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Autore: Roxanne98    11/09/2014    4 recensioni
E se Beyond Birthday tornasse a cambiare il corso della storia?
"Lei lo guardava incapace di rispondere,completamente immobilizzata dallo spavento e nella posizione che gli impediva di cacciargli un altro pesante colpo allo stomaco per scansarlo.
-Le tue labbra profumano di marmellata di fragole,Misora-san."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, L, Naomi Misora, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco che si era ritrovata nuovamente sola a ciondolare stancamente per la cucina, dopo che aveva trovato un ottimo compromesso per far riposare il killer di Los Angeles prima che tentasse ancora di uccidersi.
Infondo, lui era come un bambino. Lo era anche L, ma B era un bambino che si gettava costantemente nel pericolo, e che ne usciva stranamente sempre incolume. O quasi.
L invece aveva un immenso riguardo per la sua vita, tanto che non aveva mai fatto vedere il suo volto tranne per il caso Kira, neppure a lei stessa, con la quale aveva lavorato parecchie volte.
Non sapeva neppure perché continuava a difendere B, ma era come se in quel momento della sua vita,  Naomi Misora sentisse il disperato bisogno di trovare qualcosa che la motivasse, che la spingesse a vivere.
Quando guardava gli occhi di Beyond Birthday, lei vedeva una luce, qualcosa che nei suoi non vedeva più da tempo.
Era cominciasse ad essere interessata ai suoi comportamenti bizzarri e tutto il resto.
E questo la inquietava.
Ormai  la notte era passata, e si faceva spazio un’altra giornata grigia, ancora più vicina al Natale.
Troppo vicina.
La sua atmosfera natalizia consisteva in un killer in casa, L che la chiamava ogni tanto quando B faceva un omicidio troppo confusionario, e il suo ragazzo che era completamente sparito da quando lo aveva chiamato.
Ormai era passato un intero giorno, e Raye non si era mai trattenuto fuori tutta la notte.
Era preoccupata. Lo chiamava, ma non le aveva risposto una sola volta.
Cosa sta succedendo?
-Ah, Misora.  –fece B,attirando la sua attenzione.
-Mh?
-Sai.. quanto ho visto il tuo ragazzo, ho letto sotto al suo nome la data di ieri.
-Non dire stupidaggini, Ryuzaki! Questo vorrebbe dire che è..
Naomi Misora spalancò gli occhi e rimase perplessa. Non sapeva se credergli, dopotutto, da quando si fidava di Beyond Birthday?
-Sai una cosa, non ho intenzione di credere a una sola parola che esce dalla tua bocca.
-Stavo solo cercando di aiutarti, Misora-san. –si scusò, tornando seduto e abbassando lo sguardo.
-Grazie, non ho bisogno di aiuto. E del tuo meno che mai.
Beh, ma allora perché non risponde?
-Senti, io vado alla centrale. Devo accertarmene. Pensi di riuscire a non ucciderti finchè non torno?
-Non posso prometterlo.. –rispose a voce bassa, non cogliendo affatto il sarcasmo di lei.
Non gli rispose, ed uscì chiudendo a chiave la porta.
Se aveva quel dubbio, adesso doveva liberarsene subito.
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-Ascolti, sono Naomi Misora, lavoravo nell’FBI. –disse frettolosamente mentre riprendeva fiato per la corsa. Tirò fuori il distintivo e lo mostrò all’uomo all’entrata della centrale.
-Le serve qualcosa?
-Devo.. devo sapere se negli ultimi giorni sono morti degli agenti dell’FBI qui in Giappone.
-Sta scherzando? Sono morti tutti! –L’uomo le mostrò sullo schermo del pc la lista degli agenti uccisi.
Misora la scorse velocemente sudando freddo,sperando con tutta sé stessa di non trovare quel nome.
Raye Penber.
Ed ebbe un colpo al cuore.
-La ringrazio. –rispose con voce spenta, e tornò fuori quasi barcollando.
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Naomi Misora passò praticamente tutto il pomeriggio chiusa in un bar.
Raye, l’uomo che amava con tutta sé stessa era appena stato ucciso da Kira, e lei non aveva potuto farci nulla.
E non riusciva ancora a crederci.
Sentiva che sarebbe successo, ma non voleva pensare che sarebbe accaduto davvero. Avrebbe voluto che quella fosse rimasta soltanto un’ipotesi, un’inutile e falsa ipotesi, e invece la sua realtà era cambiata del tutto.
Cosa le restava adesso?
Naomi, devi essere forte.
Diede un grosso morso alla fetta di torta che si era fatta portare per ingoiare le lacrime insieme a quel boccone.
B aveva ragione.
Ad un tratto, la suoneria del suo cellulare prese a squillare ed asciugandosi le lacrime con le dita lo afferrò per rispondere.
-Buon pomeriggio, Misora.
Riconobbe quella voce immediatamente.
-Salve, L.
-Ho saputo del decesso del suo fidanzato Raye Penber, mi rincresce moltissimo. –disse con tono calmo, tanto calmo da non sembrare umano.
-Ti ringrazio.
-Non ho intenzione di sembrare inopportuno, ma vorrei che lei lasciasse da parte il dispiacere del lutto. Le chiedo di incontrarmi domattina, devo parlarle di alcune cose. Pensa di poterci essere?
-D’accordo.
-Bene.
L era l’essere più geniale della terra, ma lei pensava che fondamentalmente, lui fosse soltanto molto solo. Non era di certo abituato a stringere amicizia con le persone, e tantomeno quello svitato di Beyond Birthday, o i successori di L, il quale unico scopo era struggersi per tentare di eguagliare la sua immensa grandezza.
Sospirò e realizzando che non avrebbe smesso di piovere almeno fino al mattino seguente, decise di correre fino a casa sua sfidando la morte, riparandosi dalla pioggia battente con un volantino omaggio sulle lavatrici che le avevano regalato per strada, e che aveva allegramente portato con sé per tutto il giorno.
Girò la chiave e posò di fretta la borsa sul pavimento, come anche il giubbotto inzuppato e le scarpe, correndo poi ad infilarsi le sue meravigliose e accoglientissime pantofole.
-Bentornata, Misora-san! – esclamò prontamente B con un ampio sorriso sul volto,seduto con le gambe al petto sul divano.
La donna in risposta bofonchiò qualcosa di incomprensibile e decise che era tempo di tirare fuori le pentole e affrontare la preparazione di qualcosa di commestibile, se non voleva rischiare di morire di fame.
Dopo una buona mezz’ora, riuscì a dare vita ad una specie di brodo verdastro con dentro qualcosa che somigliava a delle verdure tagliate, ma che tutto sommato aveva un sapore sopportabile.
Riempì un piatto per lei e uno per Ryuzaki, e sedendosi accanto a lui glie lo porse.
B prese il piatto tra le mani, e osservò prima lei, poi la brodaglia verde, e poi nuovamente lei. -Senti Misora-san… stai cercando di avvelenarmi?
Non si spiegò perché, ma in quel momento l’ex agente non poté fare altro che sorridere.
-Se non te la senti di mangiarlo, hai tutta la mia comprensione.
Senza pensarci due volte, il povero Beyond Birthday posò la zuppa sul tavolo, e prese in cambio una gigantesca tazza di caffè, dove si mise a gettare zollette di zucchero una dopo l’altra.
Il killer si sedette nuovamente sul divano, coi piedi nudi posati sulla stoffa anche se fuori si gelava, e ovviamente, le ginocchia strette al petto. Si mise ad ascoltare attentamente la televisione già accesa da un pezzo, dove nel frattempo avevano iniziato a trasmettere il notiziario.
Altre vittime di Kira.
Ultimamente, non facevano altro che leggere intere liste di criminali deceduti nei modi più strani, uno dopo l’altro, giorno dopo giorno.
-Misora-san.. –la voce di B interruppe quel silenzio, e quella volta, Naomi Misora gli fu quasi grata per averlo fatto.
-Sì, Ryuzaki?
-Avevo ragione, non è vero?
Lei non rispose. Si strinse ancora di più in sé stessa e perse lo sguardo nel vuoto.
Lui rimase ad osservarla, coi suoi occhi rossi e col pollice tra le labbra.
B non poteva dirsi di certo un esperto di relazioni umane, eppure quella volta intuì come Misora dovesse sentirsi in quel momento.
Lentamente alzò una mano e glie la poggiò sulla spalla, accarezzandola avanti e indietro con una delicatezza che Misora non pensava che B potesse avere.
Lei si voltò incerta verso di lui, e ancora, non disse nulla.
Pochi secondi dopo,si decise a cacciare quei pensieri via dalla testa facendogli la prima domanda che gli balenò in mente.
– Di’ un po’ Ryuzaki, hai qualche idea su Kira?
 Dopotutto, era da tempo che voleva sapere l’opinione di B su quella faccenda.
-Di certo non riuscirò mai a scoprire qualcosa se rimango tutto il giorno chiuso in casa tua.
-Mi sembra che tu non abbia altra scelta, però..
 -Beh, potrei utilizzare un travestimento.
-Qualcosa tipo un impermeabile, un cappello e degli occhiali da sole?
-Misora-san, non dimenticare i baffi finti. – Lo disse con una serietà da far paura, guardandola fisso con quegli occhi immobili che parevano di vetro.
-Ovviamente. – Lei sorrise, assecondandolo. -Perciò tu sei convinto che indossando queste cose la gente non ti riconoscerebbe?
-Beh, non potrebbe vedere il mio volto perciò sono sicuro al 45,3 % che nessuno mi riconoscerebbe. Anche se temo… -abbassò lo sguardo, e con tono perplesso continuò –temo che sia impossibile per me trovare un killer di questo tipo. Non possiedo una lista di indagati, né le informazioni della polizia. Credo che non riuscirei a fare altro che un buco nell’acqua. E poi, non mi interessa nulla di Kira.
-Allora ti arrendi? Non ti importa più superare L? –Ryuzaki parve ragionarci su con sguardo molto concentrato.
-Misora, sai perché volevo superare L?
-Illuminami.
-Perché… vedi, io volevo dimostrare di non essere la copia di L, ma di valere almeno quanto lui. Soltanto che… beh,pare che io non ci sia riuscito. Infondo, ho deciso di superare L diventando quello che sono diventato. Non mi pento di quello che ho fatto, ma adesso non posso cambiare il mio passato. In più, credo di non aver potuto fare altrimenti perché io credo che la morte viva dentro di me.
Naomi Misora lo ascoltava con estrema attenzione,cercando di decifrare l’espressione dei suoi occhi amaranto. La sua voce era triste e spenta, e per un attimo sentì come se le dispiacesse per lui, come se avesse voluto fare qualcosa per vederlo felice, anche per un singolo attimo. Ma in quel momento, Misora realizzò che lei stessa per prima, aveva dimenticato l’ultima volta che era stata realmente felice.
B continuava ad accarezzarle la spalla, e senza accorgersene, o quantomeno senza farne accorgere a Naomi Misora, prese a scendere la mano sul suo braccio e poi sulla mano sottile di lei, che strinse nella sua.
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Naomi Misora passò l’intera notte senza chiudere occhio, senza riuscire a fermare le lacrime scendere dai suoi occhi.
Stringeva il cuscino e piangeva, pensava a Raye e urlava.
E in quel preciso momento, Beyond Birthday stava seduto con le ginocchia al petto sul divano del salone, al buio.
Guardava fisso fuori dalla finestra, mentre leccava con estrema attenzione gli ultimi residui di marmellata dal barattolo.
-Misora-san…
Lui sapeva quando Naomi Misora sarebbe dovuta morire.
Vedeva quella maledetta data ogni volta che la guardava, per colpa dei suoi occhi da Shinigami.
Eppure, non poteva vedere la sua.
In quel momento Beyond Birthday decise che sarebbe stato lui a stabilire la data della sua morte, e se il suo destino fosse dovuto andare in modo diverso, allora lui lo avrebbe cambiato.
-Ahahahahah! No,così non va bene… forse andrebbe meglio in questo modo… kyahahahaha! Uhm… sì,direi che va meglio.
-Kyahahahahaha! –rise ancora. –no..no, potrei svegliare Misora-san, forse dovrei fare più piano.. –sussurrò. –kyahahahah!- rise allora, stavolta con un filo di voce, e si alzò dal pavimento, diretto verso la camera da letto dell’ex agente.
La aprì piano, senza produrre il minimo rumore. Osservò la sua figura nascosta dal buio, per accertarsi di non averla svegliata davvero.
Chissà per quale ragione lo stava facendo.
-Misora-san.. –sussurrò di nuovo,come se una parte di lui volesse che lei si accorgesse della sua presenza, distruggendo quel silenzio che lo stava opprimendo.
In quel momento, l’obiettivo di Beyond Birthday non era uccidere Misora o testare le sue abilità. Quella volta, al contrario, voleva cercare di deviare il corso del destino di entrambi, sfidando la morte stessa.
-Infondo Misora-san, tu mi hai salvato la vita e adesso mi tocca saldare il debito.
   
 
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