Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Revan    11/09/2014    3 recensioni
"Altre gabbie, più grandi, più dorate, avvolte attorno alla scatola che era la sua cameretta di bambina terrorizzata, si stagliano da sempre attorno a Elsa, inimmaginabili."
L'immaginazione sfonderà tutte le gabbie, strapperà l'involucro sottile della pelle e le poserà un paio d'ali sulle spalle. E' ora di partire.
Genere: Malinconico, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Hans
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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03. un ballo
Grazie a chi legge e a chi recensisce!
Avvertenze essenziali qui in alto, per i blabla (utili ma chilometrici) vi rimando a fondo pagina:

1. è un ballo, e come tale ci vuole musica: probabilmente si tratterebbe di un Valzer, ma a me piace di più immaginarlo con questa: https://www.youtube.com/watch?v=phmz9uRG4E8

2. il raiting si è alzato per... ragioni. Signor Walt, se puoi, perdonami, perché ho molto peccato.

03. Un ballo

[età adulta]




La sala da ballo vortica di gonne, i tacchi degli stivali ritmano energicamente la danza. La musica e lo schiamazzo dei ballerini è talmente forte da far oscillare impercettibilmente i cristalli dell'enorme lampadario.
Tonde gocce di cera cadono sulle teste e gli abiti degli invitati, che non se ne danno minimamente pensiero: è occasione di scherzi da parte degli uomini, di risolini da parte delle donne.
La danza si insinua a onde larghe per tutta la sala, anche tra i divanetti sempre più gremiti e i capannelli addossati alle pareti: i servitori in nero fendono sinuosi la folla, sottili e silenziosi, riempiendo bicchieri e raccogliendo quelli caduti. Alcuni uomini hanno appena trascinato sulla terrazza un invitato troppo ubriaco per reggersi sulle proprie gambe.
Prima di sparire tra le tende ha urlato: Lunga vita alla Regina!, accennando un brindisi a cui chi assisteva ha risposto con uno scoppio di risa.
Le dame sedute a fianco di Elsa borbottano qualcosa; lei si limita a guardare fissamente la sala, senza prestare minimo ascolto alla conversazione.
E' molto tardi, ma la festa è ancora viva: vede qualche coppia venire assorbita ridacchiando dal buio del giardino, nonostante fuori scrosci una pioggia torrenziale.
C'è un'afa spessa, l'odore dolciastro di sudore e profumi da duecento franchi.
Elsa richiama con un cenno un servitore: sorseggia lentamente il bicchiere di nuovo pieno. Da dietro l'orlo guarda i sorrisi e i visi paonazzi delle gentildonne appese al braccio di altrettanti gentiluomini sfilare davanti a lei.
Sanno, pensa.
Tutti sanno e aspettano solo un passo falso.
Appena a un divanetto di distanza da lei, attorniata dalla sua propria corte, sta la vera regina della serata, la festeggiata: in taffetà grigio a ricami dorati, gli occhi color acciaio sorridenti del trionfo, siede l'amante di suo marito.
La festa, che inaugura da sempre la stagione estiva nel maniero dei Westergaard, è stata posticipata dal Re unicamente perché lei potesse parteciparvi, di ritorno da un viaggio in Germania.
E' una donna matura, dell'età di suo marito: la loro relazione -come l'aveva informata una lunghissima lettera di Anna- è sopravvissuta a due matrimoni di lui, e certo non c'è da aspettarsi che il terzo, dichiaratamente di convenienza, con la sovrana di un insignificante regno tra i fiordi, possa scalfirla in alcun modo. Nemmeno se la terza moglie è la Strega delle Nevi in persona.
Lunga vita alla Regina!
Elsa immagina gli sguardi di tutta la sala trafiggerla, inchiodarla ai cuscini del divano, sezionarla con mormorii di scherno che guizzano d'orecchio in orecchio, di risolino in risolino.
Viva la Regina!
Hanno scommesso, si dice. Sono venuti per vedere uno spettacolo: vogliono vedere se la strega farà calare un nuovo inverno o se davvero ha il ghiaccio nel cuore.
Lo sforzo di non lasciare trapelare che una patina di formale educazione l'ha irrigidita sul posto. Sente il sudore appiccicarle l'abito alla schiena.
Persino Hans, a inizio serata, già circondato di giovani dame al tavolini dei liquori, l'aveva fissata sfacciatamente sorridendo, il bicchiere alzato in un muto brindisi di buona fortuna.
Lunga vita alla regina!
Elsa sente l'aria farsi sottile sottile attorno a lei, come il principio di uno svenimento. Si alza improvvisamente scusandosi con un filo di voce: Siete sicura di sentirvi bene, Maestà? Volete che si facciano portare i sali? Volete essere accompagnata, volete un aiuto, povera cara? Volete...
Le voci delle gentildonne suonano mielate, colano sul suo orgoglio ferito come sale.
Sto bene, grazie. Ho solo bisogno di un po' di... di... scusatemi...”
Elsa oltrepassa silenziosamente la corte ridente della Regina di fatto, l'unica maestà rimastele è nelle movenze.
Procede in mezzo alla folla rispondendo debolmente agli omaggi; si ferma sul bordo della pista da ballo, ed è davanti alla calca ondeggiante, colorata, viva, nel mezzo della sala rischiarata a giorno gremita di gente che pensa: non ho un posto in cui fuggire.
Rimane immobile ai margini della pista, col bicchiere vuoto ancora in mano, premuta da tutte le parti da gomiti gonne schiene.
Poi, il suo sguardo fisso registra, oltre le teste dei ballerini, la figura imponente del Re. E' con una strana leggerezza che le pare di portarsi fino a lui, di salutare l'ammiraglio con cui sta conversando e di chiedergli in prestito il marito per un ballo.
Re Mark si accomiata con un sorriso divertito; le toglie il bicchiere e la conduce mano nella mano tra i danzatori.
Inchini da ogni parte mentre procedono.
La musica è fortissima, la pioggia ha spalancato di botto una finestra e ha bagnato alcune dame.
Risate tutt'attorno.
Elsa si ripete, come in sogno, la scoperta improvvisa: Non c'è un posto in cui possa scappare.
Sei bellissima stasera, mia cara” le dice il Re trascinandola con sicurezza nell'unduettrè.
Le sue mani sono calde contro i guanti gelidi di Elsa; lei si lascia cullare dal dondolio della danza. Se lui la lasciasse andare in quel momento, è sicura che continuerebbe a volteggiare come una foglia, leggera tanto leggera nella sala piena.
Ma re Mark la tiene salda a sé, elegantissimo in alta uniforme e radioso di gioia.
Sentendole le spalle tremare, la stringe ancora più forte al suo petto.
Hai visto mio nipote?” le domanda spensierato all'inizio del secondo movimento.
No...” mormora Elsa, un po' trasognata. “Solo a inizio serata, al tavolo dei liquori.”
So che ti cercava.”
La Strega delle Nevi, la Viceregina, guarda la sala piroettare attorno a lei; il lampadario è a picco su di loro, disegna iridescenze volubili sulle balze delle gonne e sulle mostrine.
Impossibile. Era... in compagnia.”
Mi sarò sbagliato, allora”, e il Re sorride come chi la sa più lunga.
A fine danza gli applausi avvolgono la coppia reale.
Il Re le bacia galantemente il dorso della mano; come da manuale le domanda se vuole concedergli un altro ballo.
Elsa ringrazia altrettanto educatamente, e scusandosi torna a sedere.
Il chiasso la avvolge.


*


Lascia pure la luce.”
Come volete, Altezza. Buona notte.”
Si è lasciata scartare dall'abito come da un'armatura.
Ripone i guanti in un cofanetto. Lo specchio getta lame d'oro sul pavimento.
Infine, se ne sono andati tutti, sparendo con le giacche tirate sulle teste nelle sagome delle carrozze tamburellate dalla pioggia.
E' tardi. Mancano poche ore all'alba, ma Elsa non ha sonno. Solo, una grande spossatezza le indolenzisce le ginocchia.
Guarda a lungo il letto vuoto con le coperte perfettamente tirate; il buio ha inghiottito gli angoli della stanza, mescolato al freddo.
Eppure, non me l'aspettavo così.
Il pensiero non è rivolto a nulla in particolare, non alla donna in grigio, non alla festa, non al suo matrimonio.
Non me l'aspettavo così”, dice agli oggetti della scrivania, per sentire che effetto fa detto con la sua voce.
Altre gabbie, più grandi, più dorate, avvolte attorno alla scatola che era la sua cameretta di bambina terrorizzata, si stagliano da sempre attorno a lei, inimmaginabili. Hanno sbarre sorridenti educate che sembrano cantare in coro Lunga vita alla regina!, e torreggiano su di lei, la stringono, ed Elsa non ha mai pensato, non ha mai immaginato, non...
Io non credevo che... non immaginavo... io...”
Il tremore delle spalle fa precipitare le lacrime sul suo petto. Elsa piange e ogni respiro è un tremito.
Sta così a lungo, mentre la pioggia scema; ormai è solo un picchiettio sui vetri.
Improvvisamente, Elsa si alza, quasi si getta sulla scrivania. Un foglio, subito, e una penna, l'inchiostro caracolla nel boccetto.
Anna.
Se Anna fosse qui, se Anna ci fosse, se Anna... lei sa il modo, lei lo sa, lei trova ogni strada, se Anna sapesse... Anna.
Elsa fissa con occhi liquidi la carta di lettere.
Anna è all'ottavo mese: se le arrivasse un semplice Vieni, non esiterebbe a precipitarsi, lei e i suoi nove chili di bambino in grembo.
Il respiro si è fatto quieto.
Mio marito si scopa la donna che ama da sempre è persino più ridicolo di Vieni.
Elsa si lascia scivolare sulla sedia, ripone lentamente la penna.
Chiude gli occhi e sente la stanchezza come drenarle i sangue. Fa freddo.
Non ho più un posto in cui fuggire, Anna, pensa. Mi hanno presa, finalmente. Io non credevo proprio che la vita fosse così... -e qui il pensiero sfuma.
Si sente leggera come mentre ballava con suo marito.
Io sono sola.
Si corica.
Fuori, un tuono lontano, poi un altro e un altro e...
La pioggia tamburella sulle sue palpebre chiuse. Dilava i pensieri, la trascina dolcemente nel sonno.


*

E come un miraggio, il suo castello.
Le colonne di ghiaccio sfolgorano perfettamente lucide proprio come allora, il sole incendiato contro la neve del picco.
Tutto è immobile.
Quando posa il primo passo sul ponte non si sente nulla: anche i suoni sono stati congelati.
Sale lentamente, dietro di lei lo strascico si allunga come un sogno a coprire la scalinata.
Elsa vede il proprio riflesso guizzare sugli scalini: è quella di allora, altrettanto giovane.
E' un richiamo lontano, un ricordo incastonato nella montagna. Lo guarda farsi sempre più vicino, riempire il cielo dei suoi pinnacoli.
Il portone si apre senza un rumore.
Ogni cosa è identica ad allora, se non che al centro della sala sta un trono dallo schienale altissimo. E' ricoperto di pelli, e su queste Hans.
Elsa lo lo scruta immobile; da lontano, un gorgogliare lento di sangue nelle tempie.
E' come allora, come il giorno della sua incoronazione: la giacca bianca, le mostrine lucide, i guanti, gli stivali.
I suoi occhi verdi la guardano come non hanno mai fatto, mentre si accomoda sulle pelli per mostrarle meglio quanto sia nudo dalla vita in giù.
Al cenno di avvicinarsi, Elsa obbedisce.
Non riesce a smettere di guardarlo; indugia sul cazzo eretto tra le cosce bianche di marmo.
Sono così vicini, improvvisamente.
E' giovane, tanto giovane con gli zigomi arrossati e i capelli fiammeggianti, così bello...
Il piacere è languido come una malinconia quando lui allunga una mano per carezzarle un seno.
Elsa lascia andare il respiro che non sa di avere trattenuto.
Si ritrova nuda tutto d'un tratto davanti a lui, in piedi tra le sue ginocchia divaricate.
Sospira ancora, e questa volta le mani sono due, e la stringono forte, la toccano da farle male, ma non ha alcuna importanza; posa le sue sul dorso di quelle di lui, a incoraggiarlo.
Hans la guarda con gli occhi inscuriti dalla voglia mentre continua a toccarla ovunque ed Elsa ha il respiro spezzato solo per quello sguardo.
Una mano scivola lungo il suo fianco, la arpiona dietro al ginocchio, e lei si trova in braccio a lui, i sessi che sfregano piano, le dita affondate nella carne del suo culo.
Il respiro la bocca la lingua di lui è contro il suo seno, tutto è talmente caldo così caldo solido che Elsa si aggrappa affannata contro le sue spalle gemendo piano e lui sfrega tutta la sua lunghezza sulla sua fessura in un movimento estenuante, lento che... che...
La prende forte mordendole la spalla e il piacere è caldo oh così caldo e dolce da far male.
Sente i propri respiri rotti, un singulto soffocato nel collo di lui.
Si puntella sulle braccia di Hans per cercare di andargli incontro, per inseguire il ritmo folle dei suoi fianchi, ma lui la afferra per i polsi con un ringhio e la tira nuovamente contro il proprio petto; la bacia mordendole le labbra, lei risponde tutta lingua dolce molle arrendevole, i gemiti di entrambi mescolati coi respiri, con...
Gli occhi di Hans sono scuri e le labbra rosse lucide; se la stringe al petto quando la fa venire, accarezzandole delicatamente i capelli mentre le mormora con dolcezza oscenità che lei non riesce a capire. La culla sopra di sé finché anche lui non viene e tutto attorno trema si dissolve il freddo cala e svapora sui loro corpi liquidi di piacere così caldi così-

Elsa si sveglia di soprassalto.
Il cuore le martella nel petto nel collo nella figa, e la luce dell'alba entra rosata dalla finestra.
Con le dita un po' tremanti si trova completamente bagnata.
Ricade sui cuscini e ascolta il battito farsi sempre più quieto.
Il baldacchino del letto matrimoniale è pieno di ombre azzurre.
Tra tutti, proprio Hans.
Elsa contempla straordinariamente calma il sogno, soffermandosi sui particolari più osceni. Ogni eccitazione è svanita mentre elenca tutti gli attributi di Hans: quasi omicida, nipote e ora uomo di fiducia di suo marito, ex principe, ex prigioniero.
Ha degli occhi molto belli, però, si trova a pensare prima di soffocare una risatina quasi isterica.


***



Sarete confusi e vi capisco: si tratta di una fanfiction frammentaria, che non vuole raccontare una storia per filo e per segno, e per questo molti anelli di congiunzione degli eventi sono completamente saltati. Se l'incompletezza della storia vi infastidisce, me ne dispiaccio, ma non ho intenzione di scrivere altrimenti.
Fornisco qui, per chi è interessato, una visione più complessiva della vicenda:
All'età di 25 anni, messa alle strette da ragioni politiche, Elsa sposa re Mark Westergaard, lo zio più giovane di Hans. E' un uomo maturo (ha passato i 50 anni) di genio politico e militare; ha alle spalle due matrimoni e due figli maschi. Ha preso in moglie Elsa per convenienza, nonostante abbia un'amante storica, una donna di corte senza alcun titolo.
Re Mark odia quanto Hans il ramo principale dei Weestergaard, perché, in quanto ultimo dei figli cadetti, ha dovuto subire delusioni continue. Poco dopo il matrimonio con Elsa, riesce ad avere la meglio in campo politico sui fratelli di Hans, che ora governano le Isole del Sud; forte della vittoria, oltre a convenienti concessioni commerciali, ottiene la scarcerazione di Hans per umiliarli e per servirsene come consigliere.
Elsa si ritrova in una corte straniera, con un marito che non ama e non la ama, una donna che la scalza di fatto dal suo ruolo di regina e il suo quasi assassino.
All'epoca dell'episodio raccontato in questo capitolo Elsa e Hans non provano odio né amicizia l'uno nei confronti dell'altra, tacitamente hanno deciso di seppellire il passato. A volte conversano assieme e questo è quanto.

E ora, veniamo alle vere e proprie note (i lamenti e le scuse) dell'autrice:

1. Debbo scusarmi in ordine sparso con: il comitato genitori, la Walt Disney Company, i lettori e la mia coscienza. Mai scritto scene erotiche, e che la prima sia proprio su personaggi di un cartone animato fa un effetto... lurido, ecco.
E poi mi scuso per lo stile: è volgare, ma vi assicuro che non l'ho fatto per ostentazione di oscenità! Semplicemente, trovo ridicole le trite perifrasi per indicare tutto ciò che concerne la sfera sessuale, e non ho la fantasia né la voglia di trovarne di migliori. La scena poi vorrebbe essere simbolica di una condizione esistenziale repressa al limite, che trova sfogo solo nella fantasia più rozza, non essere erotica nel senso di “eccitante”. Scusate ancora l'orrendezza, ma proprio non sono riuscita a fare di meglio u____u

2. Il ballo. Grrr. Che odio. Una fatica immane per cercare di catturare il macello che di solito c'è alle feste. Volevo dimostrare che anche nell'1800 ci sapevano fare in quanto a sballo xD Ma l'atmosfera ancora non mi convince.

3. Non c'entra e non ve ne frega nulla, ma lo dico lo stesso: ho scritto la scena incriminata mentre ascoltavo "Inverno" di Vivaldi. E la cosa, non so per quale ragione, ha dell'esilarante e del grottesco al contempo.

Grazie per avere letto (non c'è bisogno che vi dica che recensioni e critiche sono più che ben accette)! Alla prossima!
  
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