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Autore: irispaper29    09/09/2014    10 recensioni
Un anno è passato dalla sconfitta di Gea. Hazel sta cercando di accettare la morte di Frank, e Leo cerca di esserle vicino come meglio può. Jason e Piper stanno bene insieme, sono felici, ma comunque distrutti per la guerra. Annabeth e Percy stanno cercando di dimenticare il Tartaro e di ricostruire le loro vite. Ma Nico è quello che sta peggio, sarà messo a dura prova. Cerca di isolarsi, non vuole tornare al Campo, perché deve assolutamente dimenticare quell'amore impossibile.
"Forse era iniziato tutto per questo. La solitudine e la mancanza della sorella l’aveva spinto ad odiare e poi ad attaccarsi alla prima persona disponibile, quella che gli ispirava più protezione. Era forse quello il motivo per cui soffriva tanto. Una punizione per aver causato la morte di Bianca? Era per questo, che sentiva un forte dolore al petto ogni volta che vedeva quei due insieme?
Perché ormai non poteva più negare a se stesso che lui si fosse innamorato perdutamente di Percy Jackson".
Reperibile anche in inglese su fanfiction. net
Attenzione: possibili spoiler di "la casa di ade".
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Quando sentì l’elsa scivolargli dalle sue dita, non poté non fare a meno di sentirsi confuso. Sapeva che Percy era forte, ma era sempre riuscito a  parare i suoi colpi. Ora, invece, era diverso. Non aveva previsto una tale potenza. Sapeva che non avrebbe dovuto dare retta al figlio di Poseidone, avrebbe dovuto dirgli di no. Aveva perso. E tutto per colpa di Jason. Se non fosse stato per lui, non si sarebbe trovato in quella situazione. Si ripromise di ideare un modo originale per spedirlo negl’Inferi. Gli altri avevano ragione, Annabeth si era sbagliata. Lui era solo un debole, nient’altro un ragazzino di almeno settant’anni che si illudeva di essere forte, di avere anche un futuro, oltre ad un passato. E, proprio come Annabeth, si era sbagliato.
:-Wow-disse Percy, passandosi una mano sulla fronte. –Sei migliorato tantissimo, Nico.
:-Grazie, Percy-rispose il figlio di Ade, sperando di non essere arrossito. –Ma tu sei stato grande.
:-In realtà, pensavo che mi avresti schiacciato come un moscerino-disse il ragazzo, dandogli una pacca sulla spalla e allontanandosi distrattamente. –Sembravi molto determinato.
Nico fu certo di essere arrossito come un peperone quando avvertì le guance infiammarsi. Volse il suo sguardo a terra, vergognandosi di se stesso. Era arrossito come una stupida ragazzina.
:-Ho vinto!-esclama Jason con un sorriso. –Sgancia le dracme, Travis.
Travis brontolò qualcosa, lanciandogli una manciata di dracme d’oro in mano.
:-Non ci posso credere-mormorava Annabeth, pensierosa. –Eppure ero sicura…
Mentre gli altri semidei confabulavano, Nico ne approfittò per raccogliere la sua spada e andarsene indisturbato. Non poteva rimanere insieme a loro, non dopo quello che aveva fatto Jason.
Corse a perdifiato fino alla sua cabina e ci si chiuse dentro, per poi sdraiarsi sul suo letto, tutti suoi pochi muscoli che gridavano per lo sforzo del duello. Lanciò un sospiro. Era stanco, e non solo fisicamente. Il dolore fisico era qualcosa che poteva reggere senza problemi. Già non riusciva a sopportare quella situazione normalmente, figuriamoci con un Percy seminudo che insisteva a combattere con lui quando Nico sapeva fin troppo bene che sarebbe stata solo un’altra umiliazione.
Nico si chiese quando Afrodite si sarebbe stancata di giocare con i suoi sentimenti come con un bambolotto.
Sentendo la porta aprirsi, si alzò con un salto improvviso. Non sapeva in cosa sperasse, ma di sicuro non era Percy. Quando vide Jason entrare nella sua cabina con un sorriso a trecentosessanta gradi, desiderò solo di prenderlo a calci fino al confine del Campo. Jason aveva davvero avuto la faccia tosta di presentarsi lì, da lui, dopo ciò che aveva fatto?
Per la prima volta, Nico fu felice di essere così ossuto e leggero. Riuscì a raggiungerlo con uno scatto agile e veloce, per poi spingerlo contro il muro con tutta la sua forza e la sua rabbia. Per fortuna, Jason non era riuscito a prevedere la sua mossa, o forse non aveva la minima intenzione di difendersi, perché riuscì nel suo intento nonostante le sue braccia magre.
:-Tu, maledetto!-esclamò, stringendolo per la maglia.
:-Ok…-disse Jason, togliendosi Nico di dosso. Non sembrava affatto stupito.
:-Quello della maglietta è stato un colpo basso!-strillò il figlio di Ade, furioso.
:-Scusa, amico-rispose l’altro, senza perdere il suo sorriso. –Ma…
:-Non mi importa di quanto tu avessi puntato su Percy e quanto tu non avessi voglia di perdere-gridò, era talmente arrabbiato che le pupille si stavano lentamente restringendo. –Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere! Io mi sono fidato di te Jason, ti chiamo addirittura amico. Gli amici non consigliano velatamente alla cotta di uno di loro di togliersi la maglia per vincere un paio di dracme.
:-Ok, so che è stato stupido, e mi dispiace, però…-cominciò il biondo, ma l’altro lo fermò, afferrandolo per il collo della tshirt.
:-Dammi una sola ragione perché non dovrei spedirti negl’Inferi seduta stante-ringhiò il figlio di Ade, guardandolo negl’occhi.
:-Beh…-Jason deglutì, sapendo che quando Nico minacciava di morte qualcuno non scherzava affatto, e gli incuteva un po’ di timore, nonostante avesse imparato a conoscerlo e non lo stesse nemmeno sollevando da terra. – Perché se mi uccidi potresti distruggere il cuore di un sacco di persone?
:-Sei proprio vanitoso-sbuffò il ragazzo senza lasciare la presa. –Ritenta, sarai più fortunato.
:-Perché siamo amici e a questo amico stupido dispiace?-riprovò lui. Nico lo lasciò andare e Jason si sentì un po’ più tranquillo.
:-Senti, mi dispiace, non volevo certo farti arrabbiare-disse il figlio di Giove. –Però devi ammetterlo, Nico. Le tue guance sono diventate più rosse di un pomodoro e ti ho sentito deglutire.
:-Cosa vuoi che ti dica, Jason?-sospirò il figlio di Ade, sedendosi di nuovo sul materasso, sentendo la mancanza del concentrato di adrenalina che aveva avuto poco prima. –Si, mi sono comportato come una dodicenne con gli ormoni a mille. Vorrei vedere te davanti a Piper seminuda.
:-No, grazie-ribatté lui, scuotendo la testa. –Non se è in pubblico. E comunque, non l’ho vista nuda, se è questo che ti interessa.
:-Buon per te-disse Nico, infastidito. –Perché insisti su questa cosa, Jason? Lasciami in pace.
:-Io insisto perché tu sei innamorato di lui, Nico-replicò Jason, sedendosi accanto a lui e mettendogli un braccio intorno alle spalle. –E per quanto voglia bene di Annabeth e Percy, sono anche tuo amico. E desidero che tu sia felice.
:-Non ho mai avuto il diritto di esserlo, Jason-disse Nico, stringendo i denti. –Penso che se lo avessi avuto gli dei non mi avrebbero fatto questo, non credi?
:-Non devi pensare così, Nico-lo rimproverò il biondo. –Essere felice è un tuo diritto. E non puoi stare sempre a pensare agl’altri, a quello che potrebbero dire o pensare di te. Devi essere egoista, ogni tanto, e pensare almeno una volta a quello che è meglio per te.
:-Ma Percy non sarebbe felice, non con me-rispose il moro. –Io voglio solo che sia felice, Jason. Se lo è con Annabeth…per me va bene, credo.
:-Cavolo, Nico-disse Jason ridendo. –Sei il peggior bugiardo che abbia mai conosciuto.
:-Pensa quello che ti pare, basta che la smetti-disse il ragazzo, cercando di mantenere un tono indifferente.
:-Ok, cambiamo discorso-disse il biondo. –Alla fine, come si è risolta la situazione? Ho sentito dire che volevano espellere Percy e Leo, e rispedire Hazel al Campo Giove. È vero?
:-Si-rispose il figlio di Ade, annuendo.
:-Senza offesa, ma cosa ha fatto cambiare idea il Signor D? Non ha cercato di trasformarvi in delfini, o qualcosa del genere?
:-Ci ha provato-ammise Nico, a denti stretti. –Ma siamo riusciti a fargli cambiare idea.
:-Come?-chiese Jason, confuso. Voleva proprio sapere come c’erano riusciti.
:-Ho…ho detto che erano li per salvarmi-rispose Nico, arrossendo vistosamente.
Jason gli sorrise nuovamente:-Wow, Nico. Non sapevo che tu fossi così altruista.
:-Smettila-lo minacciò il figlio di Ade. –Non sono altruista. L’ho fatto solo per Hazel.
:-E Percy.
:-Suicidati prima che ci pensi io-ribatté Nico, volgendo lo sguardo a terra per non fargli intravedere il suo sorriso. Non sapeva perché, ma ogni volta che parlava di quel maledetto ragazzo le sue labbra si tiravano fino a costringerlo a sorridere. Era una sensazione bellissima e strana insieme.
:-Non ci penso nemmeno-rispose il ragazzo. –Non prima di averti visto felice, per una volta. Dovresti essere più egoista.
Nico allora sussurrò:-Lo so

Nota dell'autore: Ehi, ehi! Salve a tutti! Sono tornata dalle vacanze. Ho fatto nuove amicizie, conosciuto una ragazza di nome Anna che si veste sempre in pantaloncini e maglietta arancione e che ama l'architettura, e sono stata al mare con Percy e gli  altri (ovviamente Nico non ha fatto il bagno).
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito fino ad ora, vi amo!!!! Spero di sapere presto cosa ne pensate di questo capitolo.
Un bacione e buona lettura. E che la Pernico sia sempre a nostro favore.
   
 
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