La camera da letto si affaccia sull’oceano, portando al suo interno l’ebbrezza marina.
Entrando non si sfiorammo nemmeno, ma sentiva l'incredibile consapevolezza di trovarsi sola con lui in una camera da letto. Accese la luce, ma non bastò a metterla a suo agio. Per distrarsi dalla sua presenza, diede un’occhiata alla camera, osservando le pareti color crema, il mobilio bianco, il soffitto adornato da piccole stelle fosforescenti e vicino alla finestra il letto, adornato con un copriletto rosso, da cui fuoriuscivano delle lenzuola nere.
L’ improvvisa voce di Kyllian la fece sobbalzare: “Preferisci svestirti in bagno?” domandò, gentile.
Lo guardò dubbiosa, non c’era malizia in quella domanda (non era da lui), ma poi aggiunse: “ma se vuoi ti puoi svestire anche qui, io non mi lamento .”
Rise, era sempre il solito “ Zitto Hook.”
Su reca verso l’armadio, frugando al suo interno, alla ricerca di qualcosa di più comodo per la notte, e, con la coda dell’occhio, vede che anche Kyllian fa lo stesso.
Dopo aver trovato un pigiama, avvisa Kyllian che va un attimo in bagno a cambiarsi, e visto che c’era si dava una bella sistemata ( ma non lo faceva per lui, ma chi va a prendere in giro). Prima di entrare in camera, domanda a Kyllian se poteva entrare, voleva evitare di trovarselo nudo, e lui le risponde che era pronto per la notte.
Entrando in camera però lo trova ancora vestito.  “ Hook come mai non ti sei ancora cambiato?”
Hook: “Ci ho provato, ma sai è difficile con una mano sola Swan, ma non ti preoccupare per me, dormo così. L’importante è che sono riuscito a togliermi gli stivali, sai com’ è, è da maleducati dormire sul letto con le calzature addosso.”
Lo guarda, e nota una certa mortificazione nel suo guardo, chissà com’è dura per lui vivere con una mano sola, e senza riflettere: “Se vuoi ti posso aiutare io.”
Hook le sorride: “Oh Swan, ti stai offrendo per spogliarmi, non me l’aspettavo da te.”
Lo guarda spazientita: “Zitto,  vuoi che ti aiuti o no!” gli disse sgridandolo.
E lui, con un sorriso sexy esclama: “ Ai tuoi ordini” e per rendere più teatrale la sua esclamazione, si inchina.
Si avvicina, e prende il colletto della sua giacca tra le mani, e gliela fao scendere giù dalle spalle, che cade con un tonfo per terra. Poi comincia a sbottonare il panciotto, e alla fine sbottona la camicia, slacciandola lentamente. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, ma sentiva i suoi occhi che seguivano ogni suo movimento.
Lo fa sedere sul letto, e gli chiede di passarle  la maglietta del pigiama cosi da potergliela infilare.
Alzò le braccia, per facilitarle il compito. Appena ha finito di infilargliela, si ritrova circondata delle sue braccia.
Lei alzò lo sguardo e incontrò il suo, e notò che anche lui come lei, aveva il  respiro irregolare.
Hook : “ Scusami”
Emma “ Non ti scusare” e si avventò sulle sue labbra.
All’inizio rimase immobile, ma poi rispose subito al bacio, e le loro labbra si fusero. Lei lo sentii tremare e dal profondo della sua gola scaturì una sorta di ringhio. Piccoli brividi di piacere le attraversarono mentre il suo bacio si faceva sempre più profondo. Passò le dita tra i suoi cappelli, un gesto che aveva sempre desiderato fare fin dal loro primo incontro, per verificare la morbidezza. Il desiderio le cresceva dentro, mentre il suo cuore minacciava di esplodere. Un’ondata di emozioni la travolse con una violenza tale da tramortirla. Aveva paura. Ma le piaceva troppo. All’improvviso Kyllian con una manovra cambiò la loro posizione: ora si trovava sotto di lui, schiacciata dal suo peso contro il letto; inarcò la schiena, quando la sua mano si infilò sotto la sua maglietta, interruppendo il bacio, per lanciare un grido, e la sua bocca si spostò al suo collo. I vestiti sparivano uno dopo l’altro. La maglietta di lei. Quella si lui. Slacciò la cintura dei suoi pantaloni, e sparirono come per magia, cosi pure i suoi. Ora l’unica cosa che li separava, era la loro biancheria intima………….
Kyllian afferrò le sue mutandine, e le fece scorrere lungo le cosce, e poi alzandosi dal letto si abbasso i boxer, e si insinuò tra i suoi fianchi, guardandola come se fosse una dea, tremava sotto il suo sguardo: con la punta della lingua, tracciò il contorno delle sue labbra, e con un scatto entro in lei.
Si guardarono negli occhi, per un minuto,  per assaporare quel momento, e poi cominciarono a muoverci all’uniscono, il cui ritmo cominciava ad accelerare e venne urlando il suo nome, seguito dal suo.