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Autore: Roly_chan    11/09/2014    4 recensioni
"Quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque.
Erano di un azzurro particolare, quasi blu e lei conosceva ogni loro sfumatura.
Sapeva che al sole diventavano chiari come il cielo, e al buio scuri come le acque profonde del mare.
Aveva avuto la fortuna di leggerne dentro il dolore, la sofferenza, la lussuria, la spensieratezza, la gioia, la determinazione, il gioco, la vita… la morte."
L'ultima battaglia contro Peter Pan è andata a finire nei peggiori dei modi e Emma cerca di affrontare il proprio dolore, con scarsi risultati. Ma in città arriva un nuovo individuo che assomiglia in maniera impressionante alla persona per cui la Salvatrice si sta penando.
Intanto nella Foresta Incantata la principessa Charming incontra il pirata Killian Jones.
Spero di avervi incuriosito e grazie a chiunque leggerà questa mia storia CaptainSwan.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emma odiava Colin McMeen.
 

Come si era permesso di illuderla in quel modo?
 

Farle credere che.. che Kill.. che lui fosse ancora vivo.
 

La bionda sospirò. Non riusciva nemmeno a pronunciare il nome.
 

Eppure la cosa era strana.

Come poteva essere così uguale?
 

Inoltre c’erano le parole di Mr Gold, che ancora gli ronzavano nelle orecchie: “ Niente succede per caso, miss Swan. Non ha ancora imparato a credere nel destino? “
 

Nemmeno Belle era stata in grado di estorcergli qualche spiegazione in più.
 

Fece segno a Ruby di portarle un’altra cioccolata calda con un pizzico di cannella.
 

Era rinchiusa nel Granny dalla sua apertura e non aveva intenzione di uscirne finché non le sarebbe venuta una buon idea per risolvere la situazione.
 

Erano le 4 del pomeriggio quando lo rivide.
 

Un silenzio carico di angoscia si impossessò dei pochi clienti nel locale e delle cameriere.
 

Emma era nel suo mondo, fatto di rimpianti e tenacia.
 

Fissava ancora la tazza vuota, quando gliela strapparono da mano e un’altra, piena e fumante, prese il posto della precedente.
 

<< Grazie Ruby. >> disse con voce piatta. Vuota.
 

<< Prego. >> rispose l’altro, che si rivelò essere proprio la sua nuova nemesi e grattacapo.
 

La bionda lo fissò, cercando di mascherare la fitta di dolore che provava al livello del cuore.
 

<< Posso? >> fece lui, indicando la sedia.
 

Lei annuì, poco convinta, ma allo stesso tempo desiderosa di passare del tempo con lo sconosciuto.
 

Una parte di lei sperava ancora che in realtà Colin fosse Killian.
 

Magari voleva farle solo uno scherzo.

Falle rendere conto quanto anche lei ci tenesse.

O forse aveva perso la memoria.
 

Ma sapeva come erano andate le cose, l’aveva visto morire con i suoi occhi!
 

<< Volevo scusarmi. >> proruppe l’uomo, grattandosi l’orecchio sinistro.
 

<< Per cosa? >> chiese la Salvatrice, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel piccolo gesto.

Aveva anche i suoi stessi tic…
 

<< Per l’altro giorno. E’ chiaro che vi ricordi una persona cara e non sono stato per niente un gentil uomo. >>
 

<< Non devi preoccuparti. E’ solo che.. siete come due gocce d’acqua. Per caso hai fratelli? >> indagò lei.
 

<< Ne avevo uno, una volta. Purtroppo è morto in guerra. >>
 

Emma ingoiò il magone che le si era formato in gola.
 

<< Se non sono indelicata.. come si chiamava? >> insistette.
 

<< Liam. >>
 

La bionda si alzò di scatto, facendo finire la sedia a terra.

I capelli le coprivano completamente la faccia e aveva i pugni così stretti da sentire le unghie graffiarle la pelle.
 

Bofonchiò uno ‘scusami’ e corse via.
 

Non poteva essere. Era impossibile!
 

<< Emma! >> si sentì chiamare, ma questo non fermò la sua corsa verso il maggiolino giallo.
 

Invano cercò di infilare le chiave nella serratura.
 

Chiavi che le caddero da mano quando Colin la costrinse a girarsi.
 

La tenne premuta contro l’auto e stringeva i polsi dell’altra con entrambe le mani.
 

<< Parlarmi, ti prego. >> la supplicò.
 

I suoi occhi blu la stavano implorando, più di quanto non avessero fatto quelle tre parole.
 

Swan lo fissò a bocca aperta, con un’aria completamente smarrita.
 

Poteva confidarsi? E se questo avesse peggiorato le cose?
 

Magari gli era stato dato una seconda possibilità.

Un’altra vita dove non era un pirata che aveva sofferto le pene dell’inferno, ma un semplice insegnante con una vita serena.
 

Per una volta, voleva essere lei a salvarlo.
 

<< Tu.. tu mi ricordi una persona a me molto cara. Mi ero illusa che potessi essere lui, ma mi sbagliavo. >>
 

Cercò di fare il suo sorriso migliore, quello più rassicurante.

Ma Colin non ci cascò nemmeno per un secondo.
 

La lasciò andare.
 

Emma era certa che avrebbe dovuto combattere di più per convincerlo, però per qualche ragione, lui non indagò oltre.
 

Si scusò per essere stato così insistente e se ne andò.
 

“Meglio così.” Pensò la bionda.
 

Almeno questa volta si erano potuti salutare.
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Dopo aver sconfitto Peter Pan, il resto del viaggio procedette senza intoppo.
 

La polvere fatata, che Trilly aveva conservato per tutto quel tempo, finalmente era servita a qualcosa e ce ne era ancora in sufficienza.
 

Su tutta la nave però, regnava un silenzio carico di tristezza e amarezza.
 

Nessuno aveva il coraggio di scendere sotto coperta e vedere come stava Emma.
 

Henry voleva andare, ma Regina glielo aveva proibito.
 

Aveva già assistito a troppo dolore e omicidi per la sua tenera età, vedere anche un corpo morto, il corpo morto di un conoscente, sarebbe stato davvero troppo.
 

Neal, Snow e Charming avevano provato a starle vicino, ma la Salvatrice aveva cacciato via tutti.
 

Era chiaro che volesse stare da sola. Sola con lui.
 

Così, dopo averla aiutata a stendere Hook sul suo letto, se ne erano andati, con qualche lacrima.
 

Swan non sapeva che fare.
 

Era da diverso tempo che gli accarezzava prima i capelli, poi la guancia, poi la mano.
 

Avrebbe potuto farlo prima.
Avrebbe potuto renderlo felice.
Avrebbe potuto dare ad entrambi la felicità.
 

Invece, li aveva condannati.
 

Non era stata in grado di salvare lui, ne di salvare se stessa.
 

Come Salvatrice faceva davvero pena.
 

La sua forza, che le aveva permesso di uccidere Pan, le era nata dal dolore.
 

Ogni volta, la sua magia usciva fuori solo quando soffriva.
 

Faceva schifo anche come frutto del vero amore.
 

E ora, cosa avrebbe dovuto fare?
 

Sapeva che lui avrebbe voluto essere gettato in mare.
 

Ma lei voleva trovare un modo per farlo ritornare..
 

<< Killian.. cosa devo fare? >> domandò, con un sussurro, non aspettandosi nessuna risposta.
 

<< Emma. >> la voce di suo padre, la fece sobbalzare.
 

<< Siamo arrivati a Storybrooke. >> l’avvertì, avvicinandosi a lei con cautela, e con calma le mise una mano sulla spalla.
 

<< Non voglio lasciarlo andare. >> disse con voce tremante la bionda.
 

Stranamente, in quel contesto, preferiva parlare con suo padre.
 

Sapeva che era nata una sorte di amicizia fra i due.

David l’avrebbe capita.
 

<< Io sono certo che vi rincontrerete. Ma non puoi tenerlo incatenato qui. >>
 

Quelle due semplici frasi, bastarono a convincere Emma.
 

C’era un qualcosa che le diceva che era vero: loro si sarebbero rivisti, non poteva finire così.
 

Ci sarebbe riuscita: l’avrebbe riportato da lei.
 

Si alzò da quella poltroncina e si abbassò quanto bastava per far sfiorare le sue labbra con quelle del pirata.
 

<< A presto, Killian. >> sussurrò, per poi baciarlo.
 

Durò tre secondi, poi qualcosa accadde.
 

Sentì come una scarica elettrica e, per un attimo, sperò che quel bacio l’avrebbe fatto ritornare in vita, ma invece accade un qualcosa di inaspettato: il corpo di Captain Hook scomparve.
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In quel momento Emma riusciva a tollerare più la Regina Cattiva che Hook.
 

Seduti intorno a un tavolo rettangolare, lui aveva insistito per sedersi vicino a lei, nonostante le sue parole cattive e acide.
 

L’altra li guardava con aria annoiata e sbuffando, mentre faceva battere a ritmo le sue lunghe unghia lacate di nero.
 

<< Ora basta! Non sono venuta qui per vedere questo insulso siparietto! >> tuonò.
 

Aveva una voce autoritaria e intensa, e questo bastò a far zittire gli altri due.
 

Emma aveva sentito di lei attraverso i racconti dei suoi genitori e della sua tata, ma nessuno era stato in grado di descrivere appieno la sua bellezza.
 

La bionda si pentì di non essersi data una ripulita.
 

Aveva notato come il resto della ciurma aveva guardato lei e poi la regina.
 

Si sentì un po’ invidiosa e umiliata.
 

Lei, nonostante fosse più giovane, sfigurava di gran lunga.
 

L’unico che sembrava immune al fascino della mora era proprio Hook.
 

Il senso di colpa doveva avergli offuscato la vista.
 

<< Peter Pan è uno degli esseri più potenti al mondo. E’ più forte di me, di quella megera di mia madre e di qualsiasi essere magico di mia conoscenza. >> proruppe subito Regina.
 

<< Non mi fermerà di certo questo. >> disse seria la bionda.
 

<< Lo spero. Peter Pan si trova a Neverland, da quello che si sente in giro, voi già ci siete stato lì. >> continuò la mora, riferendosi al pirata.
 

<< Aye. E ne sono uscito solo perché quel piccolo demonio me l’ha permesso e con non pochi sacrifici. >>
 

<< Come possiamo fare per arrivare in questa terra? >> domandò la principessa.
 

<< Con un fagiolo magico, ma ho già provato. A quanto pare il farabutto ha fatto un qualcosa per non farsi trovare, per questo ci serve altro. Una bussola magica. >> spiegò la regina.
 

<< L’unica bussola magica che conosca è in possesso dell’ultimo gigante. >> disse l’uomo.
 

<< Bene. Mentre voi vi occuperete di questo, io proverò a convincere qualcun altro ad affrontare quest’assurdo viaggio verso Neverland. >> concluse la mora, alzandosi.
 

Emma avrebbe voluto replicare, ma non ebbe il tempo di formulare nemmeno una parola che la Regina Cattiva scomparve in una nuvola di fumo nero.
 

La principessa e il pirata fecero come stabilito.
 

Arrivarono nell’Enchated Forest, scalarono la pianta di fagioli, sconfinsero il gigante e presero la bussola.
 

Non era stato facile, soprattutto per il rapporto ancora freddo e burrascoso fra i due.
 

Nonostante Hook più volte aveva provato a iniziare una qualche conversazione, la bionda lo bloccava.
 

Era stata perfino tentata di farlo rimanere su quella pianta.
 

Ma poi vedeva con quanta energia e volontà stava davvero tentando di aiutarla.
 

Questo non la faceva di certo dimenticare che era tutta colpa sua.
 

Era sera, da diverse ore erano riusciti ad aquisire quella dannata bussola d’oro, e da diverse ore avevano avuto un’altra discussione.
 

La giovane Charming era appoggiata a un parapetto della nave e guardava davanti a lei, mentre un leggero venticello le scompigliava i capelli e la faceva rabbrividire un po’.
 

Sentì qualcosa sulle sue spalle, e si accorse che si trattava della lunga giacca del pirata.
 

Senza tanti complimenti se la scrollò di dosso.
 

Lo sentì sospirare, afflitto e scocciato.
 

<< Solo perché siete arrabbiata con me, non dovete prendervi un malanno. >> la rimproverò lui.
 

<< Se ascoltaste il mio piano, potrei comprirmi con i miei indumenti. >> replicò l’altra.
 

<< Emma. Pensi davvero che i tuoi genitori me la farebbero passare liscia? Se sei tu la prima che vorrebbe vedere la mia testa su un piatto d’argento! >>
 

<< Facciamo un patto. Se tu ci aiuti a salvare Henry, non ti verrà torto un capello, nemmeno al tuo equipaggio. Devi però portare nel nostro viaggio anche i miei. >>
 

<< E perché dovrei fidarmi? >>
 

<< Prova qualcosa di nuovo, tesoro. Si chiama fiducia. Me l’hai detto tu meno di 7 ore fa! >>
 

<< Touché. Ma il mio equipaggio non verrà con noi. Per anni e anni nessuno mai ha pensato all’ammutinamento, riportarli su Neverland potrebbe scattenare qualche strano pensiero. >>
 

Emma annuì.

Poi si abbassò e raccolse il giaccone del pirata, offrendoglielo.
 

L’altro però le passò oltre, mettendole per un secondo la mano sulla testa, scompigliandole un po’ i capelli.
 

La principessa lo guardò allontanarsi, con aria corrucciata, mentre indossava la giacca.
 

Il giorno dopo, attraccarono al porto del regno dei Charming.
 

Stranamente, i suoi genitori erano già lì, in compagnia della Regina Cattiva!
 

Emma scese di corsa dalla nave, gettandosi fra le braccia di David e Snow.
 

<< Siamo stati così in pena per te. >> disse la madre, con le lacrime agli occchi.
 

<< Come facevate a sapere del mio arrivo? >> chiese la bionda.
 

<< Regina ci ha avvertito di tutto. Stavamo per venire noi, ma poi abbiamo visto una nave avvicinarsi e Regina l’ha riconosciuta. >> spiegò il padre.
 

La donna, sentendosi nominare, si avvicinò alla famiglia.
 

<< Allora? La bussola? >> chiese spazientita da tutte quelle sdolcinate cerimonie.
 

<< Presa. >> disse fiera di sé, la principessa.
 

D’un tratto il re, prese la figlia e la nascose dietro di sé, sguainando la spada.
 

<< Tu! Vile farabutto! >> tuonò e si scaraventò contro il nemico.
 

Emma, stretta nell’abbraccio della madre, si accorse dopo qualche secondo che il “nemico” era Hook.
 

Il pirata si stava limitando a parare i colpi, mentre faceva segno ai suoi di non intervenire.
 

Poteva essere la volta buona per separarsene.
 

A breve sarebbero sopraggiunte le guardie e li avrebbero sbattutti tutti in galera.
 

Lo osservò e lui spostò per un attimo lo sguardo dal re, per guardarla.
 

Sapeva di meritarsela una fine del genere.

Piena consapevolezza e rassegnazione c’era nei suoi occhi.
 

Quel breve attimo di distrazione, permise a David di attaccare con più forza e, infine, toglierli la spada dalla mano.
 

Emma intervenne. Non ci pensò un secondo a liberarsi con la forza dalla madre e correre verso il re.
 

<< Basta! La lezione gli è servita. Vuole solo aiutarci! >> urlò, mentre strattonava il padre.
 

<< Tesoro, ma cosa dici? Questo pirata ti ha rapito, è tutta colpa sua. >>
 

<< E’ vero. Ma tutti meritano una seconda possibilità. >>
 

David era confuso dal comportamento della figlia, e la cosa non gli piacque per niente.
 

Ma l’accontentò.
 

Così, dopo aver preso le giuste riserve di viveri ed essersi assicurati che l’equipaggio della Jolly Roger sarebbe stato trattato con rispetto, Killian Jones fece salire i suoi nuovi compagni di avventura.
 

Regina lanciò il fagiolo in mare.

Emma teneva stretta nelle sue mani la bussola, pensando solo a Neverland.

Hook girò il timone e si catapultò nel vortice che si era aperto.
 

La principessa fu costretta ad aggrapparsi al braccio del pirata, se non voleva cadere giù.
 

Tutti avevano gli occhi chiusi, mentre l’acqua li schizzava solamente.
 

Un rumore assordante era l’unica cosa che si sentiva e aumentava sempre di più, finché si sentì uno schianto e poi la calma.
 

Aprirono gli occhi e d’avanti a loro si presentò la spaventosa Neverland.
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Salve a tutti! Ecco il nuovo capitolo che spero vi possa continuare a piacere!
Il prossimo sarà l'ultimo e ci saranno tutte le risposte! In questo vediamo un nuovo incontro fra Emma e Colin, ma soprattutto la morte di Killian. Che... scompare! Che fine avrà fatto?
Inoltre anche nel mondo delle favole, i nostri eroi partono per Neverland, pronti a salvare Henry.
Voglio ringraziare tutti coloro che continuano a seguirla, mi meraviglio sempre di quanto successo stia avendo questa storia.. quindi grazie di cuore!
A fra una settimana! c: 

  
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