Trailer sul tubo! By: Kath
Porti alla bocca
il cucchiaio carico di cereali e sgranocchi rumorosamente.
Hai dormito
malissimo e pochissimo, ti senti distrutta e hai anche un principio di mal di
testa che potrebbe farti crollare. Di nuovo.
«Hai un aspetto terribile.»
Sebastian si siede al tuo fianco posando una tazza di caffè sul tavolo,
avvicinando un bicchiere d’acqua ai tuoi cereali.
Cerchi di
ignorarlo, ma lo osservi con la coda dell’occhio agitare una bustina e poi
aprirla e farne scivolare il contenuto nel bicchiere che ti ha porto.
«Analgesico.»
Dice schiccherando la busta e poi sorridendo verso te. Incroci le braccia al
petto e sollevi un sopracciglio verso di lui.
«Che vuoi?»
Chiedi senza un minimo di gentilezza.
«Che prendi
questo.» Dice mettendoti in mano il bicchiere. «Tanto avevi finito, no?»
Osserva la tua tazza mentre tu fai schioccare la lingua contro il palato.
«Sì.» Ti sistemi
sulla sedia e porti il bicchiere alla bocca. «Lo bevo solo perché voglio
evitare di lavorare con il mal di testa.»
Affermi prima di bere il contenuto tutto d’un fiato.
«Lo so.» Concede
Sebastian porgendoti poi una bottiglietta da mezzo litro e riprendendo a bere
il suo caffè.
«Sei diventato
un infermiere?» Domandi con fare scettico, riempiendo il bicchiere di nuovo.
«Te l’ho detto
che sarei stato bravo.» Abbozza un sorriso.
«Molto più bravo
in questo che in chiedere scusa.» Dici prima di bere di nuovo.
«Touché.»
Sorride disteso e si posa allo schienale della sedia. «Meglio?»
«Dagli il tempo
di fare effetto.» Rispondi, ma lui muove un dito fra te e lui. «Credi che basti
un’aspirina per farti perdonare?»
«No, ma spero
sia un primo passo.»
«Sempre la
risposta pronta. Non lo sopporto.» Ti lamenti poggiandoti anche tu allo
schienale e massaggiandoti le tempie mentre lui si stringe nelle spalle.
«Sono fatto
così, che vuoi farci?» Dice divertito.
«Possibile che
siate tutti così tranquilli?» Chiedi guardandolo e poi distogliendo subito lo
sguardo verso di lui.
«Siamo attori.»
Spiega con calma sorseggiando il caffè. «Sappiamo nascondere le nostre emozioni
se vogliamo.»
«Comodo.» Dici
bevendo un sorso direttamente dalla bottiglia. «Ma triste.»
«Preferiresti
vedermi disperato?» Domanda, ma non ti lascia il tempo per rispondere.
«Vorresti vedermi con il cuore distrutto, strapparmi i capelli o peggio, per
cerca…» Dice con un tono lamentoso.
«Sei un
imbecille.» Lo interrompi e tuo malgrado ti scappa un sorriso che nascondi
subito.
«Lo sai.»
Inclina il volto e ride guardandoti. «Ed ho anche visto il sorrisetto.»
Aggiunge divertito indicando la tua bocca.
«Ti odio.»
Replichi cercando di risultare sostenuta.
«Io odio sapere
che hai pianto.» Dice in un tono così serio che ti fa perdere un battito.
«Si nota tanto?»
Chiedi coprendoti gli occhi con le mani.
«Niente che un
po’ di trucco possa coprire.» Ti rassicura.
«Almeno questo è
facile da risolvere.» Sussurri.
«Tutto è
facile.» Dichiara prima di alzarsi nello stesso istante in cui lo fai tu.
«Evitando i
problemi come fai tu, sì.» Gli fai notare punta sul vivo.
«No.» Ti ferma lungo
un corridoio. «Se la smetti di preoccuparti di quello che vogliono gli altri e
pensi a quello che vuoi tu, è facile.» Scuote la testa e si morde il labbro
inferiore prima di tornare a guardarti. «Ma non lo capisci? Ѐ semplice.»
«Illuminami.»
Sbotti allargando le braccia.
«Due ragazzi
vogliono stare con te. Uno ti ha conosciuta adesso e ha capito che ragazza
splendida sei. L’altro lo ha sempre saputo, ma è stato troppo idiota per
capirlo e ti ha già lasciata sfuggire, due volte.» Spiega con un tono divertito.
«La seconda sei
fuggito tu.» Lo rimproveri guardandolo negli occhi e poi abbassando il volto,
in attesa.
«Già. E devo
smetterla di pentirmene ogni volta che il mio sguardo incrocia il tuo e tu lo
rifuggi come hai fatto adesso.» Dice posando una mano sul tuo mento. «Sappiamo
bene entrambi che tu sai cosa vuoi. Abbi il coraggio di seguire il tuo cuore.»
Il suo pollice si muove dolcemente lungo la tua mascella. «Lo puoi fare.
Staremo bene.» Abbozza un sorriso.
Non riesci a
rimanere arrabbiata con lui. Non ce l’hai mai
fatta. Lo conosci troppo bene per sapere che si è comportato in quel modo solo
per cercare di tutelarsi e non metterti fretta. Ha sempre saputo che hai tuoi
tempi e che ti spaventi molto di più per conseguenze che pensi che possano
accadere piuttosto che per la realtà dei fatti. Sei sempre stata certa di non
riuscire a trovare una persona che potesse capirti come fa lui da anni. Forse è
proprio per questo che sei sempre tornata indietro. Era una specie di segreto
fra voi, un modo di capirvi e di vivere tutto vostro.
Annuisci
lentamente senza allontanare la sua mano dal tuo volto. Non lo distanzi neanche
quando una lacrima raggiunge il suo palmo e lui si avvicina facendoti posare il
volto contro il suo petto. Una parte di te ha paura di quello che avete,
l’altra ha paura di perderlo.
«Va tutto bene.»
Dice dolcemente.
«Come no. Con
Chris abbiamo complicato tutto, tu ti allontani…» Replichi contro la sua
maglietta, lasci che le sue mani carezzino la tua schiena.
Non sai cosa
vorresti sentirgli dire. Se sarà sempre pronto ad aspettarti o se ha deciso che
non ne può più di tutti i tuoi pensieri.
«Non fingevo
quando ti ho detto che sono tuo amico.» Dice e ascolti la sua voce rimbombare
nel petto. «Lo sarò sempre. Qualunque decisione prenderai.»
A quelle parole
scoppi a ridere e piangere contemporaneamente mentre permetti che le sue
braccia ti stringano ancora di più.
***
Ho avuto un solo dubbio mentre scrivevo questo
capitolo, sto rendendo tutto troppo semplice? Ma alla fine mi sono risposta di no.
Alla fine se con una persona si ha un bel rapporto e si prova un grande affetto
si riesce a mettere una pietra sopra tante cose (parlo per esperienza
personale, sì). Spero di essere riuscita a spiegare bene i pensieri di Elsa. Ѐ
stato decisamente il capitolo più difficile fra quelli che ho scritto finora.
Un abbraccio
Cos
Ps. Vi ricordo il gruppo mio e di Aine su
Faccialibro: Blame it
on the words