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Autore: Kafeth    29/09/2008    0 recensioni
Una vita che sapeva di eternità è dura da lasciare. La paura di morire, di cosa ci sta dopo la morte, è grande. Ma quando la paura diventa terrore, spesso si fanno cose che non si vorrebbero. (la mia prima fanfic, spero gradiate :) )
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Anemone era già in Infermeria a guarire i malcapitati. Dopo l'assalto a Rafaga e Caldina oramai si era capito che Namok era arrivato sul pianeta, deciso a soddisfare la sua sete di potere.
I pensieri della ragazza non erano tranquilli...
Aveva assistito a tutta la scena dell'aggresione, e appena si era decisa a svegliare le altre ragazze sentì Namok reagire come se conoscesse Rafaga.
Eppure non è originario di Autozam? Passi per Lantis, che ha abitato li, ma qualcosa non va.

Clef sudava freddo sulla sedia. Le parole di Namok udite dalla finestra lo avevano sconvolto.
Lui , il più grande mago di Sephiro, il più saggio della corte, il grande mentore dei cavalieri magici, ora tremava come se avesse visto un fantasma.
750 anni di esperienza, di  studi e di virtù ora ridotte a un ragazzino tremolante su una sedia troppo grande. Perchè? Non capiva cosa lo avesse spinto a tanto.
Era come un incubo.

Anemone curò i due e uscì dall'infermeria, decisa a parlare con Clef, ma quando si avvicinò alla porta della stanza del mago, per qualche strano motivo non si apriva.
"Chiunque tu sia, non entrare, desidero essere lasciato da solo" Farfugliò debolmente la voce del mago dall'altra parte del muro.
"Clef sono Anemone, sono venuta per parlare con te"
"Per favore non venire, sono... stanco, molto stanco. Desidero essere lasciato in pace."
"Clef ti prego è importante"
"Per favore Anemone..."
Aveva paura, paura di affrontare la realtà.
Aveva tenuto nascosto tutto fino ad oggi. Fino al suo ritorno. Perfino a Emeraude non aveva detto niente.
La giornata di sole era bellissima, l'ideale per fare una passeggiata.

Anemone si era svegliata prestissimo per aiutare Caldina e Rafaga, sicchè Marina e Luce non erano ancora sveglie.
Quando si destarono trovarono Fuu pensierosa, mentre guardava fuori dalla finestra.
"Aaaaah che bella giornata!" commentò Luce appena sveglia, Marina invece quando si svegliò non disse una parola.
"Ehi Marina tutto bene?" disse Luce, notando che il malumore della amica glielo si poteva leggere in faccia.
"Beh, no..."
"E non ti va di parlare di ciò che ti turba?"
Una lacrima scese sul viso di Marina mentre si girava verso Luce. Erano ancora nel letto quando le si gettò addosso in lacrime.
"Ehi Marina che ti prende?" disse Anemone, preoccupata.
Umi continuava a piangere, continuava a aggrapparsi a Luce, continuava a non volerci pensare...
"Ragazze... non so che farei senza di voi... siete tutto per me..."
Luce ricambiò l'abbraccio e la tenne stretta fino a che non si calmò, mentre Anemone si era seduta sul bordo del letto e accarezzava la schiena di Marina.
"Io non riesco a smettere di pensare al sogno... lo so che è una scemenza, ma voi lo sapete... io... il mio amore... anche stanotte ho sognato una cosa simile, e ne sono tormentata..."
"Marina, non lasceremo che Clef muoia, ne tantomeno che tu soffra. Devi avere fiducia in noi, poichè siamo come sorelle. È dura da soli, ma noi 3, unite da un legame d'amicizia fortissimo, siamo insieme, e insieme supereremo gli ostacoli" Disse Anemone.

"È davvero lei? È tornata?..."
Tra se e se Lantis pensava a Luce... la ragazzina che aveva conosciuto 2 anni or sono che gli aveva fatto rinascere il cuore, che lo aveva fatto battere di nuova speranza, era tornata.
Salì sul suo ramo preferito, e guardò verso la stanza delle ragazze. Sperava di intravedere anche solo per un istante i capelli, il volto, una mano, qualsiasi cosa di lei, giacchè anche il solo sapere che la stessa aria era condivisa da entrambi gli donava felicità. Una felicità ritrovata dopo le sofferenze del tradimento di Aquila, dopo la morte di Emeraude, dopo una triste era in cun della ceneri della fenicèa Sephiro era rinato l'amore, la speranza, sia in lui che in tutti.
Ma in qualcuno la speranza era pronta a venir meno.


L'attaccamento alla vita, la paura della morte, il timore del nulla, tutto ciò creavano in Clef un miscuglio di tristezza e paura. Non si rendeva conto ancora di cosa aveva fatto, perchè lo aveva fatto. Un rischio enorme per coinvolgere qualcuno che non sarebbe dovuto entrarne a far parte, ne c'è mai entrato.
Iniziò a piangere. Era venuto meno a ogni insegnamento, ogni saggezza, ogni principio che lui portava con se nella sua grandissima posizione di Mago Supremo di Sephiro.

Anemone iniziò a cercare Ferio per tutto il castello.
Aveva una gran voglia di rivederlo
Specialmente aveva una gran voglia di mostrargli che aveva capito quanto lei tenesse a lui. Molto di più di un amico o di un parente, molto di più di una bambola dell'infanzia o di un ricordo... molto di più di se. Aveva capito che lo amava, e che probabilmente questa sarebbe stata la volta che non avrebbe sprecato nemmeno un attimo del suo tempo con lui in parole o discorsi inutili.

"AAAAAAIAAAAAAAA"
Ferio stava sistemando le aiuole della serra nel castello, quando per sbaglio nell'usare il seghetto si era tagliato sul dito.
"AAAAAIAAAAAAAA"
Aveva deciso di dedicarsi alla botanica, e di lasciar perdere per un pò la vita dello spadaccino avventuroso. D'altronde gli impegni di essere un principe lo trattenevano così tanto a palazzo che oramai il suo unico passatempo era diventato la cura per le piante.
Corse alla fontana al centro della stanza e bagnò il dito dell'acqua, che subito si tinse di rosso attorno alle membra di Ferio.
"Perchè Anemone non ci sta quando serve... ahia brucia!!!"

Abbassarsi a questi livelli...
Eppure lui non aveva mai fatto niente per se. Aveva rischiato la vita per Sephiro, aveva rischiato la vita per difendere il castello...
perchè pensare una volta tanto a se sarebbe dovuta essere una colpa?... d'altronde lui non era una Colonna, non aveva nessun obbligo di essere triste e solo come lo era Emeraude.
Aveva sacrificato la sua salute fisica più di tutti, ora potevano ripagare no?


"Lantis..."
L'unico uomo che la aveva fatta sognare, che la aveva fatta innamorare...
Luce non smetteva di pensare a lui, a quanto significasse per lei...
Fino a quel momento aveva passato la vita tra il kendo, la palestra e la scuola, e i ragazzi che la hanno voluta hanno trovato solo un muro che delimitava una strada verso un unico cuore.
Aveva rischiato di perderlo per Nova, aveva rischiato di perderlo contro Aquila, aveva rischiato e mai assaporato il piacere dell'amore e dell'esser donna. Un 'anch'io ti voglio bene' era così poco che non avrebbe colmato un cucchiaino.
Lei lo amava. Lo amava di un amore viscerale, che sradicava ogni altro pensiero. Ironicamente, sarebbe stato devastante per Sephiro se lei non avesse abolito le colonne..


Era davvero patetico. Clef ancora non si capacitava di cosa la paura lo aveva spinto a fare. Aveva una enorme paura.
Morire?
No. Era il suo nemico che doveva morire.
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Mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo.
Cmq Clef ora sta avendo dei sensi di colpa... per cosa poi? boooooooo XD.
Le ragazze ora sono davvero innamorate. Vogliono l'amore che non hanno avuto fino a ora perchè il dovere verso Sephiro le aveva chiamate.
Nel prox capitolo, un pò di romanticismo...


  
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