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Autore: Izumi_Sena    10/09/2014    1 recensioni
Alec e Jude sono migliori amici da sempre, anche se sono molto diversi.
Il primo è un asso degli sport, è popolare, mentre il secondo è appassionato di libri, manga, e ama disegnare.
Sono andati in campeggio insieme, hanno imparato a guidare insieme, vanno a scuola insieme.
Sono inseparabili.
Ma Jude ha un segreto, che ha dovuto imparare a nascondere: è innamorato di Alec.
Riuscirà l'altro a capirlo? O Jude dovrà farsi strada a forza verso il suo cuore?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 3 – Do you want to know a secret?
 
~Alec~
Mi siedo accanto a Jude sul tetto della scuola. Accendo una sigaretta, e soffio una nuvoletta di fumo grigiastro. Gli finisce in faccia, e tossisce.
-Sei strano.- gli dico, e gli sfioro il collo. Lo sento fremere, e allontana la mano con un gesto nervoso.
-Che hai?- gli chiedo –Sei strano, da quella sera. È per il paracadute?
-Sono solo stanco.- si alza e senza dire un’altra parola va via.
Mi chiedo se abbia davvero fatto qualcosa quella sera. Devo averlo fatto arrabbiare. Forse qualcosa sul suo aspetto? Non penso direi mai cose come quelle, soprattutto a lui.
Io… adoro veramente quel ragazzo. È intelligente, più di me, mi sta simpatica anche quell’aria da nerd che si trascina dietro.
E nonostante sembri sempre annoiato, alla fine va sempre tutto bene. Ma questa volta… stavolta no. Devo aver combinato qualcosa di tremendo.
Finisce che non ci parliamo per tutta la giornata, e quando lo riaccompagno a casa, in macchina, non spiccica parola. Si limita a canticchiare.
-Hold me tight…- mormora torcendosi una ciocca di capelli.
Hold me tight?, le parole mi rimbombano in testa, facendomi venire un forte mal di testa.
-Ciao…- mormora continuando a cantare canzoni dei Beatles.
A casa, mi butto sul letto, e in men che non si dica, mi addormento.
 
C’è Jude davanti a me.
Sta ancora cantando. Quelle parole non fanno altro che rimbalzare da un lato all’altro della mia mente e non capisco perché.
-Jude.- dico con voce soffocata.
-Che vuoi ancora?- tento di rispondere qualcosa, di chiedergli cosa sia successo, ma il mio corpo si muove da solo.
Gli vado incontro, e gli prendo il viso fra le mani. Lui si dibatte.
-Non ti basta quello che mi hai fatto l’altra notte? Lasciami!- dice con un tono arrabbiato che non gli avevo mai sentito.
-Cosa ti ho fatto?- riesco a dire finalmente, lasciandolo andare.
-So hold me tight, tonight, tonight, it’s you-uh-uh-uh, you, you, you-uh-uh.- canta, poi si allontana e sparisce.
 
Mi sveglio ansimando, e scendo al piano di sotto.
Riprendo in mano il dvd che abbiamo visto, ma non mi dice nulla.
Accendo lo stereo, e John Lennon canta di una diciassette che ha visto in una discoteca. Ma non è l’album di Hold me Tight, se no sarebbe cominciata It won’t be long per prima.
A differenza di quello che pensi Jude, i Beatles sono la mia band preferita. Il fatto è che non sono ossessivo come lui riguardo quello che mi piace.
Frugo in giro, tentando di capirci qualcosa, ma trovo solo un cartone di pizza e la sua sciarpa sotto il divano. Decido di portargliela, e di cercare di cavargli qualche informazione.
Ma mentre sto prendendo il cappotto dall’attaccapanni, ecco un elemento anomalo arrivare dallo stereo.
It feels so right now, hold me tight, tell I’m the only one, and then, I might, never be the lonely one
I versi mi regalano una nuova scarica di emozioni, il respiro si fa pesante, sento lo spettro di un abbraccio sulla schiena, e mi convinco ancor di più di dover capire quello che è successo.
Mi precipito in macchina, con la sciarpa stretta contro il petto, fra il maglione e il cappotto.
Non mi preoccupo nemmeno di suonare il campanello, perché a quest’ora i suoi non ci sono e lui sta probabilmente ascoltando musica a tutto volume in camera sua.
Prendo la chiave da sotto il vaso sul davanzale e corro fino alla sua stanza.
È steso lì, sul letto, gli occhiali ordinatamente poggiati sul comodino, sul pavimento una lunga scia di manga che non ho mai sentito nominare e il gatto Kuro sul petto. Si toglie gli auricolari senza preoccuparsi di fermare la musica.
-Jude!- esclamo, stremato dai gradini saliti a quattro a quattro –Ti ho portato la sciarpa. L’avevi dimenticata.
La poso sulla scrivania.
-Grazie.- dice assonnato come sempre. Mi rivolge un’occhiata mentre il gattino salta giù, mi saluta strusciandosi contro la mia gamba ed esce.
Io resto immobile come una statua.
-Jude- respiro –Cos’è successo l’altra notte?
Lui si alza, ma non si avvicina. Restiamo a tre metri di distanza.
-Lo vuoi sapere davvero?- mi chiede con uno sguardo che non gli ho mai visto.
-Sì!- esclamo convinto –Se ti ho fatto qualcosa voglio saperlo.
-Abbiamo fatto sesso.- dice come se niente fosse –Ed è stata tutta colpa tua.
 
~Jude~
Lo vedo sgranare gli occhi, guardarsi intorno spaesato.
-È uno scherzo, vero?- dice molto preoccupato, deglutendo, ma l’espressione nei miei occhi dice il contrario, a quanto pare.
Dalle cuffiette viene un dolce mormorio.
“Listen… doo-da-doo… do you want to know a secret?
-Va bene.- dice.
-Cosa?- chiedo ribollendo di rabbia.
Chiude gli occhi, allarga le braccia, e sorride, come sollevato.
-Prendimi a pugni.- il sorriso si allarga –Se mi fai abbastanza male penso che poi saremo pari.
Come se tutto si possa risolvere così! Con dei pugni. Io, che non ho mai picchiato nessuno.
Mi incammino verso di lui, lo afferro per il bavero del cappotto. Non fa una piega, non si toglie nemmeno quell’espressione, non apre gli occhi. Carico il pugno, ma alla fine non riesco a colpirlo.
Lo tiro verso di me, e lo bacio, per un momento. Non è un vero bacio, sono solo labbra poggiate a forza su quelle di un altro.
-Come se il problema fosse il sesso!- urlo –Non è questo! Il problema è che non volevo farlo mentre eri ubriaco, e il problema è che tu non mi ami, mentre io sì, da sempre!
Lo spingo, e lui, frastornato, cade a terra. Esco sbattendo la porta.
Mi rintano nella “sala dei giochi”. Da piccoli era ricoperta di lego e macchinine, ora c’è un gigantesco televisore e parecchi videogiochi, che abbiamo comprato noi, insieme, unendo i risparmi.
Mi raggomitolo in un angolo, e scoppio in lacrime. Non posso fare nient’altro.
-Sentimenti- mormoro così piano che a stento riesco a sentirmi –Vi odio così tanto.
  
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