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Autore: SmileRed    11/09/2014    4 recensioni
Leòn Vargas è uno dei ragazzi più sfigati del liceo. E' un ragazzo molto introverso, non parla e sta sempre per i fatti suoi. Viene spesso preso di mira dai ragazzi della squadra di basket e dalle cheerleader non sapendo di essere il sogno proibito di ognuna di esse.
Violetta Castillo è la ragazza più amata in tutto il liceo. E' la capo cheerleader, ha un carattere forte e deciso si può dire che sia una ragazza senza scrupoli.
Potrebbe mai nascere una storia d'amore fra questi due individui ?
[...]
"- Sai, amare è la cosa più bella che possa esistere, ma essere amati; è la completezza che avvolge l'anima inquieta. Ed è bello anche; poter con un sorriso ed un abbraccio esprimere tutto ciò che si custodisce nel cuore, tutto questo sai, non ha eguali. E ancora, poter con una stretta di mano sfiorare i brividi dell'emozioni altrui "è vivere" semplicemente vivere... poter sentire le carezze del cuore, mentre nella complicità appagante di un anima affine, si placa l'eterno uragano della lontananza "è melodia perfetta" che combina e sincronizza l'impercettibile sinfonia di un cuore colmo di felicità! Ho l'amore, semplicemente meraviglioso! Sai. -
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I corridoi erano deserti, gli armadietti riverniciati e il pavimento ripulito. Era strano vedere l'ambiente dove hai trascorso quasi tre anni della tua vita cambiare tutto d'un botto. Ma il fatto più strano era che non ci fosse nessuno, che la scuola fosse deserta. Che mi fossi persa qualche assemblea ? Il fatto stava che non ero mai arrivata in anticipo in vita mia. Non curante del fatto che gli armadietti fossero stati riverniciati mi appoggiai ad uno di esso passandomi una mano per il viso per poi farla scendere fino alla vita. Ero pensierosa. In quel periodo stavo cambiando in un modo radicale, dalla cheerleader senza pensieri con minigonna e coda di cavallo, ad una ragazza sciatta e pensierosa con leggings e maglie lunghe. Il motivo ? Beh non lo sapevo neanche io, era successo tutto all'improvviso un po' come l'amore, ti innamori di una persona senza neanche accorgertene e dovevo ammettere che era ciò che mi stava succedendo con Leòn. Il bacio non ha fatto altro che peggiorare le cose, il fatto che lui abbia avuto bisogno di avere un contatto fisico con le mie labbra mi ha in un certo senso reso felice; che lui potesse provare i miei stessi sentimenti ? Quello non lo sapevo ma doveva esserci una spiegazione non era possibile che un giorno qualunque qualcuno si possa svegliare con l'intenzione di baciare l'altro, beh Leòn era strano e con lui tutto era possibile ma questo era davvero improbabile.
- Ehi - sentì la sua calda voce rimbombare nel corridoio, alzai il capo e intravidi la sua figura in lontananza, questa volta indossava di nuovo i soliti jeans strappati e una felpa, diversa dalla solita perché quella era ancora in mio possesso.
- Ciao - sussurrai spostando lo sguardo sulle mie scarpe. Attraverso il rumore dei suoi passi capì che si stava avvicinando. - Scusa per ieri io non... - non gli diedi nemmeno il tempo di concludere la frase che gli poggiai un dito sulle labbra, rimasimo in silenzio per alcuni secondi quando finalmente presi coraggio ed avvicinai il mio viso al suo - Scusa per essere scappata - sussurrai prima di far combaciare le nostre labbra in un bacio passionale ma allo stesso tempo dolce, le sue labbra sapevano di burro cacao un po' strano per un ragazzo ma mi piaceva - Credo che oggi sia sciopero - sussurrò ad un soffio dalle mie labbra, sorrisi ed allacciai le braccia al suo collo - Meglio così - risposi per poi riavventarmi sulle sue labbra. - Vieni via con me - disse stringendomi fra le sue braccia - Nel senso di: Non tornare a casa - continuò posando alcuni piccoli baci lungo la mascella - è un invito ? - domandai stringendo il suo viso tra le mani - No è un dovere - ridacchiò per poi alzarmi il mento col pollice e baciarmi con dolcezza. - E dove mi porteresti ? -.  - A scoprire il mondo, o almeno Buenos Aires -.
Poco dopo ci ritrovammo a passeggiare per il parco mano nella mano. Diciamo che era tutto un po' strano, affrettato. Era una sensazione diversa, non avevo mai avuto una relazione romantica con: passeggiatine e bacetti di qua e di là, diciamo che con Diego avevamo solo ed esclusivamente rapporti intimi invece adesso con Leòn queste cose sembrano nuove come le sensazioni quando siamo vicini e quando ci baciamo.
- Ti va un gelato o un yogurt, un frullato ? Offro io, ovviamente - disse cingendomi le spalle - tu che preferisci ? -.  - Quello che preferisci tu -.  - Allora un frullato - risposi baciandogli la guancia.
- Sai Leòn, non credo di aver mai provato tutto questo - dissi giocherellando con le sue dita  - in che senso ? -.  - Nel senso che per me è tutto nuovo, è diverso - continuai - Anche per me è tutto nuovo ma non mi creo questi problemi, cerco di vivere al meglio questa situazione che duri o non duri - affermò continuando a fissare la strada, poggiai il capo sulla sua spalla e continuai a camminare. Forse Leòn aveva ragione, dovevo vivere al meglio questa situazione dovevo essere felice, Leòn era il punto giusto per ricominciare. 
- Cosa significa - domandai indicando il suo tatuaggio sulla parte interna del braccio - E' una lunga storia - sorrise baciandomi il capo - Beh ? Ho tutto il tempo -.  - Diciamo che è una storia abbastanza strana. Tutto era incominciato per un litigio con mia madre ma non un litigio qualunque uno di quelli pesanti. Senza tirarla per le lunghe scappai via, cercai di andare il più lontano possibile; non avevo voglia di parlare con nessuno. Mi fermai sotto un porticato e mi appartai sotto un telone di una macelleria, incontrai un senza tetto, mi domandò cosa ci facevo lì, cosa avevo combinato non so per quale giro di parole ci trovammo ad affrontare il concetto della parola vita. Gli domandai se aveva sfruttato tutte le occasioni che la vita gli aveva dato lui semplicemente mi rispose " Lo giuro ho vissuto " rimasi così colpito da quella frase che decisi di tatuarmela, ho scelto l'arabo perché rendeva tutto più significativo -.  - Fammi capire tu ti sei tatuato sul braccio una parola detta da un barbone ? - domandai ridacchiando - Si, e poi si chiamano senza tetto - rispose lui cominciando a dondolarsi facendo così dondolare anche me.
Il frullato alla fine non lo prendemmo eravamo troppo impegnati a passeggiare e a parlare della nostra vita, eravamo così diversi ma alla fine così uguali amavo il suo essere sincero, spontaneo e pacifico anche se sapevo che della sua vita non avrei mai saputo abbastanza non gli chiesi altro, una storia difficile e delle responsabilità troppo grandi per una ragazzo di diciassette anni i miei problemi a confronto dei suoi sembravano così insignificanti forse quella frase " Lo giuro ho vissuto " sarebbe stata adatta a lui, mi piaceva.
- A che pensi ? - domandò lui - Che devo restituirti la felpa - risposi stringendomi alla sua spalla, eravamo seduti su una panchina al parco centrale accoccolati come due bei fidanzatini, ammetto di non aver mai espresso il desiderio di trovare il principe azzurro e fare la ragazza sdolcinata ma con Leòn era diverso provavo piacere a stre con lui, a sentire il suo profumo e a bearmi tra le sue braccia, qualcosa stava cambiando.
- L'hai lavata ? -.  - Ma che domanda è questa -.  - Così mia madre evita di farlo - ridacchiò. - Posso farti una domanda ? - domandai osservando il suo volto - Sputa il rospo -.  - Perché ogni mercoledì dei uomini vengono a cercarti, perché ogni giorno hai sempre qualche livido nuovo -.  - Avevi detto una domanda. Comunque non credo siano cose da raccontare sono fatti miei e basta - il suo viso si fece più cupo, gli occhi persero la loro luminosità e il corpo si fece più rigido  - Va bene - risposi abbassando lo sguardo.


Ero stesa sul mio letto ad osservare il soffitto, inutile dire che ero particolarmente felice anche se avevo qualche preoccupazione; perché Leòn non ha voluto rispondere alla mia domanda ? Che fosse qualcosa di grave, beh speravo con tutta me stessa di no. Sapere che la persona con cui esci non è del tutto sincero con te non migliora le cose in un rapporto, stavamo insieme da poche ore ma era giusto confidarsi sin dal primo momento comunque avevo fiducia in lui e non avevo intenzione di lasciarmelo scappare. Adesso gli unici problemi erano Diego e Francesca per non parlare della reazione di tutti gli altri studenti. La capo cheerleader con " Il bel tenebroso " ovvero Leòn, ma avevo intenzione di cambiare tutto cambiare stile di vita e tra questo lasciare il posto da capo cheerleader la domanda di molti potrebbe essere: Lasciare il posto da capo cheerleader per poter vivere in pace la vita scolastica con il ragazzo che non va a genio a nessuno ? Una pazzia. Può sembrare strano ma si, avevo intenzione di farlo non per la relazione con Leòn quella passava in secondo piano ma per me stessa; non volevo più essere quella ragazzina viziata e presuntuosa che tutti conoscevano, non volevo essere più " Miss Castillo " volevo essere una normale studentessa magari anche sfigata volevo avvicinarmi al mondo di Leòn, era arrivato il momento di imbustare il completino da cheerleader e sciogliere la coda di cavallo, era arrivato il momento di entrare nel mondo dei " Normali esseri viventi ". Si era strano cambiare così da un momento all'altro proprio come la storia tra me e Leòn ma volevo farlo, volevo che tutti mi conoscessero come Violetta non come la capo cheerleader. Cosa sarebbe cambiato ? Che non sarei stata più io a lanciare i frullati in faccia agli altri ma sarebbero stati gli altri a farlo a me.
Sentì il cellulare vibrare sul comodino di fianco al letto, mi sporsi e allungando il braccio riuscì a prenderlo, lessi il numero sul display che segnava " Sconosciuto " così non risposi e lo lasciai squillare.
Non rispondevo mai a numeri sconosciuti semplicemente per risparmiarmi di ripetere sempre le stesse cose: " Non sono interessata, grazie ". Anche se il grazie me lo risparmiavo quasi sempre, diciamo che non amavo gli operatori telefonici ma poverini facevano solo il loro lavoro. Il telefono continuava a squillare incessantemente ma comunque decisi di non rispondere. Mentre poggiai il telefono sul comodino qualcuno bussò alla porta. Un tocco leggero che solo Angie riusciva a fare. - Entra Angie - urlai sistemandomi nuovamente sul letto. La porta si aprì e Angie con aria raggiante entrò in camera. Delicatamente si poggiò al mio fianco accanto al letto.
- Oggi era assemblea o sbaglio ? - domandò poggiando una mano sul mio ginocchio - Si, infatti sono andata a fare un giro in centro con le ragazze - risposi titubante - Ah... quindi non sei stata con quel ragazzo tanto carino, Diego - continuò
- Ehm... no, aveva da fare con suo padre - affermai; ci furono alcuni secondi di silenzio ma poi zia Angie riprese parola - Come va tra voi ? -.  - Usciamo -.  - E nient' altro ? Insomma per i corridoi siete così... come dire " Affiatati " -.  - Zia io credo che questi siano fatti personali - risposi giocherellando con l'elastico dei capelli - oh certo, si scusa. Vado di sotto, ti chiamo er la cena - disse imbarazzata per poi correre verso la porta e scappare via.
Un ticchettio alla finestra mi fece distogliere dai miei pensieri. Non pioveva, non grandinava e non credo che qualcuno lanciasse dei sassolini. Mi affacciai per controllare e ad un centimetro dalla mia faccia vidi Leòn intento ad arrampicarsi alla finestra. - Ma cosa ci fai qui !- esclamai sorpresa - Ti rispondo solo se mi aiuti - si lamentò lui rosso in viso per il troppo sforzo. Gli afferrai un braccio e con il suo aiuto cercai di tirarlo su, cademmo l'uno sopra l'altro un situazione un po' imbarazzante, insomma non eravamo mai stati così a " Stretto " contatto e poi se sarebbe entrato mio padre Leòn non sarebbe uscito vivo dalla mia stanza.
- Ehm... potresti alzarti - sussurrai poggiando le mani sulle sue spalle - Si scusa, hai ragione - si giustificò lui alzandosi in piedi. Quando fummo entrambi in piedi ci salutammo con un semplice " Ciao " eravamo entrambi imbarazzati e poi era comunque  il nostro primo incontro da " Uscenti " dopo quel pomeriggio.
- Cosa ci fai qui ? - domandai cercando di non guardarlo negli occhi - avevo voglia di vederti e siccome non rispondevi alle mie chiamate ho pensato di venire qui da te - si giustificò passandosi la mano sinistra sulla nuca. Sorrisi a quelle parole, sapevo che non era un sorriso normale, era un sorriso da ebete. Mi succedeva ogni volta che Leòn diceva qualcosa di carino e a farmelo notare era stato proprio lui, mi dispiacque ma almeno era stato sincero.
- Non sapevo che eri tu, ti avrei risposto ! - esclamai dispiaciuta - Penso dovremo scambiarci i numeri di telefono - scherzò appoggiandosi alla finestra. Dopo la sua battuta ci fu silenzio per almeno due minuti, lui stava osservando la mia stanza mentre io osservavo lui, avevo una gran voglia di baciarlo ma dovevo contenermi se qualcuno fosse entrato non saprei cosa sarebbe successo.
- Bella camera tua - cercò di attaccare bottone, senza nemmeno rispondergli corsi verso la porta e la chiusi a chiave, lui aggrottò la fronte osservandomi stranito mi avvicinai e gli cinsi il collo con le braccia. - Privacy - sussurrai sulle sue labbra. Un secondo dopo eravamo appoggiati al muro baciandoci appassionatamente - Se i questo momento sarebbe entrato mio padre non saresti uscito vivo - sorrisi - Meglio che non entri allora - continuò lui.
Ci staccammo solo quando entrambi avevamo bisogno di fiato. Aveva le labbra gonfie e rosse, i capelli scompigliati e la sua felpa era sopra la mia scrivania, un po' strana come situazione.
- Vilu, la cena è pronta - sentì mio padre cercare di aprire la porta, presa dal panico lanciai la felpa a Leòn e lo spinsi a scendere dalla finestra - Si papà sto arrivando - dissi sistemandomi i capelli. Salutai Leòn con un bacio, e si ci scambiammo i numeri di telefono. Tutto era andato per il meglio fortunatamente, ma questo devo proprio dirlo - Sono innamorata di Leòn Vargas -.




Angolo Autrice: Ciao a tutti ragazzi. Come avete visto son tornata con un nuovo capitolo, prima di tutto volevo ringraziare tutti coloro che mi hanno inviato messaggi e recensioni chiedendomi di continuare la storia, GRAZIE MILLE mi avete davvero reso felice. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto insomma forse è un po' affrettato anche perché tutto è successo così all'improvviso tra la storia tra Leòn e Vilu e poi i cambiamenti di Vilu, voglio sapere cosa ne pensate. Grazie mille ancora e alla prossima.
Baci, SmileRed.
  
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