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Autore: Anne Elliot    10/09/2014    4 recensioni
«Perché non provi Sherlock?...»
Lui aveva smesso di far rimbalzare la palla da squash e l’aveva guardata.
«Cosa?...»
Lei strofinò fra loro le mani. Sorrise verso un punto indefinito, lontano da lui.
«Con…Miss Adler, intendo…perché non provi Sherlock?»
Mi raccomando, criticate! ^^
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota autore: Salve a tutti e grazie a chi ha commentato, a chi segue le mie storie e a chi mi corregge. Mi siete di enorme aiuto!
Pubblico con un po' di ritardo, rispetto alla mia idea di "aggiornamento", perchè volevo essere certa della piega che sto dando alla storia...non ne sono comunque certa ma quella è la mia insicurezza cronica! ^^
Spero che il capitolo ,seppur molto breve, vi piaccia e che i personaggi siano il quanto più possibile fedeli agli originali...dal prossimo capitolo (che cercherò di pubblicare domani stesso) abbandonerò molto la trama ufficiale per prendere quella della mia storia.
Come sempre, mi raccomando criticate e ditemi gli errori/orrori che faccio!
Grazie ancora,
Anne






Si incamminò verso lo spogliatoio massaggiandosi una spalla. La camminata, rapida ma pesante, sottolineava ancor di più la sua stanchezza.
Prese le chiavi dalla tasca destra ed aprì rapidamente l'armadietto alla ricerca del...
Un' ombra...con la coda dell'occhio aveva visto un' ombra riflessa nello specchio appeso sull'anta...non poteva essere!
Si voltò di scatto, forse leggermente spaventata...era lì, lui era lì!
Quando lo vide accennare un sorriso, rispose nella medesima maniera.
«Sei tornato!»
Lui alzò un sopracciglio.
«Mi sembra abbastanza ovvio, Molly....»
Il sorriso di lui si ampliò.
Lei avrebbe voluto abbracciarlo, avrebbe voluto ridere, avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto fare tante di quelle cose che finì per non fare nulla. Rimase lì, immobile, sorridente...
Si riscosse improvvisamente dai suoi pensieri come svegliata da un incubo.
«Ti...ti serve qualcosa?...Perché il laboratorio non è utilizzabile per un paio di giorni ma...ma se vuoi..»
Sherlock aggrottò le sopracciglia.
«No!...No, ero venuto solo per...»
Molly annuì e fissò le proprie dita per qualche istante. Poi sospirò e tornò a guardarlo.
«Come stai?...»
Non era una domanda di circostanza...lui lo sapeva...
«…Bene»
Non era una risposta di circostanza...e lei lo sapeva...
«John?»
«...Un po' meno!»
Sorrisero entrambi.
Si sentirono dei passi veloci ed un trafelato infermiere entrò disorientato nello spogliatoio.
«Dottoressa Hooper!!...Un'emergenza!»
Sia lei che Sherlock si voltarono verso il ragazzo. La patologa sorrise a mezza bocca.
«Donald, considerando su chi lavoriamo mi chiedo che emergenza possa esserci...qualcuno si è alzato e sta camminando per l'obitorio?...»
L'infermiere arrossì, nonostante nella voce di Molly non ci fosse né critica ne scherno del collega ma semplice ilarità per la situazione.
Sherlock la guardò di sbieco e le sue labbra si incurvarono leggermente, in risposta allo sguardo allegro della patologa.
Il ragazzo iniziò a balbettare qualche sorta di spiegazione prima di bloccarsi ad osservare il detective.
«Ma...ma lei...lei è...Sher...Sherlock Holmes!...»
Il detective portò le mani dietro la schiena.
«Così dicono...»
L'infermiere impallidì.
La patologa rise e guardò con finta disapprovazione il consulente investigativo.
«Dannazione Sherlock!...Hai appena rovinato la mia collaudata battuta su emergenze e cadaveri...»
Poi prese sottobraccio l'infermiere, quasi svenuto, e lo tranquillizzò. Rispose alle sue domande più assurde...zombie, resurrezioni, vampiri?!...e gli disse di precederla.
Sherlock seguì con lo sguardo il ragazzo che, andando via, sbatteva contro barelle, porte e muri.
«Fra poco tutta l'Inghilterra saprà che sei tornato...»
Sherlock chiuse le palpebre un paio di volte e riportò il suo sguardo su di lei.
«...Non vuoi sapere se ho provato?»
Molly si immobilizzò.
Il suo volto la tradiva…si leggeva paura, dubbio, panico…tristezza…
Nonostante tutto si sforzò di sorridere. Sapeva che lui aveva letto in lei tutte quelle sensazioni ma lei, decise di sorridere…un sorriso di circostanza, uno di quelli che ogni persona adulta deve saper fare ma che a lei riuscivano malissimo.
«No...» chiuse gli occhi per riprendere fiato, non riusciva a controllarsi…«No…non riguarda me, Sherlock...riguarda te, solo ed esclusivamente te!»
Riportò lo sguardo su di lui ma non riuscì a decifrarne il pensiero.
Si fissarono per una frazione di secondo.
«Ora...ehm...devo andare...»
Stava fuggendo! Si, stava fuggendo…non era pronta, non si era preparata abbastanza. Aveva lavorato, in quegli ultimi anni, su di sé e sul dimenticare Sherlock…ma trovarselo davanti agli occhi, a pochi centimetri da lei, all’improvviso…per quello non era ancora pronta, no…
Abbassò lo sguardo e si incamminò verso l'uscita...spinse la porta che portava al corridoio e si allontanò.
Sherlock rimase qualche istante immobile...cercava di capire il comportamento di Molly Hooper...se le cose con John fossero state normali, forse avrebbe chiesto a lui...forse...
 
Dopo aver passato un'intera giornata con lui, dopo aver "lavorato" con lui, dopo aver avuto da lui le parole più sincere e dolci..."la persona che conta di più!"...dopo un altro bacio, dopo lui che si chiudeva il cappotto, dopo lui che si incamminava non sapeva dove, dopo tutto questo Molly aveva deciso.
Aveva espirato, preso la strada opposta a quella di lui e aveva deciso di chiudere con la questione Sherlock Holmes. Ora si sarebbe concentrata su Tom, solo e soltanto su Tom.
Non sapeva perché ne aveva parlato con Sherlock, forse era solo per sentire se stessa dirlo ad alta voce, dirlo a lui. Comunque non importava più. Ciò che importava era Tom!
Era convinta di Tom, era convinta di lei e Tom, era convinta di loro!
La sua mente ne era convinta, dannazione!...ora doveva solo convincere il resto di sé che quella era la scelta giusta...come diavolo faceva Sherlock, a farlo? come riusciva Sherlock a far predominare la sua mente su tutto il resto?...come faceva, Sherlock?....
Si maledisse a bocca stretta..."magari non passando la successiva mezz'ora dopo aver deciso di chiudere la “questione Sherlock”, a pensare a Sherlock, Molly?!"
 
_________________________________________
 
Chiuse il libro che fece un rumore sordo e strinse il cuscino del divano ancor di più…
 
Se li meritava, questa era la realtà!
Forse tre erano troppi ma se li meritava, ecco tutto...e poi, in fondo, pensandoci bene, tre erano giusti.
Uno era per Tom.
Insomma, se non ci fosse stato lui, se non fosse stato per lui, se non fosse stato per lui al matrimonio di John e Mary che se ne andava via…da solo….
Insomma si, se non ci fosse stato lui, lei e Tom avrebbero potuto stare bene insieme...anzi benissimo!...Ok, forse non benissimo ma sarebbero stati felici, ecco...sarebbero stati una di quelle coppie tenere, definite da tutti come “una coppia solida”, che anche dopo 40 anni di matrimonio si sarebbero comunque voluti bene, sarebbero stati quella coppia di vecchietti che si chiamano “cara” e “caro”...“Probabilmente perché ormai avevano dimenticato il nome del rispettivo compagno!”...sbuffò alla sua parte cinica…poi si bloccò… pensò a se stessa, a 70 anni, con Tom, a chiamarlo “Caro”…che tristezza!
 
Buttò il cuscino in un angolo del divano e si alzò di scatto iniziando a camminare lentamente. Il libro appoggiato tutt’altro che delicatamente su di una mensola, si lamentò in silenzio.
Ok, va bene!...Forse…si, forse uno avrebbe potuto evitarselo...però gli altri due no! Assolutamente no!
Uno era per Miss Adler.
Lei gli aveva detto di provarci e d’accordo ma…non poteva pensare che Sherlock fosse così banale, in fatto di donne...insomma, la sexy dominatrice?! Ma che razza di cliché!!!...Va bene, forse non era una banale "sexy dominatrice" però...D'accordo, non poteva fargliene una colpa...in fondo lui, l'amava e questo Molly lo sapeva...Dannazione! Perché doveva essere così comprensiva e corretta?!...Non poteva essere semplicemente gelosa come la maggior parte dell’universo femminile?!...No! Lei voleva capire e voleva aiutarlo, quell'idiota di Sherlock Holmes...perché era la cosa giusta da fare!....Probabilmente l'aveva gettato nelle braccia di quella donna più bella di lei, più sexy di lei, più intelligente di lei…insomma, più tutto ma nonostante ciò, non riusciva ad odiarsi…perché?...Perché era la cosa giusta da fare!...Lei faceva sempre la cosa giusta da fare, purtroppo...
 
«Sei patetica!»
Il suo riflesso sull’anta dell’armadio era a dir poco impressionante…
Perfetto, gliene avrebbe potuti evitare due ma uno no, uno se lo merita!
Uno schiaffo se lo meritava assolutamente!...perché?....perché è Sherlock, dannazione!...e perché aveva fatto quell'idiozia del "drogarsi per un caso"....altro che genio, quell'uomo era un completo idiota!
 
Il cellulare vibrò.
Si voltò di scatto, riscossa dai propri pensieri. Le dita le facevano male per quanto aveva stretto eccessivamente i pugni.
«Ciao John!...»
Sentì le gambe iniziare a cederle. Iniziò lentamente a piegarle per potersi sedere sul divano invece che crollare a terra.
Avevano sparato a Sherlock.
Si era anche fatto sparare quell’idiota!
 
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Seduta sullo sgabello davanti all’isola della cucina, pronta per uscire e con una tazza piena di caffè, Molly Hooper sfogliava l’ennesimo tabloid con le rivelazioni del sesso bollette che avveniva fra le mura di Baker Street.
Un sorriso leggero le increspò le labbra. Se non avesse saputo che era impossibile…
Finì il caffè, si alzò ed infilò cappotto e sciarpa. I suoi occhi si riposarono sul giornale…nonostante tutto era gelosa di Janine, doveva ammetterlo…anche se era certa che non fosse accaduto nulla, sapere che quella donna era stata con Sherlock, aveva dormito con Sherlock, aveva baciato Sherlock…di quello ne era certa! John lo aveva detto a Mary e Mary lo aveva detto…insomma, lo sapeva!
Irene Adler per lo meno aveva un certo spessore ma Janine…
Si lasciò cadere di nuovo sullo sgabello. Prese il cellulare. La segreteria telefonica.
«Ciao John, sono Molly…scusa ma non riesco a passare in ospedale….»
Abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia.
«…dai un abbraccio a Sherlock da parte mia, cioè salutamelo… passerò sicuramente domani…ciao!»
La mano le cadde lentamente fino ad appoggiarsi sulla propria gamba. Gli occhi ancora fissi sul giornale.
Inspirò pesantemente, posò la tazza sul tavolo, prese i giornali e li buttò nella pattumiera.
«Non siete buoni neanche per incartare le uova!»
Uno sguardo all’orologio appeso sopra la mensola delle spezie la fece girare di scatto ed incamminare verso l’ospedale.
Non le era mai capitato di arrivare in ritardo, mai!
 
 
Adesso era decisamente preoccupata.
Si era svegliata di soprassalto, quella mattina, per colpa di una telefonata singhiozzante di Mrs Hudson che la informava della scomparsa di Sherlock dall’ospedale.
Idiota! Idiota! Ed ancora idiota! Che cosa gli diceva il cervello? Con una ferita del genere dove credeva di andare senza morfina, senza antibiotici, senza nulla!
Passò la mattinata ad iniziare ed interrompere piccoli lavori domestici senza alcuna logica, la mente rivolta solo ed esclusivamente all’idiota. Fece finta di pranzare ingurgitando un qualcosa di simile ad un thè e poi si rimise ad iniziare e interrompere cose.
Quando sentì bussare alla porta si ritrovò ad essere innervosita da Sally. Normalmente il fatto che la sua dirimpettaia le chiedesse quasi giornalmente uova o latte non la infastidiva, tutt’altro! Le dava un senso di socialità che spesso le mancava…ma quel giorno, non aveva alcuna intenzione di essere sociale!
Andò al frigo, ne tirò fuori un paio di uova e si incamminò verso l’ingresso urlando e cercando di controllare il fastidio che provava.
«Sally, possibile che ogni mattina e la stessa stor…»

Sally era decisamente cambiata dal giorno precedente. Non era più bionda, non era più bassa e soprattutto non era più donna…
Prima che la patologa potesse finire di pronunciarne il nome, Sherlock era già steso sul suo divano, dolorante ed affannato.
«Morfina, Molly…mi serve la morfina!…»
 
  
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