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Autore: Inmichaelarms    10/09/2014    2 recensioni
Hayley ha paura del pericolo, del buio, del rumore. Cose che per Luke sono all'ordine del giorno.
Lui è pronto a rischiare, pronto per vincere un gioco che non ha regole.
La storia NON è mia, l’autrice mi ha dato il permesso di pubblicarla, la storia è originaria di watt-pad: http://www.wattpad.com/story/13607023-disconnect-luke-hemmings l’autrice è: http://www.wattpad.com/user/inashtonsarms
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Naive.
La pioggia batteva sul suo mento.
Se essa doveva lavarti via tutte le colpe, perché lei si sentiva più pesante?
Ogni volta che una goccia le finiva tra i capelli era come un sasso fosse caduto nel suo stomaco. In ogni goccia che le passava davanti agli occhi vedeva Luke affannato, con il viso rosso e i capelli arruffati.
Perché la tua mente deve farti ricordare le cose più brutte?
Diede uno strattone allo zaino buttandolo contro il marciapiede scuro per l’acqua. Lo fissò. Lei non aveva mai visto la pioggia come una cosa brutta ma in quel momento le sembrava la peggiore. Chiuse la mano a pugno mentre le nocche già chiare diventavano trasparenti per la rabbia. Alzò il braccio per poi riportarlo verso il basso violentemente, colpì i mattoni sciupati del muretto liberandosi in un urlo. Perché si sentiva più pesante? Come oppressa, come se il cielo sopra di lei si stesse restringendo. Stesse scendendo su di lei per schiacciarla.
Chiuse gli occhi mentre la sensazione dei capelli che scendevano sul suo viso la prendevano in pieno, occupando i suoi pensieri. Grazie all’acqua non sentì la lacrima, solo una, scenderle dall’occhio destro bruciandole la guancia. Come il Bacio di Giuda, quella lacrima scrisse il suo percorso su quella pelle fino ad arrivare al mento, lo sorpassò fino ad arrivare al collo.
-Hay.-
Scosse la testa, era tutta un illusione, lui non era li.
-Amore fragile.-
Aprì gli occhi scossa. Prese lo zaino ma si sentì prendere da dietro. Iniziò a ribellarsi e le due braccia si intrufolarono intorno al suo bacino. La strinsero forte e gemette sentendo l’aria uscirle dai polmoni troppo velocemente. Due dita diedero una leggera pressione sotto il suo mento facendole alzare lo sguardo.
Lo guardò negli occhi.
 
-Stai piangendo.-
Disse storcendo le labbra, il suo viso era bagnato per la pioggia e i capelli biondi erano umidi e gli ricadevano ai lati della fronte.
-Piove.-
Sussurrò la ragazza riuscendo ad uscire da quella stretta soffocante. Fece i primi passi stringendo la cinghia dello zaino.
-La pioggia non è uno stato d’animo.- disse il biondo.
Lei s guardò indietro.
-Per me, si.-
Luke scosse la testa divertito.
-Torna qui.- ordinò, Hayley si girò sconvolta.
-Perché dovrei? Sei solo un pezzo di merda. Sai che ti dico? Non mi importa.-
Scosse la testa restandolo a fissare. Lo vide incurvare la testa di lato schiudendo gli occhi.
-Lo sai che quello che  successo con Crystal non significa niente.-
-Allora perché l’hai fatto?-
Il biondo si accigliò, schiuse le labbra per poi richiuderle lentamente.
La ragazza fece altri passi, marcando la voragine immaginaria tra di loro.
-Resta qui,- sussurrò il ragazzo – ti prego. La scommes-
Hayley lo bloccò.
-Non mi importa della scommessa, Luke, tu non sei quello di cui ho bisogno.-
Gli occhi azzurri del biondo si spensero, la scintilla venne spenta da una goccia di pioggia. Portata via dalla tempesta.
Corse prendendola dai fianchi.
-Tu non te ne andrai, dimmi quello di cui hai bisogno Hayley.-
La ragazza appoggiò la testa sulla maglietta bagnata di Luke, l’odore di tek aveva assorbito l’umidità diventando più forte.
-Tu mi odi, perché non mi lasci andare?-
Lui le pressò le labbra sopra i capelli bagnati.
-Se vince chi fugge allora ho perso perché resto immobile davanti all’amore, quindi a te.-
Hayley sorrise appena.
-Ho bisogno che tu scelga me, che smetta di giocare, che mi mostri amore.-
Lo osservò annuire prima di sentirsi respingere.
Lo vide abbassarsi e appoggiare le labbra contro le proprie. Le sfiorarono e basta, Hayley gli passò una mano tra i capelli e subito si sentì prendere il polso, delicatamente il ragazzo se lo portò davanti alle labbra incominciandolo a sfiorare con le labbra bagnate dalla pioggia. Sfiorava quel polso così piccolo dandogli baci.
Aprì gli occhi e diede un ultimo bacio ad Hayley.
Lei lo sapeva cosa sarebbe successo e le parole del ragazzo on potevano che confermarlo.
-Vai.- sussurrò.
Lei corrugò la fronte.
-Cosa?-
-Ti lascio andare, ho annullato la scommessa.-
-No Luke.-
Lei cercò di aggrapparsi al suo collo affondando le mani tra il tessuto della maglia bagnata.
-Hay, solo così posso mostrarti amore. Portandoti lontano da me.-
Lei scosse la testa, mentre chiuse gli occhi. Sentì il corpo di Luke scivolarle dalle braccia come la vita. Si portò le mani davanti al viso, l’ultima cosa che sentì furono le Converse nere del ragazzo incontrarsi dolcemente con l’asfalto, quell’asfalto che lo stava guidando lontano da lei.
Faceva troppo freddo per lei li.
 
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Tristan alzò le sopracciglia prima di guardare la sua tazza di caffè Americano, prese il cucchiaino e iniziò a farlo strusciare sul fondo della tazza di ceramica. Dopo qualche secondo passò lo sguardo su di me.
-Non è finita vero?-
Scossi la testa guardandolo prima di buttare un occhio al gruppo di persone con gli ombrelli in mano. Appoggiai i gomiti sul tavolo di alluminio prima di sussultare quando un fulmine spaccò il cielo in due. Chiusi gli occhi e inizia a contare.
-1.-
Respirai.
-2.-
Alzai la testa da sopra le mie mani giunte.
-3.-
Sospirai prima di sentire un tuono far tremare la mia cassa toracica.
-Cosa?-
Risi guardando l’espressione persa del ragazzo biondo davanti a me.
-Cosa?- chiesi nuovamente.
-Perché stavi contando?-
Sentii le mie guancia colorarsi e abbassai lo sguardo sulle mie mani.
-Mio padre i diceva che quando vedevo un fulmine dovevo contare quanti secondi passavano dal suono, così da sapere quanto fosse distante.-
Spiegò la testa da un lato passandosi una mano tra i capelli, vorrei essere quella mano.
-Aspetta,- disse scuotendo il capo. Si alzò dalla sua panca prima di intrufolarsi alla mia destra. I suoi fianchi mi schiacciarono. –è per questo che non hai un ombrello? Hai paura dei fulmini?-
Mi accigliai quando iniziò a ridere.
-Non è divertente. Ridi troppo di me.-
Dissi agitando le mani verso l’alto e facendomi scappare una risata nervosa. Sobbalzai quando un altro fulmine colpì il cielo inglese.
Sentì la mano di Tristan stringermi la coscia e alzai lo sguardo.
Sorrise.
-Sei così ingenua.- sussurrò.
Aggrottò le sopracciglia e rimasi confusa.
-Cosa succede se lo faccio?- chiese.
-Cosa?-
-Questo.- rispose.
Sentì il suo respiro caldo sulla mia pelle prima di sentire le sue labbra sulle mie.
Ingenua.
 
I’M BACK
SCUSATE IL RITARDO, CERCO DI AGGIORNARE IL PRIMA POSSIBILE J
  
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