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Autore: vibeke_is_falling    10/09/2014    3 recensioni
"Perchè ti vesti sempre di nero?"
"Aspetto il tuo funerale, amore mio."
"Ma vuoi scherzare io non sono come te, stupida ragazzina!"
"La vostra non é una storia d'amore... é una tragedia greca, Sam!"
Questa é la mia prima fan fiction, l'ho scritta in modo molto sintetico perché volevo riuscire a finirla... perdonate i miei errori ortigrafici, ma non sono molto brava in italiano. Se vi piace recensite!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Era circa mezz'ora che Samantha stava girando a vuoto in macchina per le stradine di Francoforte. La sorpresa dei ragazzi piano piano si era trasformata in ilarità e Tom le aveva detto: "Sai tu non sei proprio il tipo di ragazza degli strip club: sei troppo piatta e sgraziata..." sapeva che non aveva intenzione di offenderla (era solo la pura e semplice verità), ma lei non sopportava quando la gente faceva commenti sul suo aspetto fisico. Considerando quanti sacrifici aveva dovuto sostenere per essere così.

-Keep digging holes in my desert, say a pray for you- dallo stereo usciva strillando la musica dei Pierce the veil, ma nemmeno questo la calmava. Sapeva di dover chiamare e chiedere scusa per essersene andata, ma non ci riusciva. 'Maledetto orgoglio!' esclamò.

 

***

 

A tavola tutti erano rimasti sbalorditi del fatto che Sam si fosse alzata, avesse preso le chiavi della macchina e si fosse fiondata fuori dal ristorante con un'espressione rabbiosa sul volto. "È stato per quello che ho detto?" chiese Tom. "No, non proprio... vedi, lei ha avuto qualche problema con il suo corpo. I soliti problemi adolescenziali, e ha fatto molti sforzi per diventare quello che è ora. Quindi penso che quello che le hai detto le abbia fatto venire in mente brutti ricordi... Ma non è colpa tua, Sami è molto permalosa." rispose con un sorriso rassicurante Alex. Dato che Tom appariva davvero scosso, Bill per cercare di allentare l'atmosfera ordinò un cocktail a base di Vodka per tutti.

 

***

 

La ragazza una volta giunta a casa si era fatta una doccia, aveva ravvivato il blu dei suoi capelli e era andata a prendere un foglio sul quale scrivere un motivetto che le ronzava in testa da tutta la mattina. Aveva deciso che avrebbe chiamato Tom quando Miriam e la band fossero rientrati in casa.

Mentre finiva di scrivere l'ultima frase sentì la serratura della porta scattare. Balzò in piedi e tese le orecchie.

"DOV'È?" un urlo giunse dal corridoio. "STUPIDA CHE NON SEI ALTRO! DEVI IMPARARE A TENERE A BADA IL TUO ORGOGLIO!" Miry era entrata in camera sua, ancora più arrabbiata di quanto la cantante si fosse aspettata.

"Lo capisci o no, cretina, che non ne va solo di te ma anche del futuro della band? Con i tuoi scatti d'ira potresti rovinare la carriera di Angie, Patrick e Alex! E io non te lo permetterò. Se fosse necessario ti farei sostituire. Ricordati che tu non sei la più brava, anzi sei solo una fra tante... Smetti di comportarti da bambina egoista. E ora scusati o guai a te!" Finì il discorso scuotendo i ricci castani e uscendo dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle. Miriam era bassa e con una faccia d'angelo, ma sapeva davvero fare paura a volte e Samantha era rimasta talmente scossa da non riuscire a emettere nemmeno un suono.

"Pronto? Ciao, sono Sam, quella dei Lost Soul..."

"Ciao, sono Gustav. Ti serve qualcosa?" rispose una voce educata dall'altro lato del telefono.

"C'è Tom?"

"Un attimo, è appena riuscito a conquistare il bagno, ma solitamente ci mette poco. Tutto ok?"

"Si, volevo solo scusarmi per la mia maleducazione. Non sarei dovuto andarmene. Non è certo colpa sua se ho i nervi a fior di pelle."

"Tranquilla, capitano a tutti delle giornate no. Ti fa niente richiamare tra un'oretta? Così magari avrà finito la doccia e potrai parlargli."

"Ok, certo. Ciao."

"Ciao."

Il cuore della ragazza si era fatto meno pesante, forse avevano ragione. Chiedere scusa non era così difficile, in fondo.

 

***

 

Tom si sentiva da Dio, aveva ricevuto le scuse di Samantha e aveva rimediato un invito a cena per il giorno seguente a casa di Angie. Una grande giornata quella. Bisognava festeggiare. Più tardi, lui e Georg sarebbero andati in una discoteca esclusiva piena di modelle e veline molto carine. Gli spiaceva molto che Bill e Gustav non amassero quel genere di cose, convinti che l'amore vero esistesse e andasse trovato si erano persi la parte più divertente dell'essere una star. Cioè, a volte si erano lasciati andare anche loro, ma molto raramente.

Bill era sdraiato sul letto e stava sfogliando una rivista con fare annoiato. La sua testa non riusciva a concentrarsi sulle stupende collezioni invernali, pensava a quello che i Lost Soul avevano cantato e alle cose che Alex aveva detto su Samantha. Trovava inquietante il fatto che lui e quella ragazza si assomigliassero per vari aspetti, caratteriali e fisici e non riusciva a spiegarsi da dove venisse una canzone così rabbiosa e acida. Alla fine il sonno lo chiamò a sé.

 

***

 

Nei giorni seguenti Angie era uscita spesso, quasi tutte le sere con Tom e gli altri si divertivano facendo battute su loro due. Patrick era tornato a casa propria per rivedere la sua famiglia. Così Sam e Alex erano rimasti quasi sempre in casa da soli. Avevano lavorato sul brano nuovo che la ragazzina aveva buttato giù. Non era male ma il testo andava sistemato in molti punti e Alex aveva dovuto riscrivere quasi tutta la musica.

"Sai scrivere testi da paura, ma per quanto riguarda la musica sei una frana!" Lei e Alex scherzavano sempre, era il suo migliore amico e questo ai giornalisti era parso sospetto e avevano costruito molte congetture sul loro rapporto. Questo però non li disturbava, erano entrambi troppo presi dal lavoro per ascoltare i giornalisti.

"Sami posso farti una domanda?"

"Certo, spara" rispose con un sorriso.

"Angie fa sul serio con Tom?" Alex aveva assunto un'espressione vagamente addolorata. Samantha era l'unica della band a sapere quello che il chitarrista provava per la bionda.

"Alex... La conosci e sai che ti mentirei se ti dicessi che sta uscendo con lui tanto per fare. Lei è una ragazza seria e penso che Tom le piaccia davvero. Ma credo che dopo che lui se la sarà portata a letto non la chiamerà nemmeno più. E per quanto riguarda te, il mio parere è sempre lo stesso. Se vi metteste insieme dovremmo dire addio alla band."

"Certo, hai ragione. Grazie di tutto." e l'abbracciò.

"Non c'è nulla di meglio che una bella sbronza per farti tornare il sorriso! Preparati, ti porto in un posto fighissimo, sono troppe sere che stiamo a casa a fare la calza." Disse Sam e con una strizzatina d'occhio si diresse verso camera sua.

 

***

 

Avevano usato la moto di Alex, dato che l'auto l'aveva presa Pat. Il locale si chiamava Kaös ed era molto carino, frequentato da gente comune e da Vips, ma non venivi mai importunato da fans molesti. Il ragazzo non si era preparato molto, semplicemente si era messo una camicia nera, un paio di jeans puliti e si era fatto la cresta. Appena arrivati si diressero verso il bar e orsinarono due Sex on the beach. Il rosso bevve il suo in due grandi sorsate e si diresse verso la pista da ballo. La ragazza si avvio noncurante delle occhiate che le venivano rivolte verso i divanetti.

"Hey, ciao." esclamò qualcuno fermandola per un braccio e facendole così rovesciare il resto del drink.

"Ma chi cazzo..." ringhiò lei e girandosi si ritrovò davanti i grandi occhi nocciola di Bill.

"Sempre gentile, vero?" esclamò il moro con un sorriso divertito.

"Certo, altrimenti non mi si riconoscerebbe, nella folla. E mi devi un drink." Disse Samantha fingendosi irritata.

"Dubito che qualcuno potrebbe non riconoscerti, sai sono poche le ragazze con i capelli bllu elettrico e il tuo stile." rispose il ragazzo indicando con un cenno del capo il vestito aderente nero, le calze a rete e gli stivali alti fino al ginocchio.

"Stai dicendo che sono l'unica vestita da puttana qui?"

Bill rise e le chiese cosa volesse da bere. Presi i cocktail si diressero verso i divani rossi.

   
 
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