Disclaimer: Fleur , Bill,
Ron, Ginny e tutti gli altri personaggi di Harry Potter appartengono a J.K.
Rowling, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia è stata scritta senza
alcuno scopo di lucro.
Note
dell’autore:
. Il titolo della fiction
si ispira a un verso della canzone “All together now” dei mitici Beatles
( in assenza di uno migliore u.u Ma
credo ci stia bene :D )
. Ho immaginato che falci,
zellini e galeoni fossero adottati solamente dai maghi del Regno
Unito.
Sperando di aver scritto qualcosa di decente, buona lettura e...
commentate :)
~ Eight, nine, ten I love you.
« Ti
ricordi la vecchia Fleur Delacour? » disse George. « E’ stata assunta alla Gringott
per
migliorooore il suo engleeese »
« E
Bill le dà un sacco di lezioni private » ridacchiò
Fred.
( Harry Potter e l’Ordine della Fenice,
capitolo 4. )
I capelli di Fleur
svolazzavano ad ogni piccolo e raro soffio di vento in quella calda mattinata di
luglio.
Pazientemente, la giovane si affrettò a sistemare qualche ciocca ribelle
dietro le orecchie, mentre cercava di completare i suoi esercizi di
inglese.
Bill
continuava a ripeterle che non c’era alcun bisogno di lezioni extra, tuttavia
non negava il fatto di essere contento della possibilità di vedere Fleur così
spesso.
Mentre
se ne stavano seduti ad un tavolo
sul retro della Tana, Bill si augurò che il tempo non volasse
mai.
Conta fino a dieci
prima di dire o fare cose stupide, si disse, facendo a
pugni col proprio
istinto.
Uno…
Due…
Tentò di
distrarsi cercando di fissare qualcosa nelle vicinanze, ma gli gnomi da giardino
che si rincorrevano tra loro pronunciando pessime battute e irripetibili
imprecazioni lo indussero ancora di
più a guardare nella direzione opposta.
Tre…
Quattro…
Fleur,
sorridente, consegnò a Bill gli esercizi. « En France » esordì, « non abiamo insegnonti così
pasionti e jontili come te, Bill »
« Ah,
ehm, grazie Fleur » rispose il maggiore dei Weasley arrossendo di colpo, ora che
la ragazza si era accomodata con gesti rapidi e aggraziati accanto a lui.
Immediatamente un piacevole profumo gli inebriò i sensi e fu certo di
aver avvertito un brivido percorrergli la schiena.
« Sai,
ho molti dubi » continuò Fleur, osservando il ragazzo concentrato sui suoi
fogli.
Cinque…
Sei…
« S-sono
giusti, Fleur. Complimenti, apprendi in fretta! » esclamò Bill,
sorridendole.
« Oh, mais c’est extraordinaire, ça! »
squittì la ragazza, radiosa. (*)
Lo
abbracciò come non aveva mai osato prima. Bill si sentì avvampare; era sorpreso,
compiaciuto, ammaliato, incapace di reagire : non ricordava di aver mai provato
così tante emozioni diverse tutte in una volta
sola.
Che
fosse anche un po’ colpa dell’incanto per cui erano note le Veela, poco
importava ormai. Era sicuro che il suo cuore non avrebbe retto a lungo in quello
stato.
Sette…
Otto…
Con un
tuffo al cuore, si staccò dall’abbraccio delicatamente, per poi concentrarsi di
nuovo sul lavoro svolto dalla sua “allieva”, guardandola con la coda dell’occhio
mentre giocherellava coi suoi lunghi capelli.
Oh, andiamo, dovrai
pur dirle qualcosa!, gracchiò una vocina
dentro il suo corpo.
Nove…
Dieci…
Il cuore
di Bill batteva all’impazzata e nei pochi secondi che seguirono si rese conto di
non poter più controllare quelle emozioni.
Allungò
la sua mano, grande e logorata da troppi anni di lavori difficili alla Gringott,
in cerca di quella di Fleur, minuscola e bianca, sperando che quel suo gesto non
sarebbe stato rifiutato dalla ragazza.
La
ragazza non esitò neanche per un istante e il bacio che gli regalò in seguito
non fu altro che la realizzazione di un sogno che Bill non credeva si sarebbe
potuto mai avverare e che altri prima di lui bramavano così tanto da esserne
usciti pazzi.
***
«Hai
studiato?» ridacchiò Bill inarcando un
sopracciglio.
«
Scertamonte, mon bonbon » (**)
rispose Fleur, soave.
Dall’altra parte del tavolo Ron e Ginny, alle prese con una partita a
Sparaschiocco, soffocarono una risata.
« Allora
dimmi, quanti zellini ci vogliono per fare una falce?
»
« Donc, per una falsce… scinquanta
zellini
»
Bill
sospirò, alzando gli occhi al cielo. « Ventinove, Fleur, ventinove. E per un
galeone?»
«Non me
lo ricordo, cherie » mormorò in
risposta, abbassando lo sguardo.
Bill non
si spazientì troppo. Non riusciva a
spazientirsi con lei.
Sarebbe
rimasto ad ascoltarla ripetere a memoria papiri interi su leggi e sistemi
monetari magici inglesi per ore e non avrebbe fatto alcuna differenza, perché
avrebbe avuto l’impressione che Fleur stesse recitando i versi di una
poesia.
Ripose
il mucchietto di monete che pochi minuti prima aveva sparso sul tavolo in un
sacchetto di pelle e le rivolse un sorriso di
rassicurazione.
« Per
oggi può andare, Fleur.»
« Ma io
non so nionte! » si lamentò la francese, sbuffando. Prese di nuovo il sacchetto
delle monete ma Bill la fermò conservando quell’espressione di estrema felicità
nel volto.
« Non è
vero! Sei solo stanca »
« Già,
Fleur. Che fatica oggi! Pensa quando sarai alle prese con monete triangolari » la prese in giro Ginny
suscitando l’ilarità di Ron.
Bill, al
contrario, non fu affatto divertito dal comportamento dei suoi fratelli minori.
Li cacciò immediatamente dalla stanza e i due non se lo fecero ripetere due
volte.
Fleur si
porto le mani al volto, e Bill giurò di aver captato un singhiozzo. Quindi le si
avvicinò e lentamente le cinse le spalle esili con il
braccio.
« Non
dare retta a quello che dicono, Fleur! Contano le opinioni degli altri
ora?»
Si
asciugò gli occhi rapidamente e tirò su col naso. Odiava farsi vedere in quelle
condizioni da Bill, ma non lo poté evitare. « Non.»
« Ecco.
Fleur abbiamo tutti bisogno di tempo, e io prometto di starti accanto in
qualsiasi momento di difficoltà. »
Non
aveva più bisogno di contare fino a dieci per controllare l’uso adeguato delle
sue parole, o per esprimere sentimenti. Da quando era insieme a lei tutto era
diverso, incredibile, fantastico.
Migliore.
Ed era
sempre più convinto che non si sarebbe mai stancato di lei ( e come poteva?) .
Sul
volto della ragazza comparve immediatamente una nuova luce. Eccolo, l’uomo che
aspettava da una vita.
Il
principe che avrebbe sconfitto il drago per raggiungerla e poi portarla al suo
castello di cui sarebbe stata la regina indiscussa. Il principe che aveva
invidiato alle protagoniste delle sue fiabe
preferite.
Eccolo
là, il suo principe con il buco alle orecchie e le mani screpolate che
accelerava il suo battito cardiaco ogni volta che lei gli si avvicinava ( e lui
odiava che Fleur potesse percepirlo) .
« Oh
Bill, ti amo! Non sòn mai stata così sicura come
ora»
L’aveva
spiazzato. L’aveva capito, ma sentirselo dire così faceva tutto un altro
effetto. Le accarezzò il viso con dolcezza, e poi venne il suo turno. Espresse il suo amore con un sussurro e la fissò intensamente, prima di sfiorare di nuovo le sue labbra.
E si
sarebbero amati per sempre, come succede nelle favole. Ma quella era una
splendida realtà.
. Fin
Note
(*) =
Oh, ma è straordinario!
(**) =
traducibile in vari modi. Io l’ho inteso come “tesoro”,
“zuccherino”.