Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: chiccaxy    08/09/2014    0 recensioni
Storia di come una ragazza ed un'autista di pullman si siano innamorati nonostante le difficoltose circostanze..
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E’ strano!
Mi sento confusa, molto..una volta ho letto da qualche parte che se ti trovi in un posto da solo e dici ad alta voce tutto quello che hai dentro, dopo provi tanta leggerezza e sollievo. Beh, io c’ho provato. E sapete cosa ho sentito? La voce di una cretina che ha incanalato per troppo tempo angoscia e rabbia. Rabbia verso di lui, verso di me, per quello che provo..che a questo punto non so più se sia amore o semplice affetto.
Quell’affetto che si è guadagnato giorno dopo giorno..con i suoi sorrisi, con i suoi scherzi, con il suo essere arrogante e stronzo un attimo prima e il suo cercare di rimettere a posto le cose l’attimo dopo.
Se penso che tutto questo è iniziato per uno scherzo..se penso a tutte le conseguenze. Ero arrivata a non sopportarlo e ad allontanarlo sempre più da me, fino ad una mattina di aprile: non so come ha fatto, ma pian piano è riuscito a riprendersi il nostro rapporto..sgretolando in un attimo il muro che avevo costruito tra me e lui. Da quel momento sono successe così tante cose e così velocemente tanto da non accorgermene: le confidate, le parlate, gli scherzi, i messaggi, gli sguardi, le gelosie, il bacio..ed ora, addirittura, penso che quell’interesse sia svanito. Rimpianti? Per niente! Sarei pronta a rifare tutto!
Non so bene se tutto quello che è stato sia servito a farmi crescere. Non so cosa gli sia piaciuto di me, nonostante il mio essere un disastro. Non so se mi abbia mai voluto bene veramente. L’unica certezza che ho è che non dimenticherò mai quanto il ‘ragazzo’ dagli occhi azzurri mi abbia insegnato!
Ma facciamo un passo indietro, prima..
***
-Françoise, muoviti che altrimenti va via.-
-Arrivo, un momento!-

 
Ed eccoci di nuovo qui, io e la mia migliore amica Marianne, appena uscite da scuola che corriamo come pazze per arrivare in tempo al deposito dei pullman prima che il ragazzo (nonché autista), di cui Marianne si è presa una bella cotta, vada via.
Frequentiamo il quarto anno della ‘Kennedy High School’ ed oggi è l’ultimo giorno prima delle feste di Natale e ci è venuta la brillante idea di andare a salutare le persone che ogni giorno dell’anno scolastico ci prendono e poi riaccompagnano a casa e ci sopportano più di chiunque altro: gli autisti. C’è da dire che alla sottoscritta non è mai importato più di tanto di loro, sono stata sempre una ragazza taciturna e sulle sue, mi sedevo lontana dalla confusione che puo’ esserci negli ultimi posti sui pullman scolastici e lontana dalle tipe perfettine che occupavano i primi posti..diciamo che preferivo una posizione più centrale, e gli autisti erano, semplicemente, delle persone con cui scambiavo un ‘buongiorno’ e un ‘arrivederci’, a differenza di Marianne, che aveva un rapporto splendido con la maggior parte di loro. Ma quel giorno dovetti ricredermi anch’io.
 
-Pronta?..Buongiorno!- Marianne bussa alla porta ed entra tranquillamente dopo il consenso del capo-autista, il signor Joseph.
-Buongiorno, signorine. E tu come ti chiami?-
 
Io rimango pietrificata sulla porta, con tutti gli occhi puntati verso di me..il signor Joseph, Michael, Phil, Joseph e Màrio. Rossa come un peperone.
 
-Lei è un’amica, Françoise.- salvata in calcio d’angolo da Marianne.
-Ah, che bel nome!- Phil mi sorrise
-Sì, grazie. Vi lasciamo in pace un po’, visto che ci sono le vacanze quindi abbiamo pensato di venire a salutarvi..-
-Avete fatto bene. Ma..non state in piedi, accomodatevi.- e lo facemmo. Marianne sedette vicino a Joseph, io mi accomodai su una poltroncina vicino a Michael, un bel ragazzone sulla trentina. Parlavano del loro lavoro, quando all’improvviso entrò un ragazzo di un bar vicino con una scatola di quei panettoni dove all’interno c’è anche una bottiglia di spumante..un regalo di Natale dell’amico barman per gli autisti.
Lo aprirono e Phil ce ne offrì una fetta e un bicchierino, molto buono! Intenti a bere e a fare battutine mentre il signor Joseph era concentrato sullo schermo del suo computer per mandare delle cartoline di Natale..ma pare senza riuscirci granchè.
 
-Signorina Marianne, ma tu sai usare il computer?-
-Certo, le cose basilari..-
-E vieni un po’ ad aiutarmi; non ci riesco proprio. Troppa tecnologia, non sono abituato.-

 
Si alzò dalla sua poltrona girevole nera e fece accomodare Marianne. Tutti intenti a prenderla in giro quando vidi che, all’improvviso, divenne paonazza in viso.
 
-Buongiorno! Aeh, capo..non potevate scegliere una persona più competente da far sedere sulla vostra poltrona(?)-
 
E chi poteva essere?
Con quel suo sorriso da ebete entrò dalla porta Vincent,  la famosa cotta di Marianne. O come lo chiamo io: il nano 45enne con le cuffie. Vi state chiedendo perché? Beh, semplice. Non è abbastanza alto, dice di avere 45 anni (quando ne ha solo 35) e porta sempre, o quasi, le cuffiette del cellulare. Capelli neri e a spazzola.
 
-Più di te, sicuramente! Ma se sei così sicuro di te..accomodati!-
-Ma figurati. Attenta a non far bloccare il computer, piuttosto.-

-..Ecco, ha parlato! I fatti tuoi mai, giusto?-
 
Caso volle davvero si bloccò il computer. E io e Michael che dalla poltroncina ce la ridevamo. Adoro i loro continui battibecchi, adoro loro.
 
-Vincent non pensarci. Bevi un bicchiere di spumantino..- Phil gli offrì il bicchiere.
-Françoise sblocca ‘sto coso, altrimenti lo faccio volare giù per la finestra!-
 
Marianne si alzò e lasciò a me il posto.
 
-Di male in peggio..- dire che lo fulminai con lo sguardo è poco. –Ma perché invece di fare le splendide vicino al computer, che non siete capaci, non mi lavate un po’ la macchina? Così evito di pagare al ragazzo dell’autolavaggio.-
-Ma paghi noi..di certo non lo facciamo gratis.-
-Dieci euro tutte e due.-
-Dieci euro?- Phil si intromise nel discorso..
-Troppo, vero? Facciamo cinque e non se ne parla più!-
-Ma che simpatico!-

 
E andammo così avanti per tanto tempo, fino a mezzogiorno. Phil doveva andare ad Arpa, un paese vicino, e chiese un po’ di compagnia a me e Marianne. Noi accettammo, anche perché ci era simpatico e il nostro pullman non partiva prima delle due.
**
-Siamo già alla quarta macchina, è davvero una persecuzione!-
 
Siamo nel pullman con Phil e, come sempre, Marianne conta quante macchine vede uguali a quella di Vincent. E Phil cominciò ad insospettirsi..
 
-Devo prendermi anche io quella macchina, a tutti i costi.-
-Ma ti piace qualcuno che ce l’ha?-
-No!-
-Che macchina è?-
-E non posso dirtelo, Phil. Si capirebbe..-
-Dai, dimmelo. Io tengo la bocca chiusa.-
-Ehmm..ce l’ha un tuo collega. Che, preciso, non sopporto!-
-Chi è Vincent? Ti piace proprio, allora.-

 
In quel momento io e Marianne ci guardammo negli occhi, in silenzio. Se la conosco bene, in quel momento sarebbe voluta essere volentieri uno struzzo..con la testa sotto la sabbia senza vedere, né sentire nessuno.
 
-Ma no! A me non piace lui.-
-E chi ti piace al deposito, dai?-
-A me non piace nessuno..è Françoise che si è presa una cotta per un’autista.-

 
Giuro che la fulminai con lo sguardo, mi chiedo come non abbia preso fuoco..
 
-Davvero?-
-Sì. Peter, vero?- Marianne mi guardò con sguardo complice..
-Certo! Il mio cuore batte solo per lui, oramai. Non esistono altri uomini..-

 
Iniziai ad improvvisare..cosa non si fa per un’amica in difficoltà?
Il bello era che non ce l’avevo proprio presente questo Peter, potevo averlo visto un paio di volte. Ricordavo solo che era molto simpatico..
 
-Wow..allora dopo ti faccio parlare con lui, dai. Lo chiamiamo così gli dai gli auguri per Natale, così non ci resta male.-
-Certo, perché no?-
 
Povera incoscienza mia..mai andando a pensare che l’avrebbe fatto davvero. E invece appena arrivammo nel parcheggio dei pullman Phil prese il telefono e vidi l’inoltro di chiamata a Peter..ora sono io che volevo essere uno struzzo!
 
-Peter, che si dice? Dove sei?..no, perché c’è una ragazza che vuole parlare con te.-
 
Phil mise in vivavoce e mi incitò a parlare, ma io giuro che non sapevo che dire.
 
-PETER, SIAMO FRANCOISE E MARIANNE..-
-E allora?-

 
Figura di merda. Figura di merda. Figura di merda.
 
-Cosa c’è?-
-E niente..così. Phil cosa cazzo gli devo dire(?)-

 
Phil mi rise in faccia, tolse il vivavoce e continuò a parlare lui scherzando.
Giuro che volevo finire 5 metri sottoterra in quel momento..mi sentivo tremendamente imbarazzata. Dopo un po’ Phil chiuse la chiamata e, siccome iniziavano ad arrivare i pullman, cominciammo a dare gli auguri per il Natale..dopo Phil seguirono Michael, Màrio, zio Felix, poi Vincent e Joseph. Infine Juan che si trovava sul nostro pullman.
Tornai a casa, ringraziando che quella giornata (scolastica) fosse finita e che sarei ritornata dopo 20 giorni, quando tutto sarebbe stato dimenticato; anche se non fu così semplice come mi aspettavo..
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: chiccaxy