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Autore: ask    09/09/2008    1 recensioni
Una soria d'azione e d'avventura si intreccia al fantascientifico e al mistero. Di tutto un po' per narrare di un intrigo complesso e particolare, di un'investigatrice sola contro tutti, di omicidi misteriosi, di una donna folle e di un unico grande segreto... NUOVA E DIFFICILE FANFICTION ORIGINALE DI AsK.
Genere: Thriller, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roma, agosto 2008
Il profumo di carta stampata aleggiava, insieme ad una delicata musica da sala, nella grande libreria del centro, il cielo terso illuminava i corridoi in parquet attraverso le enormi finestre che correvano lungo il muro destro, tinteggiato di un colore impreciso tra il bianco e il lilla. Un giorno normale, da passare in libreria, fu la decisione che valse per Lucia, venticinque anni, lavoro da commessa in profumeria, capelli scuri striati di rosso Tiziano, occhi verdi e un tailleur nero abbinato a camicia e scarpe rosse.
La giovane donna, Il Messaggero sottobraccio ed una ingombrante borsa bianca nella mano sinistra, prese da uno scaffale un tomo rilegato dall’aria recente. Le dita affusolate lasciarono un’impronta nel leggero strato di polvere che copriva il ripiano, ma il volume, di circa quattrocento pagine, risultava intonso, come posato lì da poco. Ciò che la incuriosì non fu tanto il colore della copertina, totalmente di uno scialbo bianco panna, quanto il carattere del titolo, stampato in verticale sulla costina, che ricordava le strisce di sangue lasciate da dita febbrili su un muro candido. Mechanical Guide at the Death. Lucia parlava discretamente l’inglese, abbastanza da tradurre il titolo enigmatico, Guida Meccanica alla Morte, ma quando sul retro della sovraccoperta non trovò il riassunto della trama, fu tentata di posare il tomo dove l’aveva trovato e tornare come suo consueto a spulciare tra gli economici e le novità. Ma qualcosa in quel volume la incuriosiva a tal punto che si sedette su un pouf viola dall’aspetto malandato a leggere. Scoprì che di inglese c’era solo il titolo, giacché il testo interno era totalmente in italiano. Lesse le prime pagine, prima con diffidenza, poi con sempre maggiore voracità, fin quando, dopo circa venti minuti di lettura, lo chiuse di scatto. Senza nemmeno badare al prezzo, troppo alto per la sua misera paga da commessa, lo aggiunse ai tre economici che teneva in un sacchetto rigido e si avviò alla cassa.
Pagò il totale, cinquantaquattro Euro, e si avviò all’uscita, impugnando le chiavi della macchina, parcheggiata poco distante.
Entrò nell’abitacolo, posando il sacchetto e la borsa sul sedile del passeggero.
Infilò la chiave principale nel quadro.
Girò.
Il resto fu raccontato sulle cronache cittadine di tutti i quotidiani d’Italia: Giovane romana muore in seguito all’esplosione della propria macchina.
Il sottotitolo di una testata menzionava una probabile avaria nel motore, un altro quotidiano ipotizzava una perdita di gas. Solo uno, il meno venduto di tutti, arrischiava un assassinio, ma si sa, se un giornale pubblica una storia fittizia su tre, automaticamente perde credibilità. Così nessuno diede credito a quest’ultima versione. Tra le macerie furono ritrovati i resti carbonizzati di tre libri in edizione economica e una borsa semi fusa. Ma di Mechanical Guide at the Death, di cui non ritrovarono i resti, nessuno si curò.

Quella notte il cielo pianse tutte le sue lacrime. In un piccolo vicolo del centro una figura con indosso un pesante cappotto di pelle scamosciata si muoveva lenta, incurante della pioggia battente e dei frequenti lampi che squarciavano il cielo e rischiaravano le strade.
L’individuo si muoveva lento ma inesorabile lungo il marciapiede sinistro, pieno di pozzanghere inquiete. Non indugiò nemmeno davanti alla grande pozza scura che usciva da un tombino intasato, e vi camminò dentro, inzaccherandosi i pantaloni scuri. Ormai il cappotto era definitivamente da buttare: l’acqua lo aveva rovinato irrimediabilmente, ma la persona che lo indossava non se ne curò minimamente. Dopo una manciata di minuti, un portone illuminato dall’interno catturò la sua attenzione. Tirò fuori da una tasca una lettera sigillata in un’anonima e miracolosamente asciutta busta di carta bianca su cui troneggiava, scritto in calligrafia, il nome del destinatario. Il messaggero imbucò con attenzione la missiva in una cassetta blu, dopodiché si allontanò lungo la via.
Sulla cassetta delle lettere una targhetta di plastica bianca riportava il destinatario: “Studio Investigativo I. De Santis”.
Il tempo di rischiarare con un fulmine l’ambiente che l’uomo era sparito.
  
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