Ed eccoci all’ultimo capitolo.
Non so se considerarlo un triste
addio o un “finalmente”, davvero, perché è stata una gran bella sfida.
Ringrazio davvero di cuore tutte
le persone che hanno messo tra le seguite, ricordate, preferite questa storia,
chi ha commentato e anche chi ha solo letto.
Ringrazio ovviamente la mia beta,
_Eterea_, senza la quale sarei persa
E ringrazio per la sua amicizia
Dora, alla quale è dedicata questa storia
Un bacio
Mi distruggerai
Mi distruggerai, mi distruggerai
E ti maledirò finché
avrò vita e fiato
Mi distruggerai, mi distruggerai
Tu mi hai buttato
nell’abisso di un pensiero fisso…
- Frollo – Mi distruggerai – Notre Dame de Paris
- Ehi! -
- Ehi. -
- Mi ero
dimenticata la borsa, sono in ritardo, credo… -
- Te l’ho
messa lì, sul banco. -
- Grazie,
davvero! -
- Di
nulla, tranquilla. -
- Che ci
fai seduto lì a terra? -
- Niente,
pensavo a… niente. -
- Abbiamo
i corsi di approfondimento fra poco… -
- Lo so.
-
- Ho
capito… beh, io vado. Mi raggiungi? -
- Sì. -
- Qualcosa
non va? -
- Non sto
molto bene. -
- Fisicamente?
-
- No. -
- Vuoi
parlarne? -
- Voglio
stare da solo. -
-
Andiamo, nessuno vuole stare da solo. -
- Beh, io
sì, va bene? Non seccarmi, raggiungi i tuoi amici, va’
al corso, fai quello che vuoi, ma vai via, per favore. -
- Cosa hai fatto al viso? Hai gli occhi lucidi. -
- Nient- Niente! Va’ via. -
- Guardami
in faccia. Ehi, guardami. -
- Non
voglio. -
- Come
non vuoi? -
- Vuoi
andartene? Non voglio guardarti. -
- Si può
sapere che ti succede? -
- Sei
seccante. Non ti ho fatto niente, ora vattene. -
- Sai che
c’è? -
- Che
vuoi ancora? -
- Mi dai
fastidio. -
- Cosa? -
- Sei
insopportabile, sei freddo, non riesco a capirti. Mi dai fastidio. -
- Allora
che aspetti? Vattene. -
- Perché
sei così cattivo? Non riesci neanche a guardarmi in faccia, ma che ti ho fatto?! -
- Che mi
hai fatto? Che mi hai fatto, mi chiedi? -
- Che
hai? Perché ti sei alzato? -
- Vuoi
saperlo, giusto? Sei rimasta qui, hai insistito. -
- Sì, sì,
l’ho fatto, voglio saperlo. -
- Ti sto
guardando. Sei contenta? Ora ti sto guardando in faccia -
- Ti stai
avvicinando trop… -
- Ti amo.
-
- Cosa? -
- Ti amo.
-
- C-Cosa hai detto? -
- Ho
detto che sono innamorato di te. -
- No, aspetta, io… -
- Sì, ti
amo! -
- Ti
prego, dimmi che stai scherzando, non mi piacciono quando fanno scherzi così di
cattivo gusto… -
- Non sto
scherzando. -
- Che
cosa ti aspetti, adesso che lo hai detto? -
- Niente.
Non è mica quel ti amo dolce, romantico, quello che ti fa sorridere come un
ebete appena lo dici, quello che precede una tua risposta commossa ed
emozionata ed un lungo bacio. -
- No? -
- No. E'
quel ti amo insopportabile, fastidioso, sono quelle due parole che si fanno
spazio ad unghiate pur di essere pronunciate, e tu non
puoi fare altro, perché se non lo fai esplodi! -
- Sei
agitato. Io non… -
- Non ho
avuto scelta! Ho aspettato due anni per dirtelo. Due anni in cui ogni volta che
ti vedevo - Dio, ogni dannata volta! -
rischiavo di urlartele in faccia, quelle due parole. Dovevo dirtelo, prima di
arrendermi. -
- Arrenderti?
-
- Arrendermi.
-
- … -
- Smettila.
Ti prego, smettila. -
- Di far
cosa? -
- Di
essere così. Così fredda, così indiffer…
-
- Non
dirlo. Non osare. Non dire quella
parola. -
- Non lo
sei? -
- Non lo
sono. -
- Dimostramelo.
-
- Non
posso. -
- Perché
non puoi? Dimmi perché. -
- Perché
fa male. Perché a momenti non respiro. Perché, dannazione, vorrei dirtelo,
vorrei dirti davvero… -
- Cosa? Dirmi cosa? -
- Che non
devi arrenderti, maledizione! Non sono indifferente,
non lo sono, va bene? -
- … Neanche
a me piacciono questi scherzi. -
- Non sto
scherzando. -
- Te lo volevo dire da così tanto…
-
- Non ne
potevo essere sicura. Non potevo. -
- Credi
che tutto questo sia sicuro? Credevi di poter formare una corazza e non
soffrire? -
- No. Sì.
-
- E
adesso? -
- … -
- Parla. Mi stai distruggendo. Parla. -
- Credo…
di dover andare. Sì, devo andare. -
- Un’armatura
e una via di fuga. Hai il cuore coraggioso.-
- Smettila,
per favore, è difficile… -
- Per te?
Per te è difficile? Dimostrami di non essere indifferente. Dimostramelo. -
- Non
posso. -
- Non
vuoi. -
- No, non
posso. -
- Guardami
in faccia. -
- Perché…
perché adesso sorridi? Stai ridendo! -
- Perché
adesso quella che volta la testa sei tu. Mi dai fastidio, non riesco… com’è che
hai detto? Non riesco a capirti, sei cattiva. -
- Ti
diverti, davvero? Oh, sì, divertente! -
- Stai
sorridendo anche tu! -
- Lo
ammetto. -
- Credi
ancora di dover andare? -
- No, non
credo. -
- E
allora, dai, dimostramelo. -
- Tre
anni. -
- Tre
anni cosa? -
- Tre anni che tu distruggi me. Io so
recitare meglio, però. Non te ne sei mai accorto,
vero? -
- Io…
distruggere te? -
- Tu
silenzioso, tu che non mi guardi, tu che non mi sorridi, tu che non mi dai
neanche un’occasione per parlarti, tu che se mi avvicino scappi. Credevo non mi
sopportassi. -
- Non
sopporto quello che provo. Non te. -
- Non
sopportavi. -
- Non
sopportavo. Giusto. -
- E io mi sono sempre fatta vedere sorridente, ho sempre finto
di ignorarti. -
- Quando
ti voltavi, mi giravo io. -
- Credevo
di poter costruire intorno a me uno scudo. Qualcosa che mi rendesse così felice
fuori da non far notare quanto in realtà io… -
- Tu? -
- Fossi
sola, credo. Non lo so. -
- E
adesso cosa credi? -
- Credo
che avrei sofferto comunque. Perché quando le altre persone non vedevano, non sorridevo.
Non ci riuscivo. Quindi la scelta è pensare che farà
male, e scappare, e sapere che farà male e provarci comunque, anche solo a
dirlo. A dirtelo. -
- Dirmi
cosa? -
- Lo sai.
-
- Dillo
comunque. -
- Non
arrenderti. Non sono fredda, non sono indifferente. Ti prego, non arrenderti. -
- Sono le
stesse cose che hai detto prima. -
- Sì. -
- Con un
significato diverso. -
- Sì. -
- Hai
sofferto molto, ad ammetterlo? -
- E’
stata una liberazione. -
- Non ti
hanno fatto male, questi tre anni? Vedere che ti
evitavo? -
- Non ti
hanno fatto male, questi due anni? Io che sorridevo a
persone che non eri tu? -
- La
risposta è la stessa, vero? -
- Lo
spero. -
- Anche io. –
Dram