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Autore: Letizia25    11/09/2014    11 recensioni
Questa è la storia di Letizia Hyle, una ragazza che ha un sogno.
Ma non un sogno qualsiasi.
Sogna di poter cantare un giorno con i suoi idoli, I 5 Seconds of Summer. E da New York inizia il suo viaggio verso l’Australia, per far sì che il suo sogno si avveri.
Ma non sarà semplice.
Benché lei sia una ragazza solare su cui tutti possono contare, anche lei ha i suoi fantasmi da affrontare, fantasmi che non riesce a lasciarsi alle spalle.
Terrà a distanza l’altro sesso, una persona in particolare pur di non ferirla.
Ma sarà proprio questa persona che riuscirà a salvarla dal suo dolore.
Questa non è solo una storia d’amore.
È prima di tutto una storia d’amicizia, quel sentimento che aiuta tutti noi a sopravvivere anche quando la vita diventa troppo dura.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=Y-03xha4hFY&feature=youtu.be&hd=1
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just us'
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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
27 . Spiazzato
 
 
 
Luke
 
Due settimane. Sono passate due settimane da quando Letizia ha avuto quell’attacco di panico. Speravo con tutto il cuore che l’ombra nei suoi occhi se ne fosse andata per sempre, invece è tornata, molto più prepotente di prima. Lei rimane sempre chiusa in camera e dorme quasi tutto il giorno, non mangia, non parla. Sembra essere diventata un fantasma. Ed io sono preoccupato da morire, perché non so come aiutarla.
Ho chiesto qualche consiglio a Keli, ma non è riuscita ad aiutarmi.
«Non è mai stata così male. Non so come poterla aiutare…» questa è la risposta che mi ha dato, guardandomi con quei suoi occhi preoccupati, che mi hanno fatto capire ancora di più la gravità della situazione.
Mi sento così piccolo, così inutile. Voglio che Letizia stia bene, ma non so cosa fare…
Spero solo che l’invito dei miei per cenare insieme stasera possa farla smuovere un po’…
Se potessi, prenderei il suo posto se questo potesse aiutarla a stare bene. Ma so che è impossibile una cosa del genere…
«Luke, ti prego, parla con lei, sei l’unico a cui dà ascolto.» mi chiede Keli riportandomi sulla terra.
«Ti sbagli. Ora come ora non vuole ascoltare nessuno.»
La bionda sospira e si alza avvicinandosi alla parete vetrata del salotto.
«Lei non si è mai fidata così tanto di una persona come si fida di te.» dice, facendomi battere forte il cuore. Letizia si fida così tanto di me?
«Luke, lei per me è come una sorella. Ogni volta che mi parla di te, le brillano gli occhi. Luke, tu sei la prima persona di cui lei si sta fidando veramente.»
Queste poche parole, tatuate una dopo l’altra nei miei pensieri, riescono a farmi prendere una decisione. Così mi alzo e vado al piano di sopra. Busso alla porta di camera sua, ma lei non risponde.
So che è sbagliato entrare in una stanza quando nessuno dice «Avanti.», ma ho bisogno di vederla, a tutti i costi, devo sapere come sta. Così entro piano e, dopo essermi chiuso la porta alle spalle, mi stendo sul letto accanto a lei.
«Per fortuna sei sveglia.» le dico, realmente sollevato di vedere i suoi occhi aperti oggi, occhi che però non sono quelli che sono abituato a vedere ogni giorno. Sono opachi, privi di quella vitalità che mi ha conquistato fin dalla prima volta che l’ho conosciuta.
Letizia si volta verso di me e, a vedere il suo viso ridotto in queste condizioni, sento una morsa al cuore che mi fa stare maledettamente male. Le sorrido e le scompiglio i capelli per allontanare questi brutti pensieri, poi mi alzo e prendo dall’armadio i primi vestiti che mi capitano a tiro.
«Ma cosa stai facendo?» chiede lei, con la voce forse un po’ impastata dal sonno.
Io le sorrido ancora una volta e le do i vestiti che ho preso.
«Fatti una doccia e vestiti senza fare tante storie. Gli altri ci aspettano giù tra un quarto d’ora.»
«Ma…»
La zittisco posando l’indice sulle sue labbra e guardandola a lungo.
«Andiamo a cena dai miei e sarà meglio che tu ti prepari in fretta.»
Spero solo che venga, ha seriamente bisogno di svagarsi.
Lei, per tutta risposta, mi guarda senza spiccicare parola, poi abbassa lo sguardo e mi rende tutto, per poi rintanarsi sotto le coperte.
«Scusa Luke, ma non me la sento di uscire.» dice piano.
Eh no, Letizia, non puoi non combattere così. Non è da te essere così priva di forze, priva di coraggio. Non sei tu in questi giorni ed io voglio che tu torni quella di prima.
Quella Letizia che adoro ogni giorno di più, quella Letizia che mi fa tenere spesso sveglio la notte sapendo che c’è solo una stupida parete a dividerci, quella Letizia che mi fa arrossire con un solo sguardo, quella Letizia che praticamente tutte le notti si presenta nei miei sogni, quella Letizia che mi fa battere il cuore a mille.
Sospiro, tornando con i pensieri sulla terra e le tolgo le coperte di dosso.
«Leti, devi uscire. Devi prendere una boccata d’aria. Non puoi restare così per sempre. E poi si tratta semplicemente di una sera, poi basta, Ma esci almeno per oggi da questa camera che, detto tra noi, puzza di chiuso.» le dico, cercando di sdrammatizzare un po’ la cosa.
«Non ce la faccio…» ripete.
Io però non ho intenzione di demordere. Così mi siedo davanti a lei e punto i miei occhi nei suoi.
«Solo per stasera.» dico di nuovo, accarezzandole la guancia e riuscendo finalmente a strapparle un sorriso di consenso. Così esco dalla stanza e scendo dagli altri con un sorriso enorme sulle labbra.
«Quel sorrisetto da ebete che ti ritrovi, caro Hemmo, ha appena confermato tutte le mie teorie, specie quella cosa che ti ho detto prima.» mi dice Keli sorridente. Le sorrido a mia volta e mi siedo, aspettando che Letizia scenda…
 
Qualche minuto dopo scende ed è come se fosse una visione. Era da troppo tempo che non stava con noi, e sentirla di nuovo nella nostra piccola famiglia mi fa une effetto strano, piacevole certo, ma strano.
«Ciao.» dice la mora, e Keli corre subito ad abbracciarla forte, bisbigliandole qualcosa e faccendona finalmente sorridere. Dio, quanto mi era mancato quel sorriso che, anche se ancora frenato un po’ dal dolore. Però sono contento di vedere che sta un pochino meglio.
«Vogliamo andare?» chiede Cal, impaziente ed irritato. Quando si tratta di mangiare, meglio evitare di farlo aspettare troppo. Però Mikey frena la sua impazienza tirandogli una manata sul braccio e provocando il divertimento generale.
Poi gli altri tre salutano Letizia uno ad uno e Keli li raggiunge. Anche Letizia si avvia, ma riesco a fermarla prendendole la mano e facendola voltare verso di me. Lei però abbassa immediatamente lo sguardo. Forse sono stato troppo impulsivo?
Però tutti i miei dubbi vengono chiariti quando sento che la mora mi stringe forte la mano.
«Andiamo.» mi dice con quel suo magnifico sorriso di nuovo sulle labbra. Annuisco, felice. Sono sicuro, sta migliorando. Deve tornare a stare bene ed io la aiuterò in ogni modo possibile.
 
Poco dopo ci ritroviamo davanti casa mia e suono il campanello. Ad aprirci è papà, che mi sorride.
«Oh bene, siete arrivati. Prego, entrate!» esclama facendoci entrare.
Appena sento l’odore di casa entrarmi nelle narici, mi rilasso. Tornare a casa è sempre un toccasana con il tipo di lavoro che facciamo. Che poi, casa dolce casa, è sempre vera come cosa.
«Che bella casa Hemmo!» esclama la bionda.
«E pensa che questo è solo il soggiorno.» le risponde il batterista, ormai completamente andato per quella ragazza.
Ad un tratto si sentono dei passi, e Ben e Jack, miei fratelli, fanno il loro ingresso.
«Finalmente ci presenti Letizia!» esclama Ben, ed io lo ucciderei con lo sguardo perché ho paura che attiri l’attenzione di…
«Letizia è qui? Posso conoscerla?» chiede mia mamma facendo il suo ingresso. Ecco, volevo che evitasse di conoscerla così si botto. Mi aspetto lunghi interrogatori da parte di quella donna.
Sospiro e, dopo aver preso Letizia per il polso, faccio le presentazioni, cosa che ho sempre odiato.
«Famiglia, lei è Letizia. Letizia, questa è la mia famiglia.»
E la mora fa una cosa che mai mi sarei aspettato. Arrossisce e sorride, quasi fosse imbarazzata. Ma che cappero, i miei mica mordono!
«È un piacere conoscervi.» dice, conquistandosi subito un sorriso da parte di mia mamma. Bene, le piace già da adesso. Posso stare tranquillo, forse…
«Io sono Liz, e loro sono Andrew, mio marito, Ben e Jack.» mamma finisce le presentazioni e, per fortuna, gli altri tre non fanno qualcosa di strano come loro solito.
Jack prende una chitarra e si rivolge alla ragazza. Oddio, quel suo sguardo lo conosco già. La domanda di routine partirà tra tre, due, uno…
«Ti prego, dimmi che conosci Iris dei Goo Goo Dolls.»
Lei che ha una maglietta di quel gruppo ultramegagalattico come potrebbe non conoscere quella canzone, che è pura poesia?
«Come non potrei non conoscerla? È la mia canzone preferita!»
Sorrido. Letizia non mi delude mai.
Però Jack fa una cosa che non ha mai fatto con nessun’altro, se non con la sua ragazza. Inizia a suonare quella canzone e, come se per lei fosse automatico, Letizia inizia a cantare, incantandomi con la sua voce ancora una volta.
Da come la canta però, sembra che ci sia qualcosa sotto, qualcosa che quella canzone sta facendo tornare a galla. Lo sento dalla voce, triste, incrinata, a volte un po’ insicura, però decisa anche a continuare ad andare avanti. Proprio come la ragazza che sta cantando, mettendoci tutto il cuore…
Quando la canzone finisce, Jack mi sorprende ancora una volta: stringe la mano a Letizia.
Ok, questa ragazza ha conquistato tutti in casa. E addio privacy.
Intanto gli altri presenti hanno iniziato ad applaudire, ed io mi unisco a loro, perché Letizia questi applausi se li merita tutti.
 
La cena è stata molto più bella e piacevole di quanto mi aspettassi. I ragazzi si sono divertiti parecchio, mentre io sono riuscito a passare un po’ di tempo con la mia famiglia. Ripenso ad un mese fa, quando sono venuto qui a cena prima che Letizia arrivasse. Era stata una serata come questa, che tra risate, battute e qualche rimprovero mi ha fatto dimenticare un po’ lo stress del lavoro.
Guardando mia mamma e Letizia sedute vicine a chiacchierare un po’, sorrido. Mi fa piacere che si siano trovate subito e che Letizia sia piaciuta ai miei. Ci speravo tanto ad essere sincero, anche se il motivo preciso ancora non lo so.
Ad un tratto Letizia si alza e con la coda dell’occhio noto la sua espressione, triste e pensierosa.
«È da tutta la sera che ha quell’aspetto. Va’ a parlarle.» dice Cal a bassa voce, attirando la mia attenzione.
«Perché io?»
Lui mi sorride e mi dà una pacca sulla spalla. «Perché tu sei l’unico che riesce a farla stare meglio.»
Ed è il secondo oggi a dirmi che per lei sono questo. Non li capisco, però sono preoccupato per lei. Automaticamente, mi alzo e le vado vicino per poi abbracciarla da dietro. Quando la sua schiena entra a contatto con il mio petto, mi sento mozzare il fiato ed il cuore inizia a battere veloce, molto più veloce. Però adesso non è il momento di pensare a queste cose.
Spero solo che parlando con me, possa stare meglio…
«Cos’hai?» le chiedo. Lei per tutta risposta sospira, ma non parla.
Ci riprovo. Lo so che sono insistente quando mi ci metto, ma sono troppo preoccupato. Spero solo che non c’entri ancora Nicholas, altrimenti non so che cosa potrei seriamente fargli.
La faccio girare verso di me e quando i suoi occhi incontrano i miei, mi sento morire. Sembrano neri da quanto sono opachi, spenti, tristi… Letizia, che cosa ti è successo?
«Lo sai che con me puoi parlare di tutto.» le dico. Perché vorrei tanto che si sfogasse con me, che si aprisse, perché tenersi tutto dentro fa sempre male, a lungo andare.
Lei sospira e poggia le sue mani sul mio petto, facendomi letteralmente esplodere il cuore.
«Quando avevo quattro anni, ho perso i miei genitori… Erano andati a in Italia per far visita a mia nonna materna… Non mi avevano portata con loro perché mi ritenevano troppo piccola per affrontare un viaggio lungo come quello… Solo che durante il volo di ritorno, l’aereo ha avuto un cortocircuito ed è affondato nell’oceano…»
Si ferma, ed io rimango spiazzato.
Non riesco a credere a quello che ha appena detto. Non è vero. Cazzo, non è possibile che la vita sia stata così ingiusta con lei. Questo, Nicholas. Ma andiamo! Non ci credo, non è possibile… Dio, mi dispiace così tanto!
Faccio per dirglielo, ma lei mi zittisce posandomi sul dito sulle labbra.
«Per favore, aspetta, non è tutto…» dice, poi prosegue a raccontare. «Da quel giorno la sorellastra di mio papà si è presa cura di me, solo che avendo anche ben quattro bambini a cui badare, a quattordici anni sono andata a vivere da sola nella mia vecchia casa per non darle ulteriori problemi a cui pensare. Rose, la mamma di Keli, spesso mi invitava a dormire da loro per lungo tempo, ed in un certo senso è stata lei la mia seconda mamma in quel periodo…»
Si ferma ancora una volta e riesco a notare che i suoi occhi man mano stanno diventando sempre più lucidi. Vorrei tanto dirle che non importa che continui, non voglio che stia male di nuovo. Un enorme senso di colpa si sta facendo strada dentro di me. Cazzo, l’avessi saputo, non le avrei assolutamente chiesto niente. Leti, non è obbligo che tu finisca il racconto. Non fa niente.
Faccio per dirglielo, ma lei torna a raccontare.
«Proprio in quello stesso periodo è iniziata la mia storia con Nicholas… Lui sapeva che ero orfana, sapeva come mi sentivo sempre un passo indietro rispetto agli altri che, bene o male, i genitori ce li hanno sempre avuti…»
Una lacrima le riga il viso e lei inizia a piangere, tanto, spezzandomi il cuore. No, Leti basta, non continuare più, non importa, non fa niente.
Però sono codardo, non riesco a trovare la forza di dirle di smettere. Anche se mi fa male vederla in queste condizioni, non riesco a trovare un modo per farla stare meglio. Ed il senso di colpa per averla fatta piangere con la mia insistenza si fa sempre più grande, fino a farmi mancare il fiato.
«Sai, vedendo te e la tua famiglia, mi è venuta nostalgia… Non hai idea di quanto mi manchino i miei genitori… Non poter condividere con loro la mia vita… È tremendamente ingiusto…»
Lei abbassa la testa e cerca di asciugarsi le lacrime, senza successo. Io non riesco a parlare, non riesco a dirle quanto mi dispiaccia, non riesco a buttar fuori tutta quella rabbia che provo nei confronti della vita che è così ingiusta, non riesco a dire niente per confortarla.
La abbraccio e la cullo un po’, l’unica cosa che possa fare adesso per aiutarla.




Letizia
Buon dì a tutti voi! Avete già iniziato la scuola? Io la comincio lunedì, ma mi credete che non ho per niente voglia? Uffa :'(.
Anyway gente, eccovi anche il capitolo con il POV di Luke sulla storia di Letizia. Spero sul serio che vi sia piaciuto :D.
Ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le preferite, le ricordate, le seguite! Grazie di tutto!
E ringrazio anche Jade_Horan, cliffordsjuliet, Hazel_, alexaval34, onedirectionaremydream, Live_for_read_write, Brooklyn_Baby, Marianne_13, ashton_irwin94, S_V_A_G per aver recensito lo scorso capitolo!
Grazie a tutti voi dal più profondo del cuore!
E adesso due AVVISI, mooolto importanti ;).
1 . Posterò il prossimo capitolo DOMENICA, perchè da lunedì a sabato ospiterò una ragazza austriaca, quindi mi sarebbe impossibile postare lunedì :P. Quindi, ripeto, posto DOMENICA ;).
2 . Nonostante l'inizio della scuola, continuerò a postare DUE CAPITOLI A SETTIMANA, come ho fatto fino ad ora ;), quindi non preoccupatevi per gli aggiornamenti. Che poi, se una promessa la faccio, la mantengo sempre, quindi potete stare tranquilli ;).
Detto questo, grazie ancora di tutto, siete MERAVIGLIOSI!!! Vi voglio veramente troppo bene! <3 <3 <3 A presto!
Un bacione grande grande, Letizia <3
   
 
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