L’aria frizzante che si
solletica il viso e che ti sfiora leggermente è una delle cose
più belle, specie quando c’è anche un sole luminoso che ti
abbaglia e ti costringe a mettere gli occhiali da sole. È un po’
come se la vita ti sorridesse e volesse renderti partecipe della sua gioia in con tutta la sua forza.
Così anche quella
mattina sembrava essere così. Le strade di Firenze erano allegre e
risuonavano dello stupore dei turisti, degli schiamazzi dei bambini e della
voglia di coloro che volevano riposarsi dopo una settimana di lavoro; altra
gente allegra e spensierata si dirigeva rapida verso le vetrine di ogni negozio
in cerca dell’abito perfetto o dell’ultima occasione. Tra queste
persone anche due care amiche si godevano il loro week-end di relax e curiosavano
qua e là approfittando del fatto che i negozi fossero aperti.
“Ma guarda quello che
carino!!!Anzi no quello!!” strillava Elena
sbattendo da una parte all’altra Marta che succube tentava di starle
dietro.
“Se riuscissi a
deciderti e ad andare con un po’ di più calma sarei anche
contenta!”
“Dai dai non possiamo sprecare nemmeno un attimo di questa
bellissima giornata!”
“Sempre se riesci a
farmela godere” sbuffò divertita Marta.
Continuavano così a
entrare e uscire da un negozio all’altro senza mai fermarsi, pensando
solo che una delle cose più belle è provarsi un sacco di vestiti anche se non si ha voglia di comprarli.
Perché essere pazze per un giorno fa sempre bene.
Altro negozio, e poi un altro
ancora e dopo di quello un altro.
Se c’era un'altra cosa
che Riccardo non avrebbe fatto fino a poco tempo fa era quella di accompagnare
una ragazza a fare shopping. E invece ora lo stava facendo. E non poteva fare a
meno di sentirsi ancora una volta strano.
“Ma
insomma! Se sono innamorato
è ovvio che mi fa piacere accompagnarla! Però perché non riesco a chiederle di fare un salto
nel negozio di dischi o di mangiare uno snack?” Continuava quasi sempre
con le sue riflessioni tra se e se.
“Senti tesoro mi
potresti tenere queste altre due borse?” chiese ad un tratto Giada con il
suo solito tono mieloso.
“Per arrivare dunque ad
un totale di undici borse?” chiese sovrappensiero lui.
“Eh
cos’hai detto? Sei forse
stanco? Ma come!! Non è
possibile, prima sei tutto contento di portarmi a fare un giro e ora sei
già sfinito?” partì a rispondere veloce come un razzo.
“Come? No no scusami ero
distratto! Non ho fatto caso a cosa dicevo; non ci sono
problemi tesoro, dammi pure le borse e proseguiamo con il giro!”si
riprese veloce Riccardo.
“Strano.. mi sembri un po’ perso..già da ieri sera..
come se avessi preso un colpo in testa” si fermò la ragazza,come
in procinto di riflettere “ma no, che dico! È tutto a posto vero?
Su su
andiamo! Ci sono ancora un mare di negozi da vedere!
“Fossero solo da
vedere…” pensò lui “Ancora?? Ma
basta! Cosa mi prende? Che abbia davvero preso una botta in testa?
Vediamo… ieri sera no.. prima di cena.. ho messo
a posto le valigie con Giada e ci stavamo recando in sala da… cavolo! La
botta in corridoio.. ma no… cosa vado a
pensare..”
Si voltò veloce nel
timore che Giada avesse potuto in qualche modo leggergli nel pensiero ma non la
vide. Guardò a destra e a sinistra: scomparsa. Dopotutto la strada era
talmente affollata che a momenti stando fermo venivi comunque sospinto avanti
dalle altre persone.
“Ma
possibile che debba sempre correre?
Chissà in che negozio sarà arrivata!”
esclamò tra lo spazientito e il premuroso.
Poi non trovando altra
soluzione che mettersi di nuovo a camminare nel tentativo di trovarla,
iniziò a scrutare i vari negozi per capire in quale fosse entrata.
“Che ne dici di
questo?” saltellando come un canguro Elena mostrava a Marta un abitino
rosa completamente rivestito di piume.
“Ma fammi un piacere..! E’ un’offesa per gli
animali pelosi!” rise l’amica.
“Certo che la fai lunga.. non riesco a trovare niente che ti piaccia! Hai rifiutato
pure le scarpe in camoscio verde acido, fucsia e panna!”
“Elly…
risponditi da sola”
“ahahah
mah..forse erano un tantino esagerate, ma questo non
ti giustific…aaaah…”
terminò la frase con un lenta esclamazione.
“Che
c’è? Cos’hai visto?” chiese curiosa Marta.
Voltandosi poi vide qualcosa
che la portò per qualche istante su un altro pianeta, o meglio, non
qualcosa ma qualcuno.
Sbaglio o avevo detto che
certi sorrisi non li dimenticava mai?
E quel volto che sbirciava
nel negozio tra lo smarrito e la curiosità di sicuro corrispondeva a
quel sorriso che non si dimentica tanto facilmente.
Continuava a sbirciare da una
parte all’altra stando fermo sull’entrata, come se fosse indeciso
sull’entrare o meno. “Ehilà amico!” urlò ad un
certo punto Elly.
“E ti
pareva…” si picchiò una mano sulla fronte l’altra.
“Ciao
ragazze! Che
piacere rivedervi…Marta e Elena giusto?” sorrise allegramente.
Chissà, magari
è a conoscenza della massima che dice che un giorno senza un sorriso
è un giorno perso.
“Esatto
amico! Cercavi qualcosa? Se vuoi
puoi chiedere a me, sono una grandissima esperta di look, vero
Marta?” le fece poi l’occhiolino.
“Sì come
no… ti puoi fidare!” disse finalmente qualcosa, senza metterci
però molta convinzione.
“No in realtà
ero qui per vedere se c’era Giada… non so dove sia finita, è
corse via senza dirmi niente” rispose evidentemente amareggiato.
“Eh…le tipe
così o le leghi o ti scappano via, e chissà con chi!”
sentenziò la solita chiacchierona.
“Elly!!! Per favore…” la riprese Marta, anche se tra
sé e sé per una volta condivideva i pensieri strampalati
dell’amica.
“Mah non so…
forse ha ragione” disse Riccardo,e per un po’ sembrò che il
tempo si fosse bloccato. Nessuno dei tre diceva più niente. Solo le altre
persone attorno a loro continuavano a chiacchierare e a cercare tra gli
scaffali ciò che più poteva piacergli: qualcuno aveva pure preso
in mano le tremende scarpe verde acido.
“Beh..allora
ti lasciamo a cercarla eh? Buona fortuna…! Ci si vede
in hotel!” esclamò alla fine Elena.
“Già meglio che
vada, mi starà cercando anche lei…ciao ragazze!”
terminò e senza aspettare risposta si girò rapido e in un secondo
era già fuori dalla porta del negozio.
“Elly,
come l’hai trattato!”
“Scusa
cos’ho detto di male? Niente, solo la verità!” ribadì Elena.
“Povero sembrava
così triste…” disse Marta, e inevitabilmente pensò a
quel senso di vuoto che aveva provato anche lei in quell’istante. Non le
era mai capitato. Possibile che si possa provare una sensazione simile? Forse
aveva fatto una colazione troppo pesante?
“Dai su
su andiamo!” la distolse Elena dai suoi
pensieri, cominciando ad avanzare già verso l’uscita.
“Sì eccomi..! Adesso ti porto io in un bel
posto” e mentre si voltava vide un foglio bianco per terra, ripiegato in
quattro parti.
Lo raccolse
da terra e lo aprì piano piano “Odio et amo. Quare id faciam…”
“Eddai
ti muovi?” la rimproverò Elena.
“Quanta fretta!”
ripiegò il foglio senza terminare di leggere e si diresse verso
l’amica sempre attiva; chissà perché qualcuno aveva quel
foglio.. Al momento le sfuggiva il nome
dell’autore, ma quelle prime due parole le erano sempre piaciute un
sacco.
Non sapeva mai dargli un
significato, e spesso le facevano immaginare il giorno in cui si sarebbe
trovata ad innamorarsi davvero di qualcuno.