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Autore: Lost In Donbass    10/09/2014    0 recensioni
1986. rodeo, California. Tre ragazzini avventurosi decidono di fondare un club di investigazione e risolvere qualche piccolo mistero. Ma quando una spada perduta torna alla ribalta e un uomo viene brutalmente ucciso ... beh, a Billie Joe, Mike e Tré non rimane che cacciarsi a capofitto nell'indagine e rivelare una scioccante verità mettendo però a repentaglio le loro vite.
Largamente ispirato ai libri dei Tre Investigatori
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO SECONDO : DI MENDICANTI, MISTERI E SPADE PERDUTE
-E se scavassimo un entrata sotterranea?- Billie Joe fece una smorfia
-Ma io continuo a non capire perché non possiamo passare dal tetto invece di scervellarci per trovare altre entrate- sbuffò Tre, giocherellando con un bottone
-Perché Billie è pigro, grassoccio e poco allenato- ghignò Mike
-Non sono pigro, grassoccio e poco allenato sono solo … ehm, una persona posata che preferisce leggere e istruirsi piuttosto che bighellonare per strada!
-E mangiare panini in continuazione.
-Non mangio panini in continuazione!
-Va bene, calma- intervenne Tre, cerando di sedare la litigata che era pronta a sbocciare –Ne parlerete dopo, ora dobbiamo “trovare un’altra entrata”.
Seriamente, ci voleva così tanto per scalare una pila di anticaglie?! Il sole era alto nel cielo azzurro e riscaldava gli animi arzilli e gioiosi del trio. Erano riusciti a immettere la luce elettrica del nascondiglio grazie alla lampadina e al futuro da elettrotecnico di Mike. Avevano provocato un black-out totale di mezz’ora in tutta la California, ma con perseveranza e costanza erano riusciti nel loro intento. Avevano messo a posto le sedie (la zia di Tre stava cercando da ore il “mille chiodi”che i ragazzi le avevano sottratto e che avevano finito), avevano riordinato la roulotte e rimesso in sesto ciò che presentava evidenti difetti (il ferramenta all’angolo aveva riscontrato furto di chiodi, martello e attrezzi vari) e si erano dati da fare per rifornire il covo degli oggetti utili per un’indagine. Ora era circa l’una del pomeriggio e i tre erano stanchi morti ma perlomeno soddisfatti. Avevano anche dato vita a quella che doveva essere una camera oscura ma che aveva più infiltrazioni di luce lei di tutta la roulotte. Rimaneva solo … l’entrata.
-E se facessimo una porta?
-No, gli zii la vedrebbero subito.
-Scavare un passaggio?
-Come minimo facciamo partire le tubature dell’acqua.
- Dall’interno del negozio … 
-No! è quasi impossibile fare un’entrata che non sia il tetto.
-Hai detto quasi! Quindi c’è un margine di probabilità.
- Billie non essere così puntiglioso! Semmai ci mettiamo una scala e facciamo finta che sia lì per caso-
Billie Joe non era convinto di tutto ciò. Doveva esserci un modo accidenti!
-Un tubo per terra che colleghiamo opportunamente alla botola della roulotte che ho notato esserci nella zona sotto la scrivania-
-beh, questo è fattibile … 
Senza attendere altro il tappo più noioso del pianeta recuperò un tubo molto grande abbandonato nel giardino e lo trascinò ai piedi del covo
-Il problema ora è rimuovere tutta la roba alla base per mettere il tubo per evitare che tutta la copertura ci crolli addosso massacrandoci- Mike aveva una tendenza a essere catastrofico.
-Lasciate fare a me- con la precisione e la circospezione di uno che deve disinnescare una bomba, Tre cominciò a togliere roba. Gli altri due lo fissavano trattenendo il fiato, neanche il loro respiro avesse fatto fallire l’azione.
-Ok, tubo- Tre li guardò con aria concentrata e urgente, come un chirurgo che stesse operando una persona in fin di vita. Il tubo gli venne allungato e venne messo velocemente sotto il buco creatosi, bloccando “la struttura prima che crollasse riducendo il piccolo Tre in una piadina di sangue e budella”. Ok, Mike doveva decisamente darci un taglio con i film apocalittici.
-Ecco fatto commilitoni, l’ordigno è stato disinnescato con efficacia- Il ragazzo si alzò, spazzolandosi i vestiti e inchinandosi di fronte agli applausi entusiasti degli altri due. Ora avevano due entrate. Billie era particolarmente contento del passaggio del tubo. Perlomeno non si sarebbe dovuto arrampicare rischiando di strappare la sua giacchetta nuova di trinca. Insomma, era di terza mano, un’assoluta novità! E aveva solo cinque patacche di unto!
-Allora il covo ora è pronto per venir utilizzato!-
-Rimane solo da trovare un mistero da risolvere e siamo a cavallo per tutta l’estate-
-Dovremmo dividerci per questo- iniziò BJ –Uno di noi dovrebbe … che so, andare dal parrucchiere dove si annidano tutte le notizie più succose della città, un altro potrebbe invece fare sede al porto e un altro … in chiesa.
-Io in chiesa no- esclamò Mike –Che con la mia solita fortuna mi becco tutte le vecchiette che ti pizzicano le guance con le dita nodose e ti tartassano dicendoti “Quanto sei cresciuto, o quanti anni hai, che scuola frequenti eccetera”.
I ragazzi erano seduti sull’erba con in mano un hamburger ciascuno, premio delle innumerevoli fatiche.
-Allora tu puoi … qualcuno deve andare dal parrucchiere per caso?
-Io ci sarei dovuto andare comunque, quindi io cerco notizie dal barbiere all’angolo- disse Tre, accarezzandosi la cresta di uno schifoso arancione fluorescente
-E io vado al porto, va. Almeno posso far finta di pescare- decise Mike
-Ve bene, a me tocca la chiesa … - sbuffò Billie Joe –Allora sbrighiamoci. Appuntamento qui tra due ore. Se qualcuno non è qui entro il limite d’orario beh, verremo a cercarlo.
I tre si rialzarono pronti per l’azione e si separarono. Tre si diresse a passo di carica dal barbiere all’angolo ed quando arrivò davanti alla porta fu accolto dal solito coro di risatine mal trattenute. Ma poi che ci vedeva di male la gente nelle camicie a fiori, nelle scarpe e nei capelli fluorescenti?! Sempre i soliti classisti poco aperti alle novità importate dal movimento hippie degli anni 60. E meno male che il movimento era californiano se no figurarsi! Ignorò gli sguardi degli altri uomini e annunciò
-La mamma ha detto che devi lavarmi per bene i capelli e farmi un taglio decente. Cioè di cercare di rendermi la cresta una vera cresta e non un cespuglio d’ananas–
Il nostro eroe venne fatto accomodare su una poltrona troppo alta per lui e il parrucchiere (e meno male che era suo amico) cominciò a lavargli la testa cosa che Tre odiava perché … ahi! Continuava a tirargli i capelli con malagrazia. Cercando di sopportare questa immane tortura tese le orecchie, pronto a captare qualsiasi cosa sospetta ma l’unica cosa sospetta fu la sparizione del gatto del signor Marshall (in realtà Tre sapeva benissimo che fine aveva fatto quel gatto, infatti cercò immediatamente di distogliere l’attenzione dei signori da quell’animale). Per il resto erano tutti impegnati a parlare del baseball. Cosa ci trovavano poi in quello sport immondo lo sapevano solo loro.
Dall’altra parte della città Mike era seduto sul molo con la sua vecchia canna da pesca (che consisteva in un bastone con un filo bianco e un amo ossidato, ma tant’è …) ad ascoltare i marinai ma l’unica cosa interessante era stata il discorso sulle uova di squalo che servivano per fare il gelato alla crema. Quel discorso l’aveva già sentito da qualcuno … tese ancora le orecchie ma nulla di particolarmente esaltante venne fuori a parte i soliti discorsi sull’inquinamento eccetera. In compenso un pesce abboccò al suo amo. Per ultimo invece Billie Joe si era presentato in chiesa con stampato in faccia il suo sorriso migliore. A questo scopo si era pure lavato i denti!!! La piccola chiesa era vuota, a parte per la presenza del reverendo Mumford affaccendato dietro alle piante del giardino.
-Buongiorno reverendo- salutò Billie sfoderando il suo tono più finto, mieloso e innocente che piaceva tanto agli adulti
-Oh, Billie Joe Armstrong quant’è che non ti vedo!
“Cretino” pensò BJ “Non mi vedi da domenica e ora è martedì”. Comunque cercò di mantenere il sorriso da angioletto, sbatté gli occhioni verdi che avrebbero fatto sciogliere anche Satana in persona e continuò
-Passavo di qua e ho pensato di venir a dare un’occhiata al giardino. Io adoro questi fiori ma non riesco mai a studiarli accuratamente perché la domenica c’è un tale trambusto dopo e prima della funzione. E volevo anche complimentarmi per la lettura del brano dell’Apocalisse. Un pezzo che mi è rimasto nel cuore- Ok, aveva un posto all’inferno assicurato dopo questa bugia.
-Ma che bambino intelligente e maturo che sei! Sono felice che ti sia piaciuta la lettura e dimmi che ne pensi di queste zinnie africane?- il reverendo infilò tre zinnie arancioni nel naso del ragazzo che per poco non morì soffocato ma riuscì comunque a borbottare un segno di apprezzamento
-Ha notato quanta criminalità che c’è in giro oggi?- prima andava al punto prima poteva andarsene –Sempre peggio ogni giorno che passa.
-Lasciamo perdere Billie Joe,caro. Tu stai sempre attento mi raccomando che con la gente di oggi c’è poco da fidarsi.
-Proprio. Finirà che presto anche la nostra tranquilla città verrà assediata da stolti e malfattori-
Il reverendo lo squadrò con un’espressione strana ma non fece commenti. Si limitò a dire
-Vai in canonica che la signorina Peck ha bisogno d’aiuto per la preparazione del concerto con organo. Verranno presto diramati gli avvisi e spero che verrai anche tu con la tua famiglia. Vai caro-
Billie Joe strinse i denti e si avviò verso la canonica. Arrivò davanti alla canonica, un edificio basso e bianco, con il tetto di tegole rosse e i fiorellini alle finestre. Cercò il campanello e … maledizione! Era troppo alto per lui! Fece un salto, poi un altro e un altro ancora. Ma perché diavolo la gente si ostinava a farli così alti?! Finalmente le sue fatiche vennero premiate e il ragazzo si appese al campanello. Dopo un minuto e mezzo (BJ teneva sempre il conto di quanto ci metteva la gente ad aprire la porta) la signorina Peck aprì la porta e gli sorrise
- Billie Joe Armstrong, se non erro.
-Non erra signora, sono proprio io. Il reverendo mi ha chiesto di darle una mano per l’organizzazione della festa con l’organo … posso esserle utile in qualche modo?-
La signora si produsse in un verso di apprezzamento che a Billie sembrava più quello di un coniglio che sta tirando le cuoia ma tant’è … Lo fece entrare in una sala arredata con un tavolino munito di tazze di the, un tappeto persiano e una credenza di legno scuro. Le tendine di pizzo alle finestre assieme alla lampada Tiffany contribuivano a creare un ambiente molto da Miss Marple e Co.
-Come sai domani sera verrà inaugurato l’organo nuovo della chiesa, dopo ci sarà un  rinfresco quindi deve essere tutto perfetto. Decoreremo il tavolo di fiori, come l’altare. Vieni con me-
Il povero piccolo Billie Joe venne quindi costretto ad aiutare la signorina Peck con fiori e tavoli e piatti non riuscendo a trovare nulla di interessante. Alla fine si eclissò con una stupida scusa e tornò al covo dove trovò altri due investigatori depressi e frustrati quanto lui
-Io non ho trovato nulla- mugolò Tre
-Idem- sbuffò Mike –Però ho ricavato un dollaro vendendo le cinque sardine che hanno abboccato al mio amo-
-Bene … io ho dovuto aiutare la signorina Peck per la festa che si terrà domani per l’inaugurazione del nuovo organo. Ci venite anche voi, vero? Perché io ci andrò di sicuro … -
I due annuirono demoralizzati perché, dai diciamocelo, assistere alle feste proposte dal reverendo è la cosa più odiata dai quattordicenni di tutto il mondo. I tre si guardarono con sguardi eloquenti e si avviarono a caso per le strade deserte tirando calci alle pietre quando una voce cupa e profonda li fece sobbalzare
-Ehi voi, la sapete la storia?-
Si voltarono di scatto e videro un mendicante seduto per terra con barba e capelli lunghi e unti, avvolto in stracci vecchi e sporchi. Aveva gli occhi penetranti e magnetici e stava fissando proprio loro
-Che … che storia?- balbettò Mike
-Ci … ci conosciamo?- farfugliò Billie Joe arretrando istintivamente di un passo
-Non lo so. È possibile che io conosca voi ma voi non conosciate me- la risata roca del mendicante si ripercosse per la strada inquietantemente vuota. I ragazzi sentirono le gambe prudergli per la voglia di scappare ma lo sguardo dell’uomo li teneva inchiodati al loro posto.
-Allora volete sentire la storia o no?-
-Va bene- tartagliò Tre. Dire di no a quel tipo gli sembrava la cosa più sbagliata da fare
-Sapete che qui, in questa triste città, vi è nascosto il tesoro dei conquistatori spagnoli?-
-Sta scherzando?!- esclamarono i ragazzi, improvvisamente attratti da quel losco figuro
-Io non scherzo mai. Non si sa dove qui viene custodita la spada di gioielli di Don Manolo de La Vega, appunto un conquistatore-
-Le faccio notare che qui siamo nel centro nord della California e che i conquistatori ebbero maggior rilievo al sud- interruppe Billie meritandosi un calcio negli stichi da parte di Mike e una gomitata da parte di Tre
-Non fare tanto il saputello ragazzo, perché con le leggende non funziona così. E vi posso assicurare che qualcuno di meno pulito di voi sta disperatamente cercando codesta spada. Qualcuno di assolutamente insospettabile, un finto buon cristiano. Vi conviene muovervi se volete, come mi è parso di capire, trovare un mistero da risolvere.
-Ehi, come diavolo fa a sapere che siamo detective?!- strillò Tre
-Io so quello che devo sapere ragazzo, non chiederti il perché quando pensi a me.
-E noi come possiamo fidarci di lei? Potrebbe essere benissimo uno scherzo- disse Mike, la fronte aggrottata come a cercare di ricordarsi dove avesse già visto quel mendicante
-Voi non potete fidarvi di me infatti. Potete vedere se ho ragione ma non potete darmi completa fiducia-
-No, adesso però mi spiega … - intervenne BJ, ma l’accattone non disse più nulla liquidandoli con un gesto della mano.
I tre si guardarono e poi se ne andarono di nuovo verso casa
-Ragazzi io ho un po’paura di quel tizio- confessò Tre, guardandosi alle spalle con un certo terrore
-Ma non c’è da aver paura, tranquillo è solo un vecchio pazzo. Fai come me che ho subito capito che era un pezzente ubriaco … - lo consolò Billie con aria spavalda per saltare immediatamente urlando in braccio a Mike al minimo movimento sospetto di un povero gatto che passava.
-Dai fifone era un gatto … comunque io quel tizio l’ho già visto da qualche parte. E secondo voi la storia della spada è una scemenza o è la verità?- disse Mike
-Boh, dovremmo fare qualche ricerca in proposito in biblioteca- asserì Billie Joe rassettandosi la giacchetta di terza mano. Le chiazze di unto erano aumentate, raggiungendo quota sette.
-Allora passiamoci ora. Siamo vicini- decise Tre indicando un basso edificio in fondo alla strada.
I ragazzi entrarono nella polverosa biblioteca venendo immediatamente squadrati dal bibliotecario. In effetti avevano più l’aria da teppisti che da bravi studiosi ma l’apparenza inganna infatti in perfetto silenzio i tre raggiunsero lo scaffale dei libri storici.
-Che ne dite di questo “Storia della California”?-
-Prendilo, io ho trovato “Leggende della costa ovest”-
-Già che siamo qui “Origini dello stato” penso sia interessante-
Dopo un’ora il bibliotecario si ritrovò sommerso da libri su storie, leggende e origini della California tutti presi in prestito da tre ridicoli ragazzini. Uscirono barcollando sotto il peso dei tomi e si trascinarono al covo dove posarono il tutto sulla vecchia scrivania e si prepararono a un lungo lavoro di consultazione. Sfogliavano, leggevano, sottolineavano, ricopiavano, prendevano appunti tutto sotto le note di Radio America che trasmetteva musica tradizionale (in realtà a nessuno dei tre piaceva la musica country ma era l’unica radio che prendeva nella roulotte).
-Uffa, ma io non ho trovato nulla- lagnò Tre
-Non perderti d’animo, prima o poi qualcosa troveremo- lo rassicurò BJ
-A meno che il mendicante non ci abbia giocato- fece Mike sbuffando
-Qualcosa mi dice che c’è del vero in tutta questa faccenda- Billie annuì con aria saputa, quasi a rimarcare le proprie parole. Il sole rosseggiava all’orizzonte, illuminando la roulotte. Tra un’ora sarebbe tramontato e il tramonto del sole era sempre una cosa quasi triste da vedere. Anche quel giorno era giunto al termine e i nostri dovettero di nuovo fiondarsi a casa per  cena rischiando il solito collasso.
Billie passò tutta la cena in uno stato di semi trance a ragionare su ciò che avevano studiato per tutto il pomeriggio. Era stata una giornata decisamente intensa ma i libri che riposavano sul divano di casa non potevano aspettare perciò dopo mangiato il ragazzino si rinchiuse in camera a continuare il lavoro iniziato. Si erano divisi opportunamente i libri e a lui erano toccati i più complessi in quanto il più acculturato dei tre. Cerca che ti cerca, sottolinea che ti sottolinea il ragazzo trovò qualcosa che poteva veramente fare il caso loro. Lesse con attenzione la pagina del vecchio volume riscrivendo ciò che riportava
Molti secoli orsono, nell’epoca dei conquistatori, correva voce che Don Manolo De La Vega avesse raggiunto con i suoi uomini la parte a nord di San Francisco e lì fosse morto lasciando la sua preziosa spada con il manico impreziosito da rubini, smeraldi, zaffiri e ametiste grosse come uova e un enorme diamante nel mezzo. Si dice che la spada fu andata perduta ma nessuno seppe mai dire come mai. Venne ritrovato poi un manoscritto lasciato dallo stesso De La Vega che indicava con una serie di enigmi il luogo della sepoltura della spada. Tale documento venne bruciato durante l’incendio alla biblioteca di San Francisco dove era custodito. Ora è rimasto il mito della spada ma oramai le sue tracce si sono perse nella leggenda.
Billie Joe sorrise felice. Ora doveva immediatamente riferire tutto a Mike. Corse in salotto dove sua madre e i suoi fratelli stavano litigando come al solito. Accidenti! Il telefono era sul tavolino del salotto e lui non avrebbe mai potuto parlare in tranquillità con il suo amico con tutta la famiglia in ascolto, contando che quando si trattava dei fatti privati del piccolo di casa tutti dimenticavano discordie e dissapori per farsi gli affari suoi. Doveva recuperare il telefono ad ogni costo e levarsi da mezzo. Ma in camera non poteva portarlo perché dividendola con due dei suoi fratelli c’era la fregatura. In cucina neanche per idea. In bagno! Se si chiudeva in bagno nessuno poteva venire a disturbarlo! Si sentiva troppo intelligente in quel momento. Ora si trattava solo di prendere l’apparecchio telefonico. Nessuno lo guardava. Era ora di agire. Si buttò pancia a terra e strisciò per terra fino ad arrivare alla presa di corrente e staccò la spina. Rotolò sul tappeto evitando una scarpa lanciata da qualcuno contro qualcun altro. Si mise in ginocchio e acchiappò il telefono rigettandosi per terra e strisciando come un vermiciattolo guadagnò la porta. Basta, era un eroe! Controllando che tutti i familiari fossero distratti (ma tanto nessuno faceva caso a lui in nessun caso, a parte quando comunicava con qualcheduno) si buttò oltre l’uscio del salotto e rotolò pesantemente lontano con il telefono. Emise un leggero strillo di gioia e corse in bagno, si chiuse a chiave dentro e attaccò la spina. Compose il numero di Mike e, appunti a portata di mano, era pronto per delineare il mistero.
-Pronto?
-Ehi Mike sono io, Billie Joe. Sei solo?-
-Si, ma … perché parli così piano?-
-Poi ti spiego. Apri bene le orecchie che ho trovato qualcosa riguardante la spada di cui ci ha parlato il mendicante di oggi!-
-Davvero?! Allora non era uno scherzo-
-No! senti qua- il ragazzo gli lesse il pezzettino che aveva ricopiato dal libro
-Ma non dice molto- Mike era deluso. Si aspettava una di quelle storie da film con sacrifici e pergamene magiche non due righe di roba inutile …
-Lo so che non è granché ma è pur sempre un punto di partenza. Ragiona, se il mendicante ci ha detto la verità sulla spada vorrà dire che allora veramente qualcuno è sulle tracce del tesoro di De La Vega e noi dobbiamo ostacolarlo!-
-Frena i bollori BJ! Se a stento sappiamo cosa sia quest’arma non possiamo ostacolare alcunché. Prima dobbiamo fare ricerche approfondite dato che abbiamo la conferma della sua esistenza e poi e solo poi cercare un possibile malvivente-
-Ma si, ma si ovvio però domani, al concerto d’organo guardiamo bene che magari vediamo qualche faccia sospetta. E apriamo anche bene le orecchie perché potremmo scoprire qualcosa di strano. D’altronde il mendicante è stato abbastanza chiaro. Voleva farci capire che qui a Rodeo c’è qualcuno che si nasconde sotto una facciata di buon cristiano ma è in realtà un ladro-
-Ok, domani terremo gli occhi ben aperti. Ma non ti sembra strano che tutto riguardo a sta spada sia andato perduto? Come se qualcuno avesse voluto … -
-Insabbiare il tutto. Ci ho pensato anche io Mike, ma è un po’ al di fuori della nostre possibilità cercare cose riguardanti un passato così lontano e … un attimo! Stai calma!-
-Ehm, Billie, tutto ok?-
-Ma si, niente. Allora tu guarda un po’ sui tuoi libri e cerca ulteriori notizie … no! Vai in giardino!-
-Ma dove sei? Cosa urli Billie?-
-Stupidate, lascia perdere. Ti ho detto che ora ci sono io, almeno qui lasciami in pace!-
-Ora mi spieghi che diavolo sta succedendo!- esclamò  Mike
-Domani, ora abbiamo ben altro a cui pensare. Quindi in città si aggira un … BASTA!!! Lasciami quietare maledizione!!-
-Diamine Billie Joe ma che succede in quella casa?!-
- Perché mi sono chiuso in bagno per parlare tranquillamente con te e allora quei malnati dei miei fratelli mi fanno la posta fuori dalla porta-
-Oddio Billie! In bagno! Ma sei impossibile-
-Queste sono tecniche di sopravvivenza estrema Michael, impara dal sottoscritto-
-Sarà … va beh, prima che i tuoi fratelli ti squartino esci da quel bagno per piacere. Ci dirai tutto domani-
-Ok, tu fai ciò che ti ho detto e chiama Tre per metterlo al corrente. Notte-
-Notte-
Billie Joe buttò giù e ponderò la situazione. Ora doveva uscire da quel bagno ma non poteva far vedere di avere il telefono se no probabilmente non avrebbe più visto la luce del giorno. Difficile situazione. Idea! Avrebbe giocato la carta “effetto sorpresa”. Si accostò alla porta con il telefono tra le braccia come un bambino, girò la chiave nella toppa e poi vi si lanciò contro spalancandola e fiondandosi in salotto e gettando l’apparecchio sul tavolino. L’effetto sorpresa era servito perché gli diede giusto il tempo di lanciarsi su per le scale e guadagnare la sua stanza. Fu tutto così veloce che pensò di svenire quando cadde sul letto. Si sentiva come James Bond in “Dalla Russia con amore” il film che lui e Mike avevano avuto il lusso di andare a vedere infiltrandosi nel piccolo cinema. Tirò un sospiro di sollievo per la brillante azione all’ ultimo sangue e si addormentò pesantemente pensando al ladro che indisturbato si aggirava per Rodeo e alla spada che giaceva nascosta nelle vicinanze.
 
 
  
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