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Autore: UnknownThinker    10/09/2014    0 recensioni
"Ho trovato una porta, era sotto l'intonaco, l'ho segnata così possiamo vedere cosa c'è dietro, guarda. "
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una casa apparentemente normale, ci siamo io e un gruppo di amici e amiche.
Una di loro si avvicina a me e mi rivela un segreto a bassa voce, mentre gli altri sono lontani: 
"Ho trovato una porta, era sotto l'intonaco, l'ho segnata così possiamo vedere cosa c'è dietro, guarda. "
Effettivamente dietro di lei vi è una porta tracciata con un attrezzo che aveva inciso l'intonaco, è un segno perfettamente rettangolare, nulla più. 

All'improvviso tutti spariscono, restiamo io, lei, un mio fratello immaginario, ed entriamo: 
l'ambiente consiste in una stanza subito a sinistra aperta totalmente senza porta e muro intorno alla porta, illuminata tramite una lampadina, a destra un'altro ambiente, buio, chiuso su tre pareti, quella aperta da sul muro della porta da cui siamo entrati, cosicchè ci si possa arrivare tramite un corridoio aperto sulla stanza. Davanti a noi,  una scala un po' ripida, buia. 
La nostra attenzione viene immediatamente catturata dalla stanza accesa, a quanto pare è appartenuta ad una personalità di enorme importanza storica, e contiene segreti e oggetti, e oggetti segreti, quindi ci mettiamo a curiosare senza scopo, pensando al peso della nostra scoperta. 
In un attimo però, un manipolo di persone scopre il luogo e, con la calma che si usa in un supermercato quando si scelgono e si prendono gli oggetti sulla lista, si mettono a razziare tutto; impotenti, osserviamo la scena, e dopo un minuto decidiamo di salvare il salvabile. Nel momento in cui se ne sono andati tutti, dopo aver rimirato la stanza svuotata con malinconia, ci rendiamo effettivamente conto che c'è una scala che non abbiamo percorso, e dopo aver dato un'occhiata all'altra stanza vuota, che si rivela essere un ambiente di stoccaggio rifiuti "secchi" (specialmente mozziconi di sigaretta e cartacce), con una piccola finestra sul muro opposto all'ingresso. Decidiamo quindi di salire.
Ma solo io continuo, nessuno mi accompagna e so perchè in fondo: è una prova, dovrò affrontarla da sola. 

La scala è ripida, la faccio quasi arrampicandomi, è in penombra, come se la luce provenisse da un cielo notturno e da una luna piena, è fredda e fatta di pietra smussata. Per due volte, ad ogni piano, un anziano coperto da un abito rovinato e incappucciato mi ferma, è il guardiano e deve capire se posso  procedere; mi dice quindi "Resta ferma e basta.". Intorno a lui si diffonde una lieve ma visibile aura chiara che si collega un poco anche a me, svolazzandomi intorno in gentili spire bianche. Mentre fa il suo lavoro, mi rendo conto che io lo sto guardando attraverso una piccola finestra ad arco, alta quanto me e larga due metri forse, ma non è la cosa più strana. 
Da me, come ho detto, sembra che sia notte, e io stessa mi trovo in una struttura di pietra fredda, come fosse una torre. Lui si trova invece alla mia altezza, sta un po' lontano, su un prato erboso e in una giornata di sole: un cielo meraviglioso si staglia alle sue spalle, capisco subito che il posto in cui lui risiede è sereno e bello, è opposto al mio in maniera drastica e definitiva.

Dopo un minuto circa, capisco che quello che stava facendo era analizzare il mio animo, l'aura svanisce, e lui mi dice che posso procedere, così dopo la seconda volta, mi ritrovo davanti ad un'altra finestra, un po' più grande.
Una donna di mezza età mi attende insieme ad altre due figure, lei ha un'espressione gentile, mi porge la mano e mi fa "entrare" da quella finestra al suo mondo, e mentre lei mi spiega alcune cose in merito a quel mondo, io mi guardo intorno, stupefatta e confusa. 
Come per il luogo dove stava il vecchio guardiano, anche lì un prato erboso domina il terreno, e il cielo azzurro, limpido, circonda qualunque cosa, dando una sensazione di serenità e bellezza estrema.  Alla mia sinistra (ed è lì che io e i miei nuovi accompagnatori ci stiamo dirigendo), un villaggio ricco di case di legno domina la scena, è rustico e sereno, posso avvertire le tante persone che vi viviono. Alla mia destra invece, l'erba continua fino all'orizzonte, colline di differenti altezze si susseguono su un lato, dall'altro un gruppo di alberi, di fronte un fiume in lontananza. 
"Siamo giunti qua per proteggerci." Mi dice la donna mentre ci dirigiamo al villaggio.
"Ti abbiamo chiamata...."

La conversazione forse è continuata, ma la luce entra in camera e mi mette un secondo nella odiosa condizione di dormiveglia, così quando torno a dormire gli eventi è come se fossero andati avanti senza di me. 

Sono tornata nuovamente giù, nella mia dimensione, di nuovo nella casa di partenza, e sto parlando con la mia amica, siamo solo io e lei.
Ad un tratto un gruppo di persone arriva e ci portano forzatamente nella prima stanza segreta che abbiamo visitato, ora non vi sono più mobili o librerie, nè luce: l'unica cosa che illumina la stanza è una (o forse più di una) candela che emana una luce arancione. Un uomo è davanti agli altri, due persone ci trattengono e lui ha a sua volta un ostaggio inerte; gli infligge alcune ferite superficiali e non mortali, ma dopo alcuni secondi quello si contorce un po', per poi divenire improvvisamente malvagio, "scuro" e asservito a lui. 
"Fate così." ci dice, e poi qualcosa come "Così potremo arrivare là."
In un lampo, il ricordo della mia conversazione con la donna di mezza età riaffiora e allora capisco che lui e il suo gruppo sanno, capisco che vogliono arrivare lì, e che noi siamo in pericolo. Mi giro verso la mia amica, che capisco che stava gridando da alcuni secondi di aiutarla, o di salvarmi, o di salvarci, lotto con tutte le mie forze per proteggerci ma niente può fermare quell'uomo, e in un attimo lei è già mutata, ma stavolta non si è semplicemente unita a loro: è diventata il loro leader. 
Più che spaventata per me sono spaventata per entrambe, le dico di non essere così, indietreggio mentre lei mi dice di unirmi a loro, e mentre avanza lenta ma inesorabile nella mia direzione. Quando è ormai ad un soffio dal mio viso, sta ancora parlando, probabilmente di quanto sia conveniente far parte del loro gruppo, ma io non la sento, sono impegnata a sentirmi tradita, confusa e ad osservare il suo viso che ora ha qualche scaglia grigia un po' demoniaca, e gli occhi di un colore differente, o forse solo più cattivi, più furbi. 
"Andiamo, torna da me, ti conviene molto di più."
Ho finito lo spazio, ho le spalle al muro, e lei mi prende il viso tra l'indice e il pollice mentre parla, mi dice di non preoccuparmi, che mi vuole con sè.
Poi mi bacia un attimo.
Posso sentire le sue labbra morbide contro le mie: è un bacio semplice, non passionale, non profondo, dura quanto basta. 
Poi si stacca da me, mi tiene sempre il viso con la mano e mi dice:

"Dovresti esseere sincera prima di tutto con te stessa, dillo che lo vorresti ancora."

Non ho risposto, non ho avuto il tempo di reagire per fermarla, perchè la luce del giorno è stata fin troppo indulgente con me, e in quell'istante ha fatto capolino nella mia stanza, come l'inesorabile e razionale realtà.
  
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