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Autore: Fenrir_23    09/09/2014    2 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                       Sfida a Saffron City

                            


 

Matthew si fermò davanti all'enorme portone d'entrata della palestra di Saffron City. L'aspetto irregolare e deforme della palestra, con le colonne portanti che si allargavano verso l'alto, gli mise la stessa ansia della prima volta che era stato lì.

Era stanco dal lungo viaggio di diverse ora in groppa al Charizard di suo padre, che si era offerto di accompagnarlo, ma appena arrivato a Saffron non aveva perso un secondo: l'idea di sfidare Sabrina lo metteva tremendamente in agitazione e non vedeva l'ora di togliersi quel peso stressante. Deglutì, scambiandosi uno sguardo con Charmeleon poi spinse il portone in acciaio che si aprì faticosamente, con uno scricchiolio inquietante. L'interno era completamente buio come la prima volta in cui ci aveva messo piede, illuminato solo dalla luce fioca di alcune candele ai lati del corridoio che portava al ring di combattimento; alla cui estremità sedeva Sabrina, immobile sul suo trono, i capelli argentei che le ricadevano sulle spalle come se fossero passati pochi secondi dall'ultima volta che l'aveva sfidata.

“Vedo che sei tornato.”Mormorò lei, squadrandolo con attenzione. Era perfettamente a conoscenza di tutte le vicende che Matthew aveva vissuto co Team Rocket e i Dark Pokémon – del resto era stata lei a predirle alla ragazza che lo accompagnava, Maky Rainblack – ma decise di non accennare nemmeno alla questione; d'altro canto, a che scopo parlarne?

In ogni caso, era curiosa di vedere quanto fosse maturato il giovane Ketchum.

“Spero tu sia un po' più forte della prima volta.” La sua voce bassa rimbombò nella palestra.

Mat si morse le labbra, guardandola dritta negli occhi.

“Sono pronto ...”

“Bene.” Sabrina fluttuò fino a lui utilizzando i propri poteri psichici.”Tre Pokémon a testa … per te vanno bene?”

Matthew non perse tempo a rispondere: si portò una mano alla cintura e lanciò in campo la sua prima Pokéball, deciso a dare il meglio di sé. Schierò Haunter fin da subito: sapeva che Sabrina non avrebbe mandato in campo direttamente Gengar ed era sicuro che il suo Pokémon fantasma non poteva tenere testa alla propria evoluzione, quindi, tanto valeva sfruttarne il potenziale fin dall'inizio.

Dall'altro lato del ring, il laser rosso della sfera Poké di Sabrina rivelò un Abra.

“Ti concedo un vantaggio iniziale.” Mormorò l'anziana capo palestra.”Ma non credere che sarò clemente.”

“Haunter, presto con lo stordiraggio!”

Mat attese impaziente le conseguenze di quella mossa ma si rese presto conto di aver fatto male i calcoli; il Pokémon di Sabrina sembrava esserne immune. Probabilmente i suoi poteri psichici gli consentivano una stabilità mentale, tale da non subirne gli effetti.

“Pazienza.” Si disse fra sé e sé Matthew.

Prima che avesse il tempo di elaborare un'altra strategia, l'avversario rispose prontamente.”Palla Ombra, Abra!”

“Schivalo!” Fese in tempo ad urlare il ragazzino, prima che il suo Pokémon scomparisse nell'oscurità della palestra per sfuggire all'attacco. Si era aspettato un'altra mossa, ma avrebbe dovuto sapere che Sabrina non si sarebbe fatta cogliere impreparata. I poteri psichici non potevano attecchire sul corpo intangibile di un fantasma.

La sfida era quindi giunta ad una fase di stallo.

“Haunter, ombra notturna!”

Una risata sinistra risuonò nella palestra; il Pokémon di Mat fu rapido ad attaccare prima che l'avversario potesse prevedere le sue mosse. Il fantasma spuntò alle spalle di Abra a bocca aperta, gli occhi brillanti di un rosso scarlatto, poi si lanciò verso il nemico, trapassandolo da parte a parte con il proprio corpo immateriale.

Con un urlo acuto di spavento, il Pokémon di Sabrina si accasciò al suolo senza energie per continuare il duello.

Matthew deglutì ansiosamente. Il tipo fantasma a volte gli faceva davvero paura. Dopo che gli ultimi brividi di inquietudine furono passati, si riscosse. Sabrina lo guardava con un sorriso enigmatico.

“Gengar, è il tuo momento!”

Haunter si fece stranamente serio per i suoi standard, squadrando con un misto di rispetto e divertimento la propria evoluzione.

“Non c'è bisogno che io ti dica che non vincerai altrettanto facilmente, ragazzino.” Sussurrò la capo palestra.

“Ombra notturna, Gengar.”

“Fai la stessa cosa!”Urlo Mat, d'impulso. I due fantasmi svanirono nell'oscurità della palestra. Piombò un silenzio artificioso e carico d'ansia, tanto che Mat prese a sudare per l'agitazione. Aveva vinto il primo duello, ma non riusciva a togliersi dalla testa la brutta sensazione di non aver nessuna possibilità di successo contro Sabrina. Quella vecchia era decisamente troppo forte per un allenatore normale.

Ad un tratto, ombre veloci presero a sfrecciare per il campo di combattimento, riempiendo il salone di inquietanti risate e versi. Matthew non riuscì bene a capire cosa stava succedendo, sentiva solo le voci di Haunter e Gengar sovrapporsi una all'altra quasi a formare una melodia contorta, poi, il nulla.

Si trovò a fissare circospetto ogni angolo della palestra ed alzando lo sguardo riconobbe la figura incorporea di Haunter davanti a sé, che fluttuava nell'aria senza energie per continuare il duello.

Gli occhi di rossi di Gengar si fecero largo fra l'oscurità, in attesa dell'avversario successivo.

Il ragazzino richiamò il suo Pokémon dopo averlo ringraziato per l'impegno e si passò una mano fra i capelli, per dare sollievo alla fronte sudata. Quella era decisamente una delle sfide più intense che avesse mai affrontato.

Ora chi poteva mandare in campo? Era troppo avventato schierare Gyarados con il rischio di non essere ascoltato e di fare oltretutto una pessima figura. Forse Ditto? No, imitando Gengar avrebbe finito per fare la stessa fine di Haunter.

Non gli rimaneva che contare sui vecchi amici:

“Raichu, vai!”

“RAAAAAAAAAAAAIII!” Il Pokémon elettrico entrò in campo a coda alta e sguardo fiero. Matthew ne assecondò il carattere esuberante lanciandola subito all'attacco.

“Superfulmine, vai!”

La palestra si illuminò di bagliori elettrici, mentre Gengar schivava abilmente le scariche. Sabrina gli ordinò di attaccare con un palla ombra, ma Raichu fu abbastanza rapida da schivarlo e contrattaccare velocemente, centrando il bersaglio. Matthew esultò mentalmente. Era il primo colpo che riusciva a mandare in porto.

“Tuonopugno, ora!”

Gengar svanì prima di essere colpito, materializzandosi alle spalle di Raichu e tentando di leccarlo con la sua lingua paralizzante, ma non riuscì nell'impresa, perché il Pokémon di Mat usò la coda come una molla per scansarsi. Colpì con una scarica elettrica talmente intensa da rompere i robusti vetri delle finestre oscurate, facendo filtrare la luce all'interno di quel luogo. Per il fantasma, quello era certamente uno svantaggio.

Matthew sorrise, il tempo di una distrazione. Gli occhi di Gengar incontrarono quelli di Raichu.

L'attacco ipnosi era uno dei più letali del mondo Pokémon: se andava a segno, rendeva il malcapitato di turno incapace di compiere qualsiasi azione. E quello che veniva dopo, era ancora peggio.

“Mangiasogni, Gengar.” Mormorò Sabrina con voce gelida.

Raichu si dimenò nel sonno, lanciando un urlo di paura.

“Ferma, mi arrendo!”Gridò Mat senza esitare. “Ritiro il mio Pokémon, ma ti prego di fermarti.”

Sabrina alzò un sopracciglio, incuriosita.

“Di già? Non vuoi insistere?”

“No.” Rispose seccamente Matthew. “So cosa può fare il mangiasogni se non si interviene subito. Non voglio far stare male il mio Pokémon.”

“Bene, capisco.” Lo sguardo di Sabrina scomparve per un attimo sotto la frangia di capelli color argento. “Fermati Gengar.”

Il Pokémon obbedì senza esitare, rivolgendo uno sguardo d'intesa alla capo palestra.

Matthew richiamò prontamente il suo Raichu, sussurrandogli delle scuse.

Era preso dallo sconforto; si scambiò uno sguardo con Charmeleon e capì che lei non se la sentiva di fronteggiare quella sfida. Dietro lo sguardo orgoglioso e fiero di sempre, si nascondeva una patina d'ansia e paura. Nessuno dei suoi Pokémon avrebbe potuto vincere contro un avversario così tosto ed esperto. Mat non era tipo da arrendersi, ma comprese che questa volta doveva accettare la sconfitta, ancor prima di aver concluso del tutto la sfida. Squadrò Gengar: non accennava a dare il minimo segno di stanchezza. Abbassò le spalle e si lasciò sfuggire un sospiro. Pronunciare certe parole gli sarebbe costato caro.

“Mi arrendo completamente, Sabrina. Non sono al tuo livello, continuando a combattere ne andrebbe dell'incolumità dei miei Pokémon, non posso metterli a rischio per un mio capriccio. Per questo, rinuncio alla medaglia.”

La capo palestra si alzò dal suo trono prendendo a camminare con passo lento e malfermo, un occhio sempre rivolto verso il ragazzino che l'aveva sfidata ben due volte e che ora, stava rinunciando.

“Sono davvero stupita, Matthew Ketchum.”

Gli si avvicinò squadrandolo con attenzione.

“Sei uno dei pochi che ha dimostrato tale saggezza, ragazzo.”

Mat deglutì a fatica. “In quanti credi che mi abbiano sconfitta, durante quest'ultimo anno? Solo un paio, tra cui la tua compagna di avventure; gli altri che hanno ottenuto la medaglia si sono confrontati con il mio sostituto, oppure... hanno dimostrato di saper comprendere i propri limiti e di mettere i Pokémon sopra i propri desideri. E comunque non sono stati in molti.”

Sabrina aprì il palmo della mano, mostrando a Matthew la medaglia Palude.

“Tieni, puoi prenderla.”

Lui la guardò incredulo. “Davvero? Ma ho perso ...”

Sabrina alzò la voce.”Hai sentito quello che ti ho appena detto, ragazzino? Vincere o perdere non è ciò che fa la differenza, per mostrare di essere un buon allenatore ci vuole altro. E tu oggi hai dimostrato di averlo.”

Mat annuì debolmente, poi prese la medaglia. Charmeleon, al suo fianco, sbuffò fumo in segno d'approvazione.

“Ti ringrazio ...” Mormorò il giovane, ma Sabrina era già tornata sul suo trono.

“Penso che mi ritirerò alla fine di questo mese ...”Mormorò l'anziana, con voce particolarmente roca.”é tempo di lasciar posto a qualcuno di più giovane.”

“E cosa farai?”Domandò Mat, curioso.

Gli occhi di Sabrina brillarono come quelli di un fantasma.”Un posto nei Superquattro di Kanto mi attende.” Sussurrò, prima che il portone principale della palestra si aprisse.

“Ora vai, giovane promettente allenatore.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






 

Ciao a tutti, scusate la lunga assenza! Purtroppo e per fortuna nella vita accadono tante cose, ho avuto un periodo pienissimo fra vacanze e non solo e il tempo per scrivere è stato quasi pari a zero! Oltretutto questo capitolo è lungo la metà rispetto alla media, ma questo vi giuro che non l'ho fatto per una questione di pigrizia: semplicemente, ho voluto che si concentrasse sulla sfida di Mat in palestra e penso sarebbe stato inutile e noioso allungarlo a tutti i costi. Vi anticipo che il prossimo (ultima medaglia) seguirà una schema molto simile … e poi sarà il momento della “saga della lega di Kanto” Spero di sentirvi, vedrò di impegnarmi per aggiornare in tempi brevi.


 
   
 
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