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Autore: Lost In Donbass    09/09/2014    0 recensioni
1986. rodeo, California. Tre ragazzini avventurosi decidono di fondare un club di investigazione e risolvere qualche piccolo mistero. Ma quando una spada perduta torna alla ribalta e un uomo viene brutalmente ucciso ... beh, a Billie Joe, Mike e Tré non rimane che cacciarsi a capofitto nell'indagine e rivelare una scioccante verità mettendo però a repentaglio le loro vite.
Largamente ispirato ai libri dei Tre Investigatori
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO PRIMO : UN FLACCIDO AMERICANO, UN CICLISTA ESALTATO E UN INNOCENTE VITTIMA DEGLI EVENTI
-Ecco spiegato il perché la stricnina cambia colore a seconda di dove viene messa- il ragazzo si alzò, si spazzolò i jeans e si passò una mano tra i folti capelli neri. Avevano ancora le tracce della tinta bionda che sua zia aveva cercato di togliergli con risultati più che scarsi.
-Veramente non ho capito nulla- il ragazzo biondo che sedeva compostamente davanti a lui aveva un’aria decisamente confusa. Come dargli torto del resto?
-Lascia stare Michael, tanto non potrai mai capire queste sottigliezze. Piuttosto, sei riuscito a scoprire che ne è stato del gioiello del rajah in visita dall’India?-
-Uffa Billie, te l’ho già detto tante volte! L’aveva rubato una gazza ladra-
Billie Joe sbuffò
-Trovo l’estate una stagione noiosa e opprimente-
-Io non la trovo così male. C’è tanto sole, c’è il mare, non c’è scuola-
-Lo vedi che non capisci nulla Michael? Io intendo che non accadono mai cose degne di importanza-
-Io ti avevo invitato alla festa, sei tu che non sei venuto!-
-Quella non è una cosa importante! Riuscirai mai a distinguere le cose importanti e serie da quelle inutili e bislacche?-
Il biondo sospirò e guardò il grande sole che splendeva sulle loro teste.
-Sei frustrante a volte, lo sai Billie?-
-Definisci la parola Frustrante-
- Billie Joe Armstrong, persona deprimente, scoraggiante e demoralizzante –
L’interessato guardò con una smorfia imbronciata l’amico
-Hai mangiato un vocabolario per colazione Mike?-
-Hai fatto incetta di limoni stamane,BJ?-
I due erano seduti lì, sul dondolo di casa di Mike da tempo immemorabile. Guardavano la gente andare al mare e si limitavano a seguirla con lo sguardo. A volte la gente li squadrava, a volte ridacchiava nervosamente ma loro continuavano nel loro lavoro di “fissamente”. L’aveva ideato Billie Joe. Fissare le persone e cercare di carpire il più possibile da essi. Quel gioco a Mike non era mai piaciuto perché poi si finiva col parlare di chimica e poi col litigare. Sempre e immancabilmente. E ripetere la stessa scena due volte a settimana capirete bene che non era una cosa particolarmente esaltante. Forse aveva ragione Billie alla fine. Le loro estati erano belle quanto quelle di un bradipo sul letto di morte. Tutte uguali e immancabilmente schematizzate. Il lunedì e il giovedì “Fissamente”; il martedì e il venerdì “Ricerca di misteri o cose da fare” quei giorni alla fine li passavano seduti in biblioteca indecisi su che libro prendere fino a che la biblioteca non chiudeva e loro non avevano scelto nulla. Quindi uscivano sempre con libri di cui non poteva importare meno a nessuno dei due; il mercoledì “lavori socialmente utili” che alla fine consistevano nel fissare il posto sogno di ogni ragazzo intelligente cioè la sala pub/musica. Il weekend “organizzazioni compiti” alla fine si ritrovavano con Mike che faceva i compiti di entrambi e Billie che piangeva per colpa di qualche paturnia mentale dovuta alla lettura di un libro troppo deprimente. Quando poi si riaveva dalle lacrime correggeva i compiti di entrambi. Ok, dovete ammetterlo che vivere in California e avere delle estati così a 14 anni è deprimente. Ma anche per loro il destino aveva in serbo qualcosa di speciale. E quel qualcosa si chiamava Frank Wright! Come dicevamo prima, i nostri BJ e Mike stavano seduti sul vecchio dondolo ad annoiarsi e a guardare le nuvolette bianche come panna montata quando un tonfo li fece sobbalzare. Alzando lo sguardo notarono un ragazzetto con la cresta carponi sul marciapiede di fronte a loro, incastrato con la bicicletta in un cespuglio
-Tutto bene?- Mike si alzò e andò a controllare che il ciclista non si fosse fatto troppo male. Billie Joe, da bravo apatico, non mosse un muscolo.
-Si, grazie, ho preso solo una ginocchiata perché i freni non funzionano tanto bene … comunque piacere, mi chiamo Frank, ma puoi chiamarmi Tre –
-Oh, piacere mio Mike, sei sicuro che non ti sei fatto niente?- il ragazzo cercava con fatica un nesso tra il nome Frank e il soprannome Tre, ma non lo trovava
-Davvero, tutto ok. Ma, il tuo amico sta bene?- il ciclista guardava strano Billie Joe che non pareva volersi muovere di un millimetro tanto era immobile.
-Si, è fatto così, sta pensando. Si chiama Billie Joe. Sembra scemo, ma è molto intelligente-
-Ah, che strano tipo. Va beh, grazie comunque. Ci si vede in giro, eh?-
Neanche il tempo di salutarlo che il nanerottolo era balzato in sella alla bici. Mike non poté fare a meno di notare che il manubrio era storto e le ruote anche.
-Chi era?-
-Un ragazzo che è caduto dalla bici. Si chiama Frank, ma ha detto che puoi chiamarlo Tre. Potevi anche un minimo fare un cenno di saluto, però! Sei molto maleducato Billie –
-Essere educato non rientra nei miei propositi per l’estate, Mike, dovresti saperlo-
Il biondo sbuffò e ritornò sul dondolo
-Dobbiamo continuare a giocare a Fissamente o possiamo fare qualche cos’altro?
-Il gioco è concluso e ho vinto io. Ora dobbiamo … -
Un altro tonfo li fece sobbalzare. Il ciclista scivertato di prima era tornato e stava picchiando la bici
-Olà, ci si rivede! Piacere Frank ma puoi chiamarmi Tre- il ragazzetto tese la mano verso quella di Billie
-Piacere, Billie Joe – il nostro tappo strinse giusto meno di un millesimo di secondo quella dell’altro, per poi osservarlo con occhio critico
-Indossi una camicia con i fiori-
-Si! È bellissima vero? Sono fiori di nasturzio!-
-E’ assolutamente abominevole e riprovevole da indossare -
Tre guardò Billie con delusione estrema e Mike dovette velocemente intervenire
-Ah, è originale, intendeva quello il mio amico … non voleva offenderti-
Tre fece un sorriso che mise in mostra i denti storti e una luce leggermente folle gli attraversò le pupille
-Che ne dite se andiamo a prendere un gelato? Non so che fare e voi neanche quindi potremmo cominciare a fare amicizia e … -
Tre si bloccò notando l’espressione interrogativa di Mike e quella schifata di Billie Joe
-Ehm, scusate, ho parlato troppo veloce! Intendevo dire, volete venire con me a mangiare un gelato? Scusate l’intrusione ma mi sembrate persone interessanti e qui a Rodeo se ne vedono poche di facce interessanti-
Mike considerò le alternative : o mangiare un gelato in compagnia di un bambino pazzo o litigare con un becchino incarnato in ragazzo. Decisamente più conveniente il gelato
-Io vengo per il gelato- disse convinto
Billie Joe storse il naso e tornò sul dondolo
-Andate in pace, io non mi muovo-
Dopo 10 minuti tre ragazzini aspettavano dal chioso del gelataio con un dollaro a testa stretto nel pugno.
-Si! C’è il gusto al melone! È secoli che lo aspetto!- esultò Tre con aria compiaciuta. Billie Joe non trovava un gusto che gli andasse bene. In realtà a lui nessun gusto andava a genio, fatta eccezione per il cioccolato ma era assolutamente da poppanti chiedere un cono al cioccolato. Insomma, aveva 14 anni e una reputazione da mantenere!
-Allora ragazzo, che gusto vuoi?-
Il gelataio lo strappò via dal suo mondo fatto da coni al cioccolato
-Io … ehm, crema?- lui odiava la crema. Era assolutamente vomitevole. E il suo dollaro venne risucchiato da uno stupido cono alla crema. L’aveva sempre detto lui : la colpa di tutti i guai e i mali era il gelato alla crema.
Osservò disgustato la massa gialla e informe che lo fissava ghignante, compiaciuta del suo dolore. Trattenne un conato e regalò il suo obbrobrioso gelato a Tre che sembrava insaziabile con la sua oscena camicia a fiori e le Superga verdi. Verdi! Billie pensò di non aver mai visto delle scarpe più terrificanti di quelle. Proseguirono lungo la spiaggia particolarmente gialla, con il mare splendidamente azzurro che frusciava leggero ai loro piedi, quasi a volerli isolare dalle grida della gente e dei bambini felici e contenti. Tutto come in uno schifoso film di serie B, pensò Billie Joe osservando acido un gruppo di surfisti. “Tutta colpa del gelato alla crema” su questo non c’era dubbio alcuno.
-Oggi il mare è bellissimo, vero?- commentò Mike con il suo solito buonumore che faceva impazzire Billie Joe. Al diavolo, come poteva il suo amico essere sempre così allegro e ottimista quando al mondo milioni di balene morivano vittima di fiocine e altrettanti ettari di foresta venivano risucchiati da enormi macchinari?! Ok, doveva decisamente smetterla di leggere i giornali ecologisti di sua zia.
-Lo sapete che ho letto su di un giornaletto per ragazzi  che il gelato alla crema è fatto con le uova di squalo?- disse Tre
-Che fico- sorrise Mike
Billie ingoiò a fatica il conato che era pronto a uscire
-Ovviamente era uno scherzo. Credo.-
-Piuttosto- interruppe Billie per cambiare argomento –Hai per caso individuato qualche mistero o caso particolare?-
Mike alzò gli occhi al cielo e Tre assunse un’espressione di difficile interpretazione
-No, perché? Siete investigatori?-
-Certo che si- BJ assunse un’aria professionale per quanto gli fosse possibile
-Diciamo che troviamo interessante provare a risolvere qualche piccolo mistero- rettificò Mike
Tre assunse un’espressione di pura e genuina ammirazione
-OH,dei veri detective … quanti casi avete risolto?!-
Preso leggermente in contropiede, Billie articolò
-Ehm, beh, cioè … - cercò con gli occhi l’aiuto di Mike, ma quel bastardo del suo migliore amico si limitò ad alzare le spalle come a dire “te la sei cercata”
-Glab, più o meno … abbiamo … -
-Non abbiamo risolto nulla sino ad ora- intervenne Mike, stroncando ogni sogno vanaglorioso di Billie Joe.
-Che fico però! Anche io adoro investigare! Potremmo fare un club di investigazione che ne dite?! I tre investigatori … suona bene! Tre giovani ragazzi di Rodeo che risolvono con intelligenza e presenza di spirito casi impossibili- mormorò Tre con voce sognante. Mike sbuffò: aveva detto esattamente le cose che Billie gli ripeteva da oramai più di un anno.
Prontamente il tappo dagli occhi verdi si fece sentire
-Oh si! È esattamente ciò che pensavo anche io! Assolutamente si deve fare. I tre investigatori!-
­-Ma scusate, chi ha detto che io accetti?-
I due si voltarono a fissare Mike che li guardava con aria di sfida. O quello che in teoria per il ragazzo era un’aria di sfida.
-Tu devi accettare- Billie lo guardò come se fosse un pazzo che sta rinunciando a una montagna d’oro.
-Perché non vuoi?- Tre spalancò gli occhi da procione con un’espressione stupita.
-Mi sento obbligato ad accettare mentre in realtà non voglio-
-Ma ti ha dato di volta il cervello Michael?- ecco di nuovo la voce stridula e alterata –Presto saremo famosi, i detective più giovani d’America! Immaginati fama, ricchezza, casi risolti con maestria. E’ il modo per lasciare questo paese pidocchioso! Ti rendi conto?! Niente più signora Pink che ci urla dietro per averle sottratto il pane, niente reverendo Mumford  e prediche sull’Apocalisse ogni domenica, niente bulli che ci prendono a pugni!-
Ok, ora stava esagerando. Nessuno avrebbe considerato tre quattordicenni che giocano ai detective! Billie leggeva troppo. E vedeva troppa tv. Decisamente troppa tv.
-E’ solo che mi sembra assurdo, ecco tutto. Non ha senso!-
-Invece si- intervenne prontamente Tre facendo voltare più di una persona nella propria direzione –Perché ho il sesto senso (e il mio 6 senso non ceffa mai) che invece saremmo bravissimi e daremo un valido contributo alla polizia. E fidati del 6 senso Mike, l’ho ereditato dalla nonna che leggeva carte, tarocchi, fondi di the, fondi di caffè, rune, incisioni rupestri e i fumetti di Topolino!-
Mike osservò i suoi amici tappi che lo guardavano con un’aria molto seria che però sembrava quasi comica, poi guardò la gente che cominciava a ridere di loro e infine riguardò i due
-E va bene, convinto. Ma se cominciamo a metterci nei guai tipo che veniamo sequestrati o uccisi io me ne vado!-
-E come fai ad andartene se ci uccidono?! Michael svegliati, non capisci niente- tanto la strigliata di Billie Joe se l’aspettava. Normale routine. Meno nella routine invece venire abbracciati da MichiamoFrankmapuoichiamarmiTre in mezzo alla spiaggia. Decisamente spinosa come situazione se contiamo che c’era tutta la scuola al mare che ridacchiava di loro. Mike poteva vantare di avere due amici nonché colleghi assolutamente imbarazzanti, pazzi, sconclusionati ma … assolutamente fantastici. Soprattutto dopo che teneva Billie Joe in pugno, in seguito alla scoperta accidentale del poster di Goldrake in camera del signorino Armstrong che fino a un momento prima gli aveva fatto l’elmetto sull’inutilità del suddetto cartone. Quella era stata una giornata grandiosa per Mike, un po’meno per BJ.
-Allora il patto è suggellato. Signori, sputate qui-
Billie si sputò sulla mano, imitato dagli altri due e il patto fu saldato. Si sentivano importanti in quel momento. Tornarono a testa alta verso casa di Mike, dove tutto era incominciato, per cominciare a delineare le sorti dei neonati TRE INVESTIGATORI. La casa era rimasta assolutamente immutata nel corso delle due orette e la mamma del biondo non sembrava essere tornata all’ovile. Meglio ovviamente. Si intrufolarono in casa e Tre si precipitò in cucina dove poté attaccare voracemente il barattolo di burro d’arachidi. Billie piazzò foglio unto di carta e penna rosicchiata a Mike ordinando gli di scrivere ciò che sarebbe stato detto durante la riunione di d’apertura. Tanto era sempre così.
-Allora, facciamo il punto. Prima di tutto dobbiamo trovarci un covo segreto dove poter agire indisturbati e poter organizzare con precisione le azioni di coordinazione per la risoluzione dei misteri. Secondo dobbiamo cominciare a informarci sugli eventuali enigmi che ci propone Rodeo. Qualcuno ha qualche idea?-
-Io avrei un covo- bofonchiò Tre, leccandosi le dita
-Bene, e dov’è?-
-Avete presente la scuola? Si? Ok, allora sapete che dietro c’è quel negozio di alimentari che vende le caramelle alla fragola e melone? Perfetto , dietro quel negozio c’è una roulotte scassata e abbandonata, sepolta da roba inutile. È agibile e vi posso assicurare che lì nessuno ci ficca il naso. Il negozio è dei miei zii e tranquilli che la roulotte è più sicura di un bunker. L’avevo precedentemente messa un poco in ordine quando non sapevo che fare e … insomma, mi pare adatto come nascondiglio-
Billie Joe ponderò la situazione e poi annuì
-Perfetto, Michael hai scritto tutto? Possiamo andare a vedere questa roulotte?-
Il trio riuscì di  casa e si diressero spediti verso il negozio delle caramelle fragola melone.
-Uffa, certo che sta città è allegra quanto un elefante morto- disse Mike
-Una macchia sulla cartina della California - assentì BJ
Girarono un po’di traverse e stradine secondarie fino a giungere al negozio degli zii di Tre. Girarono attorno alla staccionata e la scavalcarono dal retro. Sul retro del negozio era ammassata una spropositata quantità di oggetti rotti o talmente vecchi di dar l’idea che abbiano visto la nascita degli USA. Sotto quel marasma di anticaglie dormiva la roulotte
-Mi spieghi come ci entriamo nel covo?- chiese Billie che non aveva nessuna voglia di fare acrobazie su di una pila traballante di vecchiumi. Ovviamente era invece ciò ch avrebbero dovuto fare. Tre sgattaiolò sulla pila come un topolino e dalla cima chiamò
-Dai ragazzi, venite! Si entra dall’ abbaino sul tetto-
-Ma … ma io, veramente non so … - balbettò Billie Joe
Mike, contento che finalmente ci fosse un po’d’azione, seguì Tre e arrivò sul tetto. Il povero BJ si guardò attorno alla ricerca di una scala (che non c’era) e poi si decise a salire. Dopo neanche un metro si ritrovò in difficoltà evidente. Un telefono era sbucato all’improvviso, impedendogli di raggiungere il manico di scopa che avrebbe dovuto issarlo un po’. Inoltre i piedi cominciarono a scivolare ed annaspare nel vuoto. Ora si che aveva paura. Rimase spiaccicato lì piagnucolando.
-Ehi, ma perché Billie Joe non viene?- chiese preoccupato Tre
Mike sogghignò ridacchiando
-Mai sentito parlare del “flaccido americano”? Ebbene, lui ne è un esempio-
Detto ciò andò a recuperare un terrorizzato Billie, se lo caricò in spalla e si rifece la scalata.
-Ehm, grazie Mike io … - BJ spalancò i suoi grandi occhi verdi e lo guardò con un’espressione stile pulcino caduto dal nido. Tre rideva come uno scemo e poi si decise ad aprire un piccolo abbaino che rivelava l’interno della roulotte. Fece un ghigno poco rassicurante e si calò giù cadendo con un sordo rumore sul pavimento. Billie Joe sbiancò
-Ma dovrei buttarmi giù? No … io –
Mike si calò giù rovinando al suolo con un tonfo
-Dai noioso, ti prendo al volo-
-Ma prendimi, eh?! Michael, guai se non mi prendi-
-E buttati Billie!-
Il ragazzo fece un respiro profondo, si sventagliò e si lasciò cadere all’interno con uno strillo. Mike lo prese al volo e barcollò sotto al suo peso
-So … sono morto?-
-Sei vivo e vegeto, apri gli occhi lagnone-
Il corpo di Billie venne scaricato sul pavimento di legno e finalmente si decise ad aprire gli occhi. Tre era per terra da quanto ridere si stava facendo con quei due strambi individui. Era assolutamente esilaranti! I ragazzi si guardarono un po’intorno. Era grande e buia, una lampadina penzolava dal soffitto e vi erano tre sedie semi scasse, una cassa, una tenda nera, una scrivania che aveva visto giorni migliori come una specie di tavolo con sopra degli strumenti appartenenti a “Il piccolo chimico”e una sottospecie di armadio senza ante scassato e troppo basso per essere un vero armadio
-L’ho organizzato io! Vi piace?- chiese orgoglioso Tre
-Ben fatto, buona organizzazione- Billie cercava di riprendersi dagli avvenimenti al cardiopalma degli ultimi 10 minuti. Ed era inutile che Mike lo guardasse ghignando perché lui non era abituato a fare certe cose! Vederle in tv era una cosa, farle un’altra. Insomma nei film sembrava tutto così facile ma non era facile per niente scalare una catasta di roba e poi calarsi in una roulotte dal tetto.
-Questo sarebbe quindi il covo … - mormorò Mike più a se stesso che agli altri – Qui la roba di chimica, nella cassa gli arnesi del mestiere, nell’armadio le cose teoriche e tecniche e … -
-Si potrebbe fare una camera oscura dietro alla tenda!- commentò Tre
-Si! Ottima idea. Domani ci vediamo qui alle 9 del mattino per cominciare a mettere in ordine il covo- stabilì Billie Joe
-Ehi Billie ci conviene andare perché mamma se non rientro per cena domani non mi fa uscire- Mike lo strattonava per la giacchetta.
-Caspita, sono in ritardo anche io!- strillò Tre issandosi velocemente su per l’abbaino seguito da Mike e Billie. O meglio, Billie lo dovettero tirare su di peso e non fu un’impresa semplice.
Quindi si separarono e corsero verso le rispettive case. Nella folle corsa Billie Joe pensò di non essersi mai stancato tanto ma tutto pur di non arrivare tardi a cena.
-Eh, Mike, ma … magari se poi rimetti … rimettiamo a posto il … covo possiamo … mettere de … delle entrate … se .. segrete per … non … cala … calarci ogni volta- ansimò il nostro tappo, prossimo all’arresto cardiaco.
-Si, buona idea, ci pensiamo domani-
Correre. Dai, ce la potevano fare. Erano solo le 7.7. In tre minuti potevano arrivare a casa. No, rettifichiamo: dovevano arrivare a casa se ci tenevano alla pelle. Alle 7.10 i nostri ragazzi entrarono in casa. Billie Joe svenne, ma era salvo.
Una volta sotto le coperte si perse a pensare a quanto sarebbe stato bello fondare il club con Mike e Tre e comunque avrebbero di certo trovato un mistero. Anche semplice, non voleva omicidi o furti di opere d’arte (a parte il fatto che l’unica opera d’arte di Rodeo era la statua del fondatore che BJ da sempre sospettava fosse fatta di gesso). Dai, anche il furto dell’anello della vicina di casa gli sarebbe andato bene. Avrebbe trovato pane per i suoi denti ne era certo.
Ma Billie Joe, Mike e Tre non sapevano che presto, molto presto qualcosa di grosso sarebbe arrivato in città e non sapevano che il Fato voleva metterli subito alla prova con un mistero talmente intricato che solo tre quattordicenni scapestrati avrebbero potuto risolvere.

****
Non so se qualcun conosce i libri dei Tre Investigatori. Non ho saputo resistere all'idea di calare i cari Green Day in versione ragazzini nelle loro avventure. Abbiate pietà di me. 
Hasta luego
  
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