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Autore: ask    28/09/2008    2 recensioni
Una soria d'azione e d'avventura si intreccia al fantascientifico e al mistero. Di tutto un po' per narrare di un intrigo complesso e particolare, di un'investigatrice sola contro tutti, di omicidi misteriosi, di una donna folle e di un unico grande segreto... NUOVA E DIFFICILE FANFICTION ORIGINALE DI AsK.
Genere: Thriller, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con un tagliacarte d'argento, l'investigatrice privata Isabella de Santis strappò un lato della busta da lettere trovata nella cassetta. Non recava nessun francobollo o timbro postale, cosa alquanto insolita. La donna si passò una mano nei capelli castani, curati quel tanto da sembrare mossi, dopodichè inforcò gli occhiali con montatura a giorno, che teneva in un portapenne di velluto sulla scrivania. Tirò fuori la lettera, aprendola. Il testo riportato era breve, scritto a mano in grafia elegante e sottile.

Gentilissima Isabella de Santis,
ho un caso da proporle.
Recentemente sette donne comuni, non diverse da me o da Lei, sono morte nella stessa maniera. La polizia, quando la faccenda iniziò a ripetersi, ipotizzò un assassinio, ma quale sarebbe stato il movente? L'arma dei delitti è sempre la stessa, ovvero qualche cavo usurato nel motore, una perdita di benzina, un forte calore che compromette le camere d'aria... il risultato è sempre quello: un'esplosione di automobile, una causa ovvia e complessa al tempo stesso. Ma so per certo che una caretteristica comune alle vittime non è solo il sesso, ma anche che ciascuna di loro aveva acquistato, poco prima di morire, un libro il cui codice a barre risulta inesistente.
Sono a conoscienza di ciò per il fatto che anche io, Andrea Rocca (donna nonostante il nome), ne possiedo una copia, arrivatami stamani per posta, mittente sconosciuto.
Sulla prima pagina, e rabbrividisco al solo pensiero, sono riportati, scritti a macchina, i nomi delle sette vittime, con vicino la relativa data di morte. Il mio nome è l'ottavo, senza alcuna data scritta, e il suo di Lei è il nono, senza data nemmeno quello.
Ho paura.
Se riuscirà a risolvere il mistero del libro, non solo avrà salvato la vita di entrambe, me e lei, ma riceverà anche, oltre all'anticipo allegato, un'abbondante percentuale della mia cospicua eredità.
Il tempo non aspetta per nessuno, è la vita il bene più prezioso da proteggere e tutelare dall'oblio dell'eternità. E solo un Dio, folle o imperscrutabile che sia, può mettere mano nell'altrui possesso privato.
Salvi il nostro futuro!
In fede,
Andrea Rocca.

Più sotto erano indicati alcuni indirizzi mail, una via e due numeri di telefono. Mi contatti! c'era scritto vicino.
Alla lettera era allegato un assegno ripiegato.
Turbata, Isabella lo prese con mano titubante. Accarezzò la filigrana verdina e liscia, indecisa sul da farsi. Di rado le erano capitate burle, tantomeno così ben congegnate, così decise di proseguire: non le era mai capitato tra le mani un caso così bollente.
Ad occhi chiusi, come se apettasse un miracolo, spiegò l'assegno. Dischiuse gli occhi.
Quando lesse la cifra indicata, le dita le si serrarono febbrili attorno ai sei zeri dell'anticipo.
In quel momento la mente della giovane donna esaminò il bivio che si era aperto davanti a lei.
Da un lato, una vita grigia e semplice, probabilmente breve, irrealizzata dei suoi sogni e avviluppata irrimediabilmente in quel sogno ambito, divenuto un incubo, che era l'investigazione. Dall'altro un futuro probabilmente radioso, ovattato, costellato di difficoltà e talvolta impervio, ma estremamente promettente sia dal punto di vista professionale che dello spirito. Allora, seguendo più l'istinto umano che la ragione dei dotti, infilò l'assegno nel portafoglio di pelle posato vicino al portapenne. Agguantò una penna stilografica con il pennino d'oro, regalo di un Natale di molti anni prima, ed un foglio intestato con i suoi dati, dove iniziò a scrivere la sua risposta ad Andrea Rocca, la donna che avrebbe dato una svolta fondamentale alla sua vita.

Qualche ora dopo aver imbucato la lettera, il telefono squillò. Isabella, elettrizzata ma con aria professionale alzò il ricevitore.
- Pronto? - chiese, la mente persa per vie sconosciute.
- Quindi sei pronta a morire, per il vile denaro? - chiese una voce camuffata.
- ...morire? - quella parola la riportò invariabilmente coi piedi per terra.
- La morte è l'ovvia fine che tocca a chi osa confrontarsi con gli dei! Pochi hanno il dono di un intelletto fino, ancor meno persone possiedono quella che viene comunemente considerata follia. Eppure se le due cose vengono combinate, il risultato è un Leonardo da Vinci, oppure un Albert Einstein, o anche un Galileo Galilei. Solo molti secoli dopo la loro morte è stato riconosciuto il loro genio, eppure se qualcosa di simile accadesse oggi, in una società corrotta e instabile come la nostra, verrebbero sicuramente ripetuti gli stessi errori di molto tempo fa, e saremmo destinati a vivere nel tormento ed a morire nella debolezza, gli sforzi di una vita intera riconosciuti da nessuno. E allora qual è il destino di coloro che rappresentano il futuro dell'umanità? Essere come dei e dee, vivere nella lussiuria e nei vizi, portando avanti un arduo compito, oppure concludere il proprio dovere nella completa ignoranza collettiva? Senza che nemmeno un bambino possa apprezzare il nostro operato? Noi siamo dei occulti e folli, e la morte è il destino di chi commette un tale atto di tracotanza da misurarsi con noi.
- Lei... voi... - balbettò la donna, le parole morte in gola.
- Tu non potrai mai essere come noi, nè i nostri affari devono riguardarti. E se il tuo unico scopo è il denaro, qualunque sia la tua valuta, sei davvero una persona spregevole. Nessuno ti piangerà, quando verrai eliminata dalla forza che emaniamo, che IO emano!
Dopodichè la conversazione, cadde, tagliata dall'altro capo del filo.
Scossa, Isabella si sedette e chiuse gli occhi, per poi aprirli di scatto quando bussarono furiosamente alla porta dello studio.
- Chi è? - urlò di rimando, timorosa ma ancora non impaurita a tal punto da perdere la calma.
Nessuno rispose.
Guardò dallo spioncino, ma non vide nessuno. Allora socchiuse la porta, aprendola quel tanto che bastava per scorgere il piccolo androne interno al palazzo.
Per terra e su tutte le pareti era comparsa una scritta inquietante, rossa e nera, ripetuta all'infinito. Morte. Presto. Morte. Presto...
La donna urlò terrorizzata, il sangue freddo perso in un solo attimo, e rientrò nello studio, sbattendosi la porta alle spalle.
Cosa ho fatto... pensò, mentre una lacrima le rigava le guance...


Grazie per aver letto il mio primo capitolo! (l'altro era un prologo un po' lungo, lo ammetto) Questa f.f. decisamente non cattura molti lettori, ma è il prezzo da pagare per la creatività!^^ Ho tutto in testa: la parte iniziale l'avete appena letta, il resto è già delineato nei miei pensieri. Grazie, Ego me stesso ed io per l'incoraggiante, unica recensione al mio prologo, spero che il primo capitolo non deluda te nè chi lo ha appena letto. Seguitemi nelle avventure della detective Isabella, perchè resterete sconcertati dalle rivelazioni che scoprirete! Buon proseguimento...
  
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