Non mi illudo, so cosa sono e capisco la mia condizione: sono un uomo solitario.
Non sono solo, ma cerco la solitudine. Ho decine di persone accanto, ma poche a me affini.
Non voglio peccare di superbia, perché non credo di essere superiore agli altri, ma non comprendono ciò che sento.
Vivo il mondo da un’altra prospettiva, secondo un’altra angolatura.
Mi chiedono se sto bene. Io sto bene, ma sono per lo più solo.
Io cerco, continuo a cercare affinchè tutti sappiano che non mi arrendo.
Il dolore mi aiuta a capire, ma più soffro e più mi isolo.
Non mi sento patetico, non necessito di qualcuno che mi dia consigli, ma di qualcuno che mi ascolti.
Gli amici, i conoscenti e i parenti conoscono tutta la mia storia, ma non un singolo motivo delle mie decisioni. E questo mi fa sentire macchiato, sporco dentro.
Un solo pensiero affronto giorno dopo giorno, quando troverò la meta. Quando troverò la mia pace, il mio equilibrio.
Con il tempo, con le illusioni e le delusioni ho imparato a conoscermi. Sono un uomo solitario.
Mi rinchiudo in me stesso, e aspetto che fuori tutto cambi, quando l’unico cambiamento dovrebbe partire da dentro.
E’ difficile sentirsi liberi, di sentirsi leggeri, quando sei schiavo della tua mente, e senti i brividi racchiusi in una freddezza stentata.
La rabbia mi corrode, gli incubi si ripetono, la fatica ormai non basta a scrollare tutti i pensieri.
L’unico sogno è trovare me stesso negli occhi di chi così disperatamente cerco, affinchè il mio mondo possa tornare ad avere senso.