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Autore: ifeelconnection    10/09/2014    1 recensioni
"Ho trovato questo fuori dal negozio un paio di settimane fa. L'ho letto. Deve essere una specie di moleskine, sai quei quadernetti che usano gli appassionati di libri o musica per scriverci appunti personali. Di una ragazza.Non so che ci faceva qua fuori ma-" tossisce sommessamente "sembra che si tratti più di una caccia al tesoro che di un semplice diario."
Prende l'ennesima sigaretta dal pacchetto e la mette fra le labbra, accendendola e aspirandone il tabacco.
"É la cosa più stupida che abbia mai sentito." Asserisce il moro, portando la tazza alla bocca e prendendo un sorso di té che gli riscalda il petto.
"No, non lo é. Senti, ho pensato che magari sarebbe forte se tu facessi questa cosa." Butta la sigaretta, evidentemente stufo degli stessi movimenti meccanici che fa ogni giorno.
"Scordatelo, Jeff." Decide sicuro. I misteri lo intrigano, ma non ha tempo da perdere dietro i giochi di qualche stupida ragazzina.
"Va bene, tu prendilo e poi buttalo, al massimo." Calum afferra il quaderno e mette a fuoco le scritte incise sulla copertina: "non merito niente in questo mondo, se non qualcuno che capisca la musica come la capisco io."
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
 
 
 
 
Il quardenetto se ne sta appoggiato sul comodino di fianco al letto. Calum non l'ha ancora aperto. Non gli interessa leggerlo, solo che c'é qualcosa che gli impedisce di buttarlo via. Ogni tanto lo osserva di sottecchi. Il moleskine resta immobile, con la copertina nera lucida e le parole incise che sembrano ipnotizzarlo. 
"Aspetta, hai intenzione di leggerlo o no?" Gli aveva chiesto Ashton qualche ora prima, con il suo solito entusiasmo da bambino, in seguito alla spiegazione datagli dal moro.
"Perché se non lo leggi  tu, lo faccio io." Si era sistemato meglio sul divanetto e aveva preso il cellulare dalla tasca dei pantaloni, rispondendo a qualche messaggio distrattamente. Calum sembrava infastidito da quel commento. No, Jeff lo aveva dato a lui, non ad Ashton. Non era suo compito leggerlo e comunque, ormai il quaderno apparteneva al moro, dal momento che la padrona lo aveva abbandonato davanti al Jeff's. Calum aveva alzato le spalle e si era bagnato il labbro inferiore con la lingua.
"Non so, mi sembra sia una cosa insensata, peró in fondo, non ho nulla da perdere." 
Ashton aveva alzato lo sguardo con gli occhi che brillavano e aveva annuito vigorosamente. 
Ora Calum guarda di nuovo l'oggetto sul comodino e scrolla le spalle disinteressato.
"Al diavolo" borbotta tra sé e sé. Si sporge dal letto e afferra il moleskine, con lo sguardo assottigliato. Se lo rigira fra le mani e dopo un attimo di esitazione apre il bottone che tiene chiuso il quaderno. 'Ti piacciono i misteri, Calum' gli aveva detto Jeff il giorno precedente. Forse aveva talmente ragione, che sembrava lo conoscesse meglio di se stesso. A Calum sembra di star seguendo le regole di Jeff, ma allo stesso tempo infrangerne delle superiori. A Calum non piacciono le regole e la sensazione di ribellione lo compiace. 
La prima pagina si presenta intestata con il titolo di una canzone 'Hey there, Delilah' in penna blu. La conosce. La scrittura della proprietaria é disordinata e per nulla anonima. Da una sensazione di distaccamento tanto é affilata. Non é la solita scrittura femminile tutta riccioli. Sul foglio ci sono delle macchie, probabilmente fatte con il palmo della mano il che decreta che la presunta proprietaria scrive con la sinistra.
Calum rimane sinceramente confuso. 
Svolta pagina e questa volta la trova parzialmente scritta. La scrittura é abbastanza leggibile. 
"Caro estraneo,
Prima che tu legga ció che sta nelle prossime pagine, ho alcuni avvertimenti per te."
Calum é leggermente divertito dal modo in cui la ragazza sembra sicura di quello che scrive. Come se fosse questione di vita o di morte, pensa e si lascia scappare un sorriso sghembo.
Continua a leggere.
"Se non sei una persona che pensa troppo e cerca sempre di andare in fondo alle situazioni, ti invito a lasciare questo moleskine dove l'hai trovato.
Non andare avanti a leggere o potresti essere coinvolto in qualcosa di più grande di quanto tu possa aspettarti." 
La pagina accanto é bianca, evidentemente in attesa della decisione del lettore. Calum non ha paura e non ha esitazione. Il danno é fatto, la curiosità prende il sopravvento. Gira pagina.
"Se sei arrivato fino a qua, hai un bel coraggio. Non ti sto chiedendo di partecipare a chissà quale guerra fra mondi. Se sarai abbastanza sveglio da trovare tutti gli indizi e metterli insieme dandogli un senso logico, allora avró delle cose da dirti. Ma prima devo assicurarmi che tu non sia il primo idiota che passa per la Trentacinquesima e si sente troppo esaltato per lasciare il moleskine. Non essere entusiasta. Rimani distaccato e freddo, ma puntiglioso a tutto quello che potresti scoprire."
Altra pagina bianca. Calum si sente preso in giro. Sì, ha capito che non é un gioco. Sì, ha capito che non é una cosa per tutti. Ha capito che bisogna avere un certo tipo di conoscenza. E lui non si sente uno qualunque. 
Gira ancora pagina.
"Ottava-Trentacinquesima strada. 5, 18, 10, 7." 
Quello che legge non ha senso. Rilegge cercando di essere più attento.
 
Le ricerche partono dall'incrocio fra l?Ottava e la Trentacinquesima, ovvero dal negozio di Jeff, come si poteva immaginare. E poi quella serie di numeri, messi uno accanto all'altro, apparentemente senza nessun legame. 
Si prende la testa fra le mani e si massaggia le tempie, cercando di concentrarsi.
Pensa cosa puó non aver considerato, qualcosa che puó essergli sfuggito dalle pagine precedenti, qualcosa che Jeff deve avergli detto.
'Sai, quei quadernetti che usano gli appassionati di libri o musica per scriverci appunti personali.' Non ha senso quella serie di numeri. Calum non ha mai conosciuto qualcuno che usi moleskine. 
Apre il computer e digita "moleskine" sulla barra di ricerca di Google. Tra le diverse opzioni appare anche la definizione di Wikipedia e il modo in cui si usa solitamente. Clicca. Salta le informazioni sui materiali utilizzati e sulla storia. 
"I moleskine vengono usati da appassionati di libri e spesso anche di musica." Non fa una piega, sa già tutto ció.
"I proprietari dei moleskine spesso utilizzano serie di numeri per indicare scaffali di librerie o negozi di dischi, la posizione del libro o del disco, e il paragrafo desiderato. In genere scrivono commenti personali su tali paragrafi."
In pratica si trova a fare i conti con una maniaca dell'ordine e dei numeri, al contrario del disordine della sua scrittura. 
Per quanto possa sembrare fuori di testa, a Calum piace.
Ha trovato pressoché il significato di quella serie di numeri sconnessi, almeno. Chiude il quaderno e si avvicina all'appendiabiti, nascondendolo nella tasca di una giacca di pelle che si infila alla svelta. Quando sta per afferrare la maniglia, la porta si apre da fuori e si presenta Ben, il suo manager.
"Oh, buongiorno Calum." Dice con un aria fintamente raggiante. Si accomoda nell'attico senza essere stato minimamente invitato. Calum assume un'aria annoiata e gli fa un cenno con la testa.
"Beh, ecco, sono venuto per ricordati che stiamo solo altri due giorni qua a New York. Avete delle pratiche da sbrigare con quella seccatura di Capitol Records a Londra e poi torniamo a Los Angeles per incidere quelle nuove canzoni che hai scritto." 
Calum annuisce distratto, mentre con la testa é ancora al moleskine e al modo in cui puó continuare a cercare gli indizi dall'altra parte dell'oceano. Non ha nulla contro Ben, non lo conosce nemmeno, peró lo infastidisce il modo in cui ha stampato in faccia quel finto sorriso raggiante. Il modo in cui controlla la sua vita e si accomoda sempre come se Calum fosse contento di averlo intorno.
"Okay, Ben. Se non ti dispiace, io dovrei uscire. Ci vediamo stasera." Apre la porta con fare brusco e forse anche un po' sgarbato. Non gli interessa. Ben annuisce e esce fuori nel corridoio, seguito da Calum che chiude a chiave l'attico e si affretta ad andarsene.
Pensa che, dato che il primo indizio porta all'incrocio fra l'Ottava e la Trentacinquesima strada, la proprietaria é una cliente abituale di Jeff e probabilmente lui sa chi é. Il problema é che, conoscendolo, non gli dirà nemmeno una parola sull'identità della ragazza. 
Calum si rende conto che sarà quasi impossibile proseguire le ricerche se deve starsene in giro per il mondo. Ci vorrà molto più del dovuto. 
Si tira giù il beanie che porta sulla testa per poi infilarsi le mani nelle tasche della giacca. No, stavolta non deve essere riconosciuto. Tiene lo sguardo basso e procede a passo veloce fra la gente.
Raggiunge il Jeff's in meno di mezz'ora e si presta ad entrare. 
 
 
Note dell’autrice:
Salve a tutti,
vi presento il primo capitolo, un po’ noiosetto, propriamente di passaggio. Calum si decide a mettersi in gioco, finalmente. Vedremo un po’ che succede nei prossimi capitoli.
E niente, mi scuso in anticipo se ritarderò ma sono veramente impegnatissima, soprattutto ora che inizia la scuola e devo anche aggiornare l’altra mia fanfiction (che vi invito a leggere se avete tempo da perdere haha)
Un bacio,
Violet.
  
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