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Autore: Hewa    11/09/2014    0 recensioni
Siamo la strada sbagliata che ripercorrerei insieme ancora ancora, e poi ancora, altre infinite volte.
Perché voi, in un modo o nell'altro mi salvate, sempre.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle mie parti di cuore. Ad Irene,con la sua voglia di musica e poche parole, i sogni degni del mondo, occhi grandi e incertezze. Voce che vibra, ti scuote le ossa, ti monta la testa e si rintana nel cuore, abbi tanto coraggio e splendi forte. A Francesca che è bella come come la vita e che ancora deve capirlo, perché siamo sempre qui e quando siamo insieme va tutto bene, anche se vivere è tutta una pecca e la fame d'amore si fa sentire sempre di più. Al mio Giacomino, bello e dannato, anima in fuga e controcorrente, sempre più forte e sempre più vero, non mollare mai, brucia come fuoco, come se nessuno vedesse, fallo per te. E se un giorno perdessi la voglia di combattere allora ricordati queste parole, perché ne vale la pena, sempre. Alla mia Emma, quella di una vita intera. Sempre insieme, un po per voglia, un po per costrizione ma comunque ancora qui. Bella come il sole, preziosa come poche, che solo i pazzi lascerebbero andare. Tutte parti di cuore ultimamente in conflitto, sentenze e lacrime amare, coraggio mancato, parole buttate al vento come sabbia. Parole che si attaccano ovunque e che non arrivano mai a destinazione. Lasciatevi curare, lasciatevi amare, lasciatevi in preda al nostro piccolo mondo fatto di unicorni rosa, case olografiche, vite sorrette da braccia altrui, ma mai estranee, patatine fritte e arcobaleni. Guardatevi intorno e saziatevi del bene che vi circonda, un po mio, un po vostro. E ridete tanto, ridete forte, ridete tra di voi perché le collisioni succedono e si superano, col cuore leggero e una spalla amica riconquistata. Perché in un modo o nell'altro siete importanti, valete tutti la pena, sempre. Siete le risa, siete le cicche fumate a metà strada tra il vero e il falso, il dire e il fare, il bianco e il nero. Siete la salvezza di chi, come me, spesso è troppo stanca per riuscire a vivere da sola. Siete i sorrisi, le lacrime isteriche, la felicità intralciata, l'amore cercato, perso, trovato ancora, trovato sempre. Siete la mia gioia, la mia speranza, un pezzo di vita, un brandello di carne, una scheggia di vetro. E ascoltate col cuore le parole di chi ama pensare, che siete speciali, vivi, belli. Che non andate bene, perché per voi "bene" è troppo poco. Siete i più, in tutto, per tutto, per me, sempre. Siete gli occhi lucidi e le fossette tra i sorrisi, i brani indie, la musica dei bugiardi più fieri suonata a volume troppo alto. Le sigarette che logorano i polmoni, ma vorreste logorassero il cuore, le serate perse a guardarsi e ridere. Siete vita. La musica bella e la notte stellata. Con quell'innocenza da bimbi, a volte casta, a volte no, che ci porta a credere e sperare, sempre. A credere che le lucciole nei barattoli possano sopravvivere per illuminare solo noi, per non morire, per non trovarsi al buio. E tra le parole non dette, gli sguardi mancati e la stranezza nel cuore, siamo la compagnia dannata. La strada sbagliata che ripercorrerei insieme ancora, ancora e poi ancora altre infinite volte. Perché in un modo o nell' altro mi salvate, sempre. Perché vi voglio bene e sono qui per voi, con voi, grazie a voi, sono qui anche oggi, e poi per sempre. Scrivendovi con il cuore in mano ed un intero giorno a ripensarci, non trovando parole abbastanza grandi e importanti per voi che le meritate tutte, voi che meritereste il mondo. E poi si sa, no? Io sono fatta così, dell'idea che le parole scritte valgano di più e che restino più a lungo, insinuandosi ovunque, prima tra le braccia, poi tra le dita, sul collo, la bocca, lungo tutta la schiena fin sotto ai piedi e poi, come è naturale che l'acqua scorra, quelle finiscono in testa e non se ne vanno mai. Con tutto l'amore che ho e posso offrirvi, vostra, Hewa.
   
 
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