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Autore: moonlight97    11/09/2014    1 recensioni
La storia è ambientata in Francia tra il XVI e il XVII secolo. Carlos, il protagonista, arriva a Calais, città portuale della Francia settentrionale, per affari; là tra amore, amicizia e un po' di mistero quella che sembrava essere iniziata come una semplice avventura spensierata si trasformerà in un qualcosa di molto più pericoloso e Carlos e i suoi amici dovranno mettercela tutta per spuntarla.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elyse vagava per mare ormai da alcune ore e della terraferma non c'era alcuna traccia; nonostante ciò, la ragazza cercava di non perdersi d'animo e sperava che prima o poi avrebbe rivisto o la costa o un'altra nave, possibilmente quella con suo fratello a bordo. Ben presto la stanchezza cominciò a farsi sentire e gli occhi quasi le si chiudevano; non riusciva a vedere distintamente ciò che si cominciava a scorgere all'orizzonte ed infatti credette in un primo momento che fosse un'allucinazione. Dopo che ebbe realizzato che non lo era, cominciò ad agitare le braccia e a gridare a perdifiato e, per sua grandissima fortuna, ebbe l'effetto sperato: la nave si avvicinò e dal pontile fu gettata una corda per farla salire sull'imbarcazione. La ragazza vi si aggrappò, tenendosi ben salda e sfruttando le ultime energie che le erano rimaste in corpo. Finalmente fu a bordo e, non appena vide i volti dei suoi amici, di Carlos e di suo fratello, tirò un sospiro di sollievo.
“Elyse!” esclamò il fratello. “Grazie al cielo sei salva!”
Gli sarebbe corsa incontro e l'avrebbe abbracciato, se soltanto le forze non l'avessero abbandonata nel momento in cui aveva provato a muovere qualche passo verso di lui, col risultato di finire tra le forti braccia di Carlos, che prontamente si era slanciato in avanti.

Quando si svegliò, Elyse trovò seduti accanto a sé suo fratello, Carlos e Killian.
“Non sto mica morendo, su! Sembrate al mio capezzale...” commentò la ragazza mentre si metteva a sedere sul letto. Raccontò per filo e per segno tutto quello che era accaduto da quando era stata rapita, per quanto fosse in grado, mentre suo fratello l'aggiornò su quanto loro avevano scoperto, cioè le spiegò che Van Khal avrebbe fatto di tutto per ottenere il tesoro e che Victor non era altro che un suo tirapiedi. La domanda che tutti si erano già posti tra sé e sé e che nessuno osava fare era se proseguire nell'avventura e dare una lezione a Van Khal e ai suoi scagnozzi oppure desistere e tornare a casa. Carlos, intuendo dagli sguardi pensierosi degli altri cosa stessero pensando, balzò in piedi ed esclamò:
“Per tutti gli dei dell'Olimpo! Io una lezione gliela voglio dare a quei damerini! Con o senza di voi, preferibilmente con voi, troverò quella stramaledettissima nave e allora avranno pane per i loro denti, così imparano a far del male agli amici di Carlos del Olmo!”
Detto questo Carlos fece un'uscita volontariamente plateale, sbattendosi la porta alle spalle; gli altri invece rimasero ammutoliti e sorpresi da un tale scatto e solo dopo cinque minuti buoni Julien si decise a seguirlo.

Pierre diede il cambio a Remy alla guida della nave così che il fratello potesse riposarsi; tornato nella propria cabina, si distese sul letto e per curiosità cominciò a guardare altre carte, che aveva lì con sé, nella speranza di trovare qualche dettaglio in più sul luogo. Fu così che per puro caso trovò una cartina con una breve descrizione della spiaggia; non appena l'ebbe letta, si alzò di corsa ed andò da Carlos.
“Cosa hai detto che c'è scritto sulla tua mappa, Carlos?” chiese Remy con agitazione.
Il ragazzo alzò un sopracciglio e lesse. Fu solo allora, confrontando le due carte, che Carlos si accorse di aver sbagliato a leggere. Il nome della spiaggia era “litus mortui spirantis”, spiaggia del morto che respira: era così chiamata in quanto sia la costa in quel punto che il mare erano spesso avvolti da una fitta nebbia che impediva la vista quasi totalmente.

Il sole ormai stava quasi per tramontare e la nebbia cominciava lentamente ad infittirsi, quando Carlos e il suo equipaggio avvistarono una nave, che recava sulla bandiera due serpenti avvolti fra di loro: il simbolo di Edmund Van Khal.
“Un animale viscido, per una persona altrettanto viscida” commentò Carlos sprezzante mentre passava il cannocchiale a Nicholas. Qualche istante dopo la nave disparve nella fitta nebbia. Il piano non prevedeva un attacco diretto, che sarebbe stato una specie di suicidio, ma di arrivare al tesoro prima dei loro nemici e tendere loro un'imboscata; tuttavia i nostri eroi furono costretti a combattere quando improvvisamente la nave riapparve e agganciò delle piattaforme in legno la loro imbarcazione, un po' come fecero i Romani durante la prima guerra Punica per riuscire a combattere corpo a corpo, pur essendo in mare. Carlos e i suoi ebbero appena il tempo di afferrare le armi. Il pontile fu invaso dagli uomini di Foyr, tutti esperti combattenti o, almeno, più esperti di loro. Lo scontro fu di breve durata: gli uomini di Victor li sopraffecero facilmente, non solo grazie alla loro abilità ma anche in quanto erano molto più numerosi. Pierre e Remy si spalleggiavano l'un altro e si batterono con molto ardore, finché non furono disarmati; allo stesso modo Killian combatté con tenacia ma non poté far altro che arrendersi, dopoché un uomo corpulento l'ebbe ferito alla spalla, facendogli cadere di mano la spada. Nicholas fu colpito alla testa e cadde privo di sensi. Rimanevano soltanto in tre. Elyse si liberò di un aggressore, facendogli lo sgambetto.
“Mossa un tantino sleale” commentò Carlos mentre respingeva con nonchalance gli affondi di uno.
“In amore e in guerra tutto è lecito, non ve l'hanno insegnato?” replicò la ragazza con aria tronfia.
La ragazza non ebbe il tempo di gongolare per la propria vittoria, che due uomini improvvisamente l'afferrarono da dietro. A quella vista, Julien si distrasse e così fu sopraffatto dall'avversario, mentre Carlos fece per slanciarsi verso di lei ma si sentì bloccato dalla punta di una spada sulla sua schiena.
“Fine della partita.” sentenziò una voce alle sue spalle.
Victor Foyr si guardava intorno: vedere quei 'ragazzini' sconfitti ed affranti gli procurava un perverso senso di soddisfazione: sentiva di averli in suo potere e di essere in grado di giocare come un gatto col topo.
“Ti faccio un'offerta unica ed irripetibile, ti prego di considerarla con attenzione; vattene adesso e salva soltanto la ragazza. Attento: un passo falso e non sarai morto solo te ma anche tutti i tuoi preziosi amici.” continuò Victor con un ghigno beffardo sul volto.
A Carlos si gelò il sangue nelle vene: non sapeva che fare. Sapeva che Julien si sarebbe sacrificato per sua sorella, ma non voleva tradire tutti i suoi amici; d'altra parte, se si fosse rivoltato contro Victor, questi avrebbe dato ai suoi uomini l'ordine di ucciderli tutti. Passarono istanti di assoluta tensione e sembrava che tutti stessero trattenendo il fiato.
“Va bene.” disse a Carlos a denti stretti e coi pugni serrati. “Solo se mi prometti che non torcerai a nessuno di loro un capello.”
Carlos non guardava nessuno: teneva gli occhi rivolti in basso e i riccioli, attaccati al volto per il sudore, gli coprivano la faccia. Sapeva che probabilmente non quella non era la scelta giusta, ma almeno, si disse, era quella che avrebbe lasciato tutti vivi.
“Corri a salvare la tua donzella in difficoltà, eroe!” sibilò Victor Foyr mentre faceva un gesto ai due uomini che tenevano Elyse. Carlos rimase impietrito dall'orrore quando vide la ragazza esser lasciata precipitare in mare, dopo che gli ebbe rivolto uno sguardo disperato.





Spazio Autore
Chiedo umilmente perdono: ho rimandato di una settimana il "famoso" capitolo. 
Non fucilatemi per questo, ma per la fine che ho fatto fare alla povera Elyse. LOL
Spero che si sia avvertito un po' di pathos in questo momento della narrazione, anche se l'acme deve ancora essere raggiunto (inserire risata malefica qui). Ok, il riferimento a Roma è andato da sé, tanto ormai sono affetto da una qualche forma di disagio e ne sono consapevole.
Nonostante l'inizio della storia non dovrei lo stesso aver problemi con l'aggiornamento di questa fanfiction: potrà slittare di un giorno (massimo due) o addirittura essere anticipata. ^^ L'unico problema, per chi mi segue anche "fuori" da EFP, potrebbe esserci con l'altro lavoro di cui credo di avervi parlato, che è ancora a un punto... morto. 
Be', la smetto di blaterare e vi saluto!
Tanto amore a tutti quelli che stanno seguendo questa storia xxx

   
 
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