Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Gio_Snower    10/09/2014    1 recensioni
[JeanMarco] {Possibile presenza di un lieve OOC nei personaggi}{Capitoli betati da sara20! Grazie davvero, sei stata fantastica!}
Jean Kirshtein ha diciannove anni ed è il figlio, erede, di una delle più famose famiglie di militari.
Educato per diventare degno del suo cognome, si arruola nell'esercito.
Durante l'addestramento incontra Marco Bodt, un ragazzo normale e dal carattere pacato, a differenza del suo che facilmente cede all'ira.
Jean non immagina nemmeno quanto Marco diverrà importante per la sua vita.
Jean Kirshtein non era un ragazzo come tanti.
Aveva un aspetto nella norma, ma non si era mai paragonato agli altri, anzi, aveva sempre cercato qualsiasi minuscola cosa lo contraddistinguesse e l'aveva valorizzata come gli era sempre stato insegnato.
Estratto dal Capitolo 1
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 8: Andiamo insieme


Le radici sono importanti, nella vita di un uomo,
ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici,
e le gambe sono fatte per andare altrove.
Pino Cacucci, Un po' per amore, un po' per rabbia


Da quando Marco s'era risvegliato, le infermiere ed i medici dovevano costringerlo – con delle maniere quasi forti – ad andarsene dall'ospedale ad ogni fine dell'orario di visita. In quei casi, Jean, scocciato ed infelice, se ne andava a malincuore, ma non senza prima aver promesso a Marco di ritornare il giorno dopo o per l'orario di visita successivo. 
Le infermiere, vedendo i due, avevano subito capito – o meglio, fantasticato – l'amore che tutti e due provavano per l'altro e così, senza saperlo, i diretti interessati erano diventati una delle coppie più dolci e mormorate dell'intero ospedale. Solo i medici, di sesso maschile ed etero, insistevano sul fatto che la loro fosse solamente amicizia, ma non per pregiudizio, bensì per il semplice fatto che conoscevano l'immensa creatività delle donne, che, senza pensarci due volte, partivano in particolari viaggi mentali densi di dettagli. Un giorno, le infermiere e le dottoresse decisero di provare a scoprire la storia di quei due, pensando a quanto dovesse essere affascinante e terribile, viste le conseguenze. Di Marco e Jean sapevano una cosa per certo: erano soldati.
O almeno lo erano stati, visto che Marco aveva ricevuto poco tempo prima una lettera di congedo ed una medaglia al valore. Ovviamente avrebbe ricevuto per tutta la vita una pensione di invalidità e le spese ospedaliere le avrebbe pagate il governo, lui doveva solo star tranquillo e rimettersi. 
Così, tentarono di scoprire di più approcciando Marco, che sebbene sembrasse ingenuo, fu attento a non farsi scappare una parola. Sbalordite da quel risvolto, avvicinarono Jean e, dopo un'attenta lavorazione, cantò l'intera storia, ingenuo com'era. 
Raccontò dell'allenamento, del nascondiglio – anche se non in particolare come le infermiere avrebbero voluto e, per giorni, continuò il racconto, a pezzettini, dando sempre quella suspense che tanto piaceva alle donne. Si accattivò un'ora in più nell'ospedale, oltre l'orario di visita e non capendone nemmeno il perché alla fine, ma ne fu felice. 
Le infermiere ormai consideravano Jean l'ideale di uomo premuroso e virile e Marco come l'altro ideale, dolce e gentile. 
Erano una coppia bellissima, questa fu il responso finale. 
I due, quando seppero infine la storia, ci risero sopra. 
Un mese dopo il suo risveglio, Marco iniziò la terapia psicologica e di riabilitazione. Gli esercizi fisici erano stancanti, ma non troppo e, avvantaggiato dal suo fisico allenato, riuscì in poco tempo – in circa un mese e mezzo – a riacquistare forza nelle braccia e nelle mani. A quel punto iniziava però la parte difficile visto che il medico gli chiese: “Vuoi provare con delle protesi?”, ma lui non seppe cosa rispondere. 
«Quindi potresti tornare a camminare, provandoci?», chiese Jean, con le solite sopracciglia aggrottate e le labbra atteggiate in una smorfia. 
«Non è certo», rispose Marco con un lieve sorriso. Il colorito stava già tornando sul suo volto, così che le lentiggini sembravano ritornare alla blanda decorazione sulla pelle leggermente scura.
«Marco, potresti tornare a camminare!», esclamò Jean, felice, «Capisci?».
«Non credo di volerlo fare, Jean», disse Marco, sorprendendo il compagno.
«Perché?», domandò infatti, ma lo sguardo scuro di lui gli diede le risposte. 
Capisco, pensò Jean. 
Un leggero sorriso, dolce rispetto al suo tipico sorriso, gli incurvava le labbra fini. 
«La scelta è tua, Marco», gli disse, «e non cambierà nulla».
«Mi dispiace, Jean», mormorò il ragazzo dai capelli neri. «Avrei voluto davvero andare in molti bei posti con te».
«E ci andremo, razza d'idiota!», esclamò Jean, stavolta fu il turno di Marco di stupirsi. 
«Ti ci porterò io, anche in braccio se serve». 
La naturalezza con cui Jean aveva detto quella frase intenerì Marco.
«Jean, ti hanno mai detto che sei davvero dolce?», domandò.
Jean diventò di un acceso color rosso, la punta del suo naso sembrò essere in fiamme tanto era rossa.
«Tu! Cos- Defi- Io-!», borbottò, incapace di rispondere per il troppo imbarazzo. 
Marco scoppiò a ridere, divertito dalla goffaggine di quel ragazzo.
«Oddio, ti voglio uccidere!», esclamò Jean quando si fu ripreso, facendolo ridere ancora più fragorosamente.
Alla fine la risposta che Marco diede al medico fu: “No, ma la ringrazio per avermi offerto questa possibilità”.
Jean, nel frattempo, aveva salutato la Signora Bossard – ringraziandola per quanto aveva fatto e per la gentilezza con cui l'aveva trattato – e aveva affittato una casa al piano terra per lui e Marco, arredandola secondo i suoi gusti e pensando a cosa gli sarebbe piaciuto.
Qualche volta portò una rivista o due, facendo scegliere a Marco una determinata cosa. 
Dopo cinque mesi da quando era stato ricoverato, Marco uscì dall'ospedale. 
Jean lo portò al parco e osservarono il viale ricoperto di foglie rosse mentre spingeva la sedia a rotelle su cui Marco era posato. 
La vita si prospettava difficile, ma i due avrebbero superato qualunque ostacolo, bastava che fossero insieme. 
   
 
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