Desclaimers:
i personaggi citati
non appartengono a me, ma ai legittimi proprietari.
Note: allora finalmente ce
l’ho fatta anche io, ho scritto la mia prima fan fiction su questa
coppia che adoro. Non è stato facile, soprattutto scrivere dal punto di
vista di Temari, è un personaggio abbastanza
complicato. Ma se sono qui, a pubblicare questa storia lo si
deve anche a Flavia (alias Shatzy su EFP) detta anche
gigia XD. È grazie a lei, che è
riuscita a convincermi, che ho scritto questa cosa (Flà mi riferisco alla storia
ovviamente). L’idea era partita che la dovevamo scrivere insieme, ma poi,
casualmente, mi ha “abbandonato”.
Il titolo
significa “Questione di scelte”, mi direte voi se è coerente
con tutta la storia oppure ho proprio sbagliato tutto
XD.
Un ringraziamento
particolare va a lei, perché mi ha aiutato molto, mi ha dato consigli e
persino corretto la storia. Per cui grazie (_ _).
Vi auguro una
buona lettura ^____________^
Matter of Choises
Dedicata a Flavia
perché È
la gigia.
Erano ormai
ore che stavano perlustrando i confini del villaggio di Konoha;
l’oscurità era calata già da qualche minuto, quel giorno
era stato fin troppo nuvoloso, e le nuvole, in cielo, minacciavano pioggia da
tutto il dì.
“Pioverà”.
“Non lo
farà” rispose una voce, alzando leggermente il volto verso
l’alto.
“Da
quanto sei diventato metereologo?”
“Non ti
ricordi? Mi sono diplomato in meteorologia il tuo stesso
giorno”.
“Sei
insopportabile quando fai così” rispose lei stizzita.
“E tu
una seccatura”.
Si zittirono
entrambi, quella missione era iniziata male e stava concludendosi
ancora peggio.
“Dovremmo
fermarci per la notte, non è prudente continuare a camminare,
c’è troppo buio e se veramente ci sono questi
banditi in giro, potremmo rischiare”.
“Ma Shikamaru, mancheranno sì e
no un paio d’ore, se ci sforziamo riusciremo ad arrivare”.
“Temari, sono molto stanco, non ho voglia neanche di
discutere, perciò fermiamoci qui” disse il ragazzo, fermandosi
all’istante.
“Certo”
rispose lei risentita “tu sei sempre stanco, passi tre quarti della tua
vita a dire che sei stanco e il restante a non voler discutere, così
facendo non risolverai mai i tuoi problemi!”
“Non ho
voglia di litigare” disse lui sbuffando e sdraiandosi sul sacco a pelo
che aveva aperto precedentemente.
“Noi
abbiamo già litigato”.
<< Credi che per me sia facile?
>>
<< Sei tu che vuoi rendere tutto
più complicato. >>
<< Non è vero Shikamaru, ci sono cose che non posso lasciare. >>
<< Cose o persone Tem? No perché c’è differenza. >>
<< Kankuro
e Gaara hanno bisogno…>>
<< Sono abbastanza grandi per badare a loro stessi, non hanno bisogno della loro
sorella, per la miseria Temari, tuo fratello è
il Kazekage! >>
<< Sono la mia famiglia!
>>
Il ragazzo a quell’affermazione
non replicò, sì era vero, loro erano la sua famiglia, però
l’avrebbero presa così male se Temari
fosse venuta a stare a Konoha,
con lui? In fondo stavano insieme, era
più che legittimo che lei venisse a stare al villaggio della foglia, ma Temari non voleva staccarsi dai suoi fratelli.
Shikamaru
estrasse il pacchetto di sigarette dal taschino del suo giubbotto da chuunin, ne prese una e se la mise in bocca.
<< Io non so più che fare
per convincerti, perciò sei libera di tornare a Suna
quando vuoi, anche adesso >> concluse lui accendendosi l’ennesima
sigaretta della giornata, sapeva che Temari non tollerava
questo suo vizio, poco gli importava in questo momento, era nervoso e il fumo
lo rilassava.
<< Non mi fare questo >>
riprese la ragazza.
<< Questo cosa?
>> chiese lui cercando di dimostrarsi il più disinteressato
possibile.
<< Lo sai! Non mi costringere a
scegliere fra te e loro >> rispose lei avvicinandosi al ragazzo,
sfilandogli delicatamente la sigaretta dalle labbra e gettandola a terra.
<< Non ti sto imponendo di
scegliere >> continuò lui abbassando improvvisamente il tono della
sua voce << lo hai già fatto >> concluse sorpassandola e
dirigendosi verso il palazzo dell’Hokage.
Temari
rimase lì, immobile, lo sguardo fisso sulla schiena di
lui, che si andava allontanando sempre di più.
Stava andando tutto bene, fino a
qualche mese fa. Il problema più grosso era riuscire a far smettere di
fumare Shikamaru.
Ricordava ancora quando tutto era cominciato,
si trovavano al chiosco di ramen, stavano pranzando,
avevano appena terminato la riunione settimanale per l’organizzazione
dell’annuale esame di selezione dei chuunin, ed
erano lì che chiacchieravano delle solite cose, di come, due giorni
prima, Temari aveva scoperto Kankuro
girovagare per il palazzo con in braccio la sua
marionetta e di come Gaara cercasse in tutti i modi
di scappare ai suoi doveri di Kazekage, e Shikamaru ascoltava mentre consumava il suo pasto e poi
quella frase
<< Vieni a vivere con me
>>
<< Come? >> chiese Temari, mentre sollevava lo sguardo verso il ragazzo
<< Non farmelo ripetere, hai capito
benissimo >>
<< Perché? Perché
ora? >>
<< Che domanda è? Non
potresti semplicemente rispondere? >>
<< Shikamaru
non so…>>
<< Lascia stare Tem, fai finta che non ti abbia chiesto niente >>
aveva concluso lui, e la discussione era morta lì, avevano ripreso a
pranzare in silenzio, consapevoli che, quella frase, aveva cambiato tutto.
Fino a quel
momento non ne avevano più riparlato, ma Temari
sentiva la necessità di riprendere l’argomento, non voleva infatti che Shikamaru pensasse
che per lei i suoi fratelli fossero più importanti di lui”.
Voleva chiarire, odiava litigare con lui,
era snervante, e il fatto che si trovassero in quella
ridicola missione non aiutava di certo. Volse lo sguardo verso Shikamaru, si era sdraiato per terra e aveva gli occhi chiusi.
Vide che aveva anche accesso un piccolo fuoco per non congelare durante la
notte. Stese anche lei il sacco a pelo per terra, se Shikamaru
aveva deciso di rimanere lì, nessuno sarebbe stato capace di smuoverlo
di un solo centimetro.
Le dava le
spalle, era arrabbiato con lei, d’altronde ne aveva tutto il diritto, le
aveva proposto di andare a vivere con lui e lei aveva rifiutato l’offerta. Forse lui non riusciva a capire
le motivazioni che l’avevano portata a scegliere in questo modo. Lei, Kankuro e Gaara, si erano
ritrovati da poco, non erano mai stata la famigliola felice che pranza e cena
insieme. Lei non era mai stata bambina, era cresciuta subito dopo che la loro
madre era morta, aveva dovuto badare a loro da sempre, e adesso
lasciarli…non sapeva se sarebbe stata una buona idea lasciarli per andare
a Konoha, c’era voluto del tempo per tornare a
stabilire un equilibrio come se fossero una famiglia normale, credeva che una
volta andata via tutto ciò che avevano costruito
si sarebbe sfaldato come un castello di sabbia travolto da un’onda.
Dall’altra
parte c’era Shikamaru
si voltò verso di lui, sentiva il suo respiro lento.
Era
l’unico che, per la prima volta nella sua vita, l’aveva fatta
sentire veramente felice, nonostante i suoi piagnistei, i suoi mille seccatura al giorno. Shikamaru aveva il
potere di toglierle il fiato in un sol gesto. C’erano volte che diventava
davvero insopportabile con tutti i suoi lamenti e i suoi sbuffi, ma poi
c’erano quei momenti, quelli
per cui vale la pena sentire tutte le chiacchiere che vociferavano per Konoha, quei momenti che ogni volta che li ricordava
arrossiva come un’adolescente nonostante quel periodo l’avesse
ormai superato da qualche anno. Quei momenti per i quali avrebbe
anche potuto lasciare da soli i suoi fratelli…
<< Non
loro >> disse d’un tratto Temari rompendo
il silenzio che si era istaurato già da qualche minuto.
Shikamaru si voltò lentamente verso di
lei, adesso erano uno di fronte all’altra nonostante fossero sdraiati.
<< Come
scusa? >>
<< Hai
capito, non farmelo ripetere cry-baby >>
rispose lei rivivendo una specie di dejavù.
<< Mi
stai dicendo che…>>
<< Ti
sto dicendo che se mai io dovessi scegliere tra te e i miei fratelli non
sceglierei loro, hai ragione, sono abbastanza grandi per
potersela cavare da soli, se dovessi rinunciarci riuscirei a superarla, ma se
dovessi perdere te…beh non credo che riuscirei a rialzarmi così
facilmente >> e mentre diceva questo un lieve rossore le si era espanso
per tutto il viso.
<<
È colpa del fuoco quel rossore sul tuo volto? >> cercò di
sdrammatizzare la situazione il chuunin
di Konoha
<< Certo cosa credi? >> gli rispose cercando di assumere
un tono più che convincente
Shikamaru sorrise, eccola là la sua Temari, quella che nega perfino ciò che è
chiaro come il sole. Colei che si lamenta del caldo persino a Konoha, che vuole avere
sempre l’ultima parola. La sua seccatura insomma.
<< Ehi,
mendekouze, vieni qui
>> la prese delicatamente per una mano e la fece rotolare verso di lui,
in modo tale che la schiena di lei si appoggiasse al petto del ragazzo. Le circondò la vita con le sue braccia e
appoggiò il mento sulla sua spalla.
<<
Aspetterò, aspetterò tutto il tempo che vorrai. Quando ti
sentirai pronta a lasciare i tuoi fratelli, quando lo vorrai tu, basterà
un solo segno e io te lo chiederò di nuovo. Odio litigare seriamente con
te, preferisco quando mi insulti e mi chiami cry-baby >>
<< E
allora perché prima te la sei presa cry-baby? >>
<< Beh
mi era parso di capire che avresti preferito vivere insieme a
quello psicopatico di tuo fratello Gaara e insieme a Kankuro e alle
sue marionette…cerca di capirmi, io sono meglio di loro >>
<< Sei anche molto modesto sai? >>
<<
Negalo allora >>
Non ricevendo
alcuna risposta Shikamaru scoppiò in una
risata liberatoria, e strinse ancora di più a sé la ragazza.
<<
Stavolta sei arrossita davvero >> disse lui mentre lei si voltava con il
viso verso il suo.
<< Non
è vero, è sempre colpa del fuoco >>
<< Sì certo e scommetto anche che Choji
si è messo a dieta >>
<< Ma
quanto parli tu? >>
<< Quanto
basta ovviamente >> e detto questo avvicinò la sua bocca a quella
di lei << e per ora il discorso si chiude qui >> e dicendo questo
poggiò le sue labbra su quelle di Temari che
di rimando sorrise e ricambiò il bacio stringendosi ancora di più
a lui.
Passarono la
notte così, abbracciati davanti al fuoco che li
riscaldava in quella tiepida notte primaverile, consapevoli che, convivenza o
no, il loro amore avrebbe superato qualsiasi tipo di ostacolo.