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Autore: evelyn80    09/09/2014    0 recensioni
[Affari a quattro ruote]
[Liberamente ispirata alla puntata n° 7 della settima stagione]
In vacanza in Gran Bretagna, Evelyn rimane con l'auto in panne nel bel mezzo della campagna inglese. Mike ed Edd la aiuteranno a ripartire. Prima che ciò accada, però, tra lei ed il meccanico scoccherà una scintilla.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio autrice: Buongiorno a tutti! Eccovi il secondo capitolo della storia! Spero che possa piacere... ;-) Bacioni!
Evelyn

DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, ne offenderle in alcun modo.





Capitolo 2

 

 

La mattina successiva, di buon’ora, dopo aver fatto un’abbondante colazione, Evelyn si incamminò a piedi verso l’officina di Mike e Edd, con il sacchetto di fragole appeso al braccio. Era una buona camminatrice, e non la spaventava la prospettiva di dover scarpinare per più di un’ora. Il tempo era splendido, e la sua fu una piacevole passeggiata immersa nel verde.

Trovò Edward indaffarato intorno al "mouse su ruote", come ormai lo definiva nella sua mente, mentre Michael non c’era:

"E’ andato a comprare dei pezzi per questa Bond Bug…" le spiegò il meccanico, indicando la scatoletta arancione sul ponte sollevatore.

"Ah, è così che si chiama? Io credevo fosse un cassonetto per la spazzatura…"

Il meccanico ridacchiò, poi soffiò verso l’alto per cercare di spostare un ciuffo ribelle di capelli bianchi che gli solleticava la fronte. Poiché non ci riuscì, tentò di scostarlo con il braccio: aveva le mani completamente ricoperte di morchia e grasso e non voleva sporcarsi più del necessario. Evelyn sorrise ai suoi maldestri tentativi ed alzò una mano per aiutarlo:

"Grazie…" le disse lui, abbassandosi un poco per facilitarle il compito. Nel fare così, i due si fissarono per un momento negli occhi. Quelli del giovane uomo erano talmente intensi che per un attimo Evelyn provò un brivido lungo la schiena, accentuato anche dal contatto con i suoi capelli. Durò solo per un brevissimo istante, poi Edd si raddrizzò e la ragazza si riscosse, scuotendo le spalle come a voler scacciare via quella strana sensazione.

Nel muoversi, il sacchetto le sbatté contro la vita ed allora si ricordò delle fragoline:

"Vi ho portato delle fragole…" disse, porgendole al meccanico: "Il Bed & Breakfast ne è letteralmente circondato, e ieri sera non ho saputo resistere alla tentazione di "farne il pieno"…"

"Oh, grazie! Che pensiero gentile! Io adoro le fragole, ma purtroppo non ho mai il tempo di andare a raccoglierle… Mike mi tartassa di lavoro…" disse, abbassando leggermente il tono, come se temesse che il socio potesse sentirlo anche a distanza.

Evelyn sorrise, poi riportò la conversazione sull’argomento che più le premeva:

"Avete avuto buone notizie, per la mia auto? Trovato niente?"

"No, purtroppo… Ieri sera Mike ha insistito fino a tardi, ma non ha avuto successo… Comunque non temere: credo che sarà questione solo di un paio di giorni…"

"Lo spero, perché purtroppo non ho molto tempo a disposizione… Non posso restare in vacanza troppo a lungo… Bè, visto che devo aspettare, ne approfitterò per visitare questa parte di Inghilterra! C’è qualcosa di interessante da vedere?"

"Intendi oltre alla nostra officina?" le rispose Edd con un sorriso compiaciuto; lei annuì.

"Temo di no: solo alberi, fiumi e… piante di fragoline…"

"Poco male: farò una passeggiata e magari mi sederò un po’ all’ombra a leggere…" disse mentre prendeva dalla sua auto il suo libro preferito ed un plaid: "Passerò di nuovo più tardi!"

"D’accordo! Buona passeggiata!

"Grazie!" rispose Evelyn mentre già usciva e si richiudeva la porta dell’officina alle spalle.

La campagna in cui era immersa era nel pieno della bellezza estiva: la ragazza passeggiò per un po’ lungo la strada che costeggiava campi coltivati intervallati a macchie di alberi, poi si fermò all’ombra di un salice che cresceva lungo le sponde di un piccolo canale. Stese a terra il suo plaid e si sdraiò a leggere.

Il mormorio del ruscello ed il ronzio degli insetti, aggiunto al piacevole tepore dell’aria, ben presto però ebbero la meglio su di lei; ed appoggiando la testa sulle braccia, Evelyn si lasciò andare ad un pisolino.

Il suo risveglio fu quanto mai brusco: lo scoppio fragoroso di un tuono, che la fece destare di soprassalto, sobbalzando per lo spavento. Non fece in tempo a strofinarsi gli occhi per tornare presente a se stessa che già grossi goccioloni di pioggia cominciarono a cadere, lasciando grosse macchie scure sui suoi abiti.

Raccolse in fretta le sue cose e tenendosi il plaid sulla testa nel tentativo di ripararsi la ragazza si incamminò a grandi passi verso il capannone, che riusciva ancora ad intravedere in mezzo alla cortina di pioggia che arrivava proprio da quella parte.

Dopo pochi minuti, il temporale si scatenò violento: un vero e proprio nubifragio che in pochi istanti la inzuppò da capo a piedi. Bestemmiando come una turca, Evelyn rinunciò al suo tentativo di coprirsi con la coperta e si mise a correre più veloce che poté verso la sua meta. Quando finalmente la raggiunse era fradicia dalla punta dei capelli a quella delle scarpe, che si erano letteralmente riempite d’acqua.

Quando Edd la vide piombare dentro lasciò andare gli attrezzi che aveva in mano e corse da lei:

"Evelyn… Sei bagnata come un pulcino! Eri ancora là fuori con questo tempo? Io credevo che fossi tornata al B & B!"

"Ho avuto uno splendido assaggio del vostro meraviglioso tempo atmosferico!" rispose lei, gettando via il plaid e strizzandosi i capelli: "Mi sono appisolata sotto il sole e sono stata svegliata da un temporale!"

Lo disse con un tono di voce tale che il meccanico non riuscì a non mettersi a ridere.

"Non è affatto divertente!"

"Scusami… Non volevo offenderti… Vieni… Puoi farti una doccia ed asciugarti un po’, se vuoi…" le disse, precedendola verso il suo spogliatoio: "Io intanto vedo se riesco a trovarti dei vestiti asciutti…"

Evelyn non si fece pregare: il getto d’acqua calda la ritemprò e quando fu di nuovo asciutta vide che Edward le aveva lasciato una maglietta rossa, taglia XXXL, con il logo dell’officina – una banana con gli occhiali da sole seduta alla guida di un divano con le ruote – stampata sopra. Era talmente grande che le faceva quasi da vestito, visto che le arrivava a metà coscia, con le maniche che le sfioravano i gomiti.

Senza preoccuparsi più di tanto del fatto che non indossava i pantaloni tornò nell’officina. Non appena la vide, Edd lasciò cadere il cacciavite che aveva in mano, fissandola per qualche istante senza nemmeno battere le palpebre. Poi, quando si rese conto che anche lei lo stava fissando, divenne rosso come un pomodoro e cercò di nascondere l’imbarazzo chinandosi a raccogliere l’attrezzo.

"Scusa, ma non ho pantaloni della tua taglia e…"

"Stai tranquillo, non fa nulla!" gli rispose Evelyn, consapevole ed anche un po’ compiaciuta della reazione che aveva suscitato nel giovane uomo al suo apparire. Spostò poi la sua attenzione sul logo:

"Mi puoi spiegare il significato di questo stemma? Perché una banana al volante di un divano?"

Il meccanico si tolse i guanti di lattice arancione che aveva indossato per cambiare l’olio alla Bond Bug e le fece cenno di seguirlo, precedendola verso una porticina che si apriva su un’altra ala del capannone. Al suo interno erano contenuti i veicoli più strani che la ragazza avesse mai visto, persino più strani ancora del "cassonetto motorizzato" che Edward stava riparando: c’erano una scrivania, un letto matrimoniale, un capanno per gli attrezzi, un divano in tutto e per tutto uguale a quello del logo e persino una vasca da bagno, tutti adeguatamente dotati di propulsore.

"Cos’è questa roba? Sembra il laboratorio di qualche ingegnere pazzo!" rise Evelyn, avvicinandosi al divano e sfiorandone il tessuto leopardato con un dito.

"Non so se prenderla come un’offesa oppure come un complimento…" replicò Edd, incrociando le braccia sul petto.

"Vorresti dirmi che questa accozzaglia di mobili a motore è opera tua?!"

"Esattamente!"

Ad Evelyn il tono di voce del meccanico parve leggermente offeso, così cercò di stemperare un po’ gli animi:

"Scusami Edward, non volevo mancarti di rispetto… E solo che… non avevo mai visto niente del genere, prima d’ora… Funzionano veramente?"

"Certo che funzionano! Ho vinto parecchi Guinnes World Record, con questa accozzaglia di mobili!"

"Accidenti, volevo rimediare all’offesa ed invece te ne ho procurata una ancora maggiore… Scusami ancora…".

La ragazza chinò gli occhi, in segno di scusa: non aveva avuto intenzione di mancargli di rispetto. Quell’uomo le stava simpatico, parecchio simpatico in verità, e le dispiaceva molto di averlo offeso. Tenendo sempre il viso abbassato, alzò lo sguardo per guardarlo dal basso e la sua espressione fu così comica che Edd non poté evitare di mettersi a ridere:

"Non guardarmi così, sembri un cane bastonato!" le disse, avvicinandosi a lei, mettendosi seduto sul divano dietro al volante ed invitando Evelyn a fare altrettanto.

"Però, è comodo!" constatò lei, rimbalzando con il sedere sul cuscino. "Allora questo sarebbe il "divano più veloce del mondo"?"

"Proprio così! Abbiamo anche la scrivania… il capanno da giardino… il letto a due piazze… ed ultimo, ma non meno importante, lui, il "Bog Standard", il bagno più veloce del mondo!"

Mentre parlava aveva indicato col dito i vari pezzi di arredamento, ma quando era arrivato alla vasca da bagno il suo sguardo si era letteralmente illuminato: era evidente che era il pezzo forte della sua "collezione" e che ne andava molto fiero.

"Che figata!" esclamò Evelyn, alzandosi dal divano ed avvicinandosi a quello che scoprì essere una specie di sidecar modificato, con un lavabo ed un cesto della biancheria sporca a coprire il manubrio della motocicletta e la vasca inserita al posto della motocarrozzetta.

"Mi piacerebbe un sacco provarlo, sai?"

"Si può anche fare… Magari domenica, se non piove…"

"Sempre che la mia macchina non sia pronta prima…"

"Temo di no, purtroppo: oggi è già giovedì, ed a meno che Mike non torni stasera con un motore adatto, cosa di cui dubito fortemente, credo che per domenica sarai ancora qui…"

La ragazza abbassò un po’ le spalle, ma rispose allegra:

"Poco male… Comincio a stare bene qui con… voi!"

Si era resa conto che stava per dire "con te" ed era riuscita a correggersi all’ultimo momento: non voleva che Edward pensasse chissà cosa. In fondo lei era andata lassù per dimenticare un amore finito male, e non certo per nuove avventure, per cui non si sentiva ancora pronta. Però… quell’uomo, nonostante tutto, la intrigava, ed il fatto che fosse una specie di genio dei motori non faceva che alimentare ancora di più la sua voglia di conoscerlo meglio.

Nel frattempo, anche lui si era alzato e l’aveva raggiunta, mettendosi le mani in tasca:

"Mi fa molto piacere che tu stia bene con noi…" le disse, e lo sguardo che le lanciò per poco non la fece sciogliere come un gelato: Evelyn non aveva mai visto occhi più profondi dei suoi! Rimase a fissarlo per quella che le parve un’eternità; anche se in realtà il tutto durò solo un misero attimo, durante il quale però il cuore prese a batterle all’impazzata e fu costretta a ricorrere a tutta la sua forza di volontà per resistere alla tentazione di lasciarsi scivolare tra le sue lunghe braccia: non voleva certo dargli l’impressione di essere una "donna di facili costumi"!

L’idillio fu interrotto dal rumore di un motore in avvicinamento: Edd distolse lo sguardo dalla ragazza, volgendolo fuori da una delle finestre del capannone.

"Ecco Mike che ritorna! Speriamo che abbia trovato tutto quello che gli avevo chiesto!" e con quelle parole tornò nell’altra ala, seguito dalla ragazza, che all’improvviso fu assalita da un senso di profonda vergogna all’idea di farsi vedere da Michael senza pantaloni:

"Che strano…" pensò: "Non ho avuto nessuna vergogna di Edd… Vuoi vedere che me ne sto innamorando davvero? Oh, Evelyn non dire sciocchezze! Come puoi innamorarti di un uomo che conosci da nemmeno due giorni?! Pensa solo alla tua macchina ed alla bella vacanza che farai non appena lascerai quest’officina!"

La ragazza scosse le spalle, per allontanare tutte le sensazioni provate fino a quel momento, e cercò di allungare il più possibile la maglia verso le ginocchia.

"Eccomi di ritorno!" proruppe il venditore, entrando nell’officina con una scatola di cartone sotto braccio:

"Tieni, spilungone, questa è per te! Il resto è nel bagagliaio…" disse, consegnando il pacco al meccanico e facendo un cenno con il pollice verso la Range Rover parcheggiata all’esterno: "Ho una buona notizia anche per te, cara… Ma… sei mezza nuda! Che cosa ti è successo?" esclamò quando notò l’abbigliamento a dir poco spartano della ragazza, per poi abbassare subito dopo il tono di voce con fare cospiratorio, aggiungendo: "Ho forse interrotto qualcosa…?" ed ammiccando in direzione di Edd, che stava scaricando i pezzi di ricambio.

Evelyn, che era già abbondantemente arrossita non appena Mike l’aveva guardata, a quell’ultima frase assunse una tonalità violacea, sentendosi avvampare per la vergogna. Fu costretta a deglutire due volte prima di poter rispondere:

"No, non hai interrotto proprio niente! Sono ridotta così perché sono stata sorpresa da un temporale durante la mia passeggiata, e Edward mi ha gentilmente prestato una sua maglietta… Allora, qual è la buona notizia?"

"Ah, già! Me ne stavo dimenticando…". Il commerciante lasciò indugiare per un attimo lo sguardo sulle gambe nude di Evelyn – che tentò ancora una volta, inutilmente, di far crescere la maglia in lunghezza con la sola forza del pensiero – prima di continuare:

"Sono riuscito a trovare anche un motore per la tua auto! Purtroppo non ho potuto prenderlo subito, perché non avevo più spazio in macchina…" ed indicò Edward che nel frattempo stava portando all’interno un nuovo tetto in vetroresina per il "mouse arancione": "Ma mi hanno promesso che lo spediranno domani pomeriggio al più tardi!"

La bella notizia fece dimenticare per un attimo alla ragazza che non indossava i pantaloni:

"Evviva! Questa si che è una fantastica notizia!" esclamò facendo un salto di gioia che mostrò ai due uomini molto più di quanto, in condizioni normali, avrebbe voluto.

"Direi che dobbiamo festeggiare!" aggiunse l’uomo più anziano, sbottonandosi un po’ la camicia: la visione che quella ragazza gli proponeva gli aveva fatto venir caldo… "Cosa ne dite di andare fuori a cena? Hanno aperto una nuova pizzeria in paese, e sono giorni che mia figlia insiste per andarci… Così almeno posso finalmente accontentarla!"

Evelyn annuì, entusiasta, ed entrambi spostarono poi lo sguardo sul meccanico:

"D’accordo… Non vedo perché no…"

"Allora devo andare a prepararmi… Non posso certo venire conciata a questo modo! Mi accompagni tu, Mike, al B & B?" chiese la ragazza mentre raccoglieva i suoi vestiti ancora fradici.

"Certo! Stasera passi tu a prenderla, Edd?"

"Sicuro!" rispose il meccanico, alzando per un attimo lo sguardo dalla Bond Bug: "Passerò verso le sette…"

"Perfetto! A dopo! Ciao!" e con la maglietta rossa che gli ondeggiava contro le cosce seguì Michael all’esterno, consapevole però che lo sguardo del giovane uomo era rimasto fisso sul suo didietro mentre si allontanava.



 
  
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