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Autore: Tenerifesea_    10/09/2014    0 recensioni
Lui è il tipico ragazzo a cui non frega nulla dell'amore, dell'amicizia, che è stato distrutto troppe volte, e ora è stanco di combattere ma forse tutto questo può cambiare con l'amore di Alyssa Taylor
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L'amicizia può essere la cosa più bella che possa capitare e a volte lo è, ma a volte può anche essere distruttiva.
Collaborazione con FreeSpirit_
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quattro.

 
-La miglior pizza del mondo - disse Tom rivolto a Natalie -te lo giuro, fanno la pizza più buona del mondo in questo posto - la ragazza gli sorrise. 
-Ehm... due fette con la salsiccia e...- Tom spostò lo sguardo su di Natalie e lasciò lei finire la frase -Una margherita, grazie.- 
La ragazza dietro il balcone annuì e porse loro i pezzi di pizza. 
-Bene, ora siediti, prendi un bel respiro... e goditi la pizza più buona al mondo.- Disse il ragazzo in un modo troppo teatrale, Natalie rise, e morse la pizza. Il ragazzo aveva la bocca socchiusa e la guardava aspettando una sua reazione.
-Oh... meglio del sesso - disse lei roteando gli occhi. 
-Te l'avevo detto , te l'avevo detto - disse il ragazzo mentre incrociava le braccia e chiudeva gli occhi, la ragazza non riuscì a far altro che ridere. 
-Senti , posso chiederti una cosa?- disse la rossa posando la pizza sul tavolino.
-Certo , dimmi – 
La ragazza prese a guardarsi la punta delle scarpe e ad agitarsi parecchio.
-Perchè me?- 
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia.
-Intendo dire...- Natalie iniziò a torturarsi le pellicine che aveva attorno alle unghie. - Ecco... perchè tra tutte le ragazze simpatiche che abbiamo in classe, tu hai scelto me come tua amica? Cioè io sono una persona molto silenziosa, e quando apro bocca lo faccio solo per insultare o dire cose cattive, perchè me?- 
Il ragazzo si bloccò e poggiò la pizza sul tavolo, si pulì le mani dalle briciole e la guardò.
-Bhe ...- nella testa del ragazzo frullavano troppi 'perchè', ma al momento non ne sapeva spiegare neanche uno.
-Mi piacerebbe dirti che "ho scelto te "- disse mimando le virgolette con le mani -perchè il tuo modo di insultare la gente mi intrigava o perchè la tua strana camminata si riconosce tra mille, ma non esiste un perché.- 
La ragazza lo guardò confusa. 
-Del genere, tu ti sei mai domandata perchè il tramonto o l'alba siano così belle?- chiese il ragazzo.
-Bhe forse perchè è un momento unico nella giornata, qualcosa di raro, da non perdere...- 
-Ma anche se è raro, il giorno dopo torna, e anche quello dopo, e quello dopo ancora - il ragazzo non la lasciò finire la frase. 
La ragazza ora era veramente confusa.
-Dove vuoi arrivare?- domandò lei. 
-Voglio dire, che ci sono un sacco di cose belle nelle vita, e tu non ti domandi perchè siano belle, te le godi e basta, senza nessuna spiegazione o domanda, e per me tu Lewis sei una di quelle cose belle nella vita.- 
Un sorriso si formò sulle labbra della ragazza.
-Intendi dire che io sono rara come l'alba alle 5 del mattino, o come il tramonto alle 8 di sera?- 
Il ragazzo scosse la testa.
-No, intendo dire che anche se una cosa è bella, te la godi tutta, sia nelle cose belle che nelle cose cattive. Ad esempio, il tramonto è qualcosa di spettacolare e segna la fine del giorno e l'inizio della notte, e in quell'istante preciso è meraviglioso, ma poi arriva la notte, con il buio, e la tristezza si fa sentire...- 
La ragazza continuava a non capire.
-Ma anche se il dopo è brutto, tu te ne stai zitto e te lo godi perchè infondo anche il buio è fantastico a modo suo, e giorno dopo giorno impari ad amare ogni singola sfumatura di quel nero. E tu per me Natalie, al momento sei quel buio dopo il tramonto, e voglio imparare ad amare ogni singola sfumatura di quel buio, ma poi ricorda, alle 5 di mattina, quel buio va via e la luce ricompare, e anche se tu non lo dimostri, io lo so che riuscirò a scovare in te, quel momento perfetto nel quale il buio si trasforma in luce.– 
Natalie e Tom si alzarono dalle sedie e incominciarono a camminare per le vie di Ottawa, erano ancora le 5:45 del pomeriggio e la luce filtrava attraverso le nuvole, i due ragazzi camminava uno affianco all'altro e parlavano di musica, serie tv, film, concerti...

 
-Dio mio l'ho amato troppo in quella parte - disse Natalie gesticolando con le mani.
-Ma chi?- domandò il ragazzo.
-Come chi? Idiota, il figlio, Jaden Smith, anche se era piccolo ha recitato benissimo nella sua parte. – 
-Non mi ha entusiasmato tanto quel film.– 
La ragazza si fermò e sgranò gli occhi.
-Tu mi stai dicendo che non hai pianto guardando “La ricerca della felicità”?- 
-Esatto.– 
La ragazza si mise una mano sulla fronte e iniziò scuoterla in segno di no.
-Sei senza cuore, quel film è tristissimo, ma allo stesso tempo pieno di significato.- 
-SENZA CUORE? Ehyy così mi ferisci, sbaglio o tu sei la stessa che guardando Hachiko non ha versato neanche una lacrima?- 
-Quel giorno ero a corto di lacrime. - cercò di giustificarsi la ragazza.
-Si si, va bene. - Tom le diede un colpetto con il pugno sulla spalla. 
-Senti, ti va se oggi rimani a mangiare a casa mia, casomai dopo facciamo un giro e ti riaccompagno a casa?- chiese ad un certo punto Tom.
-Bell'idea, fammi chiamare un attimo a mia madre che glielo chiedo. – 
-Okay - il ragazzo le fece l'occhiolino e lei non fece a meno di ridere. 
Natalie prese il telefono e compose il numero di telefono della mamma . 
-Pronto? Natalie?- sentì dall'altra parte del telefono.
-Mamma, si ciao, senti una cosa...- 
-Dimmi amore...- 
-Oggi posso restare a mangiare a casa di Tom, poi facciamo un giretto e verso le dieci, undici torno a casa ?- 
-No, amore mi dispiace, oggi dobbiamo andare a cena da Geordie.- 
-Da Geordie? Per forza ci devo venire?- 
-Amore mio, senti, è da due settimane che rimando questa cena, per una volta non ti costerebbe niente fare la carina, non pensi?- 
-Ci sta anche Michael ?- 
-Amore, non lo so, è possibile che c'è, ma è anche possibile che non c'è, non l'ho chiesto a Geordie- 
-Ok, a che ora devo tornare?- 
-Visto e considerato che sono le 6:20 tra mezz'oretta ti voglio a casa, che poi devi darti anche una lavata che è da un po' di giorni che non ti lavi, e ti metti un vestito decente per una volta.- 
-MA MAMMA NON DEVO ANDARE AD UN MATRIMONIO, MI VESTO COME VOGLIO- urlò Natalie.
-Natalie non le facciamo mai visita, per una volta che ci andiamo, ti prego non mi far fare figuracce.- 
-Si, ok, ok mamma, ciao- disse la ragazza per poi chiudere con cattiveria la chiamata.
-Allora? È un si ? - chiese Tom con un sorrisino in faccia. 
Natalie lo guardò e poi abbassando la testa mimò un no con le labbra. 
-A che ora ti ha detto di andare a casa?-chiese il ragazzo tirandole su il mento per guardarla dritta negli occhi.
-A-alle.. t-tra m-mezz'oretta - disse la ragazza tremante, odiava guardare le persone dritto negli occhi, odiava vedere le emozioni di una persona attraverso due semplici pallette di bulbo oculare grosse quanto una pallina da ping-pong. Natalie abbassò di nuovo lo sguardo e Tom incominciò a incamminarsi.
-Dove andiamo Tom?- domandò la ragazza aspettandosi una risposta.
-Andiamo a prendere qualcosa da bere, e poi ti accompagno, tanto un bel quarto d'ora da cui ci vuole per arrivare a casa tua.- 
Natalie lo guardò ed annuì con la testa. I ragazzi cominciarono ad incamminarsi verso un bar non tanto distante. 
-Sai a cosa pensavo?- chiese Natalie guardando Tom.
-Cosa?- Tom sentiva i muscoli della faccia tirarsi per formare un sorriso.
-Dovremmo andare in spiaggia un giorno di questi, fare un falò e dormire là la notte, sarebbe un cosa troppo figa, non credi ?- 
Tom guardò la ragazza negli occhi e vide in essi una strana scintilla
-Un falò? In spiaggia? A settembre? Non vorrei distruggere i tuoi sogni, ma dove lo trovi il mare in Ottawa?-
Del sorriso che prima si era formato sulla faccia della ragazza, ora non ce ne era neanche una traccia. 
-Nah, lascia stare, non si può neanche più sognare.– 
Il ragazzo abbassò lo sguardo deluso, e continuò a camminare, svoltarono l'angolo e andò a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
-Oi Michael, scusa, non ti avevo visto.- disse Tom ridendo mentre aiutava l'amico ad alzarsi.
-Tranquillo, come va amico?-
ll ragazzo sorrise e disse: - Bene, grazie , tu?- 

Michael prestava poca attenzione sulla descrizione del gioco di cui gli stava parlando Tom, ogni tanto annuiva e accennava un sorriso, ma il suo sguardo era puntato su di lei, su di Natalie, che ora stava giocando con il telefono e ogni tanto alzava lo sguardo per dire sottovoce a Tom che dovevano andare, alla fine lei lo convinse e ognuno continuò per la propria strada. 

-DAI MICHAEL PRENDI QUESTI MALEDETTI POP-CORN E SIEDITI - urlò Natalie dal divano con il telecomando in mano. 
-ARRIVO, CE NE SONO ANCORA ALCUNI CHE NON SONO SCOPPIATI- la ragazza prese il telecomando e cominciò a girare i canali di tv fin quando Michael non arrivò con una ciottola piena di Pop-corn caldi e della cioccolata. 
-Allora che film vediamo?- chiese il ragazzo sedendosi e sistemandosi sotto le coperte.
-Scegli tu, ho portato Un Ponte Per Terabithia , Io Sono Leggenda , La scuola del rock e Forrest Gump.- 
Il ragazzo si accarezzò con la mano il mento ed assottigliò gli occhi quasi per vedere meglio le scatole dei film, fece dei strani versi con la bocca, sino a quando non si decise ed indicò un film
-Oh Io Sono Legenda, eri prevedibile Clifford - disse la ragazza sbuffando mentre infilava il cd nel lettore.
-Ehy tu mi hai chiesto di scegliere un film, se non volevi vedere Io Sono Leggenda, perchè non l'hai scelto tu il film da guardare?- Natalie guardò Michael e scoppiò in una risata fragorosa.
-Idiota - disse per poi dargli uno schiaffetto sulla testa -stavo scherzando, amo quel film-
Il ragazzo rise -Sarà meglio per te, babbana.- 
La ragazza si alzò dal divano per mettere apposto le scatole degli altri dvd, quando si sentì prendere dai fianchi e buttata sul divano.
-Michael cosa cazzo fai?- chiese ridendo.
-“Eri prevedibile, Clifford”- disse lui mimando la voce da ragazzina. Natalie scoppiò in una risata sentendo quella vocetta, poi sentì delle mani toccargli la pancia prima molto lentamente poi sempre più velocemente fino a farle venire il solletico.
-MICHAEL SMETTILA, SMETTILA, SMETTILA, ODIO IL SOLLETICO- urlò la ragazza dando manate a destra e sinistra pur di far smettere l'amico. 
-DIMMI CHE MI VUOI BENE E CHE SONO IL RAGAZZO PIU' FIGO DEL MONDO - urlò lui sopra le grida della ragazza, cercando di liberandosi la faccia dalle mani della ragazza.
-MAI! - urlò lei, scoppiando a ridere.
-TU HAI VOLUTO LA GUERRA , GUERRA SIA!- 
Michael iniziò a farle solletico sotto il collo e sotto le ascelle e Natalie cercava tutti i modi possibili di liberarsi, finché non prese dei pop-corn e li infilò nella bocca di Michael. Lui smise di farle il solletico e lei prese il sopravvento iniziando a fargli il solletico. Ora lei era seduta sopra di lui. 
-NO NATALIE ! TI PREGO NO ! SAI QUANTO ODIO IL SOLLETICO -supplicò Michael. Natalie semplicemente scoppiò in una risata malefica e incominciò a fare solletico all'amico. 
-TI ODIO NATALIE - urlò Michael per poi scoppiare a ridere. 
-NON E' VERO , GORDON TU MI AMI - la ragazza rideva come una pazza vedendo l'amico mentre soffriva grazie al solletico. -DI' CHE SONO LA RAGAZZA PIU' FIGA DEL MONDO - urlò Natalie copiando la frase dell'amico di poco prima. 
-NON LO SEI - urlò lui tre le risate. 
-COSA DICI GORDON?- Lei gli faceva sempre più solletico, sotto il collo, sotto le ascelle e sulla pancia, fino a quando -Okay, okay, mi arrendo, basta, sei la ragazza più figa del mondo, contenta?- disse Michael stanco del solletico.
-Certo.- rispose lei sorridendo togliendosi da sopra di Michael.
-Ti odio Lewis.- 
-Non è vero Gordon - lei sorrise e Michael ne fu contagiato.
-Hai ragione - 


Quelle immagini riaffiorarono nella mente di Michael, che prese le cuffiette e mise a tutto volume Jesus of Suburbia dei Green Day per scacciarli. 
-MICHAEL METTI APPOSTO LA CAMERA CHE PIU' TARDI VENGONO NATALIE E SARAH A CASA A MANGIARE!- gli urlò la madre dalla cucina. Lui urlò un ' Sì ' per poi mettersi ad ordinare la stanza. 
Michael stava giocando con il suo telefono quando sentì il campanello suonare e subito dopo la madre urlare -Michael, apri tu, io sto cucinando.-
Lui si alzò dal letto e si diresse verso la porta di casa, premette un bottone ed aprì la porta di casa, poi tornò a sdraiarsi sul letto. 

-Ciao Geordie! Dio da quanto tempo che non ci vediamo, quanto mi sei mancata!- disse Sarah, la madre di Natalie.
-Sarah, anche tu mi sei mancata troppo!- le due madri si abbracciarono, poi lo sguardo di Sarah si rivolse a Natalie che stava in piedi in mezzo al salotto guardandosi attorno spaventata. 
-Dio, Natalie, quanto sei cresciuta, da quant'è che non ci vediamo?- 
La ragazza focalizzò lo sguardo sulla donna quarantenne che aveva davanti a sè e poi sorrise. -E' da circa un anno che non ci vediamo, come passa veloce il tempo!- 
La donna sorrise e poi annuì con la testa. - Dai su, toglietevi i cappotti e mettevi comode, fate come se foste a casa vostra.- 
Natalie e Sarah si tolsero le giacche per appoggiarle su un attaccapanni non tanto lontano dal corridoio e si misero sedute sul divano.
-Ah, scusatemi per il ritardo, ma stavo facendo una doccetta veloce veloce.- disse un uomo sulla cinquantina entrando in salotto. 
-Nah, non ti preoccupar Max, ormai è come se fossimo in famiglia, no?- disse Natalie per poi alzarsi ed abbracciare l'uomo in questione. 
-Ah, si hai ragione - disse l'uomo contraccambiando l'abbraccio. 
Da quando Josh , il padre di Natalie se n'era andato lei si era legata tantissimo a Max, il padre di Michael, e lo poteva ritenere come un padre ormai.
 
-MICHAEL,VIENI A MANGIARE, SU!- lo chiamò la madre pulendosi le mani sul grembiule per poi andare verso camera sua. Non passò tanto tempo che Natalie vide il ragazzo solcare la porta del salotto e sedersi su una poltrona. Michael aveva gli stessi occhi del padre, lo stesso sorriso, e anche lo stesso senso dell'umorismo, sembrava un copia e incolla del padre, l'unica cosa a distinguerli era l'età. 
-Dai venite a tavola che oggi ho cucinato delle bontà - disse Geordie entrando in salotto con una pentola in mano e un sorriso contaggioso. Si sedettero tutti attorno al tavolo e la donna poggiò il cibo in mezzo al tavolo 
-Allora ... per incominciare, come antipasto abbiamo della fonduta di formaggi diversi, un po' di affetati, olive, bruschette e tutto quello che vedete sul tavolo.- La donna fece un sorriso enorme e poi si sedette al suo posto vicino al marito. 
Natalie osservò il cibo, e si sentì dannatamente stupida per aver mangiato la pizza prima di cena, ora non aveva fame.
-Dai amore prendi qualcosina. - La incitò la madre, visto che tutti si erano serviti a parte lei. 
-Mamma ho mangiato la pizza poco fa sono piena- disse Natalie toccandosi la pancia, per far vedere alla mamma che era piena.
-Dai prendi un po' di salame o fonduta e basta, su fai l'educata assaggia qualcosina.- 
Natalie sbuffò e con la forchetta prese due fettine di salame e un po' di pane. Ma non mangiò niente durante tutta la cena, ogni tanto lanciava occhiate a Michael, e rideva guardandolo mentre si abbuffava. 


-Allora, Sarah, l'hai più sentito a Josh da quando è andato via?- 
La madre di Natalie abbassò lo sguardo a terra e fece segno di no con la testa. 
-Mi dispiace, io te l'avevo detto sin dall'inizio che era uno stronzo, già è tanto che è rimasto con te quando Natalie è nata.- 
Natalie sentiva parlare Geordie di suo padre e ad ogni cosa cattiva che diceva su di lui sentiva un pezzo del suo cuore rompersi. 
-Mamma, posso alzarmi?- chiese la ragazza guardando la madre. Lei annuì con la testa e dopodiché si accese una sigaretta. 
Geordie si alzò con dei piatti in mano e sorrise alla ragazza. -Natalie, se vuoi vai in camera di Michael, tanto mi sembra che ormai la conosci bene.- 
Natalie fece segno di si con la testa e si diresse verso camera di Michael.
La camera era rimasta esattamente come lei la conosceva, con i poster dei All Time Low, Green Day, Blink 182 , Kurt Cobain e altri cantanti che lei non conosceva, a ricoprire i muri della stanza.
Il letto era nella stessa posizione di un anno fa, stessa cosa per il comò, l'armadio, la tv e la scrivania, anche le loro risate erano rimaste in un angolino della stanza a ricordarle dei bei momenti. 
Nella stanza non c'era traccia di Michael, subito dopo la cena aveva avvisato tutti che si sarebbe fatto una doccia ed era ancora sotto il getto dell'acqua. Natalie si sedette sul letto e accese la tv, il suo sguardo cadde su dei giochi per la Playstation e istintivamente ne prese uno tra le mani, il suo preferito, Resident Evil. La ragazza accese la Play e mise il gioco dentro, accese il joystick e selezionò la versione 'normale' del gioco, le armi e subito dopo il gioco iniziò. 
Natalie premette dei tasti a caso per ricordarsi le mosse e una volta capito come funzionava, iniziò a muovere il pollice sul controller. Ogni tanto urlava per colpa dei colpi che le facevano prendere i mostri sul gioco, e quando per l'ennesima volta urlò un -Muori brutto bastardo, io sono la queen- la porta della camera si aprì e lei sussultò, mise in pausa il gioco e spostò lo sguardo sulla figura in piedi. 
Michael stava in piedi sulla soglia della porta con un asciugamano attorno la vita e un espressione incuriosita. 

-Sei ancora una frana in quel gioco come un anno fa?- chiese lui ridendo. Lei semplicemente fece ripartire il gioco e se ne stette in silenzio. Il ragazzo si mise in un angolo della stanza, si infilò una maglietta dei Led Zeppelin, con ancora l'asciugamano addosso si mise dei boxer, dopodichè si mise seduto accanto a Natalie e prese un secondo joystick. 

-Allora mi fai giocare anche a me o hai intenzione di superare questa scena difficilissima senza il mio aiuto?- 
La ragazza premette il tasto pausa e selezionò 'esci' , andò sulle impostazione e mise il secondo giocatore, senza spiccicare una parola. 
-Hai intenzione di non parlarmi per il resto della tua vita?- 
Il ragazzo sorrise e spostò lo sguardo sulla ragazza. Natalie non lo degnò di uno sguardo e iniziò a giocare. 
-Se serve ... si.- disse la ragazza dopo circa 10 minuti. Michael sorrise e spostò lo sguardo sulla ragazza e dopo di nuovo sul gioco. Stettero in silenzio per una bella mezz'oretta fino a quando lui ruppe quel silenzio. 
-Si confermo, sei ancora una frana in questo gioco.- 
Lei rise e diede un pugno sulla spalla del ragazzo. 
-Da quando non sei più venuta a casa mia non ci ho più giocato a questo gioco.- 
Il sorriso della ragazza ora si era trasformato in un'espressione triste, il silenzio tornò a domare la stanza, gli unici rumori che si sentivano erano le risate delle madri dal salotto e i rumori del gioco.
Una volta finito il gioco Michael si sedette rivolto a Natalie.
-Smettila di guardarmi - disse lei concentrata a cambiare le armi del suo personaggio. 
-Metti in pausa il gioco - disse Michael rivolto alla ragazza. 
-Cosa Clifford?- la ragazza non aveva la minima intenzione di mettere in pausa il gioco. 
-Ho detto metti in pausa, Natalie - la sua voce era dura e di un'ottava più bassa. La ragazza sbuffò e mise in pausa, dopodichè si mise seduta a gambe incrociate sul letto con lo sguardo ancora rivolto verso la tv. 

-Mi sei mancata ...- ora lo sguardo del ragazzo era concentrato sulla coperta del letto.
-Non sono io quella che se n’è andata via, tu mi hai cacciata dalla tua vita.- 
In quella frase c'era così tanto odio che con esso ci avrebbe potuto costruire una seconda muraglia cinese. 
-Non sono io quello che è andata in giro a raccontare i miei segreti più intimi.- 
La ragazza si girò e fissò il ragazzo.
-Dio santo, quante volte te lo devo dire che non è vero?-
Michael guardò la ragazza con odio.
-Smettila, e ammettilo, potremmo tornare amici come prima, basta che lo ammetti.- 
Natalie sentì le lacrime offuscargli la vista. Scosse la testa e sorrise cercando di trattenere le lacrime.
-Quando imparerai a credermi lo torneremo.-
Natalie si alzò e si diresse verso il salotto. Le loro madri stavano mangiando una torta e ridevano a squarciagola mentre il padre lavava i piatti. Natalie non ricordava l'ultima volta in cui la madre aveva riso così tanto. 
Disse : -Mamma io vado a casa a piedi, tu torna quando vuoi.- 
La madre la guardò mentre indossava la giacca e disse un –Sì- tra una risata e l'altra. 
La ragazza s'incamminò verso la via di casa sotto la luce dei lampioni.


-No Natalie, non puoi giocare con noi perchè sei troppo brutta.- 
-Si, è vero Natalie è brutta e cattiva.- 
-Poi Natalie non è buona a fare niente.- 
I bambini iniziarono a dire cose cattive contro la bambina.
Come fanno dei bambini ad essere così cattivi con solo 9 anni di età?
Pensò la bambina con le lacrime agli occhi. 
-Natalie vai via, non ti vogliamo con noi - disse un bambino dai capelli neri facendole la linguaccia.
Natalie indietreggiava senza guardarsi dietro mentre le lacrime le solcavano il viso così piccolo, così infantile. 
-Natalie ti va di giocare a palla con me ?- disse Michael comparendole alle spalle. La bambina si girò e il bambino notò le lacrime.
-Che è successo Natalie, dimmelo!- disse Michael asciugandole le lacrime.
-Niente lascia stare, andiamo a giocare a palla.- la bambina iniziò ad incamminarsi nella parte opposta del parco.
-Natalie dimmi cosa ti hanno fatto, ora vado lì e gli lancio la palla in faccia.- l'espressione in faccia del bambino era puro odio. 
-Michael lascia stare.- Natalie prese per mano il bambino e lo trascinò con sé.
-NO NATALIE, LORO SONO CATTIVI, SI MERITANO UNA BELLA LEZIONE!- 
La bambina guardò in faccia l'amico e sorrise. -ho un'idea, vieni qua- disse lei facendo segno all'amico di avvicinarsi. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio, l'amico rise e fece segno di sì con la testa. 
-Okay prendi quanta più terra puoi.- disse Michael con le mani impastate di fango.
-Si si, guarda quanta ne ho presa.- disse la bambina mostrando una manciata di terra all'amico che la trovò estremamente buffa con la faccia sporca di fango. 
-Brava, mettila dentro il secchio con l'acqua.- 
La bambina eseguì per poi andare a prendere più terra. Eseguirono questa azione per una decina di volte fin quando il secchio fu pieno di terra ed acqua. 
-Si meritano una bella vendetta quei cattivoni!- disse Michael con il sorriso stampato in faccia. 
-Concordo.- 
I bambini presero il secchio dalle estremità e lo portarono nel posto in cui il gruppetto di bambini stavano giocando a calcio. Michael e Natalie affondarono le mani nell'impasto di acqua e terra e fecero delle palle come quelle di neve, solo che erano di fango. Una volta che tutto il fango si era trasformato in palle, i bambini le lanciarono addosso al gruppetto.
I bambini si guardavano attorno in cerca del colpevole di quell'attacco improvviso ma non trovarono nessuno. Michael e Natalie erano nascosti dietro ad una siepe mentre cercavano di trattenere le risate mettendosi le mani davanti alla bocca. 



Che pestiferi che eravamo pensò Natalie ricordandosi quella scena. Mancavano pochi metri prima di arrivare a casa sua e Natalie non faceva altro che camminare e pensare a tutti i bei momenti passati insieme a Michael. 

-Io ti ho dato tutta la mia fiducia e tu l'hai buttata a terra, l'hai calpestata e ci hai sputato sopra , ti odio Lewis, sei l'essere più disgustoso che conosca.-
-Sai cosa? Ti auguro di rimanere da sola a vita con la consapevolezza che sei una persona orribile.-
-Rimpiango di averti conosciuto Natalie, rimpiango tutto. Rimpiango tutte le volte che qualcuno ti ha offesa e io ti ho protetta, avevano ragione, si forse avrei dovuti ascoltarli, infondo se ti insultavano un motivo c'era.-


No, quello non era il Michael che conoscevo io, quel Michael che mi difendeva da tutte le critiche, quel Michael che pur di farmi ridere si dava le botte in testa da solo, quel ragazzo così dolce che mi asciugava le lacrime e mi faceva sentire bene con me stessa.
Natalie se le ricordava tutte le parole che le aveva detto quella sera Michael e ogni volta che ci pensava cercava di convincersi che non erano vere, che in quel momento era colpa della rabbia, ma ogni giorno che passava quelle parole la distruggevano sempre di più.
 
Natalie riuscì ad intravedere casa sua a pochi metri di distanza. Infilò la chiave nella serratura e una volta entrata in casa si chiuse la porta alle spalle, buttò le chiavi sul tavolo della cucina e si diresse verso camera sua. Aprì la porta e si buttò di peso sul letto, restò in quella posizione per una quindicina di secondi, poi si alzò di scatto e si sedette sul divano. Iniziò a pensare a tutti i momenti passati insieme a Michael, pensava a tutte le volte in cui lui l'aveva difesa dalle critiche, a tutte le volte che lei aveva bisogno di lui e lui era lì a consolarla e a farla sorridere. Sentì lo stomaco andargli sotto sopra, in quel momento provava rabbia, dolore ,tristezza e chi più ne ha più ne metta. Si trattenne più che poté, ma dopo poco quelle emozioni si trasformarono in lacrime, non erano delle semplici lacrime, in quelle lacrime si trovava tutto l'odio e tutta la tristezza repressa durante un anno. Natalie cercava di trattene i singhiozzi, ma più lo faceva più essi diventano forti, si asciugava le lacrime con la mano, ma esse si moltiplicavano. 
Pianse per circa venti minuti fino a quando non sentì più niente, fino a quando sentì lo stomaco vuoto e privo di emozioni.
L'amicizia può essere la cosa più bella che possa capitare e a volte lo è, ma a volte può anche essere distruttiva.


SPAZIO AUTRICE

Sciauuu bellezze!!
Qua è Tenerifesea_ che vi parla.
Questo è il secondo capitolo e ci tenevo a far capire quanto erano amici Michael e Natalie, mentre adesso non più, perché?
Ehheheh il perché lo scoprirete nei capitoli più avanti *^*
Bhè che dire?
Ringrazie le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, siete sempre dolcissime grazie mille :3
Spero che vi piaccia questo capitolo :D
Vi lascio un fotomontaggio di Michael e Natalie :3
Ciaoo

Tenerifesea_






 
  
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