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Autore: darkronin    09/09/2014    2 recensioni
Terza e ultima parte (spero) della saga 'L'ira degli Eroi'
Scopriremo, finalmente, come sono connessi tra loro Loki, Thanos e i potenti della Terra e cosa ciascuno di essi nasconda o desideri. Vedremo come i nostri eroi, finalmente riunitisi, finiranno nei guai e cercheranno di uscirne.
- - - - - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - Altri personaggi secondari aggiuntivi rispetto alla fic precedente: I nuovi personaggi introdotti in quest'ultima parte, per ora, sono solo l'agente 13 Sharon Carter, i gemelli Fenris, Ercole, Sersi, Ares, Danny Rand e Luke Cage, Polaris, Havoc, Ciclope, Sole Ardente, Cable (in minima parte).
+ Riferimenti a World War Hulk, Age of Apocalypse, Secret Invasion, House of M
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
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20. Il potere di Thor






All'esterno il combattimento infuriava. Mystica e Ororo erano riuscite a sbloccare le manette dei prigionieri senza far loro saltare gli arti. Ancora storditi e mezzi incoscienti, Hellstorm, Drumm e Strange avevano cercato di racimolare un po' di energia per scagliare qualche sortilegio ma erano troppo esausti per riuscire a concentrarsi adeguatamente.

“Tu sei il figlio di Odino...” biascicò sfinito il giovane antropologo ed esorcista scorgendo Thor che cercava di darsi da fare come poteva.
Il biondo dio norreno gli si avvicinò “Mi conosci?”
“Non direttamente...” sputacchiò “Ma conosco Hela e Loki. E Odino. Un nostro amico...” disse lanciando un'occhiata al giovane psicologo haitiano che diede un cenno della testa, a conferma delle sue parole, mentre scrutava il biondo con occhio clinico “...è membro dei Guardiani della Galassia, credo tu li conosca...”
Prima che Thor potesse anche solo fiatare per replicare a quell'asserzione e prodigarsi in solenni promesse di reciproco aiuto e stima, lo stregone lo anticipò “Il tuo potere non è perduto. Aiutare l'umanità è la condizione. Ma è un'esigenza che è ormai tua come una seconda pelle. Proteggere Midgard è importante quanto proteggere Asgard...” disse con gli occhi velati dalla patina di un'improvvisa cataratta “Puoi vendicare qualunque torto mosso agli umani mediante il tuo potere. Il vincolo di Odino era un pretesto capzioso nascosto in una bailamme di doveri. Crescere prima di rivendicare qualunque diritto al trono. Ma il padre degli dei aveva capito quale fosse il tuo più grande desiderio. Ed egli sa meglio di te cosa è meglio per te... scusa l'anafora...” si giustificò quello con un imbarazzo così umano che strideva con il tono trascendentale onnisciente usato fino a quel momento “Prestagli ascolto quando vi incontrerete di nuovo, a fianco di Loki, per proteggere Asgard dall'invasore... Egli sa qual è stato il motivo primigenio che ti ha spinto a difendere la Terra ma sa anche che, ora, non è che un pretesto anch'esso. Tu ambisci alla gloria della battaglia. Ma per quel che riguarda gli affetti, non c'è nulla come casa...” così dicendo, allo stesso modo con cui si era intromesso nel discorso di Daimon Hellstorm, Jericho Drumm tacque, esausto dalla sua visione o dalla comunicazione avuta, probabilmente, sul piano astrale.
Thor sembrava turbato, i rumori della battaglia ormai ridotti a un brusio attutito in sottofondo. Le parole dello stregone l'avevano confuso e avrebbe dovuto analizzarle con calma, non appena fossero riusciti a mettersi in sicurezza. Ora, però, i suoi amici avevano bisogno di lui, gli scontri infuriavano e lui non era di alcuna utilità.
Pretesto capzioso, aveva detto.
I suoi amici avevano bisogno di lui. Amici umani. Per combattere una minaccia non umana. Nel breve termine. Ma già nel medio termine, l'umanità tutta era messa a repentaglio da un manipolo di altri uomini che volevano soggiogarla. Che fosse questo il ragionamento che non aveva fatto fin dal principio e che l'aveva precipitato nello sconforto? Odino non aveva messo restrizioni sugli avversari. Robot o umani che fossero, per difendere Midgard poteva ricorrere al potere del tuono. Strinse i pugni lungo le gambe e si ritrovò a fissare il giovane Hellstorm dritto negli occhi, come ipnotizzato. Intorno a loro si levò un forte vento. Violente scariche elettriche si diramarono repentine dalla zona circostante.
“Che cosa succede?” domandò Sharon Carter volgendosi verso Ororo che si giustificò con un'alzata di spalle.
“Non sono io!” replicò la donna prima di volgere, incredula, gli occhi verso il dio rapito da una sorta di trance. Thor levitava a mezz'aria e i lunghi capelli biondi gli frustavano il volto.
D'un tratto un bagliore accecante costrinse i presenti a ripararsi gli occhi.
Quando il piccolo uragano cessò, davanti a loro Thor svettava vestito di tutto punto con la sua armatura lucente, l'elmo alato calcato in testa, il mantello di lana rossa che pendeva nervoso dalle spalle... e Mjöllnir stretto saldamente in pugno. Con un movimento tanto naturale quanto violento, Thor si lasciò scivolare a terra e, nel farlo, lasciò che il peso del braccio portasse il martello contro il pavimento. La deflagrazione che ne seguì mandò in tilt i macchinari tutt'attorno e fece saltare la luce.
Solo gli Ultron 0.5 si muovevano ancora e, in quell'impenetrabile oscurità, facevano saettare i solo laser come le lame delle luci iridescenti e sincopate delle discoteche.
“Ho davvero di nuovo i miei poteri...” si stupì osservandosi le mani.
Il suo stupore non durò a lungo. Uno sguardo determinato e divertito gli balenò negli occhi e in un lampo fu sul campo a combattere spalla a spalla con quelli che lui riteneva i suoi compagni.
“Ho fatto!” esultò a un certo punto Janet, ritornando a grandezza naturale in mezzo a quel mucchio di rottami ambulanti.
“Non mi pare sia cambiato nulla...” commentò l'Uomo Ragno piroettando in aria e sparando le sue ragnatele ormai quasi esauste. Aveva provato a ingabbiare quei robot in ogni modo ma quelli trovavano stratagemmi sempre nuovi e creativi per liberarsi.
“No, guarda!” lo corresse Stark sotto la morsa di un Ultron.
Il robot da cui era emersa Janet sembrava essersi disattivato e svettava immoto al centro della sala mentre tutt'intorno continuava a infuriare lo scontro.
“Beh, è fantastico! Ne abbiamo sistemato uno... ne mancano solo altri novantanove...” commentò sarcastico il ragno.
“Strano...” disse Janet osservando da vicino il robot. “Dovrebbero essere tutti collegati da un unico microprocessore. Come gli animali, cervello collettivo...”
“Se è come gli animali siamo fregati!” commentò ancora il ragno “Perché cervello collettivo vuol dire che ognuno è indipendente e fanno solo sistema. Eliminato uno il gruppo si riassesta e continua sulla sua strada, imparando dagli errori del singolo... Diverso sarebbe se fosse come le piante. Cervello centrale e diverse propaggini. Uccidi il centro e muore il resto. L'esempio che cerchiamo noi è l'idiozia su cui solo la società umana può reggersi. Tolto un cervello a caso crolla l'intero sistema.”
“Ma è risaputo che Hank è stupido...” commentò Deadpool non lontano
“Non ti permettere di insultare mio marito, sgorbio!” replicò Janet lanciando una scarica elettrica sul sedere di Wade che saltellò sul posto tra l'indispettito e il compiaciuto.
Distratto da quella mossa, tuttavia, Deadpool perse l'equilibrio e finì schiacciato da un robot che non perse tempo a caricare il suo Enchepalo – Beam “Oh, cacchio! Dai ragazzi, datemi una mano... non voglio perdere la testa per un robot...non sono ancora così pazzo... Perdere la testa, l'avete capita? Ah ah ah ah”
Ma nessuno lo badava e anzi, Janet, ripreso a combattere come poteva gli altri robot, continuò a battibeccare con l'arrampicamuri “E per essere precisi, Spidey, intendevo dire che dovrei avergli installato un virus e col cervello collettivo si dovrebbero passare l'informazione l'un l'altro”
“Pregate perché sia così” commentò Kurt bamfando da una parte all'altra.
Dopo aver assestato l'ennesimo e inutile pugno di metallo contro metallo, fu Bucky a far fermare il gruppo “Il mio si è spento!” urlò sopra la mischia.
Ad uno ad uno i robot andavano disattivandosi e si bloccavano con pugni a mezz'aria, armi in caricamento e sguardo vacuo.

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Da canto suo, la dea non mutò posizione né espressione: Thanos non sarebbe avanzato oltre.
“Ti porgo i miei omaggi, Hela, regina di...”
“Non so cosa farmene dei tuoi omaggi, Thanos. Possiamo pure chiuderla qui. E tu puoi pure tornare a imbarcarti e sloggiare di qui prima che ti annichilisca. Non sei il benvenuto!” lo interruppe lei, brusca.
Ma l'altro non sembrò impressionato. Non retrocesse ma si concesse di studiarla a fondo. “Fai sul serio?”
“Non avanzerai oltre. Dovrai passare sul mio cadavere. Mio e di tutti quelli che si sono radunati attorno a me!” replicò lei, arcigna.
“Vedo...” cominciò il titano lasciando scorrere lo sguardo sulle truppe “...che ci sono anche diversi Aesir al tuo fianco...”
“E molti altri ne verranno. Vanir, innanzitutto. Non siamo soli, Asgard non è indifesa.”
“Vanir...quindi la città è stata evacuata...” commentò l'uomo massiccio appuntando lo sguardo impenetrabile sulle cinta murarie a protezione della città.
“Evacuata a misura cautelativa...”
“E ci sei tu a difenderla...” ghignò l'uomo trovando la cosa ridicola.
“Ho voluto io lo scontro alla pari. Non volevo darti altri pretesti per la tua miserabile sconfitta. Devi solo girare sui tacchi e tornare da dove sei venuto. Sei una delusione e non meriti nulla di quello che questo posto ha da offrire.”
“Tutto perché Midgard non si è arresa?” domandò lui, ora la sicurezza e la tracotanza che lo caratterizzavano stavano svanendo.
“Non è Midgard che mi interessava, lo sai. Il nostro patto era il Tesseract, il cubo cosmico. Che ora è in mano ai Guardiani della Galassia. Mi hai deluso.”
“Loki, tuo padre, ha sbagliato e ha fallito!” ringhiò l'uomo con fare minaccioso.
Ma lei non si lasciò distrarre né intimorire. Lo zittì con un gesto della mano, come se quella non fosse altro che la patetica scusa di un inetto. “C'è un umano che mi serve quasi meglio di te. E non è conquistando Asgard in mio nome che pagherai il tuo pegno. Come vedi, posso benissimo arrangiarmi. Così, ho dimostrato ancora una volta di esserti superiore e di non aver alcun bisogno dei tuoi servigi. Vattene, prima che dia l'ordine di attaccare.”
“E' vero che non ho né il Tesseract né il dominio su Midgard e che Tarene è sfuggita alla cattura. Ma tutto perché tuo padre ci ha fornito dati sballati. Gli umani dovevano essere preda facile, Loki doveva averli dispersi, aver seminato zizzania tra loro e invece si sono radunati più forti che mai, coesi e compatti, con poteri simili a quelli degli dei. Addirittura con armi simili al vostro potente Distruttore. Non è mio l'errore, Hela!”
“Non scaricare la tua frustrazione su altri, tanto meno se questo è mio padre. Sei un incompetente. E questa ne è l'ennesima prova. Non sei degno di me. E Tarene è al sicuro, ibernata in un corpo umano ospite, su Midgard, e presto il suo potere passerà a chi è più degna di lei di sopportarlo, vincolando Thore il suo potere al suo fianco. E quella persona non sei tu: non sei tu che siederai alla tavola degli Aesir, guidandone le truppe. Le norne hanno parlato, Odino l'aveva predetto e Heimdall l'ha confermato.”
“Chi, allora? Chi può avere il potere di Tarene?” ruggì l'uomo umiliato.
“Chi è così degno da essere stato posto a guardia delle Valchirie dei Falchi Rossi da Odino in persona?”
“Sif?” allibì l'altro
“Lady Sif è l'erede del potere di Tarene. E sia Thor che mio padre Loki ti impediranno di farle del male. Non è un potere che puoi offrirmi. Come vedi, se lo volessi, ancora una volta, potrei arrangiarmi e andare io stessa dai Falchi Rossi. Non sarai mai mio alleato. Vattene, Titano. E' inutile ingaggiare battaglia.”
“Inutile per chi ha qualcosa da perdere...” ringhiò lui, sommessamente “Io ho perso tutto! Chiedevo una sola cosa e l'avrò, col ferro e col fuoco, se necessario. Sarò re di Asgard.”
“Dove sono le tue truppe di Chitauri, Thanos?” lo schermì lei.
“Chi ti dice che non siano già tra le tue fila, pallida Aesir?” replicò lui con un ghigno. Quindi, alzando la mano guantata di splendidi gioielli, diede il segno d'attacco.
In un batter di ciglia, tra le fila a guardia del Bifröst si scatenò l'inferno. Amici si tramutarono in aguzzini e, nell'impossibilità di distinguere il nemico, cominciò un tremendo massacro fratricida.
“Tecnologia Skrull...” commentò Thanos “Induttori di immagini così sofisticati da passare l'esame del più attento scanner. Scacco. Ti arrendi?”
“Hai aperto con i pedoni... e sono i miei pedoni che stai massacrando... ma sei ben lontano dal re.” ghignò lei di rimando, per nulla intimidita, nonostante l'attacco a sorpresa. Thanos restò stupefatto dalla sua reazione: stava decimando le sue truppe e lei rideva come se fosse stata in netta superiorità numerica. “Dimmi solo una cosa, prima che passi al contrattacco e ti massacri. Chi ha tradito gli Aesir con gli Jotnar? Quale Aesir ha scatenato tutto questo che, in definitiva, è opera tua...?”
Thanos stirò le labbra, ermetico. “Ti sei resa conto che anche quella era una mia macchinazione?”
“Sono figlia del dio degli inganni. Riconosco odore di trappola lontano anni luce. E anche lui. Il tuo trucco ti si è ritorto contro perché è stato usato a vantaggio degli Aesir, che hanno riconfermato il loro ruolo predominante e cardine sugli altri otto regni... Voglio solo un nome...”
“Una pedina senza volto non è degna di nome...”
“Lo è se la pedina era un alfiere del regno splendente...”
“E' solo un rinnegato, un morto senza tomba alcuna...”
Hela ridusse gli occhi ferini a due fessure “Vali...”
“Se preferisci chiamarlo così...” replicò Thanos facendo spallucce.
Soddisfatta della risposta ottenuta, Hela picchiò a terra il proprio scettro da cui si dipanò istantaneamente un reticolo magico che la intrappolò col suo nemico. Thanos, confuso da quella mossa, la fissò perplesso.
Un altro tocco dello scettro tagliente e una colonna di fumo verdastro si levò dal suolo come un uragano. Quando si placò, alle loro spalle le porte di Asgard venivano spalancate.
Thanos, nella sua arroganza, stava per ringraziarla del dono. Ma il largo mento deforme rimase abbassato, incredulo, da quello che i suoi occhi gli stavano mostrando.





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Ed ecco svelato un altro tassello che risale addirittura al primo film di Thor.
Chi ha aperto il varco agli Jottun? Secondo me, Loki ne ha solo approfittato per girare la cosa a suo favore nel contorto piano di accettazione genitoriale...
Vali è quel fratello di Thor di cui Odino non sapeva che fine avesse fatto -ve l'ho detto ancora nella prima parte della Saga-. Nel mito Vali nasce con lo solo scopo di vendicare la morte di Baldr che, lo ricordo, è stata causata proprio da Loki. Ed ecco che faccio quadrare il cerchio. Vali, dato per morto o disperso, ha cercato di incastrare Loki nella sua stessa rete di menzogne al solo scopo di vendicare la morte del fratello.

Per quel che riguarda Tarene -che nei fumetti è poi Thor Girl- la tratto come pura entità cosmica  molto potente che al momento si è incarnata -guarda guarda, giustifichiamo anche le malefatte di Malekith- in Jane Foster e Thor ne è affascinato a livello inconscio. E dunque, volendo io far tornare Thor con Sif (come poi anche nel fumetto e nel film -si capisce dai che prima o poi lasceranno a casa la Foster), ecco che ho fatto sì che Tarene fosse solo un potere che andasse associato a Thor e al suo potere. Quando il potere andrà a Sif, anche lui tornerà ad Asgard.
Ma che c'entra Thanos? Tra le varie cose, per conquistare Morte (come ha ben indovinato qualcuno di voi, faccio coincidere Morte con Hela), Thanos aveva cercato di usare i poteri preveggenti di Tarene per annullare la vita nell'universo. Al poveretto, però, è andata buca. Diciamo, quindi, che in questa storia voleva fare 2 al prezzo di 1: prendersi Tarene e pure il potere/la vita di Thor e conquistare Asgard (sempre per offrirla poi a Hela). Hela-o meglio, Morte- che, però, nonostante gli sforzi, continua a rifiutarlo categoricamente. Per il momento.

Che altro? :) vi rimando alla prossima settimana. Baci a tutti!
   
 
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