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Autore: punkluke    10/09/2014    1 recensioni
Quando una frase spezza tutto.
Quelle parole le hai già pronunciate, tornare indietro non è più possibile.
E senti già il cristallo rompersi.
O meglio conosciuta come la storia in cui Mario Götze si diletta a spezzare legami e certezze, e Marco Reus ascolta inerme l’infrangersi di tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cristallo  
 







Quando una frase spezza tutto.
Quelle parole le hai già pronunciate, tornare indietro non è più possibile.
E senti già il cristallo rompersi.
O meglio conosciuta come la storia in cui Mario Götze si diletta a spezzare legami e certezze, e Marco Reus ascolta inerme l’infrangersi di tutto.

 

 
A Mario e Marco, fratelli distanti.
 
 




“È un’intervista come le altre -si ricorda Marco prima di entrare- Non ci pensare che è la prima da quando è andato via. Ti chiederanno di lui. Sorridi e rispondi”.
 
« E adesso una domanda sul trasferimento di Götze: sei preoccupato per lui e/o per il Dortmund?».

“Mario”, “trasferimento” e “Bayern” nella stessa frase fanno a pugni, si ritrovò a pensare Marco. Il Borussia non è solo una grande squadra ma una famiglia, e non si tradisce la propria famiglia unendosi al nemico giusto? Ricordava ogni singola partita giocata al suo fianco, ogni singolo assist e ogni singolo gol. Tutte le loro esultanze, gli scherzi in allenamento, le prime convocazioni in nazionale. Ricordava ancora ogni minimo dettaglio del loro primo allenamento insieme, quell’estate del 2012. Erano rientrati dalla pausa estiva da pochi giorni e gli allenamenti era piuttosto leggeri. In rosa ancora qualcuno assente. Erano alle prese con una partitella, giocata tra di loro, quando Marco si era ritrovato a terra con la caviglia dolorante. Si stava già gonfiando. Mario gli si era avvicinato e  disse «Sempre fragile come un cristallo eh Marco» per poi scoppiare in una dolce risata. A Marco parve un déjà vu.
Solo qualche ora più tardi, ghiaccio sulla caviglia e umore pessimo, al biondo tornò alla mente dove avesse già sentito quella frase. Era stato lo stesso Mario a dirgliela, undici anni prima nelle giovanili del Borussia Dortmund. Sorrise a quel ricordo e «Te ne sei ricordato? » gli chiese Mario, che nel mentre si era seduto accanto a lui. Il biondo annuì e il castano sorridendo di uno dei sorrisi più belli che il primo avesse mai visto disse «La fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza*».
Ogni momento di Marco prevedeva la presenza di Mario. Erano un duo loro.
A quanto pare però tutte le migliori testate sportive  erano sicure, il trasferimento sarebbe avvenuto.
I pugni forse erano baci.


«Sono rimasto colpito dalla sua scelta, sinceramente non me lo aspettavo, ma preoccupato no. Sono felice che giochi in una squadra forte, se lo merita. Per quanto riguarda la mia di squadra sono tranquillo, abbiamo le potenzialità per arrivare in alto».


«Lo sapevi già da prima?»

Le voci si erano fatte sempre più insistenti, ed essendo nel pieno della Bundesliga non aiutavano di certo la concentrazione. Non era solo Marco ad essere teso, ma tutta la squadra. Oscillavano nel dubbio, tra ciò che dicevano i giornali e l‘assoluto silenzio del castano sull’argomento.
Marco quel giorno era più teso del solito. Durante l’allenamento aveva la testa da tutt’altra parte, il mister lo aveva infatti richiamato più volte, e l’assenza di Mario non lo aiutava. Poi quel messaggio, proprio da parte del castano, che recitava solo un “Dobbiamo parlare” non fece altro che farlo sprofondare ancor di più nel nervosismo. Mezz’ora dopo i due attaccanti si erano trovati in un parco non lontano dal campo di allenamento, lo avevano scoperto una mattina durante una corsa con la squadra, e dall’espressione  del più piccolo, Marco non  prevedeva nulla di buono. Non c’erano stati saluti o domande di rito, Mario era subito arrivato al dunque. «Vado al Bayern,  la prossima stagione».


«Sì, me lo disse qualche giorno prima. È stato onesto da parte sua, molti non l’avrebbero fatto. Ma  siamo molto amici e parliamo anche di cose private».

«Hai provato a convincerlo a restare?»

«Cosa? Perché? ». Marco era senza parole.
«Ne ho parlato con il mio agente e si, ci sembra la soluzione migliore per la mia carriera». Era impassibile Mario. Ma Marco, che lo conosceva bene, sapeva che quella maschera era, appunto,  solo una maschera. Indossata per nascondere il dolore.
«E a noi non ci pensi? Dortmund è la tua casa. Noi siamo la tua famiglia». Il più grande era diviso tra dolore e rabbia.

«E continuerete ad essere tali! Ma le squadre cambiano Marco e con esse i giocatori, lo sai benissimo anche tu». La facciata iniziava a sgretolarsi.
«So solo che non mi trasferirei mai nella squadra “nemica” solo per qualche soldo in più. Perché è di questo che si tratta vero Mario?! Soldi». La rabbia aveva prevalso. Ma, quella che Marco spacciava per rabbia, portava in realtà un altro nome. Delusione.
Mario piangeva, di quelle lacrime amare che sanno di sfogo. Il muro era caduto. «Come puoi solo pensare una cosa del genere?! Siamo calciatori Marco, è normale voler provare altre esperienze. Ti porterei con me se solo fosse possibile!
». Le aveva gridate al cielo quelle parole, liberandosi forse di un peso, e quando aveva riportato il suo sguardo in quello dell’altro Marco piangeva. Di quelle lacrime amare che sanno di sfogo. Lo aveva stretto tra le braccia, in un abbraccio che sapeva di casa, perché quelle lacrime non le meritava. Voleva vederlo con  il sorriso sulle labbra che contagiava chiunque lo guardasse, come sempre.
«Non andartene
». Solo un sussurro quello del biondo. La rabbia e la delusione erano passate. Ora c’era spazio solo per il dolore.
«Mi dispiace ».
«Certo. Ho pianto quando me l’ha detto. Gli ho parlato e ho cercato di mostrargli i lati positivi di Dortmund.
Purtroppo, non ha funzionato.»
 
“È finita -pensa Marco- lui al Bayern. Io al Borussia”.
 
Quando un legame resiste ad ogni ostacolo.
O meglio conosciuta come la storia di Marco Reus e Mario Götze, che, uno a Dortmund  e l’altro a Monaco, hanno scoperto di esser più forti della distanza.







NdA
Marco Reus e Mario Götze sono due calciatori professionisti che militano nel Borussia Dortmund e nel Bayern Monaco, due squadre tedesche.Marco e Mario giocavano insieme nel Borussia fino a quando Mario ha deciso di trasferirsi al Bayern, erano molto amici e lo sono tutt'ora nonostante la distanza.
Non preoccupatevi se non eravate a conoscenza della loro esistenza, vi perdonano. Non ho la possibilità di inserire loro foto, non sono capace (rido), quindi vi consiglio di guardare alcune loro foto, per farvi un'idea di chi sono.
Buona lettura, spero di farvi amare i Götzeus come li amo io.
Punkluke

* citazione dal film “Into the wild”





 
  
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