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Autore: Wild imagination    10/09/2014    10 recensioni
Prendete un liceo qualsiasi a Lima, Ohio. Magari il McKinley.
Adesso trasformatelo in un istituto per ragazzi con... capacità particolari.
Considerate una scuola privata gemellata (perchè no, magari la Dalton) i cui studenti sono cordialmente invitati a trascorrere un anno insieme al nostro Glee Club, che è un po' diverso dal solito.
Aggiungete delle sfide per rendere il tutto più emozionante, una convivenza forzata, e un Kurt che proprio non sopporta Blaine, ricambiato.
Un anno scolastico non vi sarà mai sembrato così interessante.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Brevissima nota iniziale dell'autrice-
Ad un certo punto del capitolo viene citata Blair Waldorf. Per quelli che non sanno chi sia:
personaggio di Gossip Girl, stronza a tempo pieno; si occupa principalmente di distruggere emotivamente e socialmente coloro che mettono i bastoni fra le ruote della sua limousine. 
Passo e chiudo. 




Gives you hell



"Lui ha fatto... cosa?!" esclamò Rachel, incredula e amareggiata.
Molti dei ragazzi che sciamavano nel corridoio e che fino a quel momento erano stati troppo occupati a correre da una lezione all'altra per curarsi di loro, si voltarono a guardarli, perplessi. 
"Hai sentito benissimo, purtroppo..." mormorò Kurt.
L'aveva appena aggiornata sulle ultime scoperte riguardo Adam e Blaine, e non poteva dire di non essere compiaciuto della sua reazione.
"Bene, a questo punto devo pestarlo" annunciò l'amica, mortalmente seria. "Certo, mi dispiacerà rovinare quel suo bel faccino, ma quando una cosa va fatta... va fatta." annuì fra sé e sé, con l'aria di chi sta progettando l'invasione della Casa Bianca. "Magari posso chiedere una mano a Santana e Mercedes..."
Il ragazzo sorrise. "Ti ringrazio, Rach, ma non è necessario. Ci ho già pensato io."
Rachel spalancò gli occhi, shockata. "L'hai già pestato?!"
Hummel ghignò, divertito. "Non proprio. Diciamo che spero abbia capito che se vuole la guerra..."
La sua risposta fu interrotta dal suono della campanella, e i due ragazzi furono costretti ad avviarsi alla classe di trigonometria. 
Mmhh... seconda ora: Anderson dovrebbe svegliarsi a momenti.
 
                                                                                                           I wake up every evening, 
                                                                                                              with a big smile on my face
                                                                                                             and it never feels out place.
                                                                                                             You're still probly working...

Nel frattempo, nella camera 216...
Blaine si trascinò fino al bagno con aria assonnata, stropicciandosi gli occhi ancora semichiusi. 
Si lavò la faccia con l'acqua rigorosamente bollente del rubinetto, per poi cercare a tentoni l'asciugamano riposto sul ripiano del lavandino che aveva ottenuto dopo ore di contrattazione. 
Sul suo viso si dipinse una smorfia di disappunto quando prese coscienza delle condizioni in cui riversavano i suoi capelli: sembrava che ospitassero un nido di rondini.
Borbottando qualche improperio verso la genetica, aprì l'armadietto accanto allo specchio, e cominciò a rovistare in cerca del gel.
Ma quante creme per il viso ha quel ragazzo?
Dopo aver scostato una decina di prodotti da centinaia di dollari, di cui non riusciva neanche ad interpretare l'etichetta, finalmente afferrò il tubetto che cercava, trascinandolo fuori.
Lo soppesò davanti agli occhi con aria perplessa. 
Strano, sembra molto più pesante del solito... E anche più freddo.
Alla sua mente si affacciò un pessimo presentimento, e il Warbler svitò velocemente il tappo, rigirando la confezione sul palmo aperto. Iniziò a spremere il tubetto febbrilmente, ma tutto ciò che ottenne fu uno scricchiolio sinistro, e la sensazione che qualcosa sotto le sue dita si stesse spezzando.
Qualcosa di freddo. 
Ghiaccio
Riaprì l'armadietto con un movimento brusco, iniziando a recuperare tutte le sue scorte.
Niente da fare, erano tutte congelate. 
Si precipitò in camera e rivoltò tutti i cassetti del proprio comodino, alla ricerca del "gel-per-le-emergenze".
Ovviamente l'altro ragazzo aveva fatto un lavoro minuzioso: in tutta la stanza non era rimasta un'unica confezione di gel utilizzabile.
"Hummel " sibilò Anderson fra i denti.                                                                                                                                                                                                        
                                                                                                                 When you see my face, 
                                                                                                               hope it gives you hell,
                                                                                                                hope it gives you hell
 
Quando, quella sera, Kurt si affacciò alla porta della camera 216, era convinto che ciò che avrebbe visto di lì a poco gli avrebbe certamente migliorato l'umore. E così fu. 
Sospirò di soddisfazione: aspettava quel momento da tutta la giornata.
Anderson era disteso sul proprio letto con espressione corrucciata, e, sapendo di esserne la causa, tanto bastò ad Hummel perché un piccolo ghigno vittorioso gli si dipingesse sul viso.
Ma i suoi capelli senza gel... quelli meritavano un sorriso sornione a trentadue denti. 
Erano una matassa riccia e mora non ben definita, con ciuffi di varie lunghezze che gli ricadevano scompostamente ai lati del viso.
In parole povere, era a metà fra Medusa, Chewbecca e una palla di fieno del deserto.
Blaine non si degnò neanche di girarsi verso la porta quando l'altro fece la sua entrata trionfale, limitandosi ad aggrottare impercettibilmente le sopracciglia. 
Kurt arrivò trotterellando al proprio letto, e vi si distese sopra con molta non-chalance.
2-1 Palla al centro.     
                                                                                                                    When you walk my way,
                                                                                                                        hope it gives you hell,
                                                                                                                        hope it gives you hell

La mattina dopo Kurt si svegliò di colpo, con la fronte sudata e tremori in tutto il corpo.
Quindi gli incubi sono tornati...
Ormai non ci capiva più niente. All'inizio pensava che la loro assenza dipendesse da Anderson, e questa tesi era stata confermata dai sogni che l'avevano tormentato durante le vacanze di Natale; ma adesso il suo compagno di stanza stava dormendo a pochi metri da lui (come ebbe modo di controllare), allora perché si era svegliato fradicio e ansimante?
Tutto ciò non aveva assolutamente senso.
A meno che... Il suo sguardo accarezzò la figura di Blaine, avvolta nella coperta.
No, non è possibile. Hummel scosse la testa con decisione, e scivolò fuori dal letto.
Fortunatamente si era svegliato solo alle sei e mezzo, quindi non aveva perso troppe ore di sonno.
Con un sospiro stanco si diresse in bagno, pronto per i suoi rituali d'idratazione mattutini.  
Esattamente un'ora e mezzo dopo, si chiuse la porta della camera alla spalle, con la tracolla in mano e il quaderno degli appunti nell'altra. Affondò il naso nelle pagine dedicate a Virginia Woolf, e iniziò a percorrere il corridoio; non poté notare, quindi, le occhiate divertite e perplesse dei ragazzi che lo incontravano. I suoi piedi lo condussero automaticamente all'aula della signorina Clay, insegnante di letteratura inglese, dove lo aspettavano già alcune ragazze del GC.
"Ehi, raga--" il suo sorriso si congelò quando vide le occhiate shockate che gli stavano rivolgendo Rachel, Mercedes e Santana. Continuavano tutte a fissarlo in viso con tanto d'occhi, e la situazione si stava facendo inquietante.
"Ma cosa vi prende? Ho qualcosa che non va in faccia, per caso?" chiese in tono agitato.
"No, tesoro. Il problema non è quello che hai sulla faccia..." iniziò Rachel, tentando di ricomporsi.
"Il problema è proprio la tua faccia!" terminò Santana, con poco tatto. 
Il castano continuava non capire cosa intendessero, ma cominciò seriamente a preoccuparsi.
Per caso le occhiaie erano così evidenti? Eppure aveva applicato il solito strato di crema rivitalizzante...
Iniziò a passare le mani sul viso, alla ricerca di qualche escrescenza o brufolo imbarazzante.
Le ragazze, vedendolo interdetto, si affrettarono a porgergli uno specchietto, che Kurt afferrò con titubanza. 
Gli si congelò il sangue nelle vene quando vide la propria immagine riflessa.
You've got to be kidding me 
La sua pelle, la sua bellissima pelle sottile e nivea era... beh, non era più tale. 
Kurt quasi faticava a riconoscersi, con quell'abbronzatura da muratore. 
Strofinò con energia i polpastrelli sul viso, tentando di rimuovere quel terribile strato marrone, ma fu tutto inutile. Col passare dei secondi, la sua espressione si fece sempre più terrorizzata. Lo stacco fra il colore della gola e quello della faccia era dannatamente evidente.
"Beh, però risalta l'azzurro dei tuoi occhi..." tentò Mercedes, in un sussurro tremolante.
Hummel la ignorò, mentre il suo cervello lavorava febbrilmente per trovare la causa di quel... quell'abominio.
Sono anni che uso la stessa crema, non è possibile che l'abbia confusa con un abbronzante!
Ma allora come...

Il suo sguardo si illuminò di comprensione. "Anderson" sputò fra i denti.
Chiuse lo specchietto con uno scatto secco, l'espressione gelida.
"Cosa c'entra Blaine?" domandò Rachel, con aria ingenua.
Kurt si girò verso di lei, con uno sguardo che la fece retrocedere di un passo. "Blaine c'entra" sillabò, tentando di mantenere la calma "perché quel troglodita mi ha messo dell'abbronzante nella crema".
"E perché avrebbe dovuto farlo?" obiettò Santana, con un sopracciglio alzato.
Il ragazzo si strinse la radice del naso fra il pollice e l'indice, spiegando con pazienza. 
"Perché io ho congelato tutte le sue scorte di gel."
Non si poté impedire si sogghignare, nonostante la tragicità della situazione.
Un lampo di comprensione passò negli occhi delle tre ragazze. 
"Perchè non le hai semplicemente buttate via?"
"Volevo che ci fosse la mia firma" ammise il ragazzo con una placidità esemplare.
"Ahi, la vedo male" borbottò Mercedes, preoccupata.
"Anch'io" rispose Kurt irritato. "Per lui."
"Tesoro, ma sei sicuro? Insomma, questo Adam... Ne valeva la pena?" gli chiese Rachel con delicatezza.
Il manipolatore la guardò con aria interdetta. "Ma io non lo faccio per lui. Cioè," si corresse velocemente, notando l'espressione confusa delle tre ragazze. "non lo faccio per lui direttamente. Lo faccio perché Anderson è un idiota che si è intromesso nella mia vita privata dicendomi che io, parole testuali, 'non potevo stare con uno come lui'." concluse, infervorato. "Deve ancora nascere chi mette i piedi in testa a Kurt Hummel."
"Sarà..." commentò Santana scettica, incrociando le braccia al petto. "Adesso cosa intendi fare?"
"Adesso tenterò di limitare i danni", rabbrividì, indicandosi il viso. "E poi... Gliela farò pagare cara. Cipria" ordinò dopo qualche secondo, tendendo la mano in direzione di Rachel. 
La scatolina e il pennellino gli furono passati immediatamente. Il ragazzo, con tutta la dignità possibile in quella situazione, si diresse verso il bagno, chiudendo la porta con un tonfo.
"Cosa facciamo?" domandò Mercedes, rivolgendosi alle altre due.
"Prendiamo i pop-corn?" propose Santana, con un sorrisetto. Le altre ragazze la guardarono male e lei alzò gli occhi al cielo. "Oh, andiamo. Lo sapete com'è fatto Kurt: quando si mette in testa una cosa, soprattutto se c'entra il suo orgoglio, niente e nessuno può fargli cambiare idea."
Mercedes e Rachel furono costrette a darle ragione. "Quindi?"
"Quindi" rifletté l'ispanica "non ci resta che aspettare che si rendano conto che il loro odio, in realtà, nasconde qualcos'altro." concluse, con una strizzatina dell'occhio perfettamente truccato. 
"Vuoi dire che te ne sei accorta anche tu?" le chiese la Jones, guardandola con aria sorpresa.
Per la seconda volta in pochi minuti, Santana alzò scherzosamente gli occhi al cielo. "Tesoro, se ne sono accorti pure i muri. Credo che ci stia arrivando persino Hudson, in effetti"
"Tranne loro" borbottò Rachel scocciata, lanciando un'occhiata di rimprovero alla porta del bagno.
"Non ci giurerei" mormorò l'ispanica con aria criptica.
  
                                                                                                                    Now where's your picketed fenced, love?                                                                                                          And where's that shiny car?
                                                                                                    Did it ever get you far?

Aveva impiegato giorni (GIORNI) per rimuovere con la spugna di crine quell'obbrobriosa abbronzatura da beduino del deserto, ma adesso, finalmente, il suo viso era tornato all'antico splendore. 
E adesso, keep calm and plot revenge.
Erano passati alcuni giorni dallo scherzo di Anderson, per cui il Warbler si era adagiato sugli allori, convinto di aver trionfato.
Niente di più lontano dalla verità. Cosa c'è di meglio che attaccare il nemico quando meno se lo aspetta?
Kurt sbadigliò sonoramente, tamburellando la penna sul quaderno di algebra che giaceva poco considerato sulle sue gambe. Di certo il sonno arretrato non lo aiutava a ragionare: gli incubi non lo lasciavano in pace da una settimana a quella parte. Il castano sospirò, tentando di concentrarsi. 
W.W.B.W.D?
What would Blair Waldorf do?

Escluderei l'estinzione sociale perché mi sembra un tantino estremo, quindi...
Si guardò intorno in cerca di un'ispirazione. Era da solo in quella camera silenziosa, e doveva escogitare qualcosa prima del ritorno di Blaine.
Riflettiamo. Deve essere qualcosa di duraturo ma non permanente, di demotivante ma non troppo umiliante, di doloroso ma non atroce...
Si massaggiò le tempie con lentezza. Certo che organizzare vendette è davvero estenuante!
All'improvviso, i suoi occhi si illuminarono di una scintilla malvagia, e Kurt ridacchiò.
L'idea perfetta! Veloce, semplice, efficace.
Si mise subito all'opera, in attesa del ritorno della sua vittima. 
All'incirca un'ora dopo, Kurt sentì dei passi in avvicinamento lungo il corridoio.
Bene, ci siamo.
Quando Anderson inserì le chiavi nella toppa, Hummel dovette reprimere il sorrisetto spontaneo che gli aveva incurvato le labbra. Respirò profondamente, tentando di recuperare il controllo di sé.
Il Warbler apparve sulla porta con un'espressione trionfante, adocchiando la figura del castano apparentemente intento a leggere.
Ride bene chi ride ultimo...e uno, 
Blaine fece per entrare, poggiando un piede sul pavimento.
due...
Kurt fu appena in grado di registrare l'espressione sorpresa del riccio, prima che questo scomparisse in un attimo dalla sua visuale, scivolando a gambe all'aria sullo strato di ghiaccio che ricopriva tutta la stanza. 
tre.
Dovette attingere a tutte le sue scorte di autocontrollo per non scoppiare a ridere in faccia al suo compagno di stanza, che lo stava guardando da terra con un'espressione basita e infuriata insieme. 
"Oops" spalancò gli occhi con aria falsamente ingenua. "Forse dovresti stare più attento: così rischi di farti male"
Blaine lo squadrò con un'occhiata omicida, e per un attimo Hummel fu convinto che gli sarebbe saltato al collo per strangolarlo. Tuttavia, il Warbler si limitò a ringhiare qualcosa di inintelligibile, tirandosi in piedi con espressione dolorante. Zoppicò fino al proprio letto a testa alta, per poi distendersi con cautela e massaggiarsi la base della schiena.
Hummel osservò la scena con la coda dell'occhio, sghignazzando.
A te la mossa.
                                                                                                                You've never seemed so tense, love
                                                                                                                 I've never seen you fall so hard
                                                                                                                           Do you know where you're?
                                                                                                                        And truth be told I miss you...
                                                                                                                        And truth be told I'm lying...


Kurt fu costretto ad ammettere, la mattina di tre giorni dopo, mentre esaminava il colore, l'odore e la consistenza della crema prima di applicarla sul viso, che la situazione stava diventando leggermente stressante.
Ogni volta che doveva entrare nella propria stanza, lo faceva come se si stesse avventurando nella trincea nemica, controllando ad ogni passo il pavimento e il variare delle espressioni di Anderson. Senza contare che aveva preso a dormire con un occhio aperto. Quando e se dormiva, ovviamente, perché gli incubi continuavano a tormentarlo. Stava seriamente prendendo in considerazione l'idea di farsi prescrivere sonniferi dall'infermeria della scuola, visto che la camomilla sembrava non sortire alcun effetto. 
Sospirò, cercando di coprire le occhiaie con uno strato di correttore. D'altro canto, doveva prendersi la sua parte di responsabilità: avrebbe tranquillamente potuto mettere fine a quella faida smettendo di rispondere agli scherzi di Anderson; ma sarebbe andato al manicomio piuttosto che darla vinta a quel pallone gonfiato. 
Uscì dal bagno e si diresse in camera, non troppo attento a non fare confusione. Aprì l'armadio facendo sbattere l'anta sul muro, e Blaine si rigirò nel sonno, mugugnando. 
Kurt rimase lì davanti qualche minuto, accarezzandosi il mento con aria pensierosa. Alla fine, con aria abbastanza soddisfatta, estrasse dal mucchio una maglia grigia con lo scollo a V.
Questa è perfetta, pensò, spiegandola. E' anche una delle mie...
Quasi si strozzò con la propria saliva quando vide dei buchi dai bordi anneriti riempire il suo indumento preferito. Erano di varie dimensioni e distribuiti un po' ovunque, ma sicuramente quello sulla schiena era il più esteso. A prima vista, potevano sembrare causati da una sigaretta....
Hummel era furioso. Avvicinò la punta del dito indice ad uno dei fori sul bordo inferiore della maglia: combaciava perfettamente. Non aveva dubbi su chi dovesse maledire per quello scherzetto. 
Fu lì per lì per afferrare un oggetto contundente e sbatterlo con violenza sulla zucca vuota del suo compagno di stanza, ancora nel mondo dei sogni. Fu costretto a mordersi la lingua per impedirsi di iniziare ad urlare e svegliare tutta la scuola. 
Ok, Kurt. Respira. Moolto profondamente.
La crisi isterica si avvicinava, e la mancanza di sonno lo rendeva persino più irritabile del solito...
Questo merita una vendetta adeguata. 
Un ghigno malvagio gli si dipinse in viso quando, guardando la figura di Anderson che dormiva al calduccio nel suo letto, gli venne un'idea.
E ora, aspettiamo il momento opportuno.
                                                                                                           When you see my face
                                                                                                           hope it gives you hell,
                                                                                                           hope it gives you hell.
                                                                                                          When you walk my way
                                                                                                           hope it gives you hell,
                                                                                                           hope it gives you hell     

Il momento opportuno fece il suo ingresso nella camera 216 insieme a Kurt, che, attraversando la porta nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, non vi trovò Blaine. 
Ridacchiando, il ragazzo si avvicinò al suo letto, poggiandovi le mani sopra. In pochi istanti, il materasso si irrigidì e divenne freddo, ricoprendosi di uno spesso strato di ghiaccio trasparente; il manipolatore vi sbatté le nocche sopra, ottenendo un soddisfacente rumore ovattato.
Risistemò le coperte, affinché la patina lucida fosse invisibile; dopodiché si distese sul proprio letto, afferrando il primo libro che gli capitò fra le mani. Per la mezz'ora successiva fu costretto ad alzarsi ogni cinque minuti e ripetere l'operazione, per evitare che il ghiaccio si sciogliesse e bagnasse le lenzuola. 
Stava per convincersi a scegliere una vendetta meno scomoda, quando udì un rumore di passi fuori dalla porta.
Si concentrò e mise su una perfetta faccia da poker, continuando a far scorrere lo sguardo sui righi del libro. 
Se non altro, alla fine di questa storia avrò imparato qualcosa di utile. 
Il Warbler si affacciò nella stanza con cautela, scoccando occhiate sospettose al castano e a tutte le superfici piane che riusciva a notare. Quando fu certo che un'ascia gigante non si sarebbe staccata dalla parete non appena avesse messo piede sul pavimento, finalmente si decise ad entrare. 
Continuò a lanciare sguardi di sottecchi all'altro ragazzo, che fingeva indifferenza, voltando pagina ogni due minuti. Anderson parve rilassarsi solo quando arrivò di fronte al proprio letto, scrocchiandosi il collo. 
Ci siamo.
Kurt represse un sorrisetto soddisfatto mentre Blaine, come al solito, si accingeva a saltare sulle coperte.
Quando il sedere del riccio urtò qualcosa di decisamente più duro e più freddo di un materasso, Hummel fu sicuro di aver sentito uno scricchiolio; da dove provenisse, poi, era un'altra storia...
Il Warbler si morse le labbra per evitare di gridare per il dolore e la sorpresa, e quello che ne venne fuori fu un gemito scomposto. Saltò su dal letto come se avesse preso la scossa, e iniziò a massaggiarsi con una smorfia di dolore la base della schiena, dove, probabilmente, si stava formando un livido. 
"Pare che le lenzuola siano fresche di bucato*." buttò lì Kurt, cercando di non scoppiare a ridere.
Blaine lo guardò in cagnesco, e l'altro riuscì quasi a sentire tutte le offese che gli stava rivolgendo.
Se volevi giocare sporco, non dovevi fare altro che chiedere.
  
                                                                                                        If you find a men that's worth a damn 
                                                                                                            and treats you well.
                                                                                                           Then he's a fool and you're just as well.
                                                                                                                Hope it gives you hell

La situazione nella stanza 216 era diventata decisamente insostenibile. 
Kurt dormiva sempre meno, era sempre più nervoso, e si comportava come una volpe braccata da una muta di cani addestrati. Gli incubi lo stavano facendo diventare matto.
Ormai era un sollievo, per lui, andare a lezione la mattina; e rientrava in quella stanza neanche fosse Indiana Jones in un tempio Maya. 
"Andiamo, Kurtie, lascia perdere!" l'avevano scongiurato Rachel e Mercedes, vedendolo ridotto uno straccio.
"Mai" aveva risposto lui a testa alta. Quindi eccolo lì, fuori dalla porta della propria stanza a tarda sera, a cercare il coraggio per entrare.
Sta quasi diventando un'abitudine...
Aprì la porta con cautela e questo, forse, fu il suo errore più grande. Non fece neanche in tempo a muovere un passo, che sentì qualcosa di viscido e molliccio piombargli sui capelli con un udibile plof.
Seguì il suono della plastica che rimbalza sul pavimento, e una parte del cervello di Kurt realizzò che, probabilmente, il bicchiere era stato poggiato sullo stipite della porta.
Un classico.
Rimase completamente immobile qualche secondo, incapace di fare alcunché, con gli occhi sbarrati e le dita ancora serrate attorno alla maniglia.
Vide appena Anderson, disteso sul proprio letto, che si mordeva le labbra per non scoppiare a ridere.
Il castano portò lentamente una mano ai capelli, immergendola in qualcosa di giallo e puzzolente che gli stava scivolando lungo la tempia; il suo sguardo si fece vuoto.
Uovo.
Mi.ha.fatto.cadere.un.uovo.crudo.sui.capelli.
Si tolse un residuo di guscio dall'adorato ciuffo, con espressione disgustata.
A quel punto, nessuno avrebbe potuto prevedere, né tanto meno fermare, la sua successiva crisi isterica.
Sentì il peso di tutte quelle notti insonni, di tutti quegli scherzi, dell'imbarazzo, della delusione, dell'amarezza, dello stress, e si avvicinò lentamente al letto di Anderson. Si fermò in silenzio accanto a lui, in attesa.
Blaine non si voltò nemmeno. "Sì?" chiese, con aria innocente, senza distogliere lo sguardo dallo schermo del cellulare. Fu un attimo: il castano mosse indietro la mano e...
Slap!
Sì, Kurt gli aveva appena mollato un ceffone. Si era anche premurato di usare la mano sporca di uovo, se era per questo. Non era certo stato uno schiaffo forte, ma il riccio si girò lo stesso con espressione sconvolta e offesa, la guancia colpita sporca di liquido arancione. 
"Hummel! Ma sei impa---" si bloccò con aria smarrita, quando i suoi occhi incrociarono quelli rossi e gonfi dell'altro manipolatore. Si sarebbe aspettato tutto, tranne che si mettesse a piangere davanti a lui. 
Kurt si accorse di stare effettivamente piangendo istericamente solo quando un singhiozzo gli squassò il petto. Si asciugò una lacrima con aria stizzita, mentre il Warbler continuava a guardarlo senza sapere cosa fare. 
Non avrei mai dovuto permettere che lui mi vedesse piangere.

                                                               You can look me in the eye with the sad,
                                                                       sad look that you wear so well 

Si diede dell'idiota un centinaio di volte, correndo in bagno e sbattendo la porta dietro di sé. Ad un certo punto, gli parve di sentire una voce che lo chiamava, ma la ignorò. Si precipitò al lavandino, iniziando a lavarsi le mani con eccessivo zelo per liberarsi di quell'odore nauseante. 
Ma si può sapere cosa mi è preso? Non posso averlo seriamente schiaffeggiato!
Dio, mi avrà preso per uno squilibrato...

Chinò la testa sul lavandino, tentando di sciacquarsi i capelli come poteva. Dopo qualche minuto gli parve chiaro che, senza una doccia, non sarebbe andato da nessuna parte. 
Fu un sollievo lasciare che l'acqua fredda gli scivolasse addosso. I suoi muscoli si rilassarono, mentre tre litri di shampoo e bagnoschiuma lo liberavano dalla puzza di uovo. Uscì dalla doccia solo molto tempo dopo, sentendosi decisamente più tranquillo, ma non meno idiota. 
Con grande disappunto, si rese conto che sarebbe dovuto tornare in camera per recuperare il pigiama; sperò con tutto se stesso che Anderson fosse già andato a dormire, considerando che, ormai, era notte fonda.
Si legò un asciugamano attorno alla vita e aprì appena la porta, giusto per avere una buona visuale sul letto del suo compagno di stanza. A giudicare dall'immobilità della sua figura e dal ritmo regolare del suo respiro, sembrava proprio che Blaine stesse dormendo. Kurt uscì dal bagno in punta di piedi, tentando di fare il minor rumore possibile e sobbalzando ogni volta che sentiva un asse sotto di lui cigolare. Non ci teneva davvero a svegliarlo e a dover dare spiegazioni imbarazzanti. Trattenne il respiro quando fu costretto a passare davanti al suo letto, per poi fermarsi davanti all'armadio e, con grande sollievo, infilarsi finalmente il pigiama.
Scivolò sotto le coperte, grato come mai prima di allora che una giornata fosse finita. Per la prima volta da molte settimane, si abbandonò ad un sonno senza incubi.

 
                                                                                                      When you hear this song
                                                                                                                            I hope it wil give you hell
                                                                                                                      You can sing along 
                                                                                                                 I hope that will treat you well















*Grazie, Ambros, per questa frase. Vedi? Se ti impegni anche tu riesci ad essere divertente. <3

-Note dell'autrice-
Vendetta, tremenda vendetta.
Spero che, nonostante tutto, abbiate trovato divertenti gli scherzi. In caso contrario.... Beh, non preoccupatevi, perché da adesso le cose miglioreranno per la Klaine.
Alla prossima, e grazie a tutti, perché continuate a leggere questa storia delirante. <3
  
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