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Autore: BebaTaylor    09/09/2014    1 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.
Show me the road back to your heart


Capitolo Nove


 Venerdì 5 Ottobre 2007, Milano

Rebecca imprecò quando vide il taxi fermo davanti al cancello di casa sua. «Merda!» sbottò.
«Che c'è?» le chiese Veronica.
«C'è un coglione in un taxi fermo davanti al cancello di casa.» rispose Rebecca e si toccò l'auricolare. «Ma non lo vede che c'è il divieto di sosta? Che imbecille!» disse e fermò la macchina, prese la borsetta e scese, «Dio, e sì che è un tassista! Dovrebbe saperlo che non può posteggiare davanti a un passo carraio!» sbuffò.
«Magari gli è venuto un infarto!»
«Veronica, non siamo in un film!» ribatté Rebecca, «Oh!» fece quando vide la portiera posteriore del taxi aprirsi e chi c'era dentro scendere, «Oh!»
«Chi è? Chi è?» domandò Veronica.
«Shane!» strillò Rebecca e corse fra le braccia del ragazzo e lo baciò mentre il taxi ripartiva. «Sei qui!» mormorò prima di baciarlo ancora.
«Hei! Hei!» strillò Veronica, «Non baciarlo mentre sei al telefono con me!»
Rebecca rise e si staccò da Shane, «Scusa!» mormorò e sorrise a Shane, «Ci sentiamo.» disse e prese il cellulare.
«Uhm... va bene.» fece Veronica, «Salutami Shane.» disse, «E trombate tanto!» scherzò e chiuse la chiamata prima che Rebecca potesse replicare.
«Ti saluta Veronica.» mormorò Rebecca e baciò ancora Shane, «Non ti aspettavo!»
Lui le sorrise, «Sorpresa!» esclamò e strinse la ragazza. «Non resistevo più!» disse e le baciò il viso.
Rebecca sorrise, «Aspettami qui che porto dentro la macchina, appena si apre il cancello tu entra.» disse e baciò le labbra di Shane; salì in auto, afferrò il piccolo telecomando del cancello e premette il testo, due minuti dopo fermò l'auto davanti alla porta del garage, scese dalla macchina e baciò nuovamente Shane mentre i battenti del cancello si chiudevano.
«Sono felice che tu sia qui!» mormorò lei guardando gli occhi nocciola di Shane, poi fece una smorfia.
«Cosa succede?» chiese lui. 
Rebecca sospirò, «Domani lavoro.» rispose. «Però lunedì il negozio è chiuso.»
Shane sorrise e le sfiorò i capelli. «Non importa se domani lavori.» le disse, «Sono qui, siamo insieme e mi basta questo.»
Rebecca sorrise e si scostò da Shane per aprire la porta d'ingresso e i due entrarono. «Lascia lì la valigia.» esclamò lei, si tolse la giacca e l'appese, Shane fece lo stesso e rise quando Rebecca gli prese la mano e lo portò, quasi trascinandolo, verso il divano. Si sedettero e si abbracciarono e rincominciarono a baciarsi, senza staccarsi per prendere fiato per diversi minuti.
«Mi sei mancata tanto.» mormorò Shane baciando l'orecchio di Rebecca, «Non resistevo più. Dovevo vederti.» disse e la guardò mentre le spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Mi sei mancato anche tu.» mormorò lei sorridendo, sentendosi felice che Shane fosse lì. «Ho quasi fame.» disse, «Ordino una pizza?» chiese.
Shane annuì e sorrise. «Certo.» rispose. Rebecca sorrise e si alzò in piedi. 
«Prendi la valigia.» disse lei, «La porti nella mia camera.»
Shane sorrise e si alzò in piedi, afferrò la valigia e seguì Rebecca al piano di sopra. «Niente letto rotto?» domandò ricordando l'episodio di cinque anni prima.
Rebecca sorrise, «Niente letto rotto.» esclamò e aprì la porta della sua stanza, «E comunque non era rotto, erano solo i piedini che non erano bloccati bene.» ricordò, «E ti ricordo che il letto lo hai scelto tu.» sorrise e si girò verso di lui, gli posò le mani sui fianchi e continuò a sorridere. 
«Sono solo piccoli dettagli.» esclamò Shane e sorrise posando le mani sulla vita di Rebecca, «Basta che mi assicuri che questo letto è solido...» sussurrò prima di chinarsi verso di lei e baciargli le labbra.
«È solido, non ti preoccupare.» disse lei, «Molto solido.» mormorò sentendo le labbra di Shane sul collo. «Mangiamo?» disse.
Shane si sedette sul letto, «Io avrei un'altra idea...» sussurrò e Rebecca si accorse che la sua voce era roca, «Vieni qui.» aggiunse battendo la mano sul letto.
Rebecca sorrise, «Non so te, ma io ho lavorato tutto il giorno e ho fame...» replicò, «Prima mangiamo, prima veniamo qui...» disse e allungò una mano verso Shane che sorrise e la prese.
«Come vuoi.» esclamò lui  alzandosi, «Ma dopo ti bacerò per così tanto tempo che alla fine avrai le labbra così rosse e gonfie che sembreranno un canotto.» le mormorò all'orecchio.
Rebecca sorrise, «Sembra una bella prospettiva...» sussurrò posando le mani sulle spalle di Shane, gli baciò una guancia e fece un passo indietro. «Torniamo di sotto.»
Shane sorrise e le prese la mano e la seguì a  al piano di sotto.
«Shane...» squittì Rebecca, «Sto cercando di chiamare la pizzeria!» disse spostandosi mentre Shane rideva e cercava di baciarle il collo.
«È solo un bacetto.» si giustificò lui e si avvicinò a lei, chinando la testa e sfiorandole la pelle del collo.
Rebecca alzò gli occhi al cielo. «Mi distrai.» esclamò digitando il numero di telefono.
«Mi piace distrarti.» replicò lui, «Ma ti lascio stare per due minuti.» sussurrò baciandole il collo.
Rebecca rise e, finalmente, riuscì a chiamare.

***

Shane baciò il collo di Rebecca e passò la mano fra i capelli, «Mi sei mancata.» sussurrò con voce roca, e le slacciò gli ultimi bottoni della camicetta, «Tantissimo.» mormorò baciandole la spalla.
Lei sorrise e continuò a tenere gli occhi chiusi, godendosi le labbra e le mani di Shane sul suo corpo; reclinò il capo e posò le mani su quelle di Shane. «Non dovevi baciarmi?» chiese.
Shane sorrise, «Dopo.» mormorò e posò il mento sulla spalla di Rebecca.  «Abbiamo tempo.» disse, «Abbiamo tempo...» ripeté baciandole le labbra.
«Circa dieci ore prima che vada al lavoro.» disse Rebecca.
«Per incominciare va bene.» mormorò Shane e sorrise, «Però, fino a quando starò qui non ti farò uscire nemmeno per andare a buttare la spazzatura.»
Rebecca rise, «Mi ruberai le chiavi?» chiese e posò le mani  sulle spalle di Shane per poi farle scivolare dietro al collo.
«Sì.» rispose Shane e la baciò sulle labbra, a lungo, mentre le sue mani spostavano la camicetta, scoprendo le spalle e facendola scivolare lungo le braccia. Shane sorrise e fissò Rebecca con gli occhi socchiusi, per poi baciarle la spalla e lasciarle un morso leggero su di essa.
Rebecca ridacchiò e si strinse a lui, sorridendo e aprendo gli occhi, guardando Shane e pensando che era felice — felicissima — che lui fosse venuto lì, facendole quella sorpresa. 
«Hai ancora troppi vestiti...» disse Shane a bassa voce, slacciò il reggiseno e lo lasciò cadere sul pavimento, e riprese a baciare Rebecca, scendendo dalla bocca al collo, mentre le sue mani sfioravano i seni della ragazza, facendola gemere e inarcare la schiena, spingendosi verso di lui e graffiandogli le spalle. «Ne hai ancora troppi.» mormorò Shane, sorridendo e baciando l'orecchio di Rebecca, spostando le mani sui jeans e slacciando il bottone.
«Anche tu ne hai troppi.» mormorò lei stringendo la maglia del ragazzo e alzandola, gli sfiorò la pelle del ventre e sorrise piegando di lato la testa. Shane sorrise e si tolse la maglia, lanciandola dall'altra parte della stanza. «Ne hai ancora troppi...» mormorò e si morsicò il labbro inferiore mentre Shane le sfiorava la parte bassa della schiena.
«Ti amo.» sussurrò Shane.
Rebecca sorrise e aprì gli occhi, sorridendo a quelle parole e sentendosi felice — era con Shane, nel suo letto — pensando che nulla potesse andare male e che le cose potevano solo migliorare. «Ti amo.» disse e baciò la fronte di Shane. Sorrise e posò la fronte sulla spalla del ragazzo, sospirando di piacere mentre lui faceva scivolare la mani sotto ai jeans. 
Shane continuò a baciarla e ad accarezzarla, sfiorando con la punta delle dita la pelle calda, che rabbrividiva a ogni suo tocco. Baciò le labbra di Rebecca e gemette quando lei gli slacciò la cintura e infilò le mani sotto ai boxer neri, accarezzandolo.
Lui le sfiorò l'orecchio con labbra e gemette nuovamente, «Mi fai impazzire.» mormorò con la voce resa roca dall'eccitazione, la spi8nse a sdraiarsi sul letto e si sistemò su di lei, coprendola con il proprio corpo e sorridendo, prima di chiudere gli occhi e baciarla nuovamente.

***

Rebecca si rigirò nel letto e spense la sveglia. «Che palle.» borbottò passandosi una mano sul viso.
«Buongiorno, piccola.»
Lei sorrise, «Buongiorno.» disse e si girò sul fianco e sorrise al ragazzo, «Devo andare al lavoro.» gemette.
«No, rimani qui.» esclamò Shane abbracciandola e nascondendo il viso nel collo di lei. «Rimaniamo qui tutto il giorno.» propose e sorrise.
«Mi piacerebbe.» disse lei, «Ma non posso.» esclamò e si mise seduta sul letto, «Dai, domani e lunedì non ho impegni.»
«Ma io voglio stare con te adesso.» protestò Shane, «Uffa.»Lei sorrise, «Lo so.» mormorò e baciò la fronte del ragazzo, «Ma se qualcuno mi avesse avvertito avrei preso un giorno di permesso...»
Shane nascose il viso nel cuscino e guardò brevemente Rebecca, «Volevo farti una sorpresa!» mormorò con un sorriso, «Se ti avessi avvertito non sarebbe stata una sorpresa!»
Rebecca sorrise e baciò la fronte di Shane. «Lo so.» disse e si alzò in piedi. «Vado a prepararmi.»
«Ti fai la doccia?»
«Sì.» disse lei, «Perché?» 
«Perché vengo con te.» rispose Shane scostando le coperte e alzandosi in piedi, «Visto che devi uscire per forza, voglio passare più tempo possibile con te.» 
Rebecca sorrise e allungò una mano verso Shane che l'afferrò e la strinse dopo aver deposto un bacio leggero sul dorso. «L'idea mi piace parecchio.» mormorò lei e condusse Shane verso bagno.

«Allora.. dimmi... cosa avete fatto, maiali?»
Rebecca alzò gli occhi al cielo. «Secondo te?» replicò, «Veronica, non ci siamo visti per due mesi... è già tanto che non l'abbiamo fatto nel giardino!»
Veronica ridacchiò e si appoggiò con i gomiti sul bancone, «Non pensavo che fossi così porca... ma dopo quello che avete combinato in Asia non mi stupisco di nulla!»
Rebecca sistemò alcuni gomitoli di cotone  delle tonalità del grigio in una scatola trasparente. «Abbiamo fatto solo del sesso!» si giustificò.
Veronica sorrise, «Sì, si certo... togliersi le mutandine in ascensore è una cosa normale!» ammiccò.
«È successo solo una volta!» borbottò Rebecca arrossendo, sistemò la scatola sul ripiano dietro di lei e si voltò verso l'amica, «Senti, di quelle cose io lui non ne abbiamo ancora parlato, quindi... non parlarne davanti a lui, né in italiano né in inglese o qualunque altra lingua!»
«Non ne avete ancora parlato?» fece Veronica, «Ma dovete farlo! È iniziato tutto da lì!»
«Eh, lo so.» sospirò Rebecca, «Ma non ho trovato l'occasione giusta!» si giustificò, «Non gli ho ancora chiesto perché ha divorziato.»
«Perché è innamorato di te, cretina!»
«Sì, ma ha mollato la Gelosona due anni fa...»
«Non aveva il coraggio di venire da te, evidentemente.» 
Rebecca rimase in silenzio per qualche istante, «Forse.» disse, «O forse si è accorto di amarmi quando...»
«Oh, ti ama.» cinguettò Veronica. «Che carino.»
«Taci.» sbottò Rebecca, «Stavo dicendo... forse era così incazzato con me per quello che era successo che non ci pensava più a me ed è bastato rivedermi...»
«Dovete parlarvi!» esclamò Veronica, «Su, vai a casa, gli salti addosso e fra un bacio e una palpatina gli chiedi perché ha mollato quella strega.»
«Fra un bacio e una palpatina?» disse Rebecca, «Veronica... da quando sei così... porca?»
Veronica sorrise e scrollò le spalle. «Da quando sto con Tommy.» rispose.
«Quel ragazzo è un santo.» esclamò Rebecca, «Ti sopporta.»
Veronica replicò con una linguaccia, «Potrei dire lo stesso di Shane.» disse.
Rebecca sorrise, «Probabilmente hai ragione.» ammise.  «Ma non  devi andare via con tua madre?» chiese fissando l'ora sulla cassa.
Veronica annuì, «Sì, è meglio che vada...» rispose, «Martedì voglio ogni singolo dettaglio.» aggiunse e baciò le guance dell'amica.
«Puoi scordarti ogni singolo dettaglio.» replicò Rebecca, «Verrai informata di qualcosa, ma non di tutto.» 
«Certo che mi racconterai tutto!» cinguettò Veronica, salutò Rebecca con un gesto della mano e uscì dal negozio mentre Rebecca sorrideva scuotendo la testa.

Rebecca aprì la porta di casa e si sentì afferrare e rise quando Shane la baciò sulle labbra.
«Sei tornata.» disse lui.
«Bhe... devo pur pranzare!» rise Rebecca e sorrise nel vedere il finto broncio sul viso di Shane. «Cosa hai fatto di bello?» chiese dopo averlo baciato sulla guancia sinistra.
Shane scrollò le spalle. «Niente di particolare.» rispose, «Mi sono annoiato, senza di te.»
Rebecca rise, «Ti annoi sempre quando non siamo insieme?»
«Sì.» rispose lui e strinse la vita di Rebecca, «Se mi manchi non mi diverto...»
Rebecca rise, «Sul serio?» chiese, «Non ti diverti neppure quando sei con gli altri ragazzi?»
Shane scosse la testa, «No.» disse, «Non mi diverto perché ti penso sempre...»
«Hai passato del tempo con  Nicky e i gemelli?» domandò Rebecca.
«Perché?»
«Perché stai facendo i capricci come un bambino.» esclamò Rebecca ne si tolse la giacca.
«Io non faccio i capricci!» protestò Shane.
Rebecca sorrise e sfiorò il viso del ragazzo. «Hai fatto quello che ti ho chiesto?» domandò.
«Sì.» rispose Shane, «Le lasagne sono in forno e ho apparecchiato la tavola.»
«Bene.» disse Rebecca dirigendosi verso la cucina, «Vedi? Non ti sei annoiato!»
«Ho solo infilato le lasagne nel forno!» esclamò Shane seguendola, «Ci ho messo due minuti, il resto del tempo l'ho passato a leggere qualcosa e ad annoiarmi.»
Rebecca sorrise, «Ah, poverino.» commentò divertita e si sedette al tavolo. «Dai, devi rimanere solo ancora poche ore.»
«Meno male.» esclamò Shane e le baciò la nuca prima di sedersi davanti a lei, «Per Natale vieni, vero?» chiese e Rebecca sorrise nel sentire una nota di apprensione nella voce.
«Sì, certo che vengo.» rispose lei, «Se non lo faccio credo che Nicky verrà a prelevarmi personalmente.»
«Starai con Nicky, allora.» disse Shane.
«Per Natale e il compleanno di zia Yvonne sì, per il resto del tempo sono libera.» replicò lei, «Quindi... non fare quella faccina da cane bastonato perché, se mi vuoi, sono tutta tua.»
Shane sorrise, «Certo che ti voglio!» disse, «E se Nicky avrà da ridire... ti rapirò.»
Anche Rebecca sorrise, «Bisognerà staccare il telefono, allora.»
«E scappare da qualche parte.» scherzò Shane.
«Già.» commentò Rebecca e si alzò, si avvicinò al forno e osservò la teglia di lasagne. «Nicky sarebbe capace di venire a Sligo e chiedermi come mai non rispondo al telefono.»
«Potremmo farlo.»
«Cosa?» chiese Rebecca mentre afferrava i guanti da forno.
«Andare via un paio di giorni.»
Lei si fermò e si girò verso di lui, «Cosa?» domandò sorpresa.
«Andare via, io e te, insieme, da qualche parte, senza cugini troppo protettivi fra le scatole.» spiegò Shane, «Magari in estate, che avremo più tempo.»
Rebecca sorrise e si girò nuovamente e aprì lo sportello del forno, «Sarebbe bello.» disse, «Aiutami.» aggiunse prendendo la teglia. «Però li avvertiremo, prima di trovare le nostre foto sui siti delle persone scomparse!»
Shane afferrò un piatto e sorrise. «Eh sì, mi sa che ci tocca avvertirli ugualmente.» disse e diede un bacio veloce a Rebecca. «Altrimenti non ci godremmo la vacanza con quell'impiccione.» esclamò. «Magari si renderà conto che non hai più diciassette anni.»
Rebecca ridacchiò. «Speriamo.» disse e sistemò una porzione di lasagne nel piatto, «Altrimenti Nicky diventerà vecchio prima del tempo.»
«È lui che si preoccupa troppo.» esclamò Shane, prese il piatto e andò al tavolo, «E il piercing e il tatuaggio, tu e Brian che vi baciate....»
Rebecca arrossì, «Già.» commentò, «Per fortuna qualcuno doveva tenerlo impegnato...»
«Non è colpa mia se tuo cugino si fa venire l'ansia perché sparisci per due minuti...» replicò Shane, «E per fortuna non sa tutto, altrimenti mi taglierebbe le palle e lo farebbe anche con Brian.»
Rebecca ridacchiò, «Eh, sì... forse è meglio che non sappia nulla.» disse e guardò Shane, «Però adesso piantiamola di parlare di Nicky, altrimenti rischiamo che chiami o peggio, che venga qui per un'improvvisata.»
«Nah, non penso.» esclamò Shane e prese il bicchiere pieno d'acqua, «I gemelli hanno sei mesi, di sicuro non li carica su un aereo...»
«Credo che tu abbia ragione.» esclamò Rebecca,  «Nicky non verrebbe qui, neppure da solo.» sorrise e sfiorò la mano di Shane.

Shane spinse Rebecca contro il muro e le baciò il collo mentre lei ridacchiava. «Ti sono mancata così tanto?» chiese lei.
«Mmh... sì.» mormorò Shane, «Quattro ore sono lunghe.» sussurrò baciandole il collo.
Lei sorrise, «Mi sei mancato anche tu.» mormorò, sfiorandogli il collo con la punta delle dita.
«Che ne diresti di saltare la cena...» propose Shane mentre slacciava i bottoni della giacca, «E di concentrarci su altro?» continuò baciando le labbra di Rebecca.
«Saltare la cena...» mormorò lei, «Direi che sarebbe perfetto.» disse e Shane sorrise, le tolse la giacca e la lasciò cadere sulla panca dell'ingresso. Rebecca sorrise, felice, mentre Shane le prendeva la mano e la spingeva verso il divano. Fino a quando non lo aveva rivisto davanti a casa sua non si era resa conto di quanto Shane le fosse mancato; e ora che erano insieme si rese conto che avrebbe voluto stare con lui il più possibile, perché lo amava e non sopportava di stare lontano da lui.
«Shane.» mormorò e sorrise, lui la fissò e le scostò i capelli dalla fronte, «Ti amo.» disse Rebecca, «Tanto.»
Shane le baciò la fronte, «Ti amo anche io.» disse e sorrise mentre l'abbracciava e la spingeva con dolcezza sul divano. Riprese a baciarle le labbra e si fermò, fece una risatina e guardò Rebecca. «Hai fame?» chiese.
«Sì.» rispose lei posando una mano sullo stomaco che aveva appena borbottato. 
«Sei ancora più bella quando arrossisci.» mormorò Shane e baciò la fronte di Rebecca. «Mangiamo qualcosa.» mormorò e si alzò in piedi, diede la mano a Rebecca e l'aiutò a rialzarsi in piedi; l'abbracciò e rise mentre le posava le mani sui fianchi. «Solo uno spuntino veloce.» disse e la baciò, «Ti voglio tutta per me.» esclamò e la baciò ancora.
Rebecca ridacchiò, «Come vuoi.» disse e sorrise, sentendosi felice.

«Shane... posso chiederti una cosa?» chiese Rebecca sistemandosi le coperte sulle spalle e girandosi sul fianco sinistro.
«Certo.» rispose Shane e le sfiorò i capelli.
Rebecca inspirò a fondo e guardò Shane, osservando le ombre sul suo viso create dalla luce della lampada, «Ecco... sì...» balbettò, «Perché hai divorziato?» domandò abbassando la voce.
«Perché mi sono accorto di non averla mai amata come meritava.» rispose Shane, «Gli altri credevano che fossimo perfetti insieme e per un po' ci ho creduto anche io, anche se... anche se pensavo sempre a te. Avrei voluto dirtelo, avrei dovuto dirtelo, ma avevo paura.» disse, «Ti chiamavo, ti abbracciavo più a lungo degli altri perché ero l'unico modo di esserti vicino e... e avrei voluto avere il coraggio di mandare all'aria il matrimonio quando ero ancora in tempo, invece di... di...» Shane si fermò e prese un respiro profondo, chiuse gli occhi per qualche secondo e li riaprì, «Invece di chiedere a te cosa dovevo fare. Scusa.»
Rebecca sorrise e gli sfiorò il viso. «Non devi scusarti.» disse, «Non serve.»
«Sì, invece.» replicò lui tirandola sul proprio corpo, «Perché sono stato un imbecille a voler mettere tutto sulle tue spalle e obbligarti a decidere per me. Non ho avuto le palle per prendere una decisione e in mezzo ci sei finita anche tu e non è giusto.» disse e sfiorò la schiena di Rebecca, «Se tornassi indietro cambierei le cose.» continuò, «Ma non si può. Scusami.»
«Non devi scusarti.» disse Rebecca chiudendo gli occhi e godendosi le carezza di Shane, «Adesso siamo insieme ed è quello che conta.» mormorò e alzò la testa, sorrise e baciò Shane sulle labbra.
Anche Shane sorrise, «Ti amo.» mormorò. «Grazie di tutto.»

***

«Sei sicura di non poter venire?» mormorò Shane.
«Sicura.» rispose Rebecca, «Mi piacerebbe ma se lo facessi la vecchia mi licenzierebbe.»
«E allora?»
Rebecca sorrise e sfiorò i capelli del ragazzo, «E allora... se venissi licenziata non avrei i soldi per pagare le bollette, fare shopping e pagare l'aereo.»
Shane rimase in silenzio e strinse di più Rebecca.
«Cosa c'è?» chiese Rebecca, «Shane?»
«Niente.» rispose lui, «Stavo pensando che quando supererò i controlli mi mancherai di già.»
«Anche tu.» cinguettò Rebecca prima di baciarlo sulle labbra. «Ma ci vedremo fra poco più di due mesi.»
«Sono ancora troppi.» sospirò Shane, «Non riesci a venire prima?»
«Purtroppo no.» rispose Rebecca, «Da metà Novembre in poi è il delirio, tutte che vogliono fare orribili sciarpe come regali di Natale.» 
«Potrebbero comprarsele.»
«E io non lavorerei più!»
«Così avresti il tempo per venire da me.» ribatté Shane.
Rebecca sorrise, «Povero piccolo.» mormorò e gli sfiorò il viso con la punta delle dita. «Che fa i capricci perché lavoro.»
«Non prendermi in giro!» protestò lui, «Io non faccio i capricci!»
Rebecca sorrise, «Lo so.» disse e fece un sospiro. «Vedrò se riesco a venire prima, magari a metà Novembre.» esclamò e il viso di Shane s'illuminò a sentire quella frase. 
«Davvero?» chiese Shane e Rebecca annuì, «Sarebbe fantastico!» disse e la strinse a sé e le baciò il viso. «Devo andare. Purtroppo.» mormorò e fece un passò indietro, senza togliere le mani dai fianchi di Rebecca.
«Mi mancherai.» disse lei.
«Anche tu.» replicò lui e la baciò sulle labbra.
«Chiamami quando atterri.» mormorò Rebecca fra un bacio e l'altro.
«Lo farò.» disse lui, «Ti amo.»
Rebecca sorrise, «Ti amo tanto.»
«Devo andare.» soffiò Shane sulle labbra di Rebecca.
«Già.» mormorò lei, «Dovrei andare anche io.»
«Non farlo.»
«Non farlo neanche tu.»
«Devo farlo.» sospirò Shane. «Ci vediamo presto.» mormorò abbracciandola, la baciò un'ultima volta e si allontanò mentre Rebecca lo guardava e pensava che avrebbe voluto seguirlo.
Rebecca guardò Shane superare  i controlli e allontanarsi, sospirò e si girò, guardando il tabellone con gli orari delle partenze, desiderando poter prenotare un posto sul primo volo per l'Irlanda. Shane le mancava di già e se lui le avesse chiesto di trasferirsi avrebbe risposto di “sì” ancora prima che lui finisse la frase.
Con un sospiro spostò la borsa da una mano all'altra e uscì dall'aeroporto, ritrovandosi nel parcheggio; girò su se stessa — non ricordava più dove aveva lasciato la macchina — avanzò lentamente, cercando di ricordare il settore dove aveva posteggiato, intravide l'auto in lontananza e ricominciò a camminare, sentendo a ogni passo la mancanza di Shane farsi sempre più forte.

***

«Non avete parlato di quello che è successo in Asia?» strillò Veronica, «Cavolo, ogni tanto mi sembri davvero stupida!»
«Non è che avessimo tutto sto tempo, eh.» replicò Rebecca, «Abbiamo preferito... concentrarci su altro.»
«Certo, vi siete concentrarti su dove farlo.» ridacchiò Veronica e ignorò l'occhiataccia di Rebecca. «Però ne dovete parlare sul serio, di quella cosa.»
«Lo so.»
«E fallo, allora.»
«Non mi viene in mente quando sono con lui.»
«Chiamalo e diglielo.»
«Ma sei scema?» squittì Rebecca, «La tinta ti ha danneggiato il cervello? Non sono cose da dire al telefono!»
Veronica scrollò le spalle. «Perché no?» disse, «Gli dici: tesoro, dobbiamo parlare di quello che è successo in Asia quasi quattro anni fa. Sai, abbiamo passato tutte le notti a trombare ed è stato meraviglioso, però dobbiamo parlare di questo.»
«Tu sei scema.» disse Rebecca, «La tinta ti è penetrata nel cervello e ha fatto danni.»
«Non è vero!» esclamò Veronica toccandosi i capelli color caramello che aveva tinto il giorno prima, «Ti sto solo dicendo la verità!»
«Mi stai obbligando a chiamare Shane e rivangare cose successe anni fa!» ribatté Rebecca, «Al momento non ne parliamo, se vuole può farlo anche lui.»
Veronica sbuffò con fare teatrale, «Secondo me dovreste parlarne.»
«Ho capito.» disse Rebecca, «Lo farò, giuro.» promise, «Ma non adesso.»
Veronica sorrise, «Tanto lo so che non lo farai.» 
Rebecca fece una smorfia, «Non sei simpatica.»
«Lo so che mi adori.» disse Veronica con un sorriso.
«Purtroppo sì.» esclamò Rebecca, «Sopratutto quando sei insistente.» disse e sorrise, «Forse dovremmo entrare, se stiamo fuori non possiamo ordinare.» aggiunse guardando la porta della pizzeria d'asporto.
«Mmh... hai ragione.» disse Veronica. «Solo per questa volta.»
Rebecca alzò gli occhi al cielo e sbuffò lentamente, sorrise ed entrò nel locale.


Sabato 22 Dicembre 2007, Milano

Rebecca sbuffò spazientita e fissò il nastro con le valige che scorreva sotto ai suoi occhi, «Dov'è?» borbottò sottovoce cercando con lo sguardo la sua valigia.  Era stanca — il volo era partito con una buona mezz'ora di ritardo — e l'unica cosa che voleva era sdraiarsi su un bel letto comodo e riposare. Finalmente, dopo quella che le parve un'eternità, scorse la valigia — un semplice trolley verde — dietro un grosso borsone nero. Tirò giù la valigia e si girò, e quasi sbatté contro la schiena di un uomo. Ingoiò un insulto e si allontanò dalle persone che erano in attesa della propria valigia.  Dopo qualche minuto uscì dal terminal e si guardò attorno. Nicky le aveva appena inviato un messaggio dicendole di essere in ritardo e di aspettarlo all'inizio del parcheggio. Rebecca sospirò e indossò il berretto bianco di lana, sbuffò infastidita e infilò le mani in tasca. Era stanca — la sera prima era rimasta fuori con Veronica, Tommaso e i loro amici ed era tornata a casa alle tre e mezzo del mattino —, affamata e le facevano male i piedi — colpa delle scarpe nuove.
Dopo un quarto d'ora di sbuffi e borbottii, Nicky arrivò. «Era ora!» esclamò lei quando Nicky aprì il bagagliaio. «Stavo gelando!»
Nicky rise, «Scusa.» disse, «Jay ha avuto la brillante idea di rovesciarmi addosso la bottiglia d'acqua.»
«Eh, vabbè... potevi anche metterci il tappo.» replicò Rebecca, abbracciò Nicky e gli baciò le guance.
«Non è colpa mia.» replicò Nicky, «Georgina ha lasciato la bottiglia senza tappo.»
Rebecca alzò gli occhi al cielo, tolse la borsa che aveva usato come bagaglio a mano e salì in auto. «Certo, certo.» disse, «Sempre colpa degli altri.»
«Ma è vero!» protestò lui, «Questa volta non è colpa mia!»
Rebecca scosse la testa e sorrise. «Dai, facciamo che ti credo.» esclamò mentre Nicky partiva.
«Come sta Veronica?» chiese lui.
«Bene.» rispose Rebecca, «È in montagna con i suoi genitori, Tommy e i genitori di lui.» 
«Bella compagnia.» commentò Nicky.
Rebecca lo guardò e inarcò un sopracciglio. «Tu conosci solo Veronica, hai visto una volta e per cinque minuti i suoi genitori, ma non hai ancora conosciuto Tommy e la sua famiglia.»
«Non credo che siano dei serial killer.» replicò Nicky. «Altrimenti sarebbero già scappati da Veronica!» scherzò.
Rebecca ridacchiò, «Menomale che non è qui, altrimenti ti  avrebbe preso a calci!» disse, «È solo... un po'... matta, ecco.»
Nicky sorrise, «Siete amiche anche per questo.» esclamò, «Mi chiedo chi ha fatto impazzire chi.» 
«Nicky!» disse lei, «Ci siamo fatto impazzire a vicenda!» esclamò e rise.
«A proposito di gente pazza... come vanno le cose fra te e Shane?» domandò Nicky e sorrise quando si accorse che sua cugina era arrossita, «L'ho sentito ieri ed era tipo... fuori di testa, ecco.» disse, «Mi ha chiamato ieri sera dicendomi che non c'erano problemi e che poteva venire lui a prenderti, di restare a casa con Georgina e i gemelli, che saresti stata in buone mani...» continuò, «Ovviamente gli ho detto di no.»
«Ogni tanto sei uno stronzo, lo sai?» sbottò Rebecca, «Potevi dirgli di sì!»
«Immagino che vada tutto bene, allora.» replicò Nicky, ignorando l'insulto di Rebecca. «Dovevi sentirlo, era così impaziente, se fosse stato per lui sarebbe venuto direttamente a prenderti in Italia!»
Rebecca rimase in silenzio e sorrise, «È una cosa romantica.» mormorò, «E non negare che l'avresti fatto anche tu se fossi stato al suo posto.»
«Uhm... forse sì.» confermò Nicky, «Ma sarei stato meno... impaziente di Shane.»
Rebecca alzò gli occhi al cielo. «Meno impaziente? Proprio te?» esclamò e rise, «Ma se tu sei quello che non mi toglieva gli occhi di dosso per più di cinque minuti!» disse, «Eri peggio di un cane da guardia!» ridacchiò, «Anzi, lo sei ancora!»
«Non è vero.» borbottò Nicky, «Io mi preoccupo per te.»
«Se dici che ti preoccupi perché sono piccola, giuro che ti do un cazzotto.» disse Rebecca.
«Oh... ma per me tu sei e sarai sempre la mia piccolo cuginetta!» scherzò Nicky.
«Basta che smetti di seguirmi, di dirmi cosa devo o non devo fare e che la pianti con la storia del tatuaggio.» disse Rebecca sistemandosi sul sedile.
«No, con il tatuaggio non la smetto.» esclamò Nicky, «Quel tizio ti ha visto il culo.»
«Anche Shane, se è per questo.» replicò Rebecca, “E prima di quanto tu immagini.” pensò.
Il viso di Nicky perse colore per qualche secondo. «Non farmi pensare a quello, altrimenti ti chiudo in casa e Shane lo vedi dalla finestra,» disse voltandosi per un'istante verso Rebecca, «con delle assi inchiodate e un minuscolo spiraglio per far passare l'aria.»
«Ah-ah.» esclamò Rebecca, «Sei tanto simpatico.» disse, «Ma hai dimenticato la porta!» fece notare.
«Tu non pensare alla porta.» replicò Nicky svoltando a sinistra, «Ci penso io a sbarrarla.»
«E Georgina mi libererà.» disse Rebecca, «O lo farà Shane, da bravo e valoroso cavaliere.»
«Ribatterai a ogni cosa che dico, vero?»
«Esatto!» cinguettò Rebecca e pizzicò la guancia del cugino. «Quindi non pensare di starmi addosso o di chiamare ogni giorno quando sarò con Shane, perché non lo fai quando sono a Milano quindi non vedo il perché tu debba farlo quando sono a duecento chilometri da te.»
«Mi preoccupo, lo sai.»
«Non devi.»
«È più forte di me.»
«Sono grande.»
«Per me sei sempre la mia cuginetta.»
«Non sono io che si è fatta versare addosso dell'acqua da un bimbo di otto mesi.»
«Non è colpa mia, te l'ho già detto!» disse Nicky, «E non cambiare argomento.»
Rebecca sorrise, «È quasi Natale, cerca di essere più... buono.»
«Io sono sempre buono.» replicò «Altrimenti avrei tagliato le palle a Shane e Brian.» disse, «Comunque prometto che non ti chiamerò tutti i giorni.»
«Mi va bene.» disse Rebecca, «Sempre meglio di niente.»
«Basta che non racconti a Shane che Jay mi ha versato l'acqua addosso.» esclamò Nicky.
«Devo capire come ha fatto.» borbottò Rebecca, «Insomma, non ha neanche un anno, non ha la forza per sollevare una bottiglia piena d'acqua.»
«Infatti non l'ha sollevata, le ha dato una spinta con la mano, la bottiglia si è rovesciata e mi sono lavato i pantaloni.»
«Avrei tanto voluto vederlo.» ridacchiò lei, «Anzi, avrei tanto voluto filmarlo e mostrarlo a Veronica.»
«Quanto sei spiritosa.» borbottò Nicky e si fermò, in attesa dell'apertura del cancello automatico.
Rebecca rise, «Però è divertente!»
Nicky tacque e sorrise mentre fermava l'auto davanti al garage, scese insieme a Rebecca e prese la valigia mentre la ragazza entrava in casa.
«Georgina!» cinguettò abbracciando la ragazza, «Sono felice di vederti!» disse.
«Anche io.» esclamò l'altra e si avvicinò ai gemelli, seduti sul tappeto vicino al divano.
«Come sono diventati grandi!» esclamò Rebecca, posò borsa sul divano e s'inginocchiò davanti ai bambini. «Ciao.» disse osservando i gemelli che giocavano con alcuni cubi colorati. 
«Porto la tua valigia in camera.» esclamò Nicky e Rebecca annuì, afferrò un cubo e lo diede a Rocco — o Jay, per lei erano uguali e non riusciva a distinguerli —, il bambino guardò il cubo verde e lo lanciò. 
«Togliti la giacca.»
Rebecca si alzò, tolse il cappotto nero — in auto aveva infilato il berretto in una delle tasche —  e lo diede a Georgina.
«Come sta Veronica?» 
«Bene.» rispose Rebecca, «È sempre la solita.» disse e prese la borsa. «Vado a sistemare le mie cose.» aggiunse, guardò un'ultima volta i gemelli e andò nella camera che avrebbe usato in quei giorni. Venti minuti dopo si sedette sul letto e chiuse gli occhi mentre si sdraiava e imprecò sottovoce quando il telefono squillò.
«È per te!» esclamò Nicky aprendo la porta.
«Chi è?» chiese lei alzandosi e afferrando il cordless.
«Secondo te?» sbuffò Nicky, «Shane.»
Rebecca sorrise, «Grazie.» disse, «Puoi anche andartene, ora.»
Nicky fece una smorfia e uscì dalla stanza, Rebecca chiuse la porta e andò a sedersi di nuovo. «Ciao.» cinguettò.
«Ciao.» disse Shane, «Nicky è il solito.» rise.
«Eh, già.» concordò lei, «Anche se ho venticinque anni ogni tanto mi tratta come se avessi quindici anni.»
Shane rise, «Se avrà un figlia probabilmente la chiuderà in convento, lontano da qualsiasi tentazione.»
«Sopratutto dai ragazzi!» ridacchiò Rebecca. «Come stai?»
«Molto meglio, adesso che ho sentito la tua voce.» rispose Shane, «Starò molto meglio quando ti vedrò.»
Rebecca sentì le gambe tremare e sorrise ancora di più. «Anche io starò meglio quando ti vedrò.»
«Sono  quasi due mesi e due settimane che non ti bacio.» mormorò Shane e Rebecca sorrise ancora di più al pensiero che lui contasse i giorni come un ragazzino.
«Anche io voglio baciarti.» sussurrò lei, «Mi sono mancati i tuoi baci.» ammise e sentì le guance arrossarsi.
«Ancora pochi giorni, piccola, e poi staremo insieme.» disse, «Io, te e il nostro gattino. Passeremo il tempo a baciarci...» aggiunse, «E a ripassare il Kamasutra.»
«Il Kamasutra? Tu sei pazzo!» s'intromise Nicky.
«Nico!» gridò Rebecca, «Stai spiando?»
Shane rise mentre Nicky borbottava sottovoce. «Nicky, quando ascolti dall'altro telefono, cerca di respirare piano e di stare zitto!» lo prese in giro Shane.
«Sei sempre il solito.» esclamò Rebecca, «Shane ti chiamo più tardi.» disse, «Dal cellulare. O al limite chiudo Nicky in bagno e mi accerto che non abbia nessun telefono fra le mani.»
«Sì, fai bene.» concordò Shane, «Tuo cugino è proprio un impiccione.» rise, «Allora ci sentiamo più tardi, Rebecca. Ciao Nicky!» 
«Ciao, Shane.» cinguettò Rebecca, «Nicky, adesso ti do un cazzotto che te lo ricorderai per sempre.» disse e riattaccò, si alzò in piedi, indossò le pantofole e uscì dalla stanza, apri la porta della camera da letto dei cugini e vide Nicky seduto sul letto. «Hai finito di fare il cane da guardia?» esclamò, «Adesso origli anche le mie telefonate? Cosa sarà il prossimo passo, mettermi una cimice nelle mutande?» sbraitò, chiuse la porta facendola sbattere e scese al piano inferiore, sistemò il cordless sulla sua base e, con un sospiro, si lasciò cadere sul divano.
«Cosa ha combinato?» domandò Georgina.
«Stava ascoltando quello che io e Shane ci stavamo dicendo al telefono.» rispose Rebecca e incrociò le braccia al petto. «Giuro che se non fosse mio cugino l'avrei già riempito di calci!» esclamò arrabbiata, incrociò lo sguardo di uno dei gemelli — erano ancora sul tappeto —  e sorrise.
«Per me puoi farlo.» disse Georgina, «Ogni tanto è davvero stupido.»
«Ehi! Sei mia moglie! Dovresti difendermi!» protestò Nicky.
«Non quando ti comporti come un fratello geloso.» disse Georgina, «Ascoltare le sue telefonate! Nicky, non lo hai mai fatto, non vedo perché tu debba cominciare proprio adesso.»
Nicky scrollò le spalle e si sedette accanto a Rebecca e prese uno dei gemelli in braccio. «Scusami tanto, Bex.» disse.
«Giura che non farai più una cosa del genere.» replicò lei.
«Lo giuro.» sospirò Nicky. 
«Spero che sia vero.» commentò Rebecca e abbassò il viso guardando il bambino che le tendeva le braccia, sorrise e lo prese in braccio, «Bene... Rocco.» disse leggendo il nome inciso sul braccialetto d'oro al polso sinistro del bambino, «Giurami che da grande sarai meno ansioso e paranoico di tuo padre.» esclamò fissando il bambino.
«Io non sono ansioso e paranoico!»
«Un po' lo sei, e sei anche un rompi scatole.» esclamò Georgina.
«Un po' tanto rompiscatole.» commentò Rebecca e sorrise a Rocco, che le strinse una ciocca di capelli nella mano destra e tirò, Rebecca sorrise e liberò i capelli dalla presa del bambino — non credeva che potesse avere tutta quella forza — «Non tirarmi i capelli.» disse e Rocco le spinse una manina paffuta contro il viso e fece una risatina. «Vedi Nico? Tuo figlio è un'amore, sicuramente non ha preso da te!» esclamò e sorrise al bambino mentre gli solleticava il pancino. 
«Ha appena otto mesi, non puoi dire come sarà da grande!» fece notare Nicky.
«Bhe... mi assicurerò che non diventi geloso, paranoico e ansioso come te.» replicò Rebecca, «Sopratutto se avrete, in futuro, una figlia.» disse, «Saresti capace di chiuderla in casa e di metterle la cavigliera che usano i carcerati.»
«Ma non è vero!» squittì Nicky, «Non sarò così esagerato!»
«Sì che lo sarai!» s'intromise Georgina, «Basta vedere come ti sei comportato e come continui a comportarti con Rebecca.»
«Ma vi siete messe d'accordo?» pretestò Nicky, «Ho solo spiato una telefonata in cui tu e Shane mi prendavate in giro!»
«Abbiamo solo detto che sei troppo protettivo.» replicò Rebecca. «Nulla che non sia vero!»
Nicky sospirò, «Uhm... ti ho promesso che non ascolterò più le tue telefonate.» ricordò, «Anche perché potrei ascoltare qualcosa che non vorrei mai sentire!»
Rebecca e Georgina risero, «Sono sicura che Shane ha tirato fuori il Kamasutra solo perché si era accorto che ci stavi ascoltando!» disse la prima.
«Lo spero vivamente.» borbottò Nicky, «Hai fame? Sete?»
«No, grazie.» rispose Rebecca, «Ho mangiato mentre ti aspettavo.» disse e Nicky annuì, «Bene, io vado a chiamare Veronica.» aggiunse, passò Rocco a Georgina e si alzò in piedi, «Dal cellulare, così non rischio che qualche impiccione ascolti.»
«E dai. Ti ho già chiesto scusa!» sbuffò Nicky, «Andrai avanti ancora molto con questa storia?»
«Sì!» rispose divertita Rebecca e tornò nella sua camera.

***

«Stai attenta.» esclamò Nicky.
«A chi?» chiese Rebecca, «A Shane? Non preoccuparti!» esclamò, «So badare a me stessa!» gli ricordò.
Le labbra di Nicky si piegarono in un sorriso, «Lo so, Bex, è solo che non posso fare a meno di preoccuparmi.» disse e strinse la cugina in un abbraccio. «Non voglio che tu soffra.» mormorò prima di baciarle la guancia destra.
«Shane non mi farà soffrire.» disse lei.
«Lo spero.» esclamò Nicky e indietreggiò di un passo. «Altrimenti lo riempio di calci.»
Rebecca sorrise, «Se mai dovesse farlo... non preoccuparti, lo prenderò a calci personalmente!»
«Nessuno mi prenderà a calci.»
Rebecca sorrise ancora di più e si voltò, si avvicinò a Shane e lo abbracciò, prima di baciarlo sulle labbra. «Mi sei mancato.» mormorò.
«Anche tu.» sussurrò lui e la baciò, posandole una mano sulla nuca e stringendola ancora di più contro il suo corpo.
Nicky si schiarì la voce, «Guardate che lì ci sono i miei figli, l'ultima cosa che voglio è che vedano la loro cugina baciare il mio migliore amico.»
«E piantala, Nico.» esclamò Shane allontanandosi di un passo da Rebecca, «Era solo un bacio!»
Nicky grugnì qualcosa d'incomprensibile e si voltò, «Lo so che vi state baciando di nuovo.» esclamò e si girò, sorrise nel vedere Shane e Rebecca allontanarsi all'improvviso con aria colpevole. «Non vi vedete per dieci minuti e fate una scena degna di un film, come se non vi vedeste da dieci anni.»
Rebecca alzò gli occhi al cielo, «Noi andiamo.» disse, si avvicinò al box dove i gemelli stavano giocando e baciò le loro teste, prese la borsa che aveva lasciato sul divano, «Fai il bravo.» esclamò guardando Nicky, sorrise e gli baciò la guancia. «Ciao, Georgina.» disse agitando la mano.
Shane le prese la valigia e andò verso la porta. «Ve la riporterò.» disse posando la mano sulla maniglia, «Forse.»
Nicky fece uno sbuffo rumoroso e alzò gli occhi al cielo. «Non sei divertente.» borbottò.
Shane sorrise, «Lo sai che mi diverto a prenderti per il culo.» disse e posò la mano libera sulla schiena di Rebecca, «E non fare quella faccia da bambino offeso altrimenti ti verranno le rughe su tutta la faccia!»
Nicky aprì la bocca per protestare ma la richiuse sapendo che sarebbe stata una battaglia persa in partenza. «Andate pure.» esclamò dopo un sospiro, «Bex, chiamami quando arrivi.»
«Lo farò, mio carceriere.» ridacchiò Rebecca e uscì dalla porta, seguita da Shane.
«Ci vediamo fra qualche giorno!» esclamò lui, «Forse.» rise e aprì il bagagliaio dell'auto, vi posò la valigia e guardò Rebecca. «Pronta?»
Lei annuì, «Sì.» rispose sorridendo. «Prontissima.»
Shane sorrise e chiuse il bagagliaio, abbracciò la ragazza e le baciò le labbra. «Andiamo.» sussurrò e la baciò ancora.
Rebecca salì in auto e posò la borsa vicino ai suoi piedi, sorrise al pensiero di passare una settimana intera con Shane. Ripensò a tutte le volte che Shane le chiedeva di andare da lui, come se quelle richieste nascondessero altro; Veronica le aveva suggerito che forse Shane voleva chiederle di andare a vivere insieme ma non ne aveva il coraggio.
«Tutto bene?»
Rebecca si girò e guardò Shane, «Sì.» rispose, «Sono solo felice.» 
Shane sorrise e le strinse la mano. «Anche io.» mormorò, le baciò la guancia e partì.

Le fiamme crepitavano nel caminetto, regalando alla stanza un piacevole calore; Rebecca sistemò la copertina sulle coperte e si allungò verso sinistra per accarezzare Felix che se ne stava acciambellato. Il gatto alzò la testa, sbadigliò e tornò a dormire.
«È un dormiglione.»
Rebecca si girò verso e Shane e sorrise, «È un gatto, fa quello che fa un gatto.» disse mentre Shane le porgeva un tazza di cioccolata calda. «Grazie.» mormorò e soffiò sul liquido caldo. 
«Hai freddo?» le chiese lui.
«No.» rispose Rebecca e soffiò ancora, «Però puoi abbracciarmi lo stesso.» aggiunse e guardò per un attimo Shane e ridacchiò quando lo vide sorpreso.
«Eh...» borbottò Shane, «Sì, giusto.» disse e prese un sorso di cioccolata dalla sua tazza.
Rebecca sorrise e bevve un po' di cioccolata, «Stai bene?» chiese, «Hai una faccia strana.»
Shane sorrise, «Sto bene.» disse, «Sei tu che fai battute strane.»
«Io non faccio battute strane.» squittì Rebecca, «Era solo un invito, ecco.» continuò.
Shane posò la tazza sul tavolino e abbracciò Rebecca, stando attento a non far rovesciare la tazza. «Invito accettato.» le sussurrò all'orecchio.
Rebecca ridacchiò, «Non farmi il solletico.» disse spostando la testa, «Altrimenti ti verso la cioccolata là dove non batte il sole.»
Shane rise e si scostò. «Meglio che mi smetta, allora. Ci tengo ai miei gioielli!» disse, «E anche tu ci tieni, vero?»
Rebecca arrossì e portò la tazza alle labbra per nascondere l'imbarazzo; si accorse che Shane la stava guardando e sorrise, «Bhe... sì.» ammise divertita, «Però sai, potrei anche sostituirti con qualcos'altro, tu, invece...»
Shane si bloccò, «Ah ah, sei davvero spiritosa, lo sai?» esclamò e sorrise, «Potrai anche sostituirmi ma non sarebbe la stessa cosa.»
Rebecca arrossì ancora di più, «Possiamo finirla?»
«Cosa?»
«Di parlare di...» Rebecca prese un respiro profondo, «sesso, mi sembra di essere con Veronica.»
«Tu e Veronica parlate di sesso?» chiese Shane alzando un sopracciglio e sorridendo, sentendosi curioso.
Rebecca scrollò le spalle e posò la tazza sul tavolino, «Bhe, sì, fra le altre cose.» rispose, «Non parliamo solo di quello, sia chiaro, non siamo delle pervertite.»
«Ah, no?» disse Shane, «Forse la tua mano sulla mia coscia e poi un po' più in su, mentre venivamo qui, me la sono solo immaginata, vero?»
Rebecca arrossì e incassò la testa nelle spalle, aprì la bocca per ribattere ma la richiuse quando si accorse che non sapeva cosa dire.
«Hai le orecchie rosse.» notò Shane, «Sei adorabile, lo sai?» disse e le baciò la testa.
Rebecca ridacchiò e sorrise mentre si sistemava contro il torace di Shane, guardò il fuoco nel camino e accarezzò distrattamente la schiena del gatto che si era acciambellato sul suo grembo.
«Potresti...» Shane iniziò a parlare, «Potresti...»
«Cosa?» chiese Rebecca e si sporse per riprendere la tazza.
Shane portò una mano alla nuca e passò le dita fra i capelli, «Ecco... pensavo che potresti...» balbettò, «Potresti lasciare il lavoro e trasferirti qui con me.» disse d'un fiato.
Rebecca lo fissò con gli occhi sgranati, sicura di non avere capito bene. «Vuoi che venga qui, a vivere con te?» pigolò alla ricerca di una conferma, mentre sentiva il cuore battere all'impazzata e pensò che sarebbe scoppiato da tanto andava veloce.
Shane si limitò ad annuire, «Bhe... sì.» disse, «Sì, sono cinque mesi che stiamo insieme,» sorrise a Rebecca, «però siamo lontani ed è questo a darmi, come dire, fastidio.» sfiorò la guancia di Rebecca con il dorso della mano, «Non sopporto di tornare in questa casa e trovarla vuota. Voglio tornare a casa e trovare te.» aggiunse senza smettere di accarezzare la guancia di Rebecca, «E Felix, naturalmente.»
Rebecca sorrise, «Sarebbe meraviglioso.» disse, bevve un sorso di cioccolata — ormai era tiepida — e mise la tazza sul tavolino, «Più che meraviglioso.» esclamò abbracciando Shane, Felix miagolò infastidito e si spostò dall'altra parte del divano.
Shane le baciò la pelle del collo e la strinse a sé, «Non sai quanto sia felice di sentirtelo dire.» mormorò al suo orecchio.
Rebecca ridacchiò e si spostò di un poco, «Io sono felice che tu me l'abbia chiesto.» soffiò prima di baciarlo, «Il mio contratto di lavoro scade alla fine di Marzo.»
Shane fece una smorfia, «Devo aspettare fino a Marzo?»
Rebecca sorrise, «Bhe, il tour inizia il venticinque Febbraio, fra un paio di settimane inizierete le prove... non avresti tempo.»
«Sarebbe sempre meglio di nulla.» borbottò Shane incrociando le braccia al petto.
«Sei adorabile quando hai il broncio.» commentò Rebecca e sfiorò il viso di Shane, «Dai, questi tre mesi passerrano in fretta!» mormorò e baciò la guancia del ragazzo, «E comunque potresti venire da me per un paio di giorni..» 
Shane sorrise e posò le mani in grembo, «Hai ragione.» disse e posò un braccio sulle spalle di lei, «Sono solo tre mesi, poi sarai solo mia...» soffiò sulle labbra di Rebecca e la spinse a sdraiarsi sul divano, «Mia, mia e ancora mia.»
Il gatto miagolò infastidito, scese dal divano e salì sulla poltrona.
«Povero Felix.» commentò Rebecca girando la testa di lato e guardando il gatto.
«Il divano non è solo suo...» mormorò Shane baciando il collo della ragazza, «C'ero io prima di lui.»
Rebecca ridacchiò quando le dita di Shane le solleticarono la pancia, «Non farmi il solletico!»
Shane rise e le baciò ancora il collo, «Mi piace farti il solletico!» mormorò contro la sua pelle e Rebecca gemette quando Shane le infilò le mani sotto al maglioncino bianco.
«Il solletico no!» squittì Rebecca quando Shane le sfiorò i fianchi.
«Ma è divertente!» replicò Shane mentre muoveva le mani sul corpo della ragazza che si agitava sotto di lui.
Rebecca emise uno strillo e cercò di girarsi sul fianco sinistro ma il Shane le impediva qualsiasi movimento. «Basta!» supplicò ridendo.
Anche Shane rise, «No... mi sto divertendo!»
Rebecca ansimò e riuscì a indietreggiare sul divano fino a quando la testa non sfiorò il bracciolo, «Shane... per favore...» 
«Per favore cosa?» chiese Shane smettendo di solleticare la pancia di Rebecca — il maglioncino e la maglietta si erano alzati, arrivando quasi a scoprire il seno —, «Per favore cosa?» ripeté riprendendo il suo gioco.
«Di... di farmi il solletico!» squittì Rebecca e cercò di allontanare le mani di Shane. Lui smise immediatamente e si mise in ginocchio e Rebecca lo fissò sorpresa, «Hai smesso?» pigolò.
Shane alzò le spalle, «Mi hai detto per favore.» disse e sorrise, si chinò e baciò la fronte della ragazza, «Ma se vuoi posso ricominciare.»
Rebecca abbassò il maglione, «No!» esclamò, «Basta!» rise e riuscì a posare la testa sul bracciolo, respirò a fondo e fissò Shane, «Certo che ogni tanto sei davvero terribile, lo sai? Forse dovrei chiamare Nicky e dirgli che sei cattivo perché mi fai il solletico.»
Shane fece una smorfia. «No!» esclamò, «Altrimenti arriva qui e non ce lo leviamo dalle palle.»
Rebecca posò le mani sulle spalle di Shane e gli sfiorò il collo con le dita. «Tu non farmi il solletico e io non chiamo mio cugino.»
Shane rise e posò le mani sui fianchi della ragazza, «Ma io mi diverto!» esclamò e cercò di solleticare la pancia di Rebecca che si agitò sotto di lui ridendo. «Smettila di agitarti! Sembri un'anguilla!» la prese in giro.
«Perché?» chiese Rebecca, «Tu vuoi farmi il solletico e io mi difendo!»
Shane sospirò, «Perché? Vuoi veramente saperlo?» mormorò e Rebecca annuì, Shane sorrise divertito e le sfiorò l'orecchio con le labbra, «Perché... giudica tu stessa.» sussurrò sdraiandosi su di lei.
Rebecca arrossì, «Oh.» fece, «Bhe... non è colpa mia!» squittì mentre Shane le baciava il collo, «Qualcuno mi bloccava...» si fermò e un gemito uscì dalle sue labbra.
«Sei tu che ti agiti troppo.» soffiò Shane prima di baciarle le labbra, le infilò una mano sotto al maglione e si sistemò fra le gambe di lei. «Sei tu che mi ecciti, io reagisco di conseguenza.» sorrise e le baciò la gola. 
Rebecca gemette e chiuse gli occhi reclinando la testa all'indietro, passò le mani fra i capelli di Shane e le fece scendere sulla schiena, e ridacchiò quando Shane le mordicchiò il lobo.
«Abbiamo uno spettatore.» sussurrò Shane e Rebecca girò la testa e sorrise quando vide Felix che li guardava con aria curiosa.
«Si sentirà trascurato, povero piccolo.» commentò, «Sono qui da un paio d'ore e gli ho fatto solo due coccole.»
«Eri impegnata a farle a me!»
Rebecca sorrise e guardò Shane, «Sei geloso di un gatto?»
Shane fece una smorfia a metà fra il divertito e l'offeso. «Non sono geloso di Felix!» rispose, «Preferisco che tu faccia le coccole a me e non a lui.» aggiunse posando la testa sulla spalla della ragazza, «Mi manchi quando sei lontana e l'unica cosa che vorrei fare è mollare tutto e venire da te.» disse e chiuse gli occhi mentre sfiorava i capelli di Rebecca.
Lei rimase in silenzio, beandosi di quelle parole e dei capelli di Shane sotto le dita. «Mi manchi anche tu.» mormorò e rimasero in quella posizione per diverso tempo, con Rebecca che sfiorava i capelli di Shane e lui che giocava con quelli di lei. Rebecca aprì gli occhi e si girò verso il camino.  «Il fuoco... si sta spegnendo.» 
Shane si alzò lentamente e si avvicinò al caminetto per buttare altra legna e ravvivare le fiamme e Rebecca ne approfittò per finire la cioccolata ormai fredda. Si sistemò contro lo schienale del divano e piegò le gambe, portando i piedi vicino al sedere, «Micio... Felix, vieni qui.» chiamò il gatto che la guardò per un paio di secondi prima di sbadigliare. Rebecca sbuffò e raccolse la coperta dal pavimento. «Stupido gatto.» borbottò.
«Non è stupido.» commentò Shane sedendosi accanto a lei, «Sa che se viene qui rischia di essere schiacciato.»
Rebecca spinse in fuori le labbra e sbuffò, «Ma io lo voglio accarezzare!» borbottò, «Ha il pelo così morbido...» commentò e sorrise girandosi verso Shane, «È il mio micetto!»
Lui sorrise e le prese la mano, «Non ti vede da tanto, deve solo abituarsi.» disse e Rebecca sospirò prima di annuire lentamente. «Domani si sarà già abituato.» sussurrò e le baciò la testa.
«Lo spero.» mormorò lei.
«Ne vuoi ancora?» chiese Shane indicando le tazze di cioccolata e Rebecca scrollò la testa, lui si alzò e andò in cucina con le tazze.
Rebecca si alzò dal divano e si avvicinò alla poltrona e grattò la testa del gatto che incominciò a fare le fusa mentre la mano di Rebecca si spostava verso la gola. Felix alzò il muso e miagolò piano agitando le zampine.
«Gli piace.»
«Lo vedo.» commentò Rebecca voltandosi verso Shane. 
«Ti ho portato dell'acqua.» disse Shane posando due bicchieri sul tavolino.
Rebecca sorrise e smise di coccolare il gatto, lo prese in braccio e tornò al divano dove si sedette con un sospiro.
«Sei stanca?» chiese Shane e Rebecca annuì prima di prendere un sorso d'acqua; Shane le posò un braccio sulle spalle e l'attrasse a sé, posando la guancia sulla testa della ragazza. «Fra un po' andiamo a dormire.» mormorò e Rebecca fece uno sbadiglio. Shane sorrise e con la mano libera incominciò ad accarezzare Felix.
«Mmh... due persone che gli fanno le coccole, deve sentirsi un gatto molto fortunato.» mormorò Rebecca e sorrise quando il micio le leccò il pollice.
«È il nostro gatto, è fortunato per forza!» disse Shane e baciò la guancia di Rebecca. «Fa le fusa.» continuò Shane sfiorando la guancia di Rebecca con la punta delle dita. «Ti amo.» mormorò contro l'orecchio di Rebecca.
Lei sorrise e si voltò verso di lui, trovando le labbra di Shane vicino alle sue, lo guardò e lo baciò a occhi chiusi. «Ti amo.» soffiò. Shane sorrise e le sfiorò la fronte con le labbra. 

«Andiamo in camera?» domandò Shane.
Rebecca annuì e si chinò per prendere il bicchiere d'acqua. «Sì.» disse dopo aver bevuto, «Altrimenti dormo qui.» 
Shane sorrise e si alzò, «Controllo che il fuoco sia spento.» disse e Rebecca annuì e finì di bere l'acqua, fece una carezza a Felix e portò i bicchieri in cucina, lasciandoli nel lavello. Tornò in salotto e vide Shane ripiegare la coperta e posarla sulla spalliera del divano. Respirò a fondo e sorrise quando Shane si chinò sopra a Felix per poi baciargli la testa.
«Brutto traditore.» commentò ridendo.
Shane la fissò e sorrise, «Per caso sei gelosa?»
Lei gli si avvicinò, «Bhe... un pochino sì.» rispose e gli sfiorò le labbra con due dita, «Non sopporto di vederti baciare qualcuno che non sia io.»
Shane le mise le mani sui fianchi e piegò la testa di lato, «Mi piaci ancora di più ora che sei gelosa del nostro gatto.» esclamò, «Sei terribilmente carina con quel faccino da gelosa.»
Rebecca fece una smorfia poi sorrise. «Io sono sempre carina.» replicò, circondò il collo di Shane con le braccia e lo baciò. «Andiamo a dormire?» pigolò, «O a fare altro.» sussurrò e sorrise sperando di apparire seducente.
Le labbra di Shane si piegarono in un sorriso. «Credevo che fossi stanca.» replicò sfiorando la schiena di lei.
Rebecca scrollò le spalle, «Potrei non esserlo più.» mormorò e strillò quando Shane le fece il solletico, «Basta!» squittì e si divincolò, finendo sul divano, «Smettila!» rise e scivolò sul pavimento. «Non ridere!» esclamò guardando Shane, «Aiutami.»
Lui le porse la mano e l'aiutò ad alzarsi e l'abbracciò, posando il mento sulla spalla di lei e baciandole il collo. «La smetto, giuro.» disse. «Per oggi.»
Rebecca sorrise, «Va bene.» mormorò e fece uno sbadiglio. «Andiamo in camera.» aggiunse e Shane annuì e le baciò la fronte.
Dieci minuti più tardi erano in camera e Rebecca scostò le coperte con uno sbadiglio.
«Hai proprio sonno!» esclamò Shane mentre la ragazza si sdraiava.
«Sì.» disse lei, «Ieri sera siamo andati a letto dopo l'una e i bambini hanno avuto la brillante idea di svegliarsi alle sei, reclamare la loro dose di latte e poi sono tornati a dormire.» spiegò, «Per svegliarsi definitivamente dopo un'ora, per giocare con quegli aggeggi che fanno un baccano infernale.»
«Che aggeggi?» chiese Shane sdraiandosi accanto a lei, sistemò le coperte sopra di loro e prese la mano di Rebecca.
«Il gioco della fattoria.» borbottò Rebecca a occhi chiusi, «Quello che se schiacci un tasto fa il verso dell'animale... la mucca, l'asino, la gallina, il cane, la pecora, il gatto... e anche il gallo.»
Shane rise, «Bhe, sono giochi adatti a loro.»
Rebecca lo guardò con gli occhi semi chiusi. «Alle otto del mattino non sono adatti a nessuno, sopratutto a due bambini che si divertono ad alternare il gallo al trattore!» disse e sbadigliò, «Ho sonno.» borbottò.
«Dormi.» mormorò Shane e le baciò le labbra. «Buona notte.» sussurrò intrecciando le dita con quelle di lei.
«Buona notte.» biascicò Rebecca prima di addormentarsi.


Lunedì 31 Dicembre 2007, Sligo

«Rebecca?» chiamò Shane posando la mano sulla maniglia della porta,  «Rischiamo di arrivare in ritardo!»
«Arrivo!» replicò lei e aprì la porta, Shane la guardò a bocca aperta, «Che c'è? Sono vestita male?» domandò.
Shane scosse la testa, «No...» rispose, «Tu sei... uno schianto!» disse, «Quasi quasi non ti faccio uscire, ti guarderanno tutti.» aggiunse indicando la scollatura del vestito.
Lei fece un sorriso, «Non starai diventando come Nicky, spero.» 
«Nicky si preoccupa perché sei sua cugina, io mi preoccupo perché sei mia!» disse Shane.
Rebecca sorrise ancora, «Perfetto.» esclamò, «Mi aiuti?» chiese porgendo una catenina d'oro con un ciondolo a forma di cuore.
«Chi te l'ha regalata?» chiese Shane prendendo il monile.
«Sei geloso?» ridacchiò lei e scostò i capelli dal collo. «Comunque è stata Veronica, l'anno scorso.»
Shane annuì e allacciò la catenina, baciò il collo di Rebecca e le sistemò i capelli. «Sei pronta?» domandò.
«Sì.» rispose Rebecca, «Possiamo andare.» disse girandosi, posò le mani sulle spalle di Shane e sistemò il colletto della camicia. «Devo solo prendere la borsetta.» aggiunse con un sorriso. «È già pronta!» si difese vedendo l'espressione di Shane, «Giuro.» mormorò e lo baciò velocemente.
«Quanta gente ci sarà?» domandò quando uscì dalla camera da letto stringendo la pochette nera nella mano destra.
Shane alzò le spalle, «Un po'.»
«Un po' quanto?»
«Abbastanza.»
Rebecca fissò Shane, nessuno — escluso Nicky, Georgina, i suoi zii, i suoi cugini, Kian, Mark, Veronica e Tommy e i genitori di Shane — sapeva di loro. «Ci saranno dei fotografi?» pigolò, preoccupandosi che qualcuno li potesse fotografare, far finire l'immagine su qualche sito o rivista e che qualcuno, guardandola, la riconoscesse. Insieme a Veronica frequentava un forum italiano sui Westlife e si divertivano a leggere le opinioni delle fans italiane sulle dolci metà dei cantanti.
«Penso di sì.» rispose Shane, «Ehi, ti stai preoccupando?» domandò dolcemente.
«Ehm...» Rebecca si schiarì la voce, «Un pochino.» rispose. «Sai, credo di non essere pronta a finire su qualche rivista di gossip.» ammise.
Shane le prese la mano. «Non preoccuparti, andrà tutto bene.» disse e le baciò la fronte, inspirando il profumo fruttato della giovane.
Rebecca annuì. «Va bene.» mormorò e sorrise, «Andiamo?»
Rebecca strinse il bicchiere di vino bianco frizzante e sorrise mentre ascoltava Shane parlare con un tizio di cui non si ricordava il nome — qualcosa tipo Jim o Tim.
«Tutto bene?»
Rebecca annuì e guardò Shane, «Tutto bene.» confermò.
«Andiamo al tavolo?» chiese Shane, «Stanno iniziano a servire la cena.»
Rebecca annuì, finì il vino e posò il bicchiere sul bancone del bar. Shane le strinse la mano e lei sorrise mentre andavano verso il tavolo che Shane aveva prenotato; non sarebbero stati soli ma in compagnia di alcuni amici di Shane. La coppia si sedette sopra a una panca imbottita e Rebecca posò la pochette su di essa, fra lei e Shane.
«Sei tranquilla.» le disse lui.
Rebecca alzò le spalle, «Non conosco nessuno.» esclamò e si guardò le mani. 
Shane gliele toccò, «Rilassati, amore.» le sussurrò e Rebecca sorrise, «Andrà tutto bene, e poi adesso iniziamo a mangiare, non parleremo molto.»
Rebecca annuì e sussultò quando il cellulare nella sua borsa vibrò, lo prese chiedendosi chi fosse a mandarle un messaggio.
“Come sta la mia bionda preferita? Ricorda: chi tromba il primo dell'anno tromba tutto l'anno!!!”
Rebecca trattenne una risata nel leggere l'SMS di Veronica.
“La mia bionda preferita è già ubriaca?” le scrisse.
«Chi è?» domandò Shane.
«Veronica.» rispose Rebecca, «Credo che sia già ubriaca.» disse divertita.
“Non ancora ma sono sulla buona strada!”
«Cosa ti ha scritto?»
Rebecca guardò Shane, «Sei curioso, lo sai?» 
Anche lui sorrise, «Vi scrivete in italiano e sicuramente starete parlando di me.»
«Siamo un po' egocentrici, eh?» commentò Rebecca, «Mi ha solo chiesto come va.»
Shane annuì. «Okay.» disse, «E poi?» domandò, «E comunque non sono egocentrico. So che quando tu e Veronica parlate in italiano lo fate perché parlate di me o Nicky.»
Rebecca rise e mise via il cellulare, «Non parliamo di te o Nicky, non sempre almeno.»
Shane le baciò la tempia. «Dici così ma so che non è vero.» commentò mentre il cameriere posava davanti a loro i piatti con gli antipasti.
Rebecca scosse piano la testa, «Vuoi sapere cosa mi ha scritto?» domandò e Shane annuì, «Mi ha ricordato che...» si avvicinò all'orecchio di Shane, «Che chi tromba il primo dell'anno, tromba tutto l'anno.»
Shane si bloccò, la bocca semi aperta, «Sul serio?» chiese con la voce roca.
«Sì.» rispose Rebecca annuendo e prendendo la forchetta. «Veronica è matta, lo sai.»
Shane si limitò a sorseggiare dell'acqua e guardò i suoi amici, si avvicinò al viso di Rebecca, «E allora credo che non dovremmo deluderla, se te lo ha ricordato un motivo ci sarà.» sussurrò e le sfiorò una coscia, facendo scivolare la mano sotto alla gonna.

Rebecca si tolse le scarpe appena rientrarono in casa, alle tre del mattino. «Che delizia.» commentò sedendosi sulla cassa panca dell'ingresso.
Shane appese il cappotto al gancio e le sorrise, «Togliti il cappotto.» le disse e lei lo fece e glielo passo e si massaggiò il piede destro.
«Cosa fai?» squittì quando Shane la sollevò.
«Ti porto in camera.» rispose lui, «Ti sei lamentata per un'ora e passa che ti facevano male i piedi...»
«Oh.» fece Rebecca tenendosi al collo di Shane, «Grazie.»
I due raggiunsero la camera e sorrisero quando videro Felix dormire sopra la poltroncina, Shane depositò Rebecca sul letto e si tolse la giacca del completo, poi si sdraiò accanto alla giovane e iniziò a baciarla mentre le abbassava la lampo del vestito.
Rebecca sorrise e si aggrappò a lui, stringendogli i capelli fra le dita e circondandogli i fianchi con le gambe.
Shane si alzò dopo un minuto e fece mettere seduta Rebecca, finì di abbassare la cerniera e fece scivolare le spalline del vestito lungo le braccia, riuscendo a spingere l'abito fino alla vita; Rebecca fece un respiro profondo e sorrise mentre si alzava in piedi e spingeva il vestito a terra, tornò da Shane e si mise a cavalcioni su di lui, gli prese il viso fra le mani e lo baciò con violenza, spingendo il suo corpo contro il torace di Shane. Le sue mani scesero dalle guance del ragazzo e arrivarono ai bottoni della camicia, che slacciò con foga, quasi come se volesse strapparli; una volta scoperto il torace del ragazzo lo sfiorò con i palmi e sorrise nel sentire i gemiti di Shane.
Lui le slacciò il reggiseno a fascia e lo buttò da qualche parte della stanza e posò le mani sui seni di Rebecca, facendola gemere e sorrise mentre le baciava il collo, qualche istante dopo la spinse e la fece sdraiare sulla schiena e si mise accanto a lei, baciandola sulla bocca e accarezzandole il corpo, partendo dal collo e arrivando al bordo del perizoma nero e ritornando indietro, soffermandosi sul seno per massaggiarlo.
Rebecca sospirò e allungò una mano verso la cinta dei pantaloni e riuscì a slacciare il bottone e abbassare la zip usando solo una mano. Sfiorò Shane da sopra i boxer e sorrise quando sentì Shane gemere. «Toglili.» sussurrò e Shane obbedì, spogliandosi del tutto e tolse anche l'ultimo pezzo di stoffa dal corpo di Rebecca.
Si sdraiò su di lei, tenendosi sollevato sulle braccia e le baciò la fronte, al centro, e proseguì lungo il naso, arrivando alle labbra e continuando sulla gola e Rebecca reclinò la testa, Shane continuò a lasciarle una scia di baci, passando fra i seni e proseguendo sullo stomaco e il ventre. Arrivò al piercing e lo prese fra le labbra e solleticò l'ombelico con la lingua, facendo gemere Rebecca che strinse le coperte fra le mani. Dalle sue labbra uscì un urlo strozzato quando Shane riprese a baciarla, proseguendo verso il basso, arrivando a baciarla ne suo posto più intimo. Agitò le braccia e la sua mano afferrò il cuscino decorativo e lo portò su viso, premendolo contro la bocca per soffocare le urla. Ansimò quando Shane la penetrò con un dito mentre continuava a stuzzicarla con la lingua. «Oh mio dio.» sospiro e spostò il cuscino dal viso, continuando a tenere gli occhi chiusi e a mordersi le labbra. Il piacere arrivò all'improvviso travolgendola e lei soffocò un urlo contro la mano mentre il suo corpo si tendeva e rilassava in preda all'orgasmo.
Shane la baciò e lei sorrise prima di spingerlo a sdraiarsi sulla schiena, decisa a ricambiare il piacere che lui le aveva donato.
Inspirò a fondo e afferrò l'erezione si Shane, per poi muovere la mano lentamente, aumentando di poco la velocità a ogni passaggio. Dopo qualche minuto piegò la testa e lo baciò, aprì la bocca e fece scivolare la punta fra le labbra mentre Shane ansimava dal piacere e dalla sorpresa. «Rebecca... basta.» sospirò dopo qualche minuto e le posò una mano sulla testa.
«Cosa c'è?» domandò lei alzando il viso e guardandolo.
Lui la fece girare sul letto, «C'è che ti amo.» rispose Shane sdraiandosi su di lei e Rebecca allargò le gambe.
«Ti amo anche io.» mormorò lei e lo baciò, sospirò e gemette quando Shane scivolò dentro di lei.

Shane attrasse a sé Rebecca e le passò una mano fra i capelli mentre lei posava la testa sul torace. «Buon duemilaotto.» sussurrò baciando la fronte della giovane.
Rebecca chiuse gli occhi e posò la mano sul torace di Shane e sorrise, «Buon duemilaotto anche a te.»  mormorò.
Shane le passò le mani fra i capelli, «Credo che questo sia il migliore primo dell'anno che io abbia mai avuto.» confessò. «Sarebbe bello avere anche un Natale così.»
«Oh, lo avremo.» bisbigliò Rebecca.
Shane sorrise, «Speravo di sentirtelo dire.» ammise, «Ti amo.» 
«Ti amo anche io.» sussurrò Rebecca e gli baciò il petto, «Dormiamo, sono quasi le quattro e sono distrutta.»
Shane sorrise e chiuse gli occhi, «Dormi, piccola.» mormorò e le baciò la testa, «Buona notte.» sussurrò e la baciò ancora. Rebecca chiuse gli occhi sentendosi felice e si addormentò con il sorriso sulle labbra, cullata dalla mano di Shane che le accarezzava la schiena.


Mercoledì 13 Febbraio 2008, Milano

«Rebecca... calmati!» esclamò Veronica, «Se continui così ti verrà una crisi isterica!»
«Shane sarà qui domani!» squittì l'altra, «E io ho ancora un sacco di cose da fare!»
Veronica alzò gli occhi al cielo, «Cosa?» domandò e posò la scopa contro il muro più vicino. «Se puliamo un'altra volta diventerà più pulita di una sala operatoria.
«Leva quella scopa da lì, il gommino lascia i segni!» strillò Rebecca. Shane sarebbe arrivato il giorno dopo e avrebbero passato insieme San Valentino.
Veronica sbuffò e riprese in mano la scopa, «Sei isterica, lo sai?» chiese, «Non è che ti sta arrivando il ciclo?»
Rebecca sgranò gli occhi, inorridita da quella possibilità, inspirò a fondo e rilassò le spalle. «Mi è arrivato settimana scorsa, quindi non è possibile.» disse.
«Almeno tu e Shane potrete festeggiare come si deve.» replicò Veronica e sorrise, «E non fare quella faccia, ti ho visto che sei sbiancata al pensiero di non poter fare nulla a San Valentino...» la prese in giro, «E comunque... il pavimento è pulito, cosa devi fare ancora?»
«Stirare le lenzuola, per esempio.» rispose Rebecca.
«E da quando si stirano?» chiese l'altra, «Mia madre non lo ha mai fatto e non abbiamo mai avuto problemi, tranne con la nonna ma lei è fissata su queste cose.»
Rebecca sbuffò e si sedette sul divano. «Sono nervosa.» ammise.
«Non è la prima volta che Shane viene qui, non capisco tutto questo nervosismo.» notò Veronica, «Almeno questa volta vi siete messi d'accordo e lui non farà nessuna improvvisata.»
Rebecca inspirò a fondo un paio di volte. «Giusto.»
«E sono sicura che non baderà alle lenzuola non stirate.» disse Veronica, «Tanto dopo due minuti il tuo lavoro sarà rovinato, visto che vi rotolerete appena Shane varcherà quella porta.» aggiunse e indicò la porta d'ingresso.
«Sì, è giusto anche questo...» mormorò Rebecca, «Veronica!» squittì quando si rese conto di quello che aveva detto la sua amica, «Ci stai facendo passare per due... maiali!»
«Bhe, non puoi dire che non sia vero!» replicò Veronica. «Da quando vi siete ritrovati non riuscite a tenere le mani a posto!»
«Veronica!» la riprese Rebecca, «Non è vero, non passiamo il tempo a fare solo l'amore, eh, parliamo anche.»
Veronica le posò un braccio sulle spalle. «Lo spero bene!» ridacchiò. «Adesso ascoltami: metto via la scopa, ci facciamo un caffè e ti aiuto a mettere via la roba che c'è nell'asciugatrice e ci rilassiamo andando fuori a pranzo, okay?»
Rebecca annuì lentamente. «Sono nervosa e tu mi offri un caffè?»
L'altra alzò le spalle, «Eh, puoi prenderti un decaffeinato.»
«Mi fa schifo.»
«Caffè all'orzo.»
«Peggio che andar di notte!»
Veronica sbuffò, «Sei impossibile! Prenditi un cappuccino con tanto latte e falla finita.»
«Sei tu che hai iniziato con la storia del caffè.» sospirò Rebecca e posò la testa sullo schienale del divano. «Sono nervosa perché fra un mese e mezzo finisco di lavorare e poi...»
«E poi andrai a vivere con Shane.» finì Veronica.
«Eh, già.» mormorò Rebecca e infilò ilo pollice destro in bocca e morsicò le pellicine attorno all'unghia. «Sono anni che vivo da sola, in questa casa dove ho passato la maggior parte della mia vita... trasferirmi in Irlanda è un bel cambiamento.»
«Un grosso cambiamento.» disse Veronica, «Ma andrà tutto bene: andrai a vivere con Shane che ami tanto e io sono stufa di sentirti dire ogni giorno quanto ti manca.» aggiunse. «Sarete felici, farete tanto sesso e sfornerete un paio di marmocchi, fra cui una bimba a cui darai il mio nome.»
«Tommy ha smesso di dartelo?» chiese Rebecca, «Continui a parlare di sesso!»
Veronica sorrise e ridacchiò. «No, va alla grande.» si alzò in piedi, «Dai mettiti le scarpe, pettinati e andiamo a farci un giro!»

Veronica sistemò la cornice sul ripiano e si diresse verso la porta, l'aprì e rimase a bocca aperta.
«Ciao!»
«Ehm... ciao.» disse sentendosi confusa, «Rebecca! Vieni, subito!» 
Rebecca uscì dalla cucina e la guardò, «Chi è?» domandò e Veronica si limitò ad aprire di più la porta e Rebecca spalancò la borsa dalla sorpresa, schiacciò ripetutamente il tasto per aprire il cancelletto e uscì, finendo fra le braccia di Shane.
«Credevo che arrivassi domani!» strillò prima di baciarlo, «Mi sorprendi sempre!»
Lui rise, «Lo so.» disse, «Mi piace sorprenderti.»
I due entrarono in casa e Shane salutò Veronica con un abbraccio.
«Allora... io vado, a questo punto.» disse Veronica, baciò la guancia di Rebecca e uscì dalla casa, «Ci sentiamo, devi dirmi tutto!» esclamò prima di uscire dal cancello.
«Avresti potuto chiamarmi, sarei venuta a prenderti!» esclamò Rebecca e condusse Shane al divano.
«Volevo farti una sorpresa.» disse, «Me lo hai detto tu che il negozio era chiuso da oggi... perché sprecare un giorno?» aggiunse e prese la mano di lei e intrecciò le dita con le sue.
«Hai ragione.» esclamò Rebecca e sospirò posando la testa sulla spalle di Shane, «Come sta Felix?»
«Benissimo.» rispose Shane, «Mangia, dorme e da la caccia a qualsiasi cosa si muova.»
Rebecca sorrise, «Sono felice.» mormorò. «Togliti la giacca.» disse e Shane lo fece e la sistemò sul divano.
«Come vanno i preparativi?» chiese Rebecca e si sdraiò sul divano, posando la testa sulle cosce di Shane.
«Bene.» rispose Shane, «Ormai è tutto pronto.» disse e sfiorò la testa di Rebecca, «Manca solo un'intervista, ma è il ventiquattro quindi c'è tempo.»
Lei sorrise e gli prese la mano. «Benissimo.» disse, «Abbiamo un sacco di tempo.» 
«Sì.» confermò Shane. «Mi daresti dell'acqua, per favore?» domandò dopo qualche minuto.
Rebecca sorrise e si mise seduta, «Certo.» rispose, «Ti amo.» sussurrò dopo avergli baciato velocemente le labbra.

***

I giorni di Shane erano agli sgoccioli, mancavano ventiquattro ore e sarebbe ripartito per Sligo.
Tesoro... hai visto i miei boxer?» domandò Shane mentre si asciugava a i capelli con un asciugamano, «Ero convinto di averli lasciati sul letto.»
«E sono ancora lì.» rispose Rebecca entrando nella camera da letto, «Io non li ho toccati.»
Shane si chinò e recuperò i boxer. «Erano caduti per terra.»
Rebecca si sedette sul letto e ridacchiò mentre Shane si rivestiva, «Stai ridendo di me?» domandò Shane e si buttò sul letto accanto a lei, «Mi prendi in giro?» continuò e infilò velocemente una mano sotto alla maglia di Rebecca.
«Non farmi il solletico!» squittì lei bloccandogli il polso, «Non ti stavo prendendo in giro, giuro!» 
Shane mosse piano le dita e sfiorò il ventre di Rebecca, «E allora perché ridevi?»
«Perché avevi le mutande ai tuoi piedi e non le avevi viste!|» ansimò lei in preda alle risate causate da Shane.
«Oh, bene.» fece lui togliendo la mano e sdraiandosi supino. «Se prendevi in giro il mio bel culo ti avrei fatto così tanto solletico da farti fare la pipì addosso!»
«Non sul mio letto!» squittì lei.
«Quindi sul divano va bene?» chiese Shane con un sorriso divertito.
«No!» esclamò Rebecca, «Non sul mio letto o il divano o da qualunque altra parte!»
Shane fece una smorfia delusa, «No? Che peccato.» borbottò, «Sarebbe stato molto divertente!»
«Divertente?» squittì Rebecca, «Non credo proprio!» rise e posò la testa sullo stomaco di Shane.
«Sei una guastafeste!» borbottò Shane e accarezzò i capelli della ragazza. «Non vedo l'ora che sia luglio, così potremmo finalmente stare insieme ogni singolo giorno.»
Rebecca chiuse gli occhi e sorrise,  «Ti amo.» disse. «Tanto, anche quando mi fai il solletico.»

***

«Perché non vieni in tour con me?»
«E cosa farei mentre tu fai le prove?» chiese Rebecca.
«Mi aspetti.»
Rebecca sbuffò, «Aspettarti?» domandò, «Il secondo giorno sarei già morta dalla noia.»
«Potresti uscire e vedere la città.»
«Shane...» mormorò, «Aspettiamo, così sistemo le cose qui.» disse lei e afferrò la mano del ragazzo.
«Ma vuoi venire a vivere con me?» chiese Shane.
«Certo che lo voglio!» esclamò lei, «Come puoi pensare il contrario?»
«Però non vuoi venire in tour con me.»
Rebecca sbuffò, «Shane... avrò molte cose da fare prima di venire con te, non posso ridurmi all'ultimo per farle.» spiegò, «Ti ho detto che vengo a qualche data, non ti basta?»
«No!» la risposta di Shane fu quasi un urlo, «Voglio passare ogni momento con te! Cosa farai al prossimo tour? Rimarrai a casa?»
«No!» rispose lei, «Verrò con te!» disse, «Ma voglio... voglio prendere le cose con calma, se venissi con te sarei sul giornale la mattina dopo ed è l'ultima cosa che voglio, lo sai.»
Shane si passò le mani sul viso. «Anche non voglio che le nostre foto finiscano su qualche stupida rivista di gossip...» disse, «Però voglio che tu venga con me.»
«Ma ci verrò, Shane.» replicò Rebecca, «Verrò.»
Shane inspirò a fondo e si alzò dal divano, fece due passi in avanti e tornò indietro. «Quando scade il tuo contratto di lavoro?» chiese, «Ripetimelo, non mi ricordo.»
«Il quindici Marzo, è un sabato.» rispose Rebecca.
Shane annuì lentamente e si passò una mano sul viso sentendosi stanco. «Quindi, volendo... il diciotto tu potresti salire su un aereo e raggiungermi.»
«Ne abbiamo già parlato...»
«Io voglio solo che tu venga con me!» gridò Shane e Rebecca sobbalzò dallo spavento.
«Ti ho detto che ti raggiungo all'ultima settimana di Maggio, in tempo per venire  a Dublino!»
«Ma è lontano!» pretestò Shane, «Siamo a metà Febbraio, mancherebbe tutto Marzo, Aprile e quasi tutto Maggio! Più di tre mesi!»
Rebecca inspirò a fondo, «Shane... non fare così, per favore.» pigolò, «Se vuoi vengo anche ad Aprile, così stiamo un po' insieme.»
«Io non ti voglio per un paio di giorni!» ribatté Shane, «Voglio stare con te per sempre!»
«E io ti ho detto che ci staremo.» replicò lei, «Ti sto solo chiedendo un po' di tempo!»
«Perché non mi accontenti, almeno per questa volta?»
«Come?»
«Tu non fai mai quello che ti chiedo!»
Rebecca fece un sospiro. «Shane... non ho detto che non verrò da te, di ho detto solo che ho un casino di cose da sistemare prima di farlo e se vengo con te non posso farlo.» disse, «Se vuoi vengo anche a Marzo, ad Aprile e poi definitivamente per la fine di Maggio...» propose, «Va bene?»
Shane la osservò in silenzio per qualche istante. «No.»
«Perché?» chiese lei, «Ti ho dato un'alternativa...» mormorò. «E poi dovrei aspettare anche che mi arrivino in banca i soldi dell'ultimo stipendio e della liquidazione... non posso girare per l'Inghilterra e l'Irlanda con pochi soldi.»
«I soldi non sono un problema.» replicò Shane, «Lo sai che non mi farei problemi a darti i soldi di cui hai bisogno... e potresti tornare verso Maggio e prelevare quello che hai.»
«Shane!» esclamò Rebecca, «Perché non mi ascolti?
«E perché tu non fai quello che ti chiedo?»
«Cosa?»
«Io ti chiedo di fare una cosa e tu non la fai!»
«Non è vero!»
«Tu non fai mai nulla di quello che ti chiedo!» gridò Shane e spalancò le braccia, «Ti chiedo di non rimetterti con Brian e tu non lo fai, te lo chiedo di nuovo e tu ritorni con lui... sono stato io a chiamarti, quella volta, altrimenti tu non l'avresti fatto!»
«Perché sei tu che mi hai detto che non c'eri più per me!» replicò Rebecca, «Cosa avrei dovuto fare? Chiamarti supplicarti di perdonarmi? Io Brian lo amavo!»
«Ma non mi hai ascoltato! Non lo fai mai!» esclamò Shane, «Ogni volta che ti ho chiesto di dirmi o fare qualcosa tu o non hai detto nulla oppure hai fatto tutto il contrario!»
Rebecca rimase in silenzio e si sedette sul divano e respirò a fondo, cercando di non piangere. «Ma io...» pigolò.
«Ma io un corno!» sbraitò Shane, «Non hai mai voluto parlare di quello che è successo in Asia!»
«Aspettavo che iniziassi tu a parlarne!»
«Io?» gridò lui, «Tu aspetti sempre che sia io a fare qualcosa! Sono io che vengo qui e ti faccio una sorpresa, tu non lo hai mai fatto!» continuò, «Tu non hai mai fatto nulla... quattro anni fa ti ho chiesto di dirmi che mi amavi e avrei annullato il matrimonio ma tu...» fece un respiro profondo, «ma tu sei rimasta zitta.» continuò e fece un mezzo sorriso, «Tu non ti ricordi neppure la prima notte che abbiamo passato insieme.»
«Certo che me la ricordo!» replicò Rebecca.
«Non parlo di Hong Kong.» disse Shane, «Parlo di Dublino.»
Rebecca tacque e abbassò la testa, Shane la fissò a lungo e sul suo viso si dipinse un'espressione d'orrore.
«Ti ricordi...» mormorò, «Tu ti ricordi... e non me l'hai mai detto!» le ultime parole furono quasi un grido.
«Neppure tu l'hai fatto!» replicò lei! «Ti ho chiesto casa fosse successo e tu mi hai raccontato una balla!»
«Perché ero convinto che tu non sapessi nulla!» disse lui, «Non potevo dirti, ehi, abbiamo fatto sesso due minuti dopo che siamo entrati in camera!» 
«E non mi hai mai detto niente!» gridò Rebecca.
«Senti chi parla!» sbraitò Shane, «Neppure tu!» inspirò a fondo un paio di volte e strinse i pugni. «Per anni sono rimasto con il dubbio di averti spinto a fare qualcosa che non volevi fare!»
«Ma io lo volevo!»
«E allora perché?»
«Perché avevo paura!» gridò Rebecca.
«E dopo, in Asia? Lì non hai avuto paura?» chiese lui, «E paura di cosa, poi?»
«Non lo so!» piagnucolò lei, «Mi sono svegliata e mi è venuta la paura che le cose cambiassero!» fece un respiro profondo e singhiozzò, «Mi dispiace...»
«Ti dispiace.» disse Shane, «E ti dispiace anche non avermi ascoltato quando ti dicevo di non tornare con Brian, vero?»
«Io lo amavo!»
«Tu lo volevi e basta!» gridò Shane, «Me lo hai detto tu che a un certo punto lo volevi e basta!» esclamò, «Mentire, non ascoltarmi... sei andata a letto con due componenti di una boy band... sai come ti definirebbero le mia fans?»
«Shane...» pigolò lei, «Per favore..:»
«Sai come ti chiamerebbero? Eh, lo sai?» chiese lui e Rebecca scosse la testa, «Puttana.» disse Shane e un attimo dopo aver detto l'ultima sillaba si pentì amaramente di quello che era uscita dalla sua bocca. «Scusa.»
Rebecca si alzò dal divano e indietreggiò, «Come mi hai chiamata?» 
«Non volevo, scusa!»  si giustificò Shane e fece un passo verso di lei ma Rebecca indietreggiò ancora, «Mi dispiace... ero arrabbiato, non volevo dirlo... scusa!»
Rebecca scosse la testa e prese un respiro profondo, «Mi hai chiamato puttana.» mormorò e Shane si scusò nuovamente; Rebecca lo guardò e scoppiò a piangere e corse al piano superiore, seguita da Shane, chiuse la porta della sua camera e ci si appoggiò contro respirando convulsamente.
«Rebecca... piccola, apri!» esclamò Shane e Rebecca chiuse a chiave la porta, «Non volevo, scusami, mi dispiace tanto!» continuò Shane mentre Rebecca si lasciava cadere sul letto.
«Apri, per favore.» esclamò Shane, «Non volevo dire tutte quelle cose... ero arrabbiato, mi dispiace. Non volevo chiamarti in quel modo orribile.» disse e Rebecca pensò che stesse per piangere, e pensò che non gli avrebbe aperto la porta a meno che la casa non andasse a fuoco.
«Rebecca... io ti amo.»
Lei tacque e si raggomitolò sul letto, pensando che non erano così che dovevano andare le cose.

Due ore dopo Rebecca uscì dalla stanza e Shane si alzò dal pavimento deve si era seduto. «Rebecca...» le disse e cercò di prenderle la mano. «Mi dispiace, non m'importa se mi hai mentito quella mattina... parlami, dimmi qualcosa, ti prego.»
Rebecca si scostò e lo fissò, «Sei uno stronzo.» sibilò ed entrò nel bagno.
Shane sospirò e si accasciò sul pavimento, tenendosi la testa con le mani e dicendosi che non era possibile che fosse successo di nuovo, che non voleva perdere di nuovo Rebecca, che era solo uno stupido di prima categoria e che Nicky lo avrebbe ammazzato se lo avesse saputo.
Rebecca uscì dal bagno e Shane si alzò in piedi. «Mi dispiace.» ripeté, «Perdonami, ti prego.»
«La cena è pronta fra mezz'ora.» disse lei e scese in cucina; Shane la seguì.
«Rebecca, tesoro, ascoltami...»
«Stai zitto!» ringhiò lei. «Siediti e taci, hai già parlato abbastanza.»
Shane si limitò ad abbassare la testa e si sedette al tavolo, sentendosi ogni minuto che passava più triste, solo e stronzo per quello che aveva detto alla ragazza che amava.

Shane fissò il letto senza sapere cosa fare. Rebecca era rannicchiata sotto le coperte e dormiva — o sembrava dormire — alla fine, dopo un respiro profondo, scostò le coperte e si sdraiò, girandosi verso Rebecca e fissandole la schiena.
Le sfiorò i capelli e chiuse gli occhi, convinto che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe fatto. Si avvicinò di più e sentì il profumo di Rebecca. «Ti amo.» mormorò avvicinandosi ancora di più, fermandosi quando sentì la schiena di Rebecca irrigidirsi sotto le sue dita. «Perdonami.» mormorò e chiuse gli occhi.

***

«Non scendi?» chiese Shane quando Rebecca fermò l'auto poco lontano dall'ingresso dell'aeroporto.
«No.» rispose lei, «Scendi, prendi la valigia e tornate in Irlanda.»
«Rebecca...» mormorò lui, «Accompagnami, per favore.» supplicò, «Io ti amo.»
Rebecca strinse il volante con forza, lo sguardo fisso sul parabrezza. «Scendi.» disse. «Per favore.»
«Ho detto scendi!» esclamò Rebecca girandosi verso Shane, «Cos'è, sei diventato sordo?»
Lui scosse la testa, «Voglio che mi perdoni.» disse, «Voglio solo questo.» mormorò, «Voglio che torni come prima...»
«Non tornerà come prima.» replicò lei. «Hai rovinato tutto quando mi hai dato della puttana.»
«Non volevo!» si giustificò Shane, «Rebecca... ascoltami...» disse e si fermò quando vide Rebecca slacciarsi il bracciale che lui le aveva regalato tanti anni prima. «Cosa fai?» piagnucolò.
«Non lo voglio più, riprenditelo.» disse lei e gli passò il braccialetto.
«Rebecca...» mormorò Shane e strinse il braccialetto nella mano sinistra.
«Scendi.»
Shane tirò su con il naso e annuì. «Come vuoi.» mormorò, «Ti amo.» disse e baciò la tempia di Rebecca prima che lei si scostasse, «Ti chiamo quando arrivo.» aggiunse e scese, prese la valigia ed entrò nel terminal.
Rebecca lo fissò dallo specchietto retrovisore e quando lo vide entrare partì, per fermarsi dopo qualche chilometro, nel parcheggio di un centro commerciale. 
Afferrò il cellulare e chiamò Veronica.
«Ehi, è già partito?»
«Non lo so.» piagnucolò Rebecca.
«Come non lo sai?» fece Veronica, «Becky... che succede?» domandò allarmata.
«Ci siamo lasciati ieri sera.» singhiozzò Rebecca.
«Cosa?» esclamò Veronica, «Perché?»
«Perché ha detto che sono... che sono...» Rebecca si fermò e singhiozzò un paio di volte, «Una puttana!»
«Oh.»
«Io lo amo, Ronnie, lo amo tanto e mi manca di già ma non riesco a non pensarci... come faccio?»
«Dove sei?»
«Al centro commerciale.»
«Aspettami lì.» ordinò Veronica e Rebecca singhiozzò un “sì” in risposta.
Mentre l'aspettava fissò il polso e si sentì nuda e avrebbe voluto tornare indietro e seguirlo gridargli che l'aveva perdonato. Prese il cellulare che aveva abbandonato in grembo, fissò lo schermo per qualche secondo e sospirò, mise via il cellulare e infilò il cellulare in borsa.
Non avrebbe mai perdonato Shane per quello che aveva detto.

Scusate il ritardo, ma ho avuto un blocco terribile a metà capitolo e non sapevo come andare avanti. Il capitolo è lunghissimo, quando sono arrivata a 8k parole ho smesso di controllare xD comunque sono 30 pagine. Eh, Shane e Rebecca sono davvero stupidi! Sono loro che decidono, non io!
Ci si vede al prossimo capitolo!
*sparge amore su tutti quelli che leggono*

   
 
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