di lui, in modo tale che la schiena di lei si appoggiasse al petto del ragazzo. Le circondò la vita con le sue braccia e appoggiò il mento sulla sua spalla.

<< Aspetterò, aspetterò tutto il tempo che vorrai. Quando ti sentirai pronta a lasciare i tuoi fratelli, quando lo vorrai tu, basterà un solo segno e io te lo chiederò di nuovo. Odio litigare seriamente con te, preferisco quando mi insulti e mi chiami cry-baby >>

<< E allora perché prima te la sei presa cry-baby? >>

<< Beh mi era parso di capire che avresti preferito vivere insieme a quello psicopatico di tuo fratello Gaara e insieme a Kankuro e alle sue marionette…cerca di capirmi, io sono meglio di loro >>

<< Sei anche molto modesto sai? >>

<< Negalo allora >>

Non ricevendo alcuna risposta Shikamaru scoppiò in una risata liberatoria, e strinse ancora di più a sé la ragazza.

<< Stavolta sei arrossita davvero >> disse lui mentre lei si voltava con il viso verso il suo.

<< Non è vero, è sempre colpa del fuoco >>

<< Sì certo e scommetto anche che Choji si è messo a dieta >>

<< Ma quanto parli tu? >>

<< Quanto basta ovviamente >> e detto questo avvicinò la sua bocca a quella di lei << e per ora il discorso si chiude qui >> e dicendo questo poggiò le sue labbra su quelle di Temari che di rimando sorrise e ricambiò il bacio stringendosi ancora di più a lui.

Passarono la notte così, abbracciati davanti al fuoco che li riscaldava in quella tiepida notte primaverile, consapevoli che, convivenza o no, il loro amore avrebbe superato qualsiasi tipo di ostacolo.

 

  
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