Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: altraprospettiva    12/09/2014    2 recensioni
Lara ha diciannove anni, è pigra, non ama studiare e cambia colore di capelli ogni volta che il padre cambia donna.
Roberto, suo padre, è il migliore padre al mondo se si leva il fatto che si comporta ancora come un adolescente.
Tony è il miglior amico di Roberto, è sarcastico, affascinante e ama gli sport.
Quanto può essere stravolta la loro vita in cento giorni?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lara posò le carte della ginecologa dentro uno scatolone, certa che nessuno le avrebbe trovate.
Si fece una doccia, si sistemò i capelli e salutò il padre che era disteso sul letto a discutere al telefono, come al solito.
Lara fece mezzo sorriso, pensando che avrebbe cambiato di nuovo colore dei capelli.
Uscì silenziosamente di casa, con le cuffie nelle orecchie e si diresse verso casa di Tony. Erano le otto del mattino, la città era ancora insonnolita, ma Lara non era riuscita a prendere sonno quella notte e aveva preferito uscire di casa senza prima che la calura fosse divenuta soffocante.
Quando arrivò a casa di Tony era passato un quarto d’ora, ma lei non aveva ancora deciso come introdurre il discorso.
Sostanzialmente perché non sapeva di che cosa parlare per prima.
Tony era sveglio da un pezzo quando le aprì la porta, la fece accomodare, spense il condizionatore e prese lo yoghurt preferito di Lara dal frigo.
Stettero in silenzio, non si salutarono neppure, non un bacio, non un abbraccio, non una pacca.
Lara prese posto sul divano e Tony, qualche secondo dopo, si sedette accanto a lei.
«Tu non sei un uomo...tu, tu sei un animale. Un animale che sente il bisogno di infilare il pisello in qualsiasi cosa di essere femminile. Anzi, peggio di un animale, almeno loro lo fanno con lo scopo di procreare» Lara lo disse tutto d’un fiato, non aveva programmato quelle parole, le uscirono semplicemente di bocca. Il suo tono di voce era atono, non guardava neppure verso Tony e, visto che questo non parlò, decise di continuare a parlare.
«Guardati hai 31 anni e cosa hai nella vita? Solo i soldi e forse qualche amico. Non ti senti vuoto? Non desideri altro? Una famiglia, una moglie? Non puoi perché ti illudi che sei ancora giovane, che puoi spassartela. Ma renditi conto che la vita ti sta passando davanti, che ti sta fottendo come tu fai con le donne che ti spassi. Sei peggio di un adolescente che non ha capito se è un adulto o un bambino. Non puoi comportarti più come un ragazzino lo vuoi capire o no?» si sentì cattiva. Stava riversando su di lui tutta la frustrazione di quei giorni, ma decise che non le importava.
«Lara non ho parole che possano scusarmi, hai perfettamente ragione, sono uno stronzo. Non voglio giustificarmi con la solita solfa sapevi già che sarebbe andata a finire così, perché a dire il vero anche io un po’ speravo che sarebbe andata a finire diversamente. Che vuoi che ti dica? Ho sempre avuto paura ad impegnarmi, per questo non sono mai uscito con ragazze intelligenti, per paura che potessero interessarmi veramente. Sarà perché mio padre nonostante eravamo felici non mancava di andare appresso alle cameriere, sarà che mia madre faceva finta di non sapere niente delle scappatelle di mio padre, sarà perché non sono mai voluto crescere, prendermi responsabilità. Costruire una storia seria è difficile, non è solo essere fedele il problema, è anche avere fiducia nell’altro, donare una parte della propria libertà, preoccuparsi, una storia è piena di aspetti negativi e di aspetti positivi.
Un’avventura di una notte è piena solo di aspetti positivi e quindi è stato facile per me percorrere la strada più semplice.
Però ieri, per la prima volta, mi sono preoccupato. Mi sono preoccupato su che cosa avresti pensato vedendomi con un’altra, mi sono rammaricato del fatto di averti vista soffrire, mi hai fatto capire che il mio comportamento è sbagliato. Mi sono fermato a guardarti negli occhi e ho letto tutto il disprezzo che vi era celato.
Mi piacerebbe poter tornare indietro e risolvere buona parte dei miei casini, ma non si può e quindi adesso posso solamente provare a non farne più».
Tony le aveva preso la mano e Lara si voltò a guardarlo.
Lara non aveva mai visto quello sguardo nell’uomo. Non c’era la tristezza per la morte di Mufasa, non c’era la gioia del giocare con il nipote, non c’era l’orgoglio di aver conquistato l’ennesima donna, né la sfumatura di paura quando era a pranzo dai suoi.
«È vero che io ho sbagliato, ma se dobbiamo costruire un rapporto serio è giusto che ci sia sincerità, fiducia, rispetto. È giusto pure che tu ti prenda la tua parte di responsabilità. Mi dici perché hai esitato quando ti chiesi se fossi andata a letto con me per ripicca nei confronti di Roberto?»
«Perché ho esitato prima di risponderti? Perché sì, è vero, all’inizio l’ho fatto per quello, mi sono detta ‘mi faccio Tony che è un figo’ e questo lo sapevi, ma mi sono detta pure ‘mi faccio Tony che è l’amico di papà, così papà sa cosa significa sapere vedere una persona a cui tieni iniziare una storia senza speranza’».
«Una storia senza speranza?»
«Perché, quanto avresti scommesso all’inizio su di noi? Neppure la ruota dell’Audi. E non dire di no perché risulteresti più che bugiardo».
E infatti Tony rimase in silenzio. Ovvio che non avrebbe scommesso su di loro. Non appena aveva visto Lara nelle sue nuove vesti di donna si era sentito un gatto che osserva un pesce in un acquario.
L’aveva desiderata, l’aveva bramata, ma solo perché la riteneva qualcosa di succulento e l’idea di quel “vetro” che li separava, l’impossibilità del loro rapporto, rendeva il tutto più stuzzicante.
Non avrebbe mai immaginato di trovare il coraggio di infilare la zampa dentro l’acqua e prendere il pesce, non avrebbe mai immaginato che il pesce sarebbe stato così tanto accondiscendente, ma soprattutto non avrebbe mai e poi mai immaginato che dopo aver giocato con la preda, invece di mangiarla scaricandola, si sarebbe innamorato di essa.
«Sai perché ho deciso di stare con te dopo? Perché mi piacevi e mi piaci ancora ora, mi piace stare con te e il tuo modo di fare. Ma ho sempre visto il tutto con un po’ di distacco, perché anche se non volevo ammetterlo sapevo che poteva finire come è finita. Tu non sai resistere alle altre donne, tu non sei il tipo di una storia fissa. E lo hai dimostrato».
«Io? E Luca? Come la mettiamo con il bacio con Luca?» il tono di voce di Tony si alterò un po’.
«Lo so che hai intenzione di rinfacciarmi sempre di Luca e allora te lo dico. Io gli avevo chiesto pure di venire a letto con me, per fare ripicca a te!»
Finalmente si era levata quel peso dalla coscienza, erano un paio di giorni che pensava di dirglielo, perché sì, aveva voglia di essere completamente sincera.
Tony deglutì. «Non mi piace proprio come fai la ripicca tu. Quindi gli hai chiesto…e perché non avete…» disse con fare spaesato e lasciando andare la mano di lei.
«Perché lui è stato più lucido di me».
«Ah quindi è dipeso da lui, da lui che ha ragionato da persona civile».
Tony si alzò di botto dal divano, aveva voglia di prendere tutti i soprammobili e scagliarli per terra.
«Non lo so. Se devo essere sincera non so fino a che punto mi sarei spinta veramente con lui. In questi giorni, tutte queste cose, il vederti con un’altra…mi sono resa conto che tu mi interessi veramente» lo disse sommessamente, quasi fosse stata qualcosa di cui vergognarsi, ma Tony percepì la sincerità in quel tono di voce, in quello sguardo che improvvisamente si era abbassato.
«Anche tu, anche tu mi interessi veramente» disse lui. Ma anche lui non ci tenne a dirlo alla diretta interessata, lo disse all’aria, giusto perché sentiva il bisogno di tirar fuori da sé quelle parole, non perché voleva che arrivassero al mittente.
«E come me lo dimostri? Andando a letto con le altre?» Lara stavolta lo guardò negli occhi e alzò il tono di voce.
«Non ricominciare, abbiamo fatto entrambi degli errori. Tu mi interessi, ma…non so che dirti, forse non siamo pronti per avere una relazione, intendo una seria. Penso che alla base di tutto ci debba essere la sincerità e a quanto pare, noi due, non riusciamo ad essere sinceri l’un l’altro».
Lara deglutì. Una volta, due volte e il labbro inferiore iniziò a tremargli, per la rabbia, per la paura.
«TU non sei sincero! TU sei uscito per andare a risolvere la questione della scommessa senza dire niente. Io ti ho detto tutto, sin dall’inizio» Lara si alzò dal divano, per non guardarlo dal basso verso l’alto, anche se comunque la loro differenza di altezza rimaneva.
«Tu? Tutto? E poi sapevi la storia della scommessa, non c’è bisogno che fai la vittima, sai che mi manca ancora un’ultima sfida per completarla. Non solo e solo ORA mi stai dicendo della richiesta che avevi fatto a Luca, quindi non parlare di sincerità, non c’è da entrambi i lati e non negare».
«Bene, vuoi detto tutto? Eccoti accontentato. Sono incinta» e subito dopo averlo detto si portò una mano alla bocca, tappandola, quasi nella speranza di ricacciare indietro le parole appena proferite.
Tony sollevò le sopracciglia e si portò indietro con il petto.
«Incinta? È mio?»
«Certo che è tuo, di chi altri potrebbe essere?» chiese Lara adirata.
«Non so…uno a caso… il meccanico?»
Lara fece una risata finta. «Bella battuta, fantastico, lo sapevo che non avrei dovuto dirtelo».
«Non avevi intenzione di dirmelo? E che volevi fare? Appena sarebbe cresciuta la pancia avresti detto che stavi ingrassando? Poi dopo nove mesi mi avresti detto: ecco qui tuo figlio!»
«No». Lo disse in maniera secca, abbassò lo sguardo e si morse il labbro. Fece per andare via ma Tony la prese per un polso e la fermò, cercò il suo sguardo che si era riempito di lacrime, cercò una risposta.
«Avresti…» non completò la domanda perché immediatamente seppe la risposta, dal lieve assenso di Lara, dalle lacrime che iniziarono a correrle lungo le guance. Tony tirò la ragazza verso di sé e l’abbracciò forte.
«No, no, no» disse lui tra i capelli di lei.
Lasciò singhiozzare la ragazza, le carezzò la schiena, le sussurrò che sarebbe andato tutto bene.
«Io…» cercava le parole adatte per rassicurarla. «Io… non so, saranno stati tutti i sermoni che mi sono sorbito quando ero piccolo, ma no… io…» io non so che dirti, restò in silenzio e aspettò che Lara si calmasse, poi andò a prenderle un bicchiere di acqua, dei fazzoletti e le si avvicinò.
Mentre le porgeva il bicchiere le carezzò la guancia raccogliendo una lacrima con il pollice e sorrise.
«Lara perché lo faresti?» chiese dolcemente.
Lara bevve, tirò su con il naso, si asciugò il viso e alla fine guardò l’uomo.
«Tu lo vorresti? Tu ti senti pronto? Fino a poco fa mi hai detto che non credi che siamo pronti per avere una relazione, come possiamo essere pronti ad essere genitori?»
Tony respirò profondamente. «Secondo te, Roberto, quando si ritrovò tra le braccia te era pronto per fare il genitore? Non è mai stato pronto a dire il vero, ma guarda come sei cresciuta bene» Tony le poggiò una mano sulla pancia e la guardò negli occhi «È tuo figlio, è mio figlio, è nostro figlio».
Lara sorrise e annuì energicamente. «Lo so, è vero. È solo che…ho paura».
«Non devi avere paura, ci sono io con te. E c’è tuo padre, ci sono Francesca e Marco, Giacomo e Laura, le tue amiche. Andrà tutto bene». 
Il respiro di Lara finalmente si regolarizzò e la ragazza finì di bere l’acqua.
«Però te lo dico, se Roberto prova a picchiarmi stavolta contraccambio». Tony sorrise e portò le mani aperte verso il petto, con il palmo rivolto verso Lara, come sulla difensiva.
«Ok». Non lo aveva ascoltato, stava ancora cercando di calmarsi, stava godendo della sensazione che le aveva provocato la risposta di Tony.
«Ti farai delle tette fantastiche» disse Tony guardando verso le suddette e immaginandole più grosse.
«Ma pensi a questo tu?» Lara si coprì il petto, sorrise, lei pensava a come riuscire a dirlo al padre e Tony tornò a guardarla in viso.
«Be’, considerando che di tette scarseggi sì, penso anche a questo».
E la baciò. Quel bacio sapeva di lacrime, di dubbi, paure, speranze e riconciliazioni.
E dopo quel bacio si amarono, teneramente ma anche con passione. Riacquistarono la piacevole sensazione dei loro corpi uniti, la consapevolezza di essere parte l’uno dell’altro, riassaporarono i loro umori fin quando entrambi non godettero della gioia dell’unione.

«Devo farti vedere una cosa» disse ad un certo punto Tony rompendo l’atmosfera di dolcezza creatasi.
Erano entrambi nudi, abbracciati e si stavano gustando la piacevole sensazione che seguiva l’orgasmo.
«Cosa?»
«Prima ti vesti e prima la vedrai, su, su» e mentre lo disse si alzò dal letto, si infilò i boxer, un paio di bermuda verdi militari e una polo bianca.
«Sei ancora a letto?» chiese infilandosi le infradito.
Lara si alzò, curiosa più che mai, ma anche felice.
Tony la portò nel seminterrato, dove c’erano i garage in comune con tutto il resto del condominio.
«Mi hai comprato un’altra macchina?» chiese lei.
Tony non rispose, semplicemente le chiuse gli occhi con le mani e le fece fare un pezzo di strada in quella maniera.
Non appena levò le mani dagli occhi di Lara di fronte a loro c’era una Mercedes Slk bianca decappottata.
«Tadààà» disse Tony.
«Sul serio? Mi stai regalando questa macchina? Oddio, la preferisco di gran lunga alla Golf» disse Lara trasognata.
«Piccola, non corriamo troppo. Questa è la mia nuova macchina, e valgono le stesse regole per la mia vecchia bimba. Non ci si mangia, non ci si fanno zozzerie, anche se a dire il vero c’è poco spazio, non la guida nessuno ad eccezione di me e Roberto, non…»
Lara lo interruppe «Dov’è l’Audi?»
«Questa non ti piace?»
«Dov’è l’Audi?» ripeté Lara.
«Ce l’ha Cesco».
«Chi è Cesc… quello con cui hai fatto la scommessa?» Lara sgranò gli occhi, tutto si sarebbe aspettato tranne quello.
«Allora? Andiamo a fare un giro o no?»
Tony aprì la macchina con il telecomando e fece il giro per aprire la portiera alla ragazza.
«Non c’è abbastanza spazio da farti mettere le gambe sul cruscotto e mi spiace per tuo padre ma è due posti».
«Hai dato la tua macchina a Cesco?» chiese Lara senza entrare nella macchina.
«Ma ormai il valore di mercato di quella macchina era basso, aveva parecchi anni di vita. Guarda, sedili in pelle, cerchi in lega…» Tony andava indicando tutti gli optional mentre li nominava.
«Non ci posso credere» disse interrompendolo.
«Sembra quasi che ti dispiaccia, se proprio ti piaceva di più l’Audi vado a cambiarla, l’ho presa ieri sera questa qui» disse Tony scherzando.
Presero posto entrambi e Tony partì.
Non parlarono.
Lara si lasciò carezzare dal vento, legò i capelli dietro la nuca e si mise alla ricerca di una stazione radio che le potesse piacere.
«Spiacente cara, in questa macchina c’è pure un’altra regola, la musica la scelgo io e in questo momento ascolteremo i Led Zeppelin» disse Tony dandole un piccolo buffetto sulla mano per fargliela allontanare dalla radio.
Accese l’mp3 e “Traveling Riverside Blues” si diffuse per l’abitacolo.
Lara portò la testa all’indietro e sorrise.
Era felice.
E innamorata.
 
Note dell’autrice.
Penso che le cose siano andate meglio del previsto, no?
Vi è piaciuto il capitolo?
Un abbraccio e alla prossima.
Grazie mille a chi mi sostiene :)
Un ringraziamento particolare va a Sofia Amendola per il nuovo banner <3
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: altraprospettiva