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Autore: Chiaramor    11/09/2014    2 recensioni
Dopo due mesi di addestramento con Malcolm Marlyn Thea Queen è pronta a tornare a Starling City e a ricominciare, anche grazie all'aiuto di John Smith, un giovane ragazzo che saprà ridarle il sorriso.
Ma cosa ne sarà del suo rapporto con Oliver, Roy e Malcolm?
Una storia che non vede come protagonista solo Thea Queen ma anche Felicity, Oliver e tutto il team Arrow.
Dal terzo capitolo:
“Oliver, Oliver aspetta ti prego!” gridò Felicity correndogli dietro, “sono sicura che Roy non pensa veramente tutte quelle cose, è solo preoccupato per Thea.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Thea Queen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un sole splendente quello che illuminava il cielo di Starling City mentre Thea Queen, dopo essere stata lontana per due mesi, tornava finalmente a casa. La giovane ragazza sedeva su un sedile di pelle di una costosa limousine nera e guardava fuori dal finestrino il paesaggio che per molto tempo era stato il suo mondo: un'alternanza di alberi e cemento.
La sua città le era mancata, se ne rendeva conto solo ora. Anche se a Starling City non le era rimasto più nulla, sua madre era morta, non aveva più soldi e suo fratello era un bugiardo, Thea riusciva comunque a sentirsi al sicuro lì.
Dopo due mesi di riflessioni era riuscita a tornare serena, superando il vuoto che le si era creato dentro quando tutto il suo mondo era caduto a pezzi lasciandola sola e ferita.
Anche il suo ragazzo Roy, l'uomo che amava, l'aveva lasciata dopo quasi aver cercato di ucciderla. Se chiudeva gli occhi Thea riusciva ancora a sentire le sue forti mani attorno al suo collo. Roy era un pazzo. Era stato pazzo ad assumere strane droghe e a voler imitare il Vigilante. Thea ormai lo sapeva, la Freccia non era un eroe, non aveva fatto nulla per salvare la sua famiglia. E così sua madre era morta...
“Sei pensierosa. Non devi preoccuparti Thea, ora non sei più la ragazza indifesa di un tempo.”
La voce di Malcolm Marlyn colse Thea di sorpresa e la ragazza quasi saltò sul sedile per lo spavento. Malcolm aveva ragione. In quegli ultimi due mesi suo padre l'aveva allenata a sopportare il dolore, fisico e psicologico, facendola diventare più forte. Era solo grazie a lui se era riuscita a non crollare. Ma non lo aveva perdonato per aver causato un terremoto nel Glades. Non aveva perdonato sua madre, che amava, e di certo non avrebbe perdonato lui. Però poteva non pensarci, in fondo Malcolm era stato l'unico a non mentirle, a dirle la verità. “Voglio fare un giro al Verdant domani, ho bisogno di tenermi occupata.” Disse Thea al padre. “Fai pure. Ricordati però che nessuno deve sapere che sono qui, non ancora...” “Non preoccuparti, ormai sono un'esperta a gestire i segreti” e mentre pronunciava queste parole Thea guardava fuori dal finestrino, cercando di non pensare alla possibilità di rivedere suo fratello.

 

Eccolo lì il Verdant. Un gigante di cemento grigio, nulla più. L'esterno non era cambiato per niente durante la sua assenza. Erano le 10 di mattina e l'entrata del locale era vuota, a parte per un ragazzo che fissava la porta indeciso se entrare o meno. Era un ragazzo alto, con corti capelli neri e una corporatura muscolosa. Niente male, pensò Thea. “Ei, non mi sembra che quella porta faccia così tanta paura!” Il ragazzo si girò al suono delle parole di Thea e le sorrise quasi arrossendo. “Hai ragione, è che sono un po' indeciso. Sto cercando lavoro ma non so se questo posto faccia per me. Ma tu sei Thea Queen, giusto? La proprietaria?” “Veramente questo posto non è più mio, la mia famiglia ha perso tutto da quando...beh, no, non sono la proprietaria.” Il ragazzo abbassò lo sguardo e quasi sussurrando le rispose: “Sì, mi...mi dispiace per tua madre e tutto quanto.” Thea non aveva nemmeno nominato la madre, ma in quel momento non ci fece caso, era troppo incuriosita dal ragazzo che le stava di fronte.
“Ei non è giusto però! Tu conosci il mio nome...” Il ragazzo rialzò lo sguardo e allungò la mano. “E' vero”, sorrise, “John Smith.” Thea scoppiò a ridere. “Mi stai prendendo in giro?” “No! Lo so, reagiscono tutti così quando dico come mi chiamo. Ma cosa posso farci se il mio nome è il più comune d'America?!” “Beh John Smith”, disse Thea stringendogli la mano, “mi dispiace dirtelo ma sto cercando lavoro pure io, perciò, che vinca il migliore!” Senza dargli il tempo di rispondere Thea aprì la porta ed entrò al Verdant, sorpresa ma contenta per quel piacevole incontro. Forse tornare a casa non era stata poi una cattiva idea...
Senza smettere di sorridere John la seguì dentro al locale.


 

Appena Oliver Queen scese le scale del suo nuovo rifugio, capì subito, dallo sguardo di Felicity, che era successo qualcosa. “Cos'è successo?” chiese Oliver con il suo solito tono di voce diretto ma gentile. “Beh, tu mi avevi detto di tenere d'occhio Thea, nel...nel caso tornasse e, ecco, l'ha appena fatto!” Oliver, a bocca aperta, corse da Felicity e l'abbracciò “Thea è di nuovo qui? E sta bene?” Imbarazzata come non mai Felcity toccò la schiena di Oliver, giusto per non sprecare il momento. “Questo non lo so, però è un bene che sia tornata, no? Non avevamo più sue notizie da mesi” Oliver si staccò da lei, tenendole le mani sulle spalle. Tutto l'entusiasmo era già svanito dal suo volto. “Sarà ancora arrabbiata con me..” “Devi darle il suo tempo, Oliver. Quando sarà pronta lei verrà da te.”
“Lei chi?” Roy Harper scese i gradini delle scale a due a due. “Thea è tornata?”, chiese con voce speranzosa. Oliver gli sorrise. “Sì, il programma di Felicity l'ha rintracciata. Ma non possiamo andare da lei, non ancora”. Roy si sedette su una sedia e fissò pensieroso una cabina di vetro che conteneva un costume di pelle rosso. “Ok, posso aspettare. Quando arriverà il momento lei sarà orgogliosa di me.” 

  
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