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Autore: ambra_chiara    09/09/2014    0 recensioni
Ciao a tutti! Mi chiamo Ninfy, cioè non è il mio vero nome, ma è un soprannome, tutti mi chiamano così potete farlo anche voi... è decisamente più bello del mio nome naturale! Sono una semplice figlia di Apollo, solare e per nulla seria...
La mia migliore amica, White, è l'unica figlia di Chione presente nel campo... ha un immenso potere, controlla la neve e il ghiaccio, come la madre.
Anche se la racconterò io questa vicenda, sarà lei la protagonista della nostra storia... ne combinerà... cioè... ne combinerò, e lei rimedierà... a dire il vero io non faccio nulla di eclatante, ma non vi voglio anticipare nulla! Grazie per aver letto questa piccola introduzione! Scusate se non ho fatto un effetto epico o che so altro... ma sapete come è... non ne sono proprio capace!
Ora vi saluto, non voglio sprecare ulteriormente minuti preziosi della vostra vita!
Grazie e alla prossima!
Ninfy :D
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cavalcavamo ormai da ore finché non arrivò la sera, dissellammo i cavalli e li lasciammo liberi, tanto non sarebbero andati tanto lontani.
Io montavo le tende, White invece preparava il fuoco e il cibo: due panini con il prosciutto e due con il salame.
“Non provare a mettere la bresaola di cavallo in quei panini” le dissi, perché fin da quando ero piccola mi ero sempre rifiutata di mangiare carne di cavallo, avevo anche pensato di farmi vegetariana, ma non avrei mangiato molto perché ero allergica a frutta e verdura quindi dopo poco avevo abbandonato l’idea.
“Tanto sono già morti, perché non dovresti mangiarlo?” chiese White
“No” scossi la testa con fermezza “la carne di cavallo non la mangio ok? Prima li cavalco e poi li mangio? No grazie”
“Fa quel che vuoi” disse “Tanto non ho carne di cavallo” ridacchiai poi mi sedetti sull’erba a mangiare un panino di salame straordinariamente grande.
“Cosa hai detto a Chirone?” mi chiese la figlia di Chione dopo un po’
“Nulla di importante” White sorrise un po’ dicendo:
“Forse aveva ragione mia madre, dice che tu sei chiusa”
“Chione?” domandai sorpresa mandando giù un intero boccone
“Quale altra madre ho?” feci spallucce
“La incontri?”
“Nei sogni. Quasi tutte le notti e parliamo” annuì e provai una punta di invidia, Apollo si presentava solo ai miei compleanni, e non a tutti, però mi aveva regalato un cavallo, non un dono da poco, ma mi sarebbe piaciuto se fosse stato più presente nell’arco della mia vita... come dovrebbe fare un vero padre.
“Ma non è questo il punto, il punto è che sono stata cieca… ti conosco da anni e non mi sono accorta che anche tu hai i tuoi segreti, che anche tu sei chiusa, non una ragazza che non sa tenere neanche la pipì”
“Non è vero, la pipì la tengo benissimo, una volta, quando eravamo in gita, l’ho tenuta per un giorno intero” White non mi rispose nemmeno, fissò il cielo.
“Da quanto tempo senti tua madre?” le chiesi non nascondendo la mia gelosia
“Da tanto… per questo dubito che sia lei la causa di questo congelamento”
“A volte i genitori fanno cose che non dovrebbero, soprattutto quelli divini”
“Tu non la conosci Ninfy… non potrebbe mai farlo!”
“Non la conosci nemmeno tu White, credi di conoscerla, ma è una dea, non sarà mai come credi” le dissi finendo il mio panino a una straordinaria velocità e iniziando il secondo al prosciutto
“Non è vero, sei solo gelosa perché tuo padre non è così presente” annuì 
“Forse è vero” Non attesi una sua risposta.
Diedi una mela a Cerbero e misi metà del mio panino nel mio zaino in una busta, per mangiarlo domani visto che mi si era chiuso lo stomaco. Dopo un po’ dissi alla ragazza: “Vado a fare un giro di ricognizione”, non lo sellai nemmeno il mio cavallo e lo montai a pelo, salendo con tanta fatica sopra al quadrupede e reggendomi alla sua criniera.
“Stai attenta” mi disse, io annuì, facendolo partire al passo Cerbero, poi quando fui fuori portata dalla vista di White, feci partire il mio cavallo prima al trotto, poi al galoppo… la sue andatura era fiera e decisa, comoda più del trotto, ed era anche molto veloce.
Se White mi avesse vista l’avrebbe considerato troppo pericoloso, ma l’avrebbe fatto anche lei certamente, era molto più imprudente e impulsiva di me.
Solo che ero arrabbiata con lei, come faceva ad essere sempre triste con le belle cose che aveva! A volte ero gelosa, era la più brava in tutto, a cavalcare, a scrivere, il suo genitore divino era sempre presente per lei, mentre io dovevo dividere l’attenzione di mio padre con i miei fratelli.
Però Apollo mi aveva regalato Cerbero, per questo non potevo affatto arrabbiarmi, anzi, dovevo essergli grata.
Il mio cavallino era la prova vivente che mio padre era presente per me, e ci sarebbe stato per sempre.
Mi strinsi di più a lui e lo fermai, impresa non semplice senza briglie, lo coccolai e gli dissi: “Bravo Cerbero, torniamo da White, se vuoi al passo, so perfettamente che sei stanco ”
 
White intanto finiva la sua cena e guardava Romina brucare l’erba, apprezzandone tutta la maestosità.
“Ciao White” mi salutò una voce che conoscevo, all’inizio pensava fosse me, ma si voltò e vide sua madre
“Chione?” chiese confusa
“Non sei felice di vedermi?” chiese quella sedendosi accanto a lei
“Sono più che altro stupita” rispose la figlia, molto simile alla madre, stessi tratti delicati, stessi occhi glaciali, cambiava solo il colore dei capelli, Chione ce li aveva neri come l’ossidiana, White biondi come il grano.
“Ci credo” la cosa strana è che la dea dimostrava più o meno diciotto, diciassette anni, quindi solo qualche anno in più di White… sembravano più che altro sorelle “Purtroppo non è una visita di piacere”
“Lo sospettavo” rispose la figlia fredda mentre pian piano l’erba si brinava per colpa sua, infatti, quando era agitata, la mia amica congelava qualcosa, non vi descrivo quando, per una verifica di storia, nella quale aveva studiato poco, congelò il libro mentre ripassava, fortunatamente nessuno la vide tranne me, che conoscevo già la sua piccola dote.
“Non dovevi parlare con la figlia di Apollo dei nostri incontri”
“Perché no? È la mia migliore amica, ci diciamo tutto…”
“Questo però non dovevi dirlo” disse la madre, non nascondendo una punta di disapprovazione
“Perché?”
“Non ti posso spiegare adesso, ma nessuno deve scoprire cosa facciamo ok? Non glielo hai detto vero?” scosse la testa
“Bene, brava… ora ti devo salutare, la figlia di Apollo sta arrivando…” detto questo scomparve.
“Ciao!” la salutai saltando giù da Cerbero dicendo: “Zona sicura! Tutto a posto… neanche l’ombra di un pericolo, possiamo dormire tranquille!” quando toccai l’erba notai che era brinata
“è successo qualcosa?” chiesi non sapendo nulla e preoccupandomi
“No, niente, solo che non ti vedevo tornare quindi mi sono agitata” White sapeva mentire molto bene, quindi ci cascai in pieno.
“Tranquilla, sto bene, ora ti saluto, vado a nanna” le dissi dopo aver dato una zolletta di zucchero a Cerbero, mi infilai nella mia tenda mentre White mi augurò la buona notte
  
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