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Autore: MyTrueColors    11/09/2014    4 recensioni
'Ciao amore mio, é un giorno scuro e mi manchi tanto. Ed è il bisogno di averti la parte peggiore. Non è l'amore che distrugge, ma la dipendenza. La consapevolezza che senza te non so stare. La loro era una necessità, un bisogno reciproco, insaziabile.'
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sola.

É tutto così strano ed ovattato attorno a me.

Mi sembra di vivere la vita di un altro, mi sembra di osservare qualcuno sprecare tempo al posto mio.

E per la prima volta in tutta la mia vita nemmeno provo a ribellarmi: sono stanca, disillusa, forse anche un po' delusa da ciò che mi circonda, da come mi sono comportata, da cosa ho tenuto e cosa ho lasciato andare, e da quanto vigliacca sono stata nel momento della mia vita nel quale avrei dovuto essere Sam Puckett, quella forte.


Pioveva a dirotto, quello strano giorno a Los Angeles.

Era la prima volta che Sam vedeva la città così triste e scura, e la cosa la incupì parecchio; ciò che maggiormente apprezzava di quel posto erano proprio la vitalità e le frenesia con cui tutti lì affrontavano ciascuna giornata: mille cose da fare, da pensare, da vivere, una sorta di caos divertente che non permetteva mai a nessuno di fermarsi per un attimo a riflettere su cosa avessero realmente intorno.

Ma quell'asfalto scuro di pioggia, l'erba lucida e il cielo nero non le lasciavano scampo, e per la prima volta da molto tempo Sam si fermò a riflettere seriamente su tutto ciò che le era successo negli ultimi tempi.


Da quando aveva lasciato Seattle c'era stato come un taglio netto col passato, come se nel libro della sua vita avesse strappato la prima pagina bianca trovata e si stesse sforzando a riscriverla, parola per parola.

Ma in fondo quello era solo un foglio vacante, mentre il libro era sempre lì, con le sue pagine pesanti riempite di parole, che la guardava sfidandola a sfogliarlo, come si fa solo con i libri preferiti, di quelli che quando li leggi e li rileggi ti fanno sentire sempre nel tuo posto, quello giusto al mondo.

Pensava ogni giorno alla sua vecchia vita, alla sua vecchia città, ai suoi vecchi amici, con un sorrisino sulle labbra e gli occhi spenti; ma c'era una cosa che si sforzava di togliersi dalla testa, una cimice che la tormentava e non le dava pace, nonostante lei facesse di tutto per liberarsene.


L'aveva abbandonato.

Lei gliel'aveva promesso, gli aveva promesso che non l'avrebbe mai lasciato solo, qualunque cosa fosse successa, a dispetto di qualsiasi lite e di qualsiasi tipo di rapporto che ci sarebbe potuto essere tra loro.

La sua era una promessa, e stavolta non l'aveva mantenuta.


Avrebbe potuto continuare a vivere facendo finta di niente, convivendo con una mancanza che la opprimeva tanto da appesantirle il respiro, come se tutto fosse più difficile adesso che era sola, perchè per lei stare senza di lui voleva dire essere sola, poco importavano tutte le persone che potevano circondarla; avrebbe fatto i conti con la sua vigliaccheria e col suo orgoglio a costo di sentirsi un vuoto dentro ogni volta che qualcuno la chiamava al telefono o suonava alla porta, nella vana speranza che quella persona fosse l'unica capace di farla ridere di felicità, felicità pura.

Ma era il senso di colpa a farla morire dentro, perchè lei no, non doveva abbandonarlo.


Non tanto perchè pensasse di mancargli così tanto, quanto perchè lei glielo aveva letto negli occhi e nel sorriso che lui si era totalmente fidato di lei, si era lasciato andare alla vana sicurezza che lei, nonostante tutto, ci sarebbe sempre stata.

Come in fondo c'era stata sempre in tutti questi anni.

Invece questa volta l'aveva tradito del peggior tradimento che una persona possa compiere: l'abbandono.


Il senso di colpa non svaniva col passare dei giorni, pesava sempre di più, ed era divenuto un peso insopportabile persino per il suo orgoglio.

E poi, pensò la ragazza sorridendo, l'unica volta nella sua vita in cui aveva messo da parte l'orgoglio era andata più che bene, tornando col pensiero a quella sera a scuola in cui finalmente si era liberata di un peso, il peso di anni.

Ecco, anche oggi tutto si limitava al togliersi un peso.

Al diavolo l'orgoglio, la vigliaccheria, il terrore della totale indifferenza da parte sua che era lì, pronto a mangiarsela viva; chiusi gli occhi e liberata la mente, solo un sospiro pesante.


Lasciati andare Sam. Lasciati andare un'ultima volta. Per lui.





La mano in tasca tremava alla ricerca del suo Peraphone, ma nonostante tutto era decisa: non poteva sottrarsene e neanche voleva farlo, perchè la sola idea di sentire la sua voce calda o anche solo un sospiro rassegnato aldilà del telefono già le aveva provocato un fremito che saliva prepotente per tutta la schiena.

Il numero è sempre lì, bene impresso nella mente, e prima di ogni possibile ripensamento avviò la chiamata.


Ci siamo, ora non puoi più tirarti indietro. Pochi infiniti secondi e un impercettibile suono che la informa che sì, lui non le ha buttato giù, è lì ad ascoltarla.


Il cuore si fa piccolo e il sorriso si fa grande; non sa cosa dirgli, chiude gli occhi e se lo immagina davanti a sé, e allora può di nuovo lasciarsi andare.


'Perdonami. Non sono così forte come tu credevi, non lo sono abbastanza per entrambi. Ma non so cos'altro dirti se non che mi manchi da morire Freddie, mi manchi da morire.'



Un respiro pesante quanto un macigno aldilà del telefono, poi un altro impercettibile suono: no, Freddie ora non l'ascoltava più.

***

Mi odiate? FATE BENE.

So benissimo che sono IMPERDONABILE per non aver più caricato nulla, e mi odierete ancora di più quando scoprirete che in realtà questo terzo capitolo esiste già da qualche settimana, ma la solita insicurezza/insoddisfazione mi ha frenato. Diciamo che non era quello che mi aspettavo, però non me la sentivo di scrivere che Sam, da un giorno all'altro, prende e lo chiama. Così. Lo sapete che mi complico la vita, mi sembrava dovuto farci un capitolo sopra, e che mi soddisfi a pieno o no non posso impedirvi di leggerlo!
Beh, ora non resta che sapere come reagirà Freddie. Giuro, non sarò sempre così melodrammatica come lo sono ora, è che un po' lo sono di mio (aiaiai) e poi la situazione per ora lo richiede. :))

In ogni caso, io un'ideuzza per il prossimo capitolo ce l'ho. È solo una partenza diciamo, ma c'è. Non vorrei risultare 'già sentita' diciamo, dato che ho notato che le ff del fandom sono molto aumentate (menomaleeee!), spero perciò di metterci qualcosa di mio.

Lo so, sto scrivendo più qui che nel capitolo ma  dopo così tanto tempo avevo il bisogno di dirvi tutto, e soprattutto ringraziare chi mi ha scritto in posta/recensito o letto gli altri due capitoli con tutto il cuore, siete stati adorabili.

Per farmi perdonare un pochetto, pubblico in contemporanea a questo una scemenza di poco conto sempre sui nostri amati Sam e Freddie; nulla di che, ma giusto per farvi capire che sì, MyTrueColors è tornata. ;))

Sempre grazie grazie grazie.

  
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